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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: PARLAMI, AMAMI, UCCIDIMI!
Genere: Sentimentale, Romantico, Avventura
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: OOC, AU, What if? (E se...), Lemon
Autore: dj-cshot galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/02/2011 01:17:33 (ultimo inserimento: 29/10/11)

Una ragazza normale in un mondo normale si ritrova a combattere con i suoi demoni e...con quelli della civiltà orientale dell'epoca Sengoku...
 
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UNA GIORNATA APPARENTEMENTE NORMALE
- Capitolo 1° -

H: 7:30

"Cavolo, ho fatto tardi di nuovo" disse una ragazza alzandosi dal letto e spalancando le finestre.
Era giugno, e il paesaggio romano del centro storico ispirava voglia d'arte.
La ragazza, svogliata pensò "Grazie a Dio è l'ultimo giorno di scuola dopodichè mi prenderò una bella vacanza". Prese i suoi vestiti lentamente, noncurante del ritardo. La divisa blu del liceo europeo era sgualcita, tenuta in disordine nell'armadio di noce vecchio di cinquant'anni, appartenuto a sua nonna.
Si vestì, cercando di aggiustarsi il taschino in modo da far notare lo stemma dell'Unione europea, ma non c'era verso, avrebbe dovuto stirarlo.
"Chissenefrega, è l'ultimo giorno di scuola, chi vuoi se ne accorga?" si ripeteva. Si spazzolò i lunghi capelli castani e pose un filo di trocco sugli occhi verdi da cerbiatta. Si infilò la gonna alla marinara e i calzini rossi della scuola, e per finire si mise le scarpe: morbidi mocassini scamosciati.
Si guardò allo specchio -Dio che orrore, odio questa divisa- mormorò scrutandosi torva allo specchio.
"Meglio che vada" pensò prendendo la borsa scolastica.
-Ciao mamma, io vado-
-Scarlet, hai di nuovo fatto tardi?- chise sua madre cercando di rimproverarla, ma la ragazza per non sentirla accelerò il passo dicendo -Arriverò puntuale, promesso- prese un toast e scappò via.

H 8:50

Scarlet scese dall'autobus, ormai quel tran-tran mattutino era diventato monotono, da quando suo fratello non l'accompagnava a scuola offrendole la colazione.
Già, suo fratello, l'unico che l'avesse mai capita davvero. C'era un legame fortissimo ed intimo, si compensavano a vicenda e si adoravano. Ma suo fratello non c'era più. L'aveva abbandonata. Era morto un anno prima e lei era ancora sotto shock.
-Scarlet!- sentì urlare il suo nome e si voltò, ringraziando Dio che qualcuno l'avesse distolta da quei malinconici pensieri.
-Scarlet ciao!- disse la ragazza che si avvicinava. Aveva dei corti capelli biondissimi e gli occhi di un celeste pallido, simile al colore del cielo estivo.
-Ciao Giselle- salutò Scarlet, senza troppo entusiasmo.
-Come va? Hai visto che bella giornata? Con queste divise fa un caldo pazzesco, non trovi?- Eccola che partiva con tutte le sue domande superficiali.
-Si, fa caldo- convenne Scarlet dirigendosi verso il grande portone.
-Che materie hai oggi?- chiese la ragazza allegra, sperando di avere lezioni insieme alla sua amica del cuore.
-Prima ora inglese, poi due ore di matematica, storia, lettere classiche e diritto- disse Scarlet senza pensarci.
-Uffa, abbiamo solo storia e diritto insieme, accidenti!- disse la ragazza sbattendo i piedi a terra. Era così infantile a volte che a Scarlet veniva il nervoso solo a sentirla respirare.
-Beh, Giselle, io devo andare, altrimenti farò tardi, ci vediamo dopo. Ciao- disse velocemente, per liberarsi il più presto possibile della sua migliore amica.
"Accidenti, è proprio una giornataccia, neanche Giselle riesco a sopportare" Pensò tra se e sè.
Si sedette al suo solito banco accanto alla finestra. Si sentiva strana, al centro dell'attenzione, come se qualcuno la stesse osservando.
E infatti c'era un gatto enorme e bellissimo appollaiato proprio sul ramo dell'albero davanti alla finestra.
-Sciò- bisbigliò Scarlet facendo un gesto con la mano.
La professoressa di inglese, una donna molto altera e un pò acida se ne accorse.
-Signorina Wells cosa sta facendo?- chiese con la sua voce nasale e odiosa.
-Niente Signorina Margaret, c'è un gatto appollaiato sul ramo di quest'albero, cercavo di farlo scendere- disse scarlet, alzandosi in piedi ma senza distogliere lo sguardo dall'enorme felino che la guardava come se volesse parlarle.
-Bene signorina Wells, vada a far compagnia al gatto, si accomodi fuori per cortesia- disse la donna, seppellendo di nuovo il suo naso aquilino nel libro di inglese e continuando a leggere il solito, noioso Romeo e Giulietta.
Scarlett non ci pensò due volte. Aveva già provato ad alzare la cresta con quella professoressa e quello che aveva guadagnato era stata una sospensione di tre giorni con obbligo di frequenza.
Uscì dalla classe, nessuno alzò lo sguardo verso di lei per paura che l'insegnante potesse riservare lo stesso trattamento allo sprovveduto che ci avrebbe provato.
-Fantastico- disse la ragazza una volta uscita fuori dal corridoio.
Appoggiandosi al muro si lasciò di nuovo trasportare da quella nostalgia.
-Derek...-

