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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Death Note
Titolo Fanfic: IL DESTINO PUò CAMBIARE?
Genere: Sentimentale, Giallo
Rating: Per Tutte le età
Autore: layla94 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/04/2010 18:33:32 (ultimo inserimento: 18/07/10)

Kaori vuole riuscire in ciò in cui Light ha fallito. L'unico ostacolo è l'amore, cosa fare quando ami chi più più di tutti ti mette in pericolo?
 
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LA RINASCITA DI KIRA
- Capitolo 1° -

Capitolo 01 – La rinascita di Kira



Non mi piaceva molto vivere a Tokyo, era un città troppo frenetica, io amavo la mia vecchia città. Da un anno mi ero trasferita e ancora non ero riuscita a farci l'abitudine. Mia madre invece adorava Tokyo, d'altronde lei aveva vissuto anche a New York per circa cinque anni. Le piacevano le grandi città, era una modella affermata fino a quando non decise di sposarsi, più per interesse che per amore. Non incontravo mio padre da almeno tre anni, poi ci arrivò la notizia che segnò un nuovo inizio per me.

Emiko si era sposata a vent'anni e poi aveva avuto me. Ma senza amore un matrimonio non dura, anche mio padre lo capì. Aveva sempre saputo che mia madre lo aveva sposato perchè era l'erede di una ricca famiglia. Ma la amava e aveva continuato a sperare che prima o poi lei lo avrebbe ricambiato. Non è stato così.

Durante una rapina in banca rimase ucciso, quel giorno avrebbe dovuto venire da me, incontrarmi dopo tre lunghi anni. Io lo avevo aspettato, aspettavo e aspettavo. Ma lui non arrivava, alla televisione diedero la notizia che un uomo era rimasto coinvolto in una sparatoria dopo essere stato preso in ostaggio. Il rapinatore scappò ma venne arrestato il giorno dopo.

La reazione di mia madre mi sconvolse, non pianse una sola lacrima, non si rattristo nemmeno per qualche giorno, almeno mi avesse dimostrato di essere dispiaciuta per la sua morte. Me la presi con lei e solo mesi dopo capii che soffriva. Il processo andò avanti per tre mesi e alla fine quell'uomo che aveva ucciso mio padre venne rilasciato per mancanza di prove. Sentivo una rabbia senza limiti crescere dentro di me. Il 14 febbraio, quattro mesi dopo, trovai il modo per rinascere.

«Kaori sono stato indulgente con te, ma devi capire che non può andare avanti così. Questa è l'ultima volta»

Ero in classe, fingevo di ascoltare ma in realtà la mia testa era da un'altra parte, non me ne fregava niente di quello che aveva da dirmi. Ripetere l'anno non era mica una tragedia.

Ultimamente avevo cominciato a visitare vari siti web che parlavano di Kira. Era morto due anni prima, Light Yagami era la persona che ammiravo di più, giustiziava i criminali, lui si che era dalla parte della giustizia. Se solo non fosse morto... Ora l'uomo che aveva ucciso mio padre avrebbe avuto ciò che meritava.

«Kaori aspetta, dai oggi usciamo ti va? Non puoi startene sempre da sola, chiusa in casa»

«Ami non mi va, scusami»

Uscii dall'aula, le lezioni erano terminate. Volevo stare da sola, non avevo la minima voglia di tornare a casa. Mia madre cercava sempre di distrarmi e di tenermi su di morale. Mi voleva bene e non le piaceva vedermi sempre triste e con la testa tra le nuvole, perchè conosceva i miei pensieri. Inoltre da un paio di settimane frequentava un uomo. Ovviamente ne aveva il diritto ma a me dava un grande fastidio. Il cellulare squillò e io risposi.

«Kaori, ciao tesoro. Senti io torno a casa domani mattina, sono da Kyoshi non ti dispiace vero?»

«No mamma, per me va bene. Divertiti» forse avrei potuto evitare di dirle divertiti. Ridendo come una ragazzina alle prese con il suo primo amore riattaccò. Mi andava bene davvero, così sarei potuta tornare a casa e rilassarmi. Emiko era una donna affascinante, non era strano che attirasse l'interesse degli uomini. Aveva trentasette anni, quasi trentotto, aveva mantenuto il suo fisico da modella anche se aveva messo su qualche chilo, dimostrava almeno cinque anni di meno della sua reale età. Da bambina desideravo essere bella quanto lei, ero una ragazza carina ma niente di speciale...

Ero arrivata a casa mia, stavo passando per il giardino quando per terra vidi qualcosa, tra l'erba verde risaltava qualcosa di nero. Camminai fino a quell'oggetto e scoprii che si trattava di un quaderno, sulla copertina c'era scritto “Death Note”, il quaderno della morte. Subito nella mia mente ricordai Kira, il modo in cui giustiziava i criminali. Non tutto era venuto alla luce con la risoluzione del caso, ancora oggi era avvolto in una specie di alone misterioso. Ma era emerso che per uccidere Kira si serviva di un quaderno omicida.

