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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Tokio Hotel
Titolo Fanfic: WIR HöREN NIE AUF ZU SCHREIEN. WIR KEHREN ZUM URSPRUNG ZURüCK.
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Shounen Ai, Slash
Autore: lally-mangaka galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/10/2009 20:38:06

Quel tatuaggio è il nostro segreto.
 
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WIR HöREN NIE AUF ZU SCHREIEN. WIR KEHREN ZUM URSPRUNG ZURüCK.
- Capitolo 1° -

Premessa: Questa Os è stata scritta così...tanto per esprimere miei pensieri e considerazioni su Bill e Tom.^__^
Non ci ho messo che poche ore per cui non sarà certo una pietra miliare della letteratura.

Comunque sia...buona lettura.

Titolo:Wir hören nie auf zu schreien. Wir kehren zum Ursprung zurück.
Autore:Lally-chan
Raiting:Pg13
Note:One-shot
Riassunto:Quel tatuaggio è il nostro segreto.
Precisazioni: Allora, parte di ciò che è scritto è preso da un intervista fatta ai Th su Msn. E sottolineo che alcuni pensieri scritti sono stati presi da un ragionamento, più che condiviso, scritto da • Kity.Rò •, nel topic dove ho trovato l' intervista.


Disclaimer: I Gemelli Kaulitz non mi appartengono in nessun modo.
Tutto ciò che è scritto di seguito è puramente inventato senza nessun riferimento alla realtà dei fatti,e niente di ciò che è descritto è a scopo di lucro.



Wir hören nie auf zu schreien.
Wir kehren zum Ursprung zurück...