2 anni prima
-Scarlet, ci vediamo stasera a casa, devo uscire- disse un ragazzo alto e muscoloso, spostandosi indietro i capelli castano chiaro che erano cresciuti un pò troppo.
-Mi lasci da sola anche stasera Derek?- chiese Scarlet imbronciata.
-Dai tesoro, torno presto e poi la mamma sarà a casa per cena- disse suo fratello accarezzandole i capelli.
-Va bene, posso sapere almeno dove vai?- chiese la ragazza curiosa.
-Al vecchio tempio scintoista, vicino alla Moschea- disse lui sorridente.
Scarlet amava quel sorriso, tale e quale a quello del padre, morto in un incidente d'auto quando lei aveva solo sette anni.
-Ah, ci vai perchè vuoi farci una tesi?-
-No, mi piace andare a pensare lì. Da quelle parti c'è calma assoluta e tanto verde. Un gorno ti porto con me- disse Derek scoccando un bacio sulla guancia alla sorella per poi uscire con la sua risata da bambino


Scarleto non sentì più quella risata. Non andò mai al tempio shintoista con suo fratello, perchè quella stessa sera Derek sparì e non venne più trovato.
Era passato un anno e sua madre aveva rinunciato alle ricerche, ma lei no. Frequentava brutti quartieri e chiedeva in giro, alle persone più strane, ma di suo fratello non c'era traccia.
Poi mentre pensava a tutto questo nel corridoio della scuola, gli venne un lampo di genio.
Scappò in fretta e furia per le scale che portavano alla segreteria e fece il permesso per uscire prima e alle 10 si trovò nel giardino della scuola.
Si guardò in torno, precisamente sull'albero dov'era appollaiato il gatto, ma il felino non c'era più.
Si diresse verso la fermata dell'autobus, diretta al Tempio shintoista.

