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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: SCIENTIFICALLY INCORRECT
Genere: Sentimentale, Commedia, Azione, Erotico
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: Lemon
Autore: misswhite galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/02/2009 19:34:31 (ultimo inserimento: 17/04/12)

Cinque anni dopo Hogwarts. Una missione per l'Ordine della Fenice unisce il destino di due opposti: Hermione Jane Granger e Draco Lucius Malfoy.
 
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AN UNEXPECTED CALL
- Capitolo 1° -

Salve a tutti!
Prima di cominciare, volevo fare un paio di premesse. Innanzitutto, questa è la mia prima fanfic su Harry Potter =) e non appena ho ideato la storia, ho immediatamente deciso che i protagonisti dovessero essere Draco ed Hermione… Pairing stupendo *_*
Comunque sia, in questa fan fiction non ho tenuto conto di alcuni avvenimenti negli ultimi libri. Allooora: Harry ovviamente è riuscito a sconfiggere Voldemort, ma Draco non ha mai tentato di assassinare Silente e sia il preside che Piton sono vivi e vegeti, così come qualche altro personaggio che la Rowling nell’ultimo libro ha deciso di uccidere T_T
La storia è ambientata cinque anni dopo Hogwarts, per cui l’epilogo dei Doni della Morte è come se non esistesse XD Hermione non ha sposato Ron, Ginny non ha sposato Harry, ecc. ecc.
Detto questo, spero che vi piaccia ^^ Buona lettura!



