PROLOGO - IL MIO ANGELO - Capitolo 1° -
Salve a tutti..questa fan fiction la sto già pubblicando in un altro sito..adesso approdo anche qui! Spero vi piaccia...baci!
Prologo - Il mio angelo
Edward pov
Un altro monotono giorno era passato. Sospirai. I miei fratelli ed io eravamo venuti qua a Forks, sperduta cittadina americana, per un po' di sano divertimento lontano dai nostri genitori: sembrava il posto ideale, sempre coperto da coltri di nuvole grigie, l'ideale per noi vampiri. Ed invece tutti i nostri progetti di divertimento saltati in aria. A quanto sembra non eravamo le uniche creature magiche presenti; no, dovevano essere presenti pure una comunità di ninfe ed una di licantropi, oltre a quella degli ignari umani.
Sospirai ancora. Ninfe e uomini lupo potevano essere considerati i protettori rispettivamente della natura, o meglio della foresta in cui vivevano, e degli uomini, mentre noi vampiri non eravamo certo la miglior garanzia di sicurezza: nonostante seguissimo una dieta a base di sangue animale, gli incidenti potevano sempre capitare, soprattutto se la vicinanza agli umani (nella mia mente specificai "umane") nei momenti di fame era troppa.
L' equilibrio fu spezzato dal nostro arrivo. Solo l'intervento di Alice, la mia piccola sorellina veggente, evitò un possibile scontro fra la nostra razza e quella dei sacchi di pulce; in una sua visione vide che uno di noi avrebbe trovato la propria compagna tra le ninfe: la visione non era chiara, il viso della giovane non si vedeva, ma ciò servì a tranquillizzare le guerriere della natura e la truppa di cucciolotti. Chi era il fortunato pacificatore?! Moi, naturalmente: il mio fratellone formato orso, Emmet, era accasato con la mia sorellona formato Barbie, Rosalie, mentre l'altro taciturno fratello, Jasper, aveva come sposa la fin troppo (a volte) chiacchierona Alice.
Certo, le ninfe sono delle splendide creature. Vero anche che non sono di certo io che disdegno la compagnia femminile. Ma avanti, io innamorarmi?! Ma quando mai! Un aspetto positivo però c'era: siccome il viso della mia futura "ragione di non vita" era sconosciuto, avrei dovuto conoscere, come dire, "meglio" le nostre vicine e devo dire che tra di loro molte erano disponibili… a presentarsi s'intende!
Mentre penso a ciò, sono qua disteso con i soli pantaloni addosso, nella mia radura, a far baciare il mio avvenente corpo da diciassettenne dal sole; nonostante gli occhi chiusi, so che esso brilla come se fosse coperto da una miriade di diamanti e chissà che magari ciò riesca ad attirare qualcuno di mio gradimento. Sono talmente rilassato che non mi accorgo che in effetti qualcuno è stato attirato: quando sento una piccola mano calda accarezzarmi per lo spavento sto quasi per fare un salto di 10m…quasi, perché sono Edward Cullen io, non posso di certo scompormi molto. Perciò mi limito a sedermi di scatto. Come giro la testa per vedere l'artefice di tutto ciò, mi scontro in due enormi occhioni marroni colmi di lacrime, che si sono fermate per far spazio ad un'espressione di ammirazione e stupore. Davanti a me c'è una piccola ninfa di forse cinque anni con una cascata di boccoli marroni che toccano le spalle di un piccolo corpo candido coperto da un vestitino verde, la bocca e gli occhioni spalancati, insieme ad un piccolo nasino, formano il viso di questa dolce creatura. Prima che potessi fare qualsiasi cosa, la sua voce sottile spezzò il silenzio. <<"S-sei un a-angelo?">> Che voce dolce che ha; se non sentissi distintamente oltre al suo sangue, che solo ora mi accorgo essere veramente delizioso, il profumo di natura che distingue le ninfe, la si potrebbe scambiare per una piccola vampira. Mi ha chiesto se sono un angelo: nessuno mi ha mai definito così, piuttosto mi considerano un diavolo tentatore. Ridacchiai. <<"No piccola, non sono un angelo. Ma penso di averne uno davanti agli occhi!">> le sue guanciotte candide si tinsero alle mie parole di un tenero rosso e allora mi diedi mentalmente del pedofilo: possibile che dovessi far cadere ai miei piedi pure una bambina?! Sono un vampiro centenario io!
