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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: C'EST SURPRENANT
Genere: Sentimentale, Romantico, Commedia, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shounen Ai
Autore: --tyu-- galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/05/2008 18:51:10 (ultimo inserimento: 05/11/08)

Le vicende di 7 amici liceali che iniziano a scoprire veramente le emozioni più belle della loro vita...
 
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CAPITOLO 3
- Capitolo 4° -

Ciao!! E anche il terzo capitolo è arrivato!! Ci ho messo un po' perchè sono stata una settimana in vacanza, scusate ^//^
Comunque finalmente la storia inizia ad avviarsi.... nel prossimo capitolo ancora di più!!
Buona lettura a tutti quanti!
Kisses, tyu

CAPITOLO 3

Federica stava seguendo attentamente la lezione, Nicola ci stava tentando ma invano -fuori dalla finestra il mondo era certamente più interessante-, mentre Michele era mezzo addormentato sul proprio banco.
Prima ora del sabato, lezione di latino.
La professoressa era tutta intenta a spiegare un passo di uno di quei noiosi brani da tradurre poi a casa, e la concentrazione di Roberto vacillava pericolosamente. In genere riusciva a stare attento senza il benché minimo sforzo, ma quella mattina gli passava altro per la testa; aveva urgenza di comunicare con i propri amici, e quella maledetta lezione glielo stava impedendo.
Il ragazzo si scostò con un gesto meccanico un riccio che gli era finito sugli occhi, per poter studiare al meglio la disposizione dei banchi nella classe.
Era entrato in aula dopo il suono della campanella, quella mattina, ma non poteva certo attendere la fine dell'ora per parlare con Micky e Nico.
La Mariuzzi era però una professoressa attenta e vigile, fargliela sotto il naso non era cosa semplice. Roberto doveva quindi escogitare un modo ingegnoso per mandare dei bigliettini ad entrambi, senza farsi beccare; per lui niente era impossibile.
Nicola era in prima fila vicino alle finestre, mentre Michele si trovava esattamente dall'altra parte dell'aula, in seconda fila. Lui era nell'ultima della zona centrale. Erano tutti parecchio distanti. Ma non impiegò che qualche secondo per trovare il percorso ideale da far fare ai due bigliettini, che, passati di mano in mano, arrivarono sani e salvi a destinazione.
Roberto fissava alternatamente i due amici, per vedere come avrebbero reagito alla notiziona.
Nicola, da tanto restò impassibile, non riuscì nemmeno a capire se avesse letto o no; Michele, al contrario, non riuscì a trattenere un'esclamazione di gioiosa sorpresa, attirando su di sé l'attenzione della severa professoressa.
"Beltrami!" esclamò quella, e Roberto mugugnò un qualcosa che assomigliava molto ad un 'idiota', "Tutta la classe vorrebbe sapere qual è il motivo di tanta gioia"
Il moro non si preoccupò minimamente di mostrarsi imbarazzato o pentito; sorrise invece alla Mariuzzi con un'espressione quasi folle in volto.
Tutta la mia discrezione buttata nel cesso...
"Prof, certo che tutti vogliono saperlo!" esclamò il moro. "E' successa una cosa stupenda!"
La professoressa lo fulminò con lo sguardo per l'impertinenza, completamente inopportuna in un liceo classico. Michele non era mai stato capace di tenere a bada la lingua.
"Beltrami, non hai neanche la decenza di scusarti! Preferisci che ti metta un due sul registro o ti vuoi degnare di ascoltare la lezione in silenzio come tutti i tuoi compagni?"
Michele capì che forse era giunto il momento di starsene in silenzio senza ribattere; quindi annuì automaticamente, e riprese la sua solita posizione da ascolto.
Roberto tirò un sospiro di sollievo; non amava far imbestialire i docenti, e il suo amico non era certo abbastanza sveglio da non trascinarlo nel mezzo della questione. Non voleva un due o una qualche punizione, no, voleva semplicemente che quella dannata campanella suonasse il cambio dell'ora. Forse avrebbe fatto anche in tempo ad andare da Elena, non poteva tenere all'oscuro la sua ragazza troppo a lungo. Con una corsa veloce verso l'altra parte del corridoio, magari...
