Suonai il campanello e vidi sbucare una testa fuori dalla porta d’ingresso, una testa che non vedevo da un sacco di tempo.. la mia ex ragazza.
Conclusa: Sì
Fanfiction pubblicata il 16/11/2009 18:19:12
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Un piccolo peravviso: è una storia che ho scritto alle 4 di mattina persando ad un sogno che ho fatto e con la febbre altra, perciò se ci sono errori, anzi orrori, ditemelo che vedrò di migliorare.
Ringrazio chi commenta o chi legge solo.
Vi è mai capitato rivedere una persona a cui volevi bene dopo un sacco di tempo e non saper cosa dire o fare in sua presenza? Beh a me si! Potrà sembrare strano, ma pur essendo già una persona grande e responsabile, a volte mi faccio prendere dal panico e non capisco più niente come quella domenica mattina piovosa. Io adoravo quel tipo di tempo, ma quel giorno non poteva piovere, no. Era il mio compleanno e sapevo che tutti mi aspettavano a casa con tanto affetto e sicuramente con un sacco di regali. Suonai il campanello e vidi sbucare una testa fuori dalla porta d’ingresso, una testa che non vedevo da un sacco di tempo e che, vederla adesso, mi spezzava il cuore. Lei era la ragazza con cui avevo trascorso una bellissima storia d’amore, ma che mi lasciò però solo per non apparire la bambina disobbediente agli occhi dei genitori o dei parenti. Si era anche trasferita per non vedermi più. Lei era una ragazza cresciuta in una casa delle bambole. Anzi, per precisare, la sua vita era come quella di una bambola: i genitori, da quando incominciò a fare i primi passi, la impacchettarono per bene in un tutù e la gettarono in braccio alla belva più aggraziata nella storia delle attività femminili: la danza classica. Lei si lamentava sempre di questo e ogni volta che l’andavo a prendere da scuola di danza, si lamentava sempre del fatto che quella scelta non era stata sua e che prima o poi avrebbe detto ai suoi genitori di voler mollare tutto. Ma adesso tutto questo non importava, adesso lei era di fronte a me, che mi guardava con i suoi splendidi occhi color nocciola e con quell’aria innocente che poteva far impazzire qualsiasi persona. La cosa traumatica non era tanto il fatto di rivederla in casa mia dopo tanto tempo, ma di vederla senza i suoi bellissimi capelli ricci, lunghi e quasi dorati, ma con una chioma che poteva benissimo essere paragonata a della paglia, che sembrava essere stata tagliata alla cieca con delle forbici vecchie e mal seghettate ed erano di un rosso poco acceso, anzi per niente. Quella non era l’unica novità, adesso era anche più magra di come la ricordavo e sembrava che volesse nascondere il suo piccolo corpo con una maglia verde molto larga. Mi fece entrare come se fosse lei la padrona di casa e io l’invitato.
All’inizio nessuno dei due aprì bocca per una buona mezzoretta, mezzoretta impiegata in auguri da parte dei mie parenti, che mi saltavano addosso, coprendomi di baci e mollandomi il loro regalo. I nostri sguardi si incrociavano molto spesso e solo dopo un po’ la vidi sorridere per la prima volta dopo tanto, mentre la zia Teresina era intenta a parlare con il televisore, non riuscendo a capire che i telespettatori di quel programma televisivo non potessero ascoltarla. Avevo dimenticato anche il suo sorriso, a parte il suo profumo e i suoi occhi intensi. Non potevo provare ancora qualcosa per lei, soprattutto dopo quello che mi aveva fatto passare: non dimenticherò mai le tante, anzi troppo, notte insonni passate solo a pensare a lei e a sperare il suo ritorno. Ero arrivato al punto di non voler vedere nessuno e incominciare a parlare poco, ma la cosa buona è che i miei amici mi ripetevano sempre di lasciarla stare e magari provare nuove esperienze e così feci. Era arrivato il tempo di affrontarla e chiederle come mai si fosse volatilizzata nel nulla senza dirmi niente e senza spiegazioni. Feci per avvicinarmi a lei, ma in quel preciso momento era suonato il campanello e mia madre aveva fatto entrare la mia nuova ragazza, che mi abbracciò dandomi il suo regalo. Ero felice insieme a lei e non avevamo segreti, il mio atteggiamento nei suoi confronti era molto diverso da quello che avevo con la ragazza dai capelli di paglia quando avemmo quella relazione. Lei ci fissava malissimo, quasi con le lacrime agli occhi; ma cosa si aspettava? Che io rimanessi senza nessuno accanto e magari aspettare il suo ritorno? Non lo avrei fatto di certo.
La vidi salire le scale che conducevano al piano di sopra e, dopo aver lasciato la mia ragazza a parlare con i miei genitori, la raggiunsi, vedendola entrare nella camera da letto degli ospiti. La seguii e mi sedetti dall’altra parte del letto, dandole le spalle. Non sapevo proprio cosa dire e sicuramente neanche lei. Rimanemmo in silenzio per un po’ di tempo, fin quando la sentii singhiozzare: non ci potevo credere, stava veramente piangendo? Mi avvicinai, le accarezzai i capelli e le sussurrai un sacco di parole carine per farla calmare e solo dopo un “Mi sei mancata” smise di scatto di piangere e forse anche di respirare, girando il suo viso verso me e fissandomi con i suoi occhi nocciola. No, l’avevo detto veramente? Come avevo potuto farmi sfuggire una frase del genere? No, io non ero affatto ancora innamorato di lei. Non potevo!
Ma a chi devo prendere in giro? Di certo non me stesso. Io non avevo mai dimentico del tutto i sentimenti che provavo per lei, ma solo perché ero certo che, anche dopo anni e anni dalla sua scomparsa, l’avrei rivista e riabbracciata. Certo, adesso che era accanto a me che mi fissava con un sorriso smagliante potevo finalmente abbracciarla quanto volevo, ma c’era sempre qualcosa che mi bloccava. Forse la consapevolezza del fatto che di sotto c’era la mia ragazza che amavo con tutto il mio cuore e che non avrei potevo lasciarla solo perché era tornato un mio vecchio amore, o forse il fatto che il distino voleva che noi due ci separassimo e continuassimo le nostre vite non uno accanto all’altro.
Scelsi la seconda opzione e decisi di darle solo un bacio sulla guancia e andarmene di sotto a continuare a festeggiare il mio compleanno con i miei parenti, con i miei cari amici e con la mia ragazza che mi cercavo con gli occhi per tutta la stanza. Ero sollevato dal fatto che non fosse venuta a cercarmi di sopra, ma ero anche grato del fatto che mi stesse pensando in quel momento, si, perché lei adesso era la cosa più importante della mia vita e non l’avrei mai scambiata per qualsiasi cosa, neanche un vecchio amore.
ciao! scritta bene!!! ( secondo me non ci sono nè errori, nè orrori! ^^) molto reale, che potrebbe tranquillamente rispecchiare la realtà e la situazione di qualcuno! bello!