***

Entro nello studio e subito mi fanno sedere su una poltrona accanto a mio fratello.
Sinceramente la cosa mi innervosisce un poco, ma essendo arrivato in ritardo posso solo adeguarmi alla cosa.
Lui è irritato quanto me, ma riesce a non darlo a vedere. Io lo noto solo perché sono in sintonia con lui e so quanto questa situazione possa essere stressante per tutti e due.
Cerco infatti di non guardarlo e mi sposto quanto basta per non stargli troppo vicino; ho la gamba destra che mi fa male cane da quanto è premuta contro il poggiamani del divano, che certamente comodo non è.
Entra finalmente il conduttore che ci farà l' intervista; non vedo l' ora che ci spari quelle cinque o sei domande del cavolo che ci propinano ormai da anni e che sta trotura finisca.
Ora come ora ho bisogno solo di una doccia fredda e di un letto per dormire.
< Buon giorno, io sono Hans Hofmann. >
< Piacere. > rispondiamo in coro come bravi animaletti addestrati.
< Bene, vorrei iniziare l' intervista con una semplice domanda: Siete pronti, dopo più di un anno di assenza dalle scene, a tornare sulla scena musicale? E pensate che tutto sarà come l' avete lasciato? >
Io storco il viso in una smorfia che dovrebbe ricordare un sorriso.
< Siamo sempre stati pronti. Questo momento di pausa ci è servito solo per poter dare alle nostre fan il tempo di dargli nuova musica.
Non è facile unire la creazione di un nuovo album con interviste, apparizioni e concerti. >
< E per quanto riguarda la vostra popolarità, cosa pensate sia successo dal vostro debutto ad adesso? > torna a chiredere. Almeno questa volta devo pensare ad una risposta e non dire le solite quattro cazzate. Finalmente hanno capito di aver stancato con quei soliloqui sul nome della band o su quanto io sia gay.
< Da quel poco che siamo riusciti Europa, nulla è cambiato. >
< Abbiamo delle fan molto combattive e fedeli. > aggiunge mio fratello interrompendomi. < E per questo le ringraziamo. >
Il conduttore sorride e annuisce prima di passare alla domanda successiva.
< Vedete molti concerti per il vostro futuro? >
Domanda scontata; ecco che si ritorna alla cantilena di ogni intervista.
< Si; ma ora come ora non possiamo dire di più perché neanche noi abbiamo idea di come verrà organizzata la cosa. >
< Certamente, allora ci toccherà aspettare pazienti. > risponde da perfetto automa l' uomo. < Cambiando discorso... > continua mettendosi ad osservarmi come a volermi studiare. < Abbiamo estratto tra tante mail arrivate in redazione una domanda da porre alla band; una domanda fatta da una vostra fan. >
Annuiamo sapendo perfettamente dei "geniali" concorsi indetti da queste tipi di emittenti per far alzare i propri indici d' ascolto. Chissà quante milioni di fan hanno inondato di domande i loro server. Tante frasi sentite e risentite, questioni inutili e superare e parole odiose e spinose.
< Allora... > riprende il conuttore. < Laura da Amburgo chiede a te Bill una delucidazione sull' ultimo tatuaggio che hai fatto un anno fa: Cosa significa per te la frase "Non smetteremo mai di gridare e torneremo alle origini"? >
La domanda mi spiazza e mi ammutolisce per parecchi secondi. Ma perché la gente non si fa gli affaracci propri?
< Quali sono queste origini? Ci sei già tornato? Quanta strada ti manca per arrivarci? >
Mi sento a disagio, e non faccio che sentire la presenza di Tom accanto. Anche lui è inquesto quanto me e penso vorrebbe andarsene subito via se non fosse che David ci ammazzerebbe su due piedi. Lo osservo un istante, non abbastanza perché lui se ne accorga, e noto che ha il volto basso e come assente.
< E' troppo complicato da spiegarlo, è una cosa molto personale, mia. > comincio a dire per cercare di dare una risposta che però non dica nulla. < Non credo nemmeno che tutti possano capirlo se dovessi raccontarlo... > continuo piatto e incolore per non tradire il mio stato alterato. < Comunque non ci sono ancora tornato alle origini, mi mancano ancora un pò di anni, ma sono contento di poterci tornare; non vedo l'ora. >
Il conduttore mi guarda come se avessi parlato in un' altra lingua mentre Tom accanto a me ridacchia tornando a guardare le sue mani
appoggiate alle gambe.
Vorrei poterlo schiaffeggiare per togliergli quel sorrisetto dal viso; perché il suo comportamento certo non mi aiuta.
Ho già abbastanza problemi per conto mio; non ho bisogno di aggiungere il suo comportamento fuori luogo a tutto quello che già mi stressa la vita.
< Bene, spero per te che ci riuscirai. > dice il conduttore come ripreso dalla mia risposta insensata, mentre io annuisco annoiato e veramente stanco.
Torna poi a parlare, cominciando a domandarci un sacco di stupidaggini dalla risposta facile.
Finiamo così di blaterare frasi imparate a memoria nei pochi momenti di pausa e finalmente ce la defiliamo dallo studio tv, salendo alla velocità della luce sulla limusine che ci riporterà in albergo.
Mi accascio stanco sul mio posto accanto al finestrino e vengo subito affiancato da Gustave e Georg, con Tom che guarda l' altro finestrino.
L' auto parte lenta e silenziosa; per fortuna questo studio ha un parcheggio interno che ci ha permesso di non avere l' ennesimo bagno di folla.
Guardo fuori dal finestrino e ripenso all' intervista appena finita: mi ha davvero scosso la domanda sul tatuaggio; forse perché è come se avessero cercato di guardare nella mia anima.