Quella mattina era cominciata come le altre, e si era prospettata monotona e ripetitiva; ma quel volantino... Be', quel volantino aveva fatto prendere al tutto una piega inaspettata. Inaspettata ed eccitante.
Con sforzo incredibile tentò di ascoltare qualcosa di ciò che la Mariuzzi andava blaterando, ma era tutto inutile. Solo quando udì la campanella suonare le sue membra ripresero vita; Roberto si alzò di scatto, come se avesse avuto una molla sotto al sedere, e si lanciò verso i suoi amici con un balzo felino.
"Ragaaa!!"
Michele gli saltò addosso facendo versi animaleschi; Nicola si avvicinò con la consueta calma, ma con gli occhi insolitamente ridenti.
"Che sballo, Robi!" urlò il moro, abbracciandolo. "Diventeremo delle star della musica rock!!"
"Ehi, ehi, sta calmo, eh" rise il biondino, scostandoselo di dosso. "Non è ancora detto niente!"
"Ma hai scritto che alla finale assisteranno dei produttori importantissimi!! Anche se non vinceremo ci basterà arrivare lì per farci notare!! E poi avremo sicuramente un contratto!"
"Tu corri troppo" affermò Nicola pacatamente, mettendo una mano sulla spalla a Michele. "Ma è comunque una notizia incredibile... E' la nostra occasione per sfondare!"
Roberto era felice di vedere di aver messo di buonumore persino il suo cupo amico; tenevano tutti moltissimo alla band, ed era una sensazione stupenda vedere la propria contentezza riflessa negli occhi degli altri due.
"Che succede qui?" si intromise una quarta voce alle loro spalle.
Federica fece capolino da dietro Nicola, e se fossero stati in un cartone animato le sarebbe certamente comparso un punto di domanda accanto alla testa.
Roberto le sorrise, tutto felice di poter rendere entusiasta pure la ragazza.
"C'è una gara per band importantissima e noi vi prenderemo parte!"
"E vinceremo sicuramente!" puntualizzò Michele, col solito tono talmente entusiasta da parere schizzato.
Nel giro di qualche secondo furono accerchiati da quasi tutti i loro compagni di classe, che erano stati attirati dal casino prodotto dal moro e volevano sapere cosa stesse accadendo. I tre ricevettero auguri e abbracci da tutti, neanche avessero già avuto in tasca il premio della competizione. Avevano dei compagni di classe davvero stupendi.
Purtroppo Roberto, assalito dalla massa, non fece in tempo a fare un salto dalla sua ragazza, e dovette attendere due noiosissime ore di matematica prima che arrivasse l'intervallo.
"Robi, devi dirlo ad Ele!" fu la prima cosa che le sue orecchie udirono dopo il suono della campanella; come se Michele fosse riuscito a leggergli nella mente.
Il biondino sorrise, annuendo col capo.
"Sì, adesso vado"
Ma il moro non lo stava ascoltando; stava già correndo fuori dalla classe ad una velocità incredibile.
"Micky, dove corri?!"
Michele si voltò, fermandosi momentaneamente. Fremeva dalla voglia di fare qualcosa.
"Vado a dirlo ad Ile!" rispose fulmineamente, e Roberto alzò un sopracciglio, divertito.
"Ma volevo dirlo io anche a lei" scherzò, ma il moro non parve cogliere l'ironia nell'affermazione.
"Oh, be', tu lo dici già ad Ele... Lasciami dare la buona notizia a qualcuno!"
E dopo un attimo era già scomparso.


Lei stava seduta sui gradini dell'ingresso, con il quadernetto viola fra le mani e la testa china sopra di esso.
"Ciao"
Alzò il capo lentamente, mentre chiudeva contemporaneamente il suo prezioso tesoro.
"Ciao" rispose, accennando un sorriso.
Michele rimase stordito per un attimo davanti alla limpidezza di quei grandi occhi grigi prima di riuscire ad aggiungere altro.