Tac tac tac.
I tacchi colpivano il plexiglass del pavimento in un continuo ticchettio, man mano che la figura femminile avanzava per il corridoio deserto.
I lunghi capelli castani insolitamente sciolti ricadevano in boccoli sulla schiena e ondeggiavano morbidi sui fianchi, l’abito da sera d’uno sgargiante rosso fuoco celato da un asettico camice bianco snelliva ulteriormente le forme della donna. Gli occhi dorati scintillavano nel buio come i gioielli che portava addosso, ma erano senza dubbio più rari e pregiati di qualunque diamante.
Con un movimento secco e rapido, la dottoressa infilò un paio di guanti sterilizzati, lasciando poi ricadere le braccia lungo i fianchi.
Aveva dovuto lasciare la borsa e il cappotto all’ingresso del laboratorio, nel cassettino a lei riservato. Il luogo in cui stava per entrare era sterile, e l’intromissione di un portatore di batteri come la stoffa sarebbe stato deleterio.
Fino ad un quarto d’ora prima teneva una conferenza al lussuoso Hotel Savoy a Londra - nonostante lei avesse tentato in tutti i modi di collocare l’incontro al San Mungo, il Ministero aveva rifiutato con decisione la proposta: ritenevano di esporsi già abbastanza, senza che un mucchio di Babbani entrasse nel loro “territorio” -, accerchiata da innumerevoli medici stimatissimi del mondo magico e rari specialisti del mondo Babbano, invitati da lei per essere messi a parte di cure innovative – dati esclusivamente riservati a loro, visto che si trattava di metodi magici.
La sua premurosa assistente, Isabel Appleton, si era furtivamente avvicinata al leggio e le aveva riferito che il professor Albus Silente aveva chiesto di lei ed era molto ansioso di parlarle di una questione urgente. Hermione era rimasta molto colpita.
Da quanto era diventata stimata caporeparto di ricerca al San Mungo aveva chiesto udienza a chi di dovere al Ministero della Magia - aiutata dalle sue conoscenze - per proporre un contatto, uno scambio tra i due mondi. Dopo una strenua lotta contro pregiudizi e ansie, la mozione era stata approvata e lei era ufficialmente diventata “Ambasciatrice e Portavoce”, una sorta di collegamento tra due mondi non poi così diversi.
Intratteneva rapporti con importati medici, politici e letterati, per acquisire fondi e supporto in cambio di uno scambio interculturale sulle ricerche e sui passi avanti apportati alla medicina in generale. Insomma, per usare le parole di Ronald Weasley, a soli ventidue anni – anche se si apprestava ormai a compierne ventitré - Hermione era diventata un “pezzo grosso”.
Per questa serie di motivi, era ovvio che spesso si consultasse con il suo stimatissimo ex preside, i cui consigli si erano sempre rivelati preziosi.
Ma mai, mai, Silente aveva interrotto Hermione nel bel mezzo di una conferenza di tale importanza. Solitamente era lei che vi si rivolgeva, ed era raro che avvenisse il contrario.
Doveva trattarsi di qualcosa di serio, sicuramente. Altrimenti, perché non aspettare qualche ora per riferirle ciò che aveva da dirle?
Scusandosi più volte, aveva dato la parola ad Isabel, invitandola ad esporre ai presenti una lunga introduzione riguardo la cooperazione dei mondi e del progresso che entrambi avrebbero potuto raggiungere insieme che aveva accuratamente preparato nel mese precedente - un mese di duro lavoro e sacrifici - , e si era precipitata verso il luogo dell’appuntamento, i sotterranei del San Mungo, che costituivano, da qualche anno a quella parte, una nuova barriera con la Londra Babbana.
Dunque, eccola lì.
Giunta sino alla fine del corridoio, si fermò di fronte all’unica porta di metallo, compose i numeri della combinazione sull’apposita tastiera a lato e, una volta che la porta fu scivolata senza un cigolio lungo i cardini, sospirò ed entrò.
I pannelli luminosi ai lati della minuscola saletta spoglia in cui era appena entrata si accesero nel momento stesso in cui le porte si erano aperte, rivelando dall’altra parte del muro una porta blindata.
Hermione avanzò sicura di un paio di passi prima di trovarsi proprio di fronte alla porta d’acciaio e si chinò in avanti, laddove un minischermo a cristalli liquidi si era appena attivato, emettendo una serie di “bip”.
Inizialmente lo schermo rimase nero, ma dopo qualche secondo, con un lieve ronzio, prese a scannerizzare la retina dell’occhio di Hermione, e dopo appena un paio di secondi apparve il nome della caporeparto e la stessa foto stampata sul suo cartellino. Quasi immediatamente la porta sfrigolò e scivolò di lato, permettendo l’accesso alla dottoressa.
Il laboratorio asettico era del tutto deserto, eccetto che per una figura, il camice bianco si confondeva quasi con il colore delle pareti, di spalle, china su un tavolo.
Hermione entrò con fare deciso e si schiarì sonoramente la gola. «Professore.» Anche se aveva finito la scuola più di cinque anni prima, ancora non poteva fare a meno di vederlo sempre come il proprio preside. Dopotutto, era quello che era stato per lei, se non forse di più, durante la sua permanenza ad Hogwarts.
L’uomo si voltò e il suo sguardo l’accolse per un momento, poi le fece segno di avvicinarsi.
Albus Silente, preside della Scuola Di Magia e Stregoneria di Hogwarts, era un uomo dall’aspetto incredibile almeno quanto le sue capacità. Era anziano, di età indefinibile, con lunghi capelli argentei e una barba del medesimo colore, paragonabile a quella di un mago nel medioevo.
«Signore, mi sono precipitata non appena ho saputo che aveva bisogno di parlarmi. Mi hanno detto che era una questione urgente…»
Il professor Silente era di nuovo chino su uno dei tanti, sparsi microscopi binoculari, la mano sinistra regolava con abilità la manopola di messa a fuoco.
Sollevò il capo e, con un’espressione che Hermione non seppe decifrare, annuì. «Infatti.» Il tono di voce era sommesso e musicale, proprio come lo ricordava. «Spiacente di averla interrotta nel bel mezzo di una conferenza, ma è stato necessario. Spero che non se ne abbia a male…»
«Oh, no.» rispose la dottoressa, forse troppo in fretta. In realtà, negli ultimi mesi aveva passato notti insonni per prepararsi a quell’evento, di cui era la promotrice, e l’idea di non essere presente non le andava affatto giù. Ma Silente era Silente. «Sono sicura che i miei collaboratori se la caveranno anche senza di me.»
«Già.» concordò Silente, l’ombra di un sorriso gli attraversò il volto. «Dato che non abbiamo avuto l’opportunità di incontrarci negli ultimi mesi, colgo ora l’occasione per congratularmi con lei, trovo che stia svolgendo un lavoro davvero ammirevole e abbia posto le basi per un vero progresso come, forse, né io né molti altri prima di lei siamo stati capaci di fare.»
Hermione si sentì arrossire. Era abituata ad essere la prima della classe, quindi a ricevere lodi da quasi tutti gli insegnanti, ma la situazione adesso era del tutto diversa. Era un onore immenso che il proprio preside fosse così fiero di ciò in cui, negli ultimi tempi, lei stava mettendo anima e corpo.
«La ringrazio, signore…» disse, imbarazzata. «Ma, sebbene per me significhi davvero molto, immagino che non mi abbia fatto venire qui soltanto per congratularsi…»
«Perspicace come sempre, eh, signorina Granger?» Il professor Silente sorrise, nonostante un’ombra di preoccupazione non avesse abbandonato i suoi occhi. «Ci ha azzeccato ancora una volta, lo ammetto. In effetti, ho bisogno del suo aiuto.»
Hermione dubitava seriamente che il professor Silente potesse aver bisogno di chiunque, perché era matematicamente impossibile che non potesse ottenere qualunque cosa volesse con le sue sole abilità.
Cosa ancora più impossibile da credere, era che avesse bisogno proprio di lei.
Se in quel momento qualcun altro gliel’avesse raccontato, probabilmente non ci avrebbe creduto e si sarebbe persino fatta una risata. Tuttavia, Hermione ancora non sapeva che le sorprese non erano finite. Dovevano appena cominciare.
«Riguardo… ehm… cosa?» chiese l’ex Grifondoro, spiazzata.
«Una situazione delicata. Molto delicata, signorina Granger.» puntualizzò il preside. Voltò le spalle al microscopio e poggiò una mano sopra il tavolo, l’altra raggiunse la spalla della giovane donna. «Permetta che le spieghi. Sono addolorato di aver dovuto scegliere, tra tutti i membri dell’Ordine della Fenice, proprio lei, che in questo periodo è così impegnata, ma ritengo di non essere in torno e di aver fatto la scelta giusta, dopotutto.»
Hermione aggrottò la fronte, in attesa. Non riusciva a capire dove conducesse quel discorso. Cosa aveva a che fare lei con l’Ordine?
Ne aveva fatto parte, più o meno indirettamente, negli anni in cui si era mobilitato per muovere guerra a Voldemort; in quanto migliore amica di Harry Potter, come poteva non essere coinvolta? Aveva supportato il Bambino Sopravvissuto e combattuto i Mangiamorte per lungo tempo, finché il Signore Oscuro non era finalmente stato sconfitto. Da quel giorno, erano passati molti anni e, eccetto un primo periodo in cui infuriavano la cattura e l’arresto della maggior parte dei Mangiamorte, non si sentiva più parlare di Ordine della Fenice.
«Non sapevo che esistesse ancora, professore.» non riuscì a trattenersi dall’obiettare.
«L’Ordine della Fenice è continuamente all’erta, nonostante il Signore Oscuro sia stato distrutto in modo definitivo, signorina Granger. Come sa, la maggioranza dei suoi seguaci è stata rinchiusa ad Azkaban, ma non possiamo affermare con certezza di esserci liberati di tutti i traditori. Per quanto io confidi nella giustizia e nei nostri Auror, anche il Ministero e i suoi più capaci dipendenti commettono degli errori.» concluse il professore. Diplomatico come solo lui sapeva essere.
Silente aveva ragione, ovviamente. Come poteva non averci pensato?
Più di una trentina di Mangiamorte erano riusciti a farla franca al Ministero e si erano dispersi nei luoghi più remoti, nascondendosi. Si erano divisi in piccoli gruppi per non essere notati, ma si mantenevano in contatto attraverso colui che avevano eletto capo, Lucius Malfoy.
Negli ultimi anni v’erano stati avvistamenti, la Gazzetta del Profeta e altri giornali ne avevano anche parlato, ma nulla che si fosse tradotto in veri e propri arresti o informazioni riguardo i lori nascondigli. Solo supposizioni.
L’epoca dei Mangiamorte, del terrore, era finita. Morto il loro capo, catturati quasi tutti i seguaci, non restava loro altro che fuggire per salvarsi la pelle.
Hermione annuì. «Quindi agirei in nome dell’Ordine?»
«Esatto.» Un sorriso mesto aleggiava sull’antico volto di Silente. «Prima di spiegarle i come e i perché, forse dovrei introdurle il collega che l’accompagnerà in questa missione.»
Eccola, la sorpresa maggiore. Per quella sera non bastava che i suoi piani fossero mandati così bellamente all’aria, no, adesso si ritrovava anche coinvolta in un’operazione per l’Ordine. Almeno, a quanto pareva, non sarebbe stata sola.
«Oh» disse, sorpresa. «Di chi si tratta? Harry? Ron?»
Nello stesso momento in cui pronunciò quelle parole, sentì la prima porta attraverso cui lei stessa era passata poco prima, quella che dava accesso all’ingresso del laboratorio, aprirsi.
«Temo di no, signorina Granger.» disse Silente. In quell’istante, la porta blindata scivolò di lato ed un uomo entrò nel laboratorio. «Il signor Draco Malfoy.»