Poi però ragionai e mi resi conto di quanto fosse impossibile che un quaderno come quello fosse stato lasciato nel mio giardino. Certo che se fosse stato davvero un quaderno in grado di uccidere...

Lo presi e lo portai con me, la mia stanza era illuminata dalla luce del sole, sinceramente io preferivo le giornate di pioggia. Aprii il quaderno dalla copertina nera. All'interno c'erano scritte delle regole in inglese. Perfetto, ci fosse stata mia madre ci avrebbe messo un secondo a tradurre. Peccato che io non fossi altrettanto brava in inglese. Armandomi di pazienza cominciai a tradurre ciò che era scritto sul Death Note. Tutto sommato non erano frasi troppo complicate da tradurre, ci misi molto meno del previsto.

Era possibile? Era davvero il quaderno con cui Light Yagami aveva giustiziato tutti quei criminali? Passai ore a pensare, io avrei potuto continuare quello che Kira aveva iniziato, eliminare il male dal mondo. Ma avevo paura, non volevo di certo essere arrestata e giustiziata. Chiunque avesse scoperto l'identità di Kira sapeva del Death Note, se avessi cominciato ad uccidere criminali se ne sarebbe accorto. Però non sarebbe successo niente se avessi fatto una prova.

Era scritto che si poteva scegliere la causa della morte. Di certo non avrei scelto l'arresto cardiaco vista la situazione. Alla fine decisi di uccidere un uomo che aveva ucciso la moglie. Non potevo giustiziare per primo l'uomo che aveva ucciso mio padre, le precauzioni non sono mai troppo. Devo ammettere che anche mentre scrivo quel nome non credevo ancora che avrebbe funzionato davvero. Però quella sera al notiziario diedero la notizia che Kenji Kyuwa si era suicidato nella sua abitazione dopo aver lasciato un ultimo messaggio in cui diceva di essersi pentito per aver ucciso la moglie. Anche lui era stato rilasciato anche se colpevole, non lo accettavo.

Da quella sera cominciai a giustiziare i criminali come aveva fatto Kira, di sera scrivevo i nomi programmando le morti per tutta la durata del giorno seguente che ero costretta a trascorrere in aula. Naturalmente ora che stavano morendo in massa criminali di ogni genere tutti capirono che non erano davvero incidenti e suicidi o arresti cardiaci. Tutti avevano capito che Kira era tornato, i suoi sostenitori ne erano entusiasti. La polizia non aveva ancora preso provvedimenti per quello che ne potevo sapere. Ma io ero solo una ragazza di diciassette anni. Chi avrebbe potuto risalire a me?

Il quarto giorno quando ritornai da scuola mi misi alla scrivania. Ora nessuno se ne sarebbe accorto in teoria. Scrissi il nome di Kojiro Makoto. La mattina seguente avrebbe tentato una rapina in banca. Alla fine sarebbe morto lui in una sparatoria, questa volta non si sarebbe salvato e avrebbe avuto quello che si meritava.

«Kaori io vado, sicura? Ultimamente ti sto trascurando... Forse dovrei annullare e rimanere a casa con te»

Scesi al piano terra dove mia madre si stava ancora preparando per uscire a cena, era sempre in ritardo, in pratica era ancora una ragazzina e l'adulta in quella casa ero io, ma le volevo bene e in fondo desideravo davvero che si divertisse e magari perchè no... Anche che questa fosse la volta buona. Non l'avevo mai vista così contenta per un appuntamento.

«Vai e non preoccuparti, sto bene a casa e poi non vorrai deludere Kyoshi vero?»

«Oh grazie amore, non aspettarmi» mi scoccò un bacio veloce sulla guancia e indossando il cappotto uscì di casa.

Dopo cena risalii in camera pronta a torturarmi, avevo una buona memoria. Peccato che quando si trattava dello studio andava in vacanza e non tornava fino a quando non chiudevo i libri. Chiusi la porta alle mie spalle a chiave come sempre, accesi la luce e mi stesi sul letto per qualche istante.

«Ti sei data da fare»

Sobbalzai a sentire una voce sconosciuta in camera mia, mi alzai a sedere per qualche secondo fissai impietrita quel.... Mostro? Ma mi ero addormentata e stavo sognando?

«Ahhhhhhhhh!» cacciai un urlo talmente acuto che per poco rischiai di rompere i vetri delle finestre. Mi alzai dal materasso e arretra lentamente verso la porta, non riuscivo a girare la chiave perchè mi tremavano le mani, era orribile, sembrava un vero mostro, non esistono davvero i mostri. Eppure quello davanti ai miei occhi sembrava così reale.

«Tu non puoi essere reale, è un incubo, per forza!»

«Io sono uno shinigami»

«Un Dio della morte?»

Questo mi sembrava ancora più assurdo, però insomma, esisteva un quaderno capace di uccidere conoscendo volto e nome della vittima, non era poi così improbabile che esistessero anche gli shinigami.