"Non c'è Ele?" domandò così, tanto per conversare.
Lei scosse il capo.
"No. E' a casa"
"Febbre?"
"Non penso. Ieri stava bene"
"Ah"
Il ragazzo si mise seduto accanto ad Ilenia, senza smettere di fissarla, di fissare i suoi occhi chiari e le sue fini labbra.
Non gli piaceva vederla sola, preferiva quando era in compagnia e rideva e scherzava. Quando veniva presa da uno dei suoi attacchi creativi non riusciva a pensare che a scrivere, e ogni volta che ne aveva la possibilità si rintanava in un angolino col suo quaderno sulle ginocchia e una penna qualunque stretta in mano.
Ultimamente lo faceva spesso, pensò il ragazzo, e la cosa che lo faceva più dispiacere era che le parole scritte su quelle pagine segrete erano un enorme mistero per lui. Gli anni precedenti lei lo rendeva sempre partecipe di ciò che scriveva, magari non di tutto, ma almeno un accenno all'argomento glielo faceva. Ora, invece, leggere anche solo una di quelle parole preziose era divenuto un sacrilegio.
"Come mai sei qui?" domandò lei, spezzando quel momento di silenzio che si era venuto a creare.
Che domande fai? Sono qui perchè sei mia amica, voglio stare con te...
Ma subito dopo quel pensiero automatico Michele si tirò una manata sulla fronte. Si era completamente dimenticato del motivo reale per cui era venuto a cercarla. Sì, insomma, il pretesto che aveva utilizzato per la sua folle corsa immotivata.
"Già, è vero!" esclamò. "Ti devo dare una notizia bomba!"
Lei reclinò leggermente il capo e quel pallido sole autunnale si riflesse nei suoi occhi; Michele rischiò nuovamente di scordare la notizia che doveva darle.
"Sentiamo questa notizia, allora"
Il tono di Ilenia era gentile e paziente, e il ragazzo gli fu grato per l'interesse che mostrava sempre nei confronti di ogni cosa che diceva, anche quella più stupida.
"Diventeremo famosi!" disse Michele, con fare decisamente teatrale.
Lei si mise a ridere per la sua solita esagerazione. Un brivido percorse la schiena di Michele.
"Vi ha scritturato qualche casa discografica famosa?" scherzò Ilenia, ben sapendo che il moro mostrava sempre un entusiasmo sproporzionato alla portata delle notizie.
Lui le sorrise, felice di averla fatta ridere in uno dei suoi momenti di mistica creatività.
"No, non esageriamo!"
"Quello che esagera qui mi sa che sei tu" puntualizzò lei, fissandolo negli occhi con fare divertito.
"Non diciamo sciocchezze! Io che esagero?! Stiamo parlando della stessa persona?"
"Che cretino. Sbrigati a dirmi cosa è successo che se no finisce l'intervallo"
Michele prese fiato, neanche si stesse preparando a chiederle di sposarlo.
Sì, almeno...
"Parteciperemo ad un'importantissima gara per band!"
Ilenia parve davvero felice per lui, o almeno, era ciò che sperava il moro.
"Ma è fantastico, Micky!"
Inutile dire che quando la udiva pronunciare il suo nome Michele si sentiva morire dentro dalla voglia di infrangere quella distanza che c'era fra di loro, per stringerla forte al petto e baciarle quelle labbra così meravigliosamente rosee e sottili. Dolci.
"E quando si terrà?"
"Maggio"
"Maggio? Ma siamo solo a fine Settembre"
Michele si rese conto di non star seguendo a pieno il discorso ma solo il filo di propri pensieri.
Dannazione, lei lo distraeva come niente altro!
"Uhm, no, volevo dire che la finale è a Maggio... Cioè, la vera sfida. Per arrivarci dobbiamo superare le altre serate" spiegò meglio, cercando di accatastare tutto ciò che non riguardava l'argomento band in un angolino della propria testa.