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 5 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 5 commenti
tomlove 13/12/09 19:12
Bellissimo *______* aspetto con impazienza il prossimo capitolo!!! Anche io sono una grande fan dei due opposti, Draco ed Hermione, sono tremendamente perfetti insieme ed infatti anche io di recente ho scritto una fan fiction (ancora in corso) su questi due *___* continua!!
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Rif.Capitolo: 3
asia212
26/02/09 16:01
aspetto impazientissima il 4°! mi sta prendendo proprio XD
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Rif.Capitolo: 1
alexandros4ever
07/02/09 14:16
continuacontinuacontinua!!!!!!!!!!!!!
voglio sapere come va a finire!!!
cmq brava!! mi piace il modo in cui scrivi.
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Rif.Capitolo: 1
asia212
06/02/09 22:10
ooooooooooooh per favore devi continuarlaaaaaaaaaaaaa!!! *___* hermionexdraco è belliiiiissimo...e poi sembra intrigante..complimenti..aspetto aggiornamenti!!!
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Rif.Capitolo: 1
asia4ever - Voto:
06/02/09 20:11
ti prego cotninuala assolutamente!!!
è stupenda!!
please *me in ginocchio*!!!
io adoro questa coppia e sono daccordo on te:DRACO&HERMIONE4EVER!!!!
sei una grande!!

kissoni asy-chan ^____^
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