Nessuno può farlo; nessuno a parte Tom. Lui è l' unico a cui ho dato questo permesso perché è l' unica persona che amo e che voglio nella mia vita.
Non è facile; per nulla. E' una continua lotta, un segreto velato di continue menzogne. Non possiamo mai abbassare la guardia e dobbiamo vivere la nostra vera essenza nell' ombra, come fossimo dei ladri o degli assasini.
Ormai non ce la faccio più in questa situazione; ma arranco faticosamente speranzoso che un giorno potremo costruirci un angolo tutto nostro dove poter vivere serenamente. Tornando così virtualmente alle nostre origini, al nostro vero io; solo io e lui, insieme come sempre è stato.
Mi volto involontariamente verso di lui, come se quei pensieri mi portassero ad avvicinarmi inconsapevolmente a esso, e lo osservo voglioso solo che questo abitacolo fosse vuoto.
Mi preoccupa il fatto che ogni volta che si va su un discorso che ci riguarda molto da vicino, cambi umore repentinamente e si comporti in modo strano. Vederlo a capo chino per tutto il tempo della domanda sul mio tatuaggio mi ha teso; come se non lo fossi stato già abbastanza.
A volte mi domando se ho fatto bene a tatuarmi queste frasi; ma in quel momento, quel giorno, quando io e Tom abbiamo preso la decisione di esprimere i nostri pensieri riguardo il nostro rapporto, ho torvato la cosa estremamente romantica e giusta.
Mi accorgo improvvisamente che Tom ha preso ad osservarmi e allora arrossisco come scoperto con le mani nel miele. I suoi occhi mi dicono che vuole parlarmi e così, come di consueto il mio cuore fa una capriola e va a fare compagnia allo stomaco stretto in una morsa di puro dolore fisico.
La limusune si ferma davanti al nostro albergo ed io scendo precipotosamente correndo come un idiota fino alla mia camera.
Sbatto la porta con un tonfo sordo e mi accascio contro riprendendo il fiato perso e domandandomi se gli altri si siano accorti delle cazzate che faccio o meno.
Sento bussare alla porta e cerco di ricompormi per non dare l' impressione che stia ammattendo. Mi rigiro e guardo la maniglia per qualche istante prima di aprire, e subito l' immagine di me stesso si para davanti a me.
< Perché sei scappato? > mi chiede Tom entrando nella stanza. < Georg e Gustav si sono preoccupati, sai? >
< Avevo voglia di farmi una doccia. > mento osservando la schiena di mio fratello che sembra essersi bloccaro proorio davanti a me. < I fari di quello studio mi hanno fatto sudare come non mai. >
< Per questo mi stavi tanto lontano da creare un posto libero tra di noi? >
Sospiro intristito.
< Lo sai che lo faccio per non sentirmi a disagio. >
< Ti faccio sentire a disagio? >
< Certo che no! > sbotto alterato. < Lo sai cosa intendo. > rispondo sentendo tutta la voglia di stargli vicino, che mi era presa dall' intervista, invadermi fin nell' anima.
< Mi dispiace che ti abbiano chiesto del tatuaggio. > dice a bruciapelo lui facendomi sussultare.
< Non è nulla. E' normale che gli altri siano curiosi. >
Tom si volta verso di me e sorride.
< Quando te lo hanno chiesto non nego che mi sono irritato... > comincia avvicinandosi a me e sfiorandomi il viso con una mano. < ...ma ho anche pensato che mi sarebbe piaciuto sentire la tua risposta. Ero curioso di sapere cosa fossero per te quelle parole. >
Io lo fisso come rapito dal suo tono di voce e mi sento il fiato mancare in gola.
< Ho detto solo quello che pensavo. Non volevo rivelare più di quello che già non ho detto scrivendo una frase del genere. >
Tom ride rallegrato e mi spinge indietro facendo scontrare la mia schiena contro la porta della camara.
< Mi sono piaciute tanto le tue parole. > mi dice suadente tornando ad accarezzarmi, e avvicinando il suo corpo al mio. < Forse perché solo io posso capirne la vera natura. >
Questa volta sono io a sorridere, perché tutta questa complicità mi da la speranza che un futuro per me e Tom ci possa essere.
< Ti amo. > sussurra lui come a darmi la conferma che nulla tra noi è cambiato.
< Anche io. > rispondo avvicinando la mia mano al suo capo e traendo a me il suo viso per poterlo baciare.
Ogni volta che lo faccio è come finire in un altro mondo, fatto solo di me e di lui. Le sensazione che ogni volta mi dona coi suoi baci, solo mio fratello può farlo.
E' l' unica cosa che voglio; l' unica cosa che desidero veramente.
< Bill... >
Mi sento chiamare ed allora mi accorgo che Tom mi sta osservando.
< Si? >
< Credi davvero che un giorno "torneremo alle origini"? > mi chiede consapevole di cosa gli dirò.
< Certo. > annuisco serio e sicuro. < Io lotterò perché ciò avvenga. >
 
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VOTO: (1 voto, 5 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 5 commenti
sarettalovesmu 22/02/10 15:32
bella storia, scritto molto bene. complimenti.
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lally-mangaka 29/10/09 09:53
Glassie!!!!^_______^
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skitake 21/10/09 21:09
Si, proprio carina ^^
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lally-mangaka 19/10/09 13:18
Danke.
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terryconty90 - Voto: 18/10/09 10:15
davvero carina!
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