"Oh. Be', io penso che ci arriverete, in finale" gli sorrise ancora di più. "Siete davvero bravi"
"Sì, lo credo anc--"
La frase del moro fu interrotta a metà da una voce, una voce familiare.
"Oh, eccoti, Micky!"
Cazzo. Quel bellissimo momento rovinato.
"Ciao, Simo!" fece lui, fingendo quanto più entusiasmo riusciva nel salutare la ragazza appena arrivata. Ci stava insieme, in fin dei conti.
"Ciao" la salutò educatamente Ilenia, riavviandosi i capelli scuri dietro le orecchie.
Simona le lanciò una veloce occhiatina, rispondendo brevemente al saluto. non si adoravano, questo era palese anche per uno con due fette di salame sugli occhi come Michele, però non si azzuffavano nè niente, e di questo il ragazzo gliene era grato.
"Sei scomparso appena è suonata la campanella, non ti trovavo più!" continuò Simona, tirandolo in piedi per un braccio.
"Vieni dentro che ti devo presentare ad una mia amica! Dice che ora che stiamo insieme vuole proprio conoscerti! Non riesco a capire come mai non abbia mai voluto farlo prima, non lo so, io! E' cretina, per me, ma sai com'è... Con gli amici a volte ci vuole pazienza, no? Secondo lei, non ti arrabbiare, non sei il massimo, e vuole capire cos'hai di così speciale! E' cretina, te l'ho detto! Certe volte proprio..."
E via, giù un altro fiume di parole.
Michele ne venne travolto inesorabilmente, e non ebbe neanche la forza di ribattere che ormai l'intervallo stava per finire e che era meglio rimandare ad un altro giorno, quel piacevolissimo incontro. Nel giro di due secondi Simona lo stava già trascinando all'interno dell'edificio, lasciandogli giusto il tempo di fare un cenno di saluto ad Ilenia.
Quando varcò la soglia della scuola si voltò un attimo indietro per guardarla un'ultima volta; sperava che lei lo stesse contemplando con occhi disperati, o che magari stesse uccidendo con lo sguardo la sua ragazza.
Invece niente. Ilenia gli dava le spalle. Aveva già ripreso a scrivere.
Perchè ami Nicola? Perchè è così da sempre?
Questi gli ultimi pensieri di Michele prima di venire travolto dall'amica della sua ragazza.
E non erano certo rivolti a lei, a Simona.
Assolutamente.


Dopo l'intervallo lo attendeva la temibile ora di storia.
Nicola entrò nell'aula appena la campanella iniziò a suonare, per guadagnarsi qualche minuto di lettura del testo della materia.
Delle venti pagine da studiare ne aveva lette solo un paio, ma dire che ricordava almeno quelle non sarebbe stato il vero. Non ricordava assolutamente niente. Non sapeva assolutamente niente.
Mentre scorreva velocemente lo sguardo sulle parole in neretto di ogni pagina, per sapere almeno l'argomento trattato, vide rientrare, in tutta calma, Roberto e Michele, il primo con un'aria leggermente preoccupata, il secondo con un'espressione totalmente distante.
Sembravano entrambi aver ormai perso l'entusiasmo per la notizia bomba di quel giorno, come se durante l'intervallo qualcosa, o qualcuno, li avesse distratti del tutto dalla cosa.
Nicola fece loro un leggero cenno col capo, e riprese a concentrarsi su storia, cercando di dimenticarsi della band e di tutto ciò che la riguardava.
Purtroppo il professor Felli arrivò subito in aula, e Nicola non fece nemmeno in tempo a leggere le parole in neretto di tutte le pagine che era già ora di interrogare.
Felli odiava assolutamente perdere tempo nei giorni di interrogazione, quindi, appena seduto alla cattedra, tirò fuori il registro di classe e fece scorrere l'indice sull'elenco dei nomi, senza proferire parola. Nicola incrociò le dita sotto al banco, pregando per non essere chiamato proprio quel giorno. Non voleva un due come primo voto di storia...
Ti prego, fa' che non mi chiami, fa' che non mi chiami, fa' che non mi chiami...