<<"Dimmi un po', come mai sei qua da sola? E perché stai piangendo, ti sei fatta male?">> Alle mie parole, il lieve rossore si spense, tirò su con il naso e grossi goccioloni salati scesero dai suoi occhi: davanti a questa visione sento il mio cuore morto spezzarsi e il colpo di grazia lo da la sua voce, rotta e piena di sofferenza, interrotta dai singhiozzi. <<"M-mi so-ono p-persa! Stavo gio-giocando a n-nascondino con J-jake, ma l'ho p-perso di v-vista..e ora..i-io..">> Non la feci finire: me la misi in braccio e la strinsi forte. Subito nasconde il suo musetto sul mio collo, sfogando tutta la sua sofferenza. <<"Tranquilla piccola. Ti porto a casa io.">> e mentre cerco di rassicurarla, inizio a frugare tra i suoi pensieri, accorgendomi di una cosa che forse avrei dovuto notare subito. Non riesco a leggere nella sua mente. Oltre ad Alice, che vede il futuro, e Jasper, che controlla le emozioni ed i sentimenti, anch'io ho una dono: leggo i pensieri delle persone. Ma per qualche motivo i suoi mi erano preclusi.
Mentre la sentivo pian piano calmarsi, decisi: l'avrei portata dalle ninfe, alla prima capanna avrei bussato e gliela avrei lasciata, in modo che trovassero chi la conoscesse. Anche perché il suo profumo mi stava stuzzicando sempre più. <<"Ascolta ti riporterò a casa e per farlo correrò veloce veloce veloce. Ti porterò in braccio, ma tu devi promettere che non guarderai, perché sennò rischi di stare male. Va bene?">> per rassicurarla le sorrisi e vidi di nuovo le sue gote imporporarsi. <<"Va b-bene">> Mi alzo allora in piedi, con lei in braccio, guardandola un'ultima volta in quegli occhioni cioccolato: mi avevano stregato! Era proprio una piccola lolita. La stringi a me, nascondendo il suo faccino contro il mio petto, e parto a razzo verso le capanne della sua gente. Ad un certo punto sento il suo respiro ed il suo cuoricino, che fino a prima galoppava, calmarsi e mi concedo di guardare quel piccolo fagottino: è tutta rannicchiata contro il mio petto e ogni tanto borbotta nel sonno qualcosa di simile a "il mio angelo". Che tenera! Un sorriso mi illuminò il viso, stupendomi: era da tanto che non sorridevo sinceramente, di solito mi concedevo ghigni o sorrisini maliziosi. Cosa mi stava facendo questa piccola creatura, mi stava forse cambiando?! Ne sarebbero stati felici i miei parenti, stanchi della mia fama da latin lover e di tutte le donne che passavano per casa.
Mi riscuoto dai miei pensieri vedendo le prime capanne. Sondando i pensieri, ne cerco una con qualcuno in casa. Una volta individuata appoggio la piccola davanti alla porta , guardandola un'ultima volta, busso e prima che qualcuno possa vedermi scappo via, verso casa. Non penso che la ricercherò, è troppo pura ed innocente per avere come amico un essere come me. Magari in un futuro la rivedrò, divenuta ormai donna, con i suoi occhioni languidi ed i suoi boccoli lunghi. Peccato, non le ho chiesto il nome, ma forse, con tutte le distrazioni che ho, avrei fatto fatica a tenermi nella mente il suo nome e il suo visino.
Almeno una nota positiva c'è stata: ho compiuto un buona azione salvandola. Guai quindi ha chi osa sostenere ancora che Edward Cullen non è un vampiro sensibile, la sensibilità è un'altra delle sue innumerevoli doti!
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