«Quel quaderno apparteneva a me»

La parte relativa agli shinigami l'avevano tenuta nascosta probabilmente anche perchè era difficile da credere. Questo shinigami era inquietante, i suoi occhi erano enormi e gialli con le pupille rosse, e quelli che dovevano essere i capelli erano neri così come i suoi vestiti. Indossava anche una cintura, un orecchino a pendente, mi sembrò buffo che un Dio della morte portasse un orecchino a forma di cuore.

«Io sono Ryuk»

«Quindi quel quaderno è tuo, sei qui per riprendertelo?» chiesi indicando il Death Note sulla mia scrivania.

«No, da quando il quaderno tocca il suolo appartiene all'umano che lo trova, quindi ora è tuo»

«Perchè sei qui allora?»

Non capivo cosa volesse da me, se davvero il quaderno ormai apparteneva a me cosa ci faceva nella mia camera, per di più non ero molto a mio agio con lui vicino.

«Lo shinigami a cui apparteneva il quaderno deve sempre restare al fianco dell'una che lo ha trovato, quindi dovrò restare con te fino a che non ne perderai la proprietà, fino a che non ne finirai le pagine o fino a che non morirai»

Non mi andava proprio di dormire con lui che gironzolava liberamente per la mia stanza, e poi cos'avrebbe detto mia madre? Oddio, non aveva intenzione di seguirmi anche a scuola vero? Però ferma un momento. Light doveva per forza essere stato seguito da uno shinigami, come aveva fatto?

«Nessun altro a parte te può vedermi» mi anticipò come se me lo avesse letto nella mente.

«Ma se qualcuno toccasse il quaderno riuscirebbe a vedermi, per questo gli umani che entrano in possesso di un Death Note cercano sempre di trovare un nascondiglio sicuro»

Avevo molte domande da fare allo shinigami Ryuk, ma non sapevo da dove cominciare, era chiaro che le regole scritte sul Death Note erano vere, però io ero anche curiosa...

«Come mai mi hai lasciato il tuo quaderno?»

«L'ho lasciato cadere sulla terra dal mondo degli shinigami. Mi annoiavo, non ti ho scelta. Diciamo solo che ho fatto in modo che il quaderno cadesse nelle tue vicinanze»

E questa era la sua spiegazione? Tanto per cominciare era chiaro che non fosse caduto per caso visto che ci aveva scritto le istruzioni, a meno che ogni quaderno le avesse al suo interno. Però perchè aveva fatto in modo che cadesse dove io potessi trovarlo.

«Perchè?»

«Ho pensato che potesse essere divertente, tu ammiri Kira giusto? Ho pensato che probabilmente avresti cominciato a giustiziare i criminali. L'ultima volta mi sono divertito molto, gli umani sono un vero spasso.

Quella sera mi feci spiegare per bene ogni regola del Death Note, quelle scritte al suo interno infatti non erano le uniche ma ce ne erano molte altre, inoltre Ryuk mi parlò di uno scambio, in cambio di metà del tempo che mi rimaneva da vivere avrei potuto ottenere gli occhi dello shinigami, guardando una persona in volto ne avrei visto il nome e la durata vitale. Ma per quel momento non ne avevo alcun bisogno.

«Qualcos'altro?»

«Solo un'ultima cosa. Per gli umani che hanno utilizzato il Death Note non esiste né l'inferno né il paradiso, quando giungerà l'ora della tua morte sarò io a scrivere il tuo nome su mio quaderno»

«Se devi uccidermi spero che lo farai in modo veloce e indolore»

Il tono era leggermente sarcastico ma non stavo affatto scherzando, tutti muoiono prima o poi, e se avevo una minima possibilità di scelta avrei voluto morire che ne so... Con un arresto cardiaco piuttosto che con un colpo di pistola.

«Ho letto tutto ciò che sono riuscita a trovare su Light Yagami, anzi su Kira. Io non mi comporterò come lui. Per esempio non cadrei nella trappola che gli aveva teso L, voglio rimanere nell'ombra e continuare ciò che lui aveva iniziato»

Perchè Kira aveva ragione, il mondo sarebbe stato un posto migliore in cui vivere senza criminali, le persone che non temevano Kira e che lo sostenevano erano quelle che in fondo sapevano di non aver mai fatto del male a nessuno, per cominciare avrei giustiziato i più pericolosi.

Non volevo che altri soffrissero come me, sapere che un assassino viene liberato semplicemente per mancanza di prove è devastante, avrei fatto tutto quello che potevo eliminare una volta per sempre il male.


 
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VOTO: (1 voto, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
dandelion92 19/07/10 00:07
P.S. Mi sono dimenticata di dirti che scrivi veramente bene! Non dimenticare mai l'italiano!!
Se trovo un capitolo sgrammaticato ti lincio è.é
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

dandelion92 - Voto: 19/07/10 00:04
Allora... Ho letto il primo cap un sacco di tempo fa... Mi ero pure dimenticata di questa ff, scusa:p. Ora ho letto il secondo e mi sorge una domanda: ma il tizio è Mello con la chirurgia plastica?
Sono curiosa!!! Aggiorna presto!!! :)
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