Durante l'estenuante attesa -quei pochi secondi erano parsi come ore- il cuore gli aveva preso a battere a mille allora. Odiava quella materia e, se possibile, ancora di più il professore, troppo severo e sadico nei suoi confronti. Nicola non gli era mai andato a genio, non essendo nè un grande studioso nè uno studente aperto e solare. Se ne aveva l'occasione, Felli non si risparmiava mai una bella predica e qualche commento acido sul ragazzo, che, dopo due anni con lo stesso insegnante, non poteva fare altro che odiarlo sempre più.
Il professore si schiarì la voce, e puntò lo sguardo sulla classe. A Nicola parve che stesse guardando in particolare lui, ma forse era solo frutto della sua immaginazione.
"Oggi è giorno di interrogazione" proruppe, con tono che non ammetteva repliche.
Come se non lo sapessimo...
"I primi ad essere interrogati quest'anno sono..."
Il silenzio più totale calò nell'aula. Nessuno desiderava essere il prescelto, nessuno.
Nicola meno che tutti. Eppure...
"De Baldi..."
Sentì Roberto, dal fondo dell'aula, sbuffare sonoramente. Probabilmente aveva anche alzato gli occhi al cielo.
"...e Paleotti"
Ecco. Figuriamoci.
Con tutte le persone che c'erano, era stato il primo. Se lo doveva aspettare. Se lo aspettava, infatti. Tutta colpa di Michele, se non aveva studiato. Michele che ora poteva starsene tranquillo al proprio posto a non fare niente, mentre lui e Roberto avevano un destino ben peggiore. Specie lui, perchè il biondino era un genio e prendeva sempre almeno sei, facendoti fare figure spaventose se non sapevi la lezione.
Cosa c'era di peggio che essere il primo interrogato di storia dell'anno?
Essere il primo interrogato con Roberto. Perfetto, davvero perfetto. Dannazione.
Nicola iniziò a sudare freddo e si alzò più lentamente di come avrebbe saputo fare una lumaca dal proprio banco. Con due passi era già alla cattedra, accanto a quello stangone filiforme di Roberto. Ora si sentiva pure basso e grasso...
Pure in piedi mi tocca stare...
"Allora, chi vuole iniziare?" domandò Felli, senza scollare gli occhi dai due sventurati.
Nicola sapeva che nemmeno Roberto aveva aperto libro -era stato tutto il pomeriggio precedente con Elena- quindi non avrebbe mai preso parola per primo. Era intelligente, sì, ma inventare un discorso intero senza saperne niente era un'impresa ardua persino per lui. Non impossibile, ma comunque ardua. Il biondino preferiva aspettare che fosse l'altro interrogato a parlare, per poi completare l'enunciato con qualsiasi nozione avesse nella testa. Era il metodo che usava nei momenti critici, e funzionava sempre, perchè i professori non lo facevano mai parlare per primo. No, poi stavano parlando del professore di storia, non di un professore qualunque...
"Bene, se non vuole iniziare nessuno, decido io" continuò il professore, in risposta al silenzio che si era creato. "Paleotti, parti tu"
E chi l'avrebbe mai detto...
Nicola andò subito in panico, e le poche -pochissime- informazioni che aveva appreso prima dal libro di storia -dalle parole in grassetto- gli svanirono all'istante dalla mente.
Puff. Cancellate. Estinte. Morte.
"Ehm..."
Occhiataccia da parte del professore.
"Ehm..." ripetè il ragazzo, incapace di aggiungere qualsiasi altra cosa.
In effetti 'Ehm' fu l'unica parola che riuscì a proferire durante quella prima, terrificante interrogazione di storia, dato che dopo un minuto di silenzio assoluto il professore lo rimandò subito al posto, segnando con fervore un bel due sul registro.
"E sei fortunato Paleotti, a beccarti questo due"
Nicola lo guardò con aria stranita dal proprio banco, sul quale se ne stava rannicchiato nel tentativo di nascondersi alla meglio dagli occhi di tutta la classe.
