Ti sei mai innamorati di una persona che conoscete da poco, solo perchè ti aspetta ogni giorno all'uscita da scuola? A ME SI [la mia storia vera]
Conclusa: Sì
Fanfiction pubblicata il 29/07/2009 13:26:18
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Non ho mai odiato o discriminato né gli omosessuali né i bisessuali, anzi, gli ho sempre apprezzati per il loro grande coraggio nel mostrarsi al mondo così come sono. Ho sempre visto qualcosa di positivo in loro, il positivo che invece io non ho mia trovato in me stessa da quando i miei genitori, per lavoro, hanno dovuto trasferirsi in una città lontana, strappandomi via la felicità che avevo finalmente trovato. Le mie amiche non mi avrebbero mai abbandonata: così pensavo due mesi fa, quando mi telefonavano ogni giorno per sapere come stesse andando la mia “nuova vita”, ma adesso tutto questo non accade più e sono stata costretta a dover dimenticare anche loro per non soffrire più. Ho incominciato a provare un forte odio verso i miei genitori, che mi ha portato a diventare una ragazza aggressiva con tutti, anche con i parenti, che non ha paura più di niente e che sfida sempre il pericolo: era come se la mia sofferenza si fosse trasformata in coraggio. Non sopportavo le persone dolci e prendevo in giro tutte le coppiette che si sdraiavano nel prato del parco comunale e incominciavano a sbaciucchiarsi come se non sapessero fare altro, ma solo perché avevo avuto un sacco di delusioni durante l’anno scolastico. Stranamente ho cambiato subito idea gli ultimi giorni di scuola, quando vidi una ragazza seduta sulla lunga scalinata dell’ingresso che mi fissava con sguardo di sfida. A prima vista poteva sembrare a tutti gli effetti un ragazzo, ma osservandola meglio erano evidenti i particolari lineamenti marcati del viso, il piccolo seno che nascondeva con una maglia larga e i corti capelli neri, legati in una coda di cavallo. Questa storia andò avanti per un’intera settimana, ma non avevo mai avuto il coraggio di avvicinarmi. Un giorno decisi che sarebbe stato quello giusto per chiedere alla ragazza, che si presentava ogni giorno, come mai mi fissasse e magari incominciare a fare amicizia. Non aveva subito risposto alla mia domanda, mi aveva solo sorriso: aveva un sorriso stupendo, nessuno da parecchio tempo mi aveva dedicato un sorriso sincero come il suo. Rimanemmo sedute sulle scale per più di dieci minuti, fin quando decise di presentarsi: rimasi incantata dalla sua esile voce e dal movimento delle mani che scuoteva mentre mi spiegava il motivo per cui mi fissava e scoprii che era solo semplice curiosità. Sbalordita da quella sua spiegazione le proposi di fare un giro in centro e magari parlare del più e del meno.
Il giorno dopo non trovai la ragazza, Dylan ed ero rimasta male per tutto il resto della giornata, ma non sapevo spiegarmi il perché. Ormai la scuola era finita e non c’era più traccia di lei, mi disperavo per il fatto che non riuscivo a capire il motivo per la quale non fosse più venuta. Forse avevo placato la sua curiosità e le avevo dimostrato che non ero come lei pensava e non le ero piaciuta, forse aveva accettato di fare una passeggiata in centro solo per non farmi rimanere male o forse stava male e non poteva venire.
Qualche giorno dopo, mentre leggevo i messaggi in posta elettronica, vidi un indirizzo mail che non ricordavo: era uno sconosciuto che diceva che mi aspettava la parco comunale alle 16: 30 il sabato seguente per parlare. Pensavo fosse tutto uno scherzo, ma per curiosità accettai e il sabato seguente ero lì che aspettavo davanti alla pineta del parco comunale, e facevo finta di parlare al telefono. Ed ecco che vedi Dylan che mi saluta con la mano e mi fece segno di avvicinarmi. Non avrei mai pensato che fosse stata lei a inviarmi quella e - mail, ma ne fui felicissima. Parlammo interrottamente per 3 ore di fila e scoprii che era omosessuale, che i genitori non lo sapevano, che aveva 17 anni, che a breve avrebbe compiuto i 18 e che si trovava in quel paese solo perché l’aveva ospitata a casa una delle tre sorelle maggiori per le vacanze estive. Era ormai arrivata l’ora del coprifuoco ed entrambe ci salutammo, dandoci appuntamento per il giorno dopo nello stesso posto alla stessa ora.
Il giorno dopo mi svegliai con il sorriso, cosa che non succedeva da un sacco di tempo e vogliosa di fare qualcosa, decisi di aiutare mia madre nel preparare il pranzo, dato che avremmo avuto ospiti a pranzo. I miei genitori erano sbalorditi da questo mia atteggiamento, ma non vollero commentare niente per non rovinare la mia felicità. Era arrivato l’orario e mi incamminai verso il parco. Aspettai per più di un’ora ma non c’era nessuna traccia di Dylan, incominciai a disperarmi e a piangere come una bambina, ma continuavo a non capire il motivo di tanta disperazione. Proprio mentre avevo intenzione di andarmene sentii la sua voce che si scusava e respirava in modo accelerato: aveva corso, sicuramente perché aveva visto che me ne stessi andando. Si scusò nuovamente e giustificò il suo ritardo. Camminammo per tutto il parco e chiacchierammo su tutto. Non ci stancavamo mai. Solo allora capii finalmente cosa mi stesse succedendo: mi ero innamorata di Dylan, ma non perché fosse una ragazza, ma perché era la dolcissima e bellissima Dylan.
Per un intero mese ci incontravamo il pomeriggio al solito posto e alla solita ora. Era una cosa meravigliosa poterla vedere ogni giorno e poterle raccontare tutto di me e viceversa. Ormai sapevamo tutto dell’altra o almeno così pensavo finché una domenica mattina volle vedermi urgentemente per parlarmi. Quel giorno fu il giorno che cambiò la mia vita: appena mi vide mi sorrise e mi salutò con la mano, come era solita fare, si avvicinò e mentre mi abbracciava disse due paroline bellissime che forse aspettavo da tempo “TI AMO”.
Mi sembra di rivivere quel giorno ogni volta che io e Dylan passeggiamo mano nella mano per il centro. Non avrei mai pensato di innamorarmi dopo tanto tempo e per di più di una ragazza. Della mia Dylan e di nessun altro. Ho ritrovato la mia felicità e il sentimento più bello che possa esistere: “l’AMORE”. Sembra una favola o una storiella che se legge ai piccoli per farli addormentare, ma è tutta una storia vera, la storia della mia vita.
Ps: dopo un mese e mezzo abbiamo deciso di dire la verità ai nostri genitori e loro ci hanno accettate così come siamo, innamorate. Adesso non dobbiamo più nasconderci.
DYLAN TI AMO