"Non guardarmi così, Paleotti, con la scena muta che hai fatto ti meritavi un inclassificabile sicuro. Sei fortunato che oggi mi sento buono e voglio farti questo regalo, essendo la prima interrogazione dell'anno"
Il ragazzo continuò a guardarlo con la stessa aria, desiderando ardentemente che il professore lo lasciasse in pace per andare a dedicarsi al suo caro amico Roberto. Ma Felli era determinato a non lasciar cadere la cosa subito.
"Inizi male l'anno, ragazzo, vorrei ricordarti che l'anno scorso sei riuscito a rimediare un sei scarso proprio quando eravamo agli sgoccioli! Guarda che quest'anno, se non studi, il debito te lo trovi sicuramente! Sono stato troppo buono l'anno scorso, non avrei dovuto, se questo è il modo in cui mi ripaghi il favore!"
Nicola voleva seppellirsi, sebbene ormai ci fosse abituato, a situazioni del genere; non riusciva -e non sarebbe mai riuscito- a passarci sopra, non era nel suo carattere lasciar correre una predica del genere. Una predica che andò avanti per altri cinque minuti buoni, indirizzata sia a lui che alla classe intera, che doveva mettersi a studiare se non voleva fare una cattiva fine.
Nicola ringraziò il Signore quando finalmente il professore tornò da Roberto; la tortura era giunta al termine.
Cielo...
"De Baldi, non posso interrogarti da solo... Aspetta che chiamo qualcun altro dal posto"
In un attimo tutta la classe si ritrovò a pregare e ad invocare ciascuno il proprio dio.
Per la grande fortuna di Michele -Nicola vide che momenti gli veniva un infarto- venne chiamata Camilla Terzi, la secchiona della classe, che prese subito parola senza che glielo venisse neanche chiesto.
Roberto fu straordinario come suo solito, sparando al momento giusto l'affermazione giusta, ed intromettendosi nel discorso con riflessioni personali scaltramente adeguate all'argomento.
Nicola si ritrovò ad invidiarlo, perchè senza fare niente riusciva sempre a strappare almeno un sei a qualunque professore.
Quella volta si beccò un misero -misero per i suoi standard, perchè per Nicola sarebbe stato un voto stratosferico- sei e mezzo, perchè secondo Felli ci aveva sì ragionato sopra, ma aveva studiato in maniera superficiale.
Studiato?! Sì, certo...
"De Baldi, mi aspetto di meglio da te, ok? La prossima volta voglio che mi faccia tu un bel discorso"
Considerando che il professore era piuttosto stretto coi voti -un sette e mezzo era il miracolo per eccellenza- gli era ancora andata molto, molto bene. Per essere uno che aveva passato il pomeriggio prima a spassarsela con la propria ragazza, poi...
La vita alle volte era davvero ingiusta...
"Aaah, che sfigati!" fu il commento divertito di Michele al cambio dell'ora, commento che avrebbe anche potuto risparmiarsi.
"Vaffanculo, Micky" mugugnò Nicola, guardandolo di traverso.
"Già, taci che è meglio" concordò Roberto, che era piuttosto scuro in volto per essere uno che se l'era appena cavata così egregiamente.
Anche Michele la pensava come Nicola, ed infatti non aspettò due secondi per esternare la propria costernazione.
"Ma di cosa ti lamenti, tu! Non hai aperto libro e ti sei beccato la sufficienza comunque!"
Il biondino gli lanciò un'occhiataccia, ma proprio in quel momento entrò in aula il professore dell'ora successiva; sia lui che il moro furono costretti ad abbandonare la loro postazione accanto al banco di Nicola.
La sua caduta d'umore rispetto ad un'ora prima non ebbe quindi tempo per essere spiegata.
 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
Rif.Capitolo: 5
gloryrose0422
08/04/09 23:14
ma nn la continui ++++++++????? nooooooooooooooooooooo!!! daiiiiiiii te pregoooooooo
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 5
elfa-nihal
10/12/08 20:41
bello XD
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 2
phedre92 - Voto:
26/05/08 16:32
l'inizio nn è niente male. Continua dai che sono curiosa... ^^
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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