H 11:30
Arrivò al tempio e si sentiva il cuore in gola che le batteva forte, quasi volesse uscirle dal petto.
Salì l'enorme scalinata e si trovò davanti un ampio viale, circondato di alberi di ciliegio e davanti a lei si ergeva maestoso il tempio.
Sembrava appartenesse ad un'altra epoca, un'epoca lontana che la affascinò.
Camminò a passo lento verso l'entrata del tempio, continuando a guardarsi intorno. C'era un giardino magnifico, con tanto di laghetto con i pesci rossi.
I ciliegi erano in fiore e sul viale erano sparsi i petali rosa che costituivano un lungo tappeto vellutato.
Scarlet rimase abbagliata da tanta bellezza e purezza, ora capiva perchè a suo fratello piacesse tanto quel posto. Era sempre stato attratto dalla natura.
Scarlet all'improvviso si ritrovò davanti al tempio. Cominciò a girare nel portico, quando ad un certo punto si sentì una mano sulla spalla. Si voltò spaventata e davanti a lei trovò un anziano in kimono, più basso di lei di almeno mezza spanna.
-Ciao bambina, ti sei persa?- chiese l'anziano gentilmente sorridendo.
-N...no, sto cercando mio fratello- disse Scarlet e notò che l'omino aveva un fagotto fra le braccia.
-Tuo fratello? E' un cadetto del tempio?- chiese il buon uomo.
-No, veniva quì spesso però. Si chiama Derek...Derek Wells- disse Scarlet sperando che il vecchietto, con la sua veneranda età riuscisse a ricordarsi qualcosa accaduto molto tempo prima.
-Derek Wells...Derek Wells... Ho già sentito questo nome, bambina, ma dimmi, non è per caso quel ragazzo scomparso un anno fa?- chiese l'anziano pensieroso.
-Esatto...signore- annuì Scarlet arrossendo.
-Oh, chiamami anche Kobe, sono il sacerdote del tempio- disse il vecchio porgendogli una mano.
Solo in quell'istante Scarlet si accorse che nell'altra teneva un gatto... Il pelo era bianco ed era un felino enorme. Lo stesso felino che quella mattina la guardava appollaiato dal ramo dell'albero davanti alla scuola.
-Scarlet...Scarlet Wells, molto piacere. Ma mi dica, quel gatto è sempre stato qui, sin da ieri?- chiese Scarlet. Era impossibile che un gatto facesse tutta quella strada in così poco tempo.
-Beh, Eriko va sempre in giro per la città. La trovi in un posto e qualche minuto dopo è in un altro...accomodati- disse l'anziano aprendo una porta scorrevole.
Che succedeva? Scarlet stava impazzendo forse? Era possibile che un gatto fosse così veloce?
Continuò a scrutare il felino.
-Sai, mi dispiace troppo per quel povero ragazzo, mi era simpatico, veniva spesso qui e rispettava questo luogo come un luogo di pace. Mi ha addolorato molto la sua scomparsa.- Il nonnetto preparò un infuso e si sedette su dei cuscini.
-Ma lei lo ha visto?- chiese Scarlet.
-No, non l'ho più visto dall'ultima volta che mi è venuto a trovare- il nonnetto sorseggiò il suo infuso.
-E quando è stata l'ultima volta,se posso chiederlo- insistette Scarlet.
-Fammi pensare...è stato il giorno prima della sua scomparsa. L'ho visto il 20 Giugno dello scorso anno, il giorno dopo non è tornato.-
-La ringrazio molto signore, è certo di non potermi aiutare?- chiese la ragazza
-Si, è tutto quello che sò, mi dispiace bambina- disse l'anziano carezzandogli il volto.
-Beh, io vado, si è fatto tardi, la ringrazio per la cortesia.- disse Scarlet.
-Figurati bambina, arrivederci- Il nonnetto si alzò dal suo cuscino e andò verso un'altra porta, forse andava a riposare.
Scarlet nel frattempo uscì, preceduta dal gatto.
Quando si ritrovò nel viale il micione cominciò a strusciarsi sulle sue gambe.
-Cosa c'è Eriko, hai fame?- Scarlet si chinò per accarezzare il gatto, ma quello si spostò e andò verso il retro del tempio.
Scarlet fece per andarsene, ma il gatto miagolò.
-Vuoi che ti segua?- mormorò Scarlet. Il gatto miagolò di nuovo e girò l'angolo del tempio.
Scarlet lo seguì e si ritrovò in un piccolissimo santuario, molto simile a quelle che si chiamano cripte, ma molto più sofisticato e orientale, simile al tempio.
Eriko era davanti al santuario che miagolava.
Scarlet le si avvicinò e si chinò per accarezzarla. Sorrise. Anche a duo fratello piacevano i gatti.
Si alzò e fece di nuovo per andarsene, ma Eriko miagolò di nuovo, graffiando la porta.
Così Scarlet, un pò impaurita, si fece coraggio e l'aprì.
Il santuario era un luogo buio e umido che puzzava di muffa. La ragazza non vedeva nulla, così spalancò la porta, ma quello che c'era nel santuario era soltanto un vecchissimo pozzo malandato. Entrò nel santuario e si diresse verso il pozzo. A quel punto un rumore assordante la fece voltare. La porta del santuario si era richiusa e lei era rimasta completamente al buio.
Scarlet corse in direzione della porta, ma quella era chiusa a chiave.
Così tirò fuori dalla tasca il suo vecchio accendino, compagno delle sue malefatte di adolescente, e lo accese.
Ad un tratto dal pozzo cominciò ad uscire una luce violetta.
Scarlet si avvicino, incuriosita e impaurita. Quando rimosse le assi vise la luce che veniva dal fondo del pozzo. Si sporse un pò, ma a quel punto si sentì trascinare da una raffica di vento che veniva dall'interno del pozzo e che la costrinse a sporgersi ancora di più.
Non c'erano dubbi: il pozzo la stava risucchiando.
-Scarlet si aggrappò ai bordi con tutte le sue forze, urlò, scalciò, ma nessuno venne in suo soccorso, così esausta si lasciò andare.

Si risvegliò in un luogo bellissimo, molto simile al giardino del tempio. Si guardò intorno "Devo essere svenuta metntre accarezzavo il gatto, devo ammettere di essere un tantino sotto pressione questo periodo" si disse alzandosi da terra. Si tastò la testa: nessun bernoccolo.
Il paesaggio era stupendo, rilassante. Tuttavia Scarlet non sentiva il rumore cupo delle macchine. Ciò la costrinse a voltarsi e ciò che vide fu una cosa spaventosa.
-Il pozzo! Dio ma allora sono stata risucchiata veramente!- Scarlet si avvicino al pozzo, ma ciò che vide sul fondo fu soltanto acqua sporca e niente di più. Si tuffò, ma il risultato fu che riuscì dal pozzo bagnata fradicia di acqua stagnata.
-Ehi, che puzza!- Scarlet si voltò di scatto.
Un ragazzo, diciotto anni circa era appollaiato su un ramo e con fare teatrale si tappava il naso. -Ehi ragazzina, hanno inventato il sapone, sai?-
Scarlet arrossì e guardò quel ragazzo con disprezzo. Era bello, i suoi capelli argentei rilucevano di pura luce lunare e le sue iridi sembravano piccoli laghi d'oro fuso.
-Puoi aiutarmi?- Chiese Scarlett arrossendo ancora di più. Il ragazzo le era già antipatico e neanche lo conosceva, però era l'unica persona che aveva incontrato e non poteva farsi sfuggire l'occasione di essere aiutata.
-Dipende, cosa vuoi?- chiese il ragazzo scendendo dall'albero senza togliersi la mano dal naso.
-Puoi smetterla di tapparti il nas per favore? sei ridicolo!- disse Scarlet infastidita. Notò in che modo strano fosse vestito il ragazzo: un kimono rosso che sembrava troppo grande per lui.
-Ma come sei conciato sembri un pagliaccio! E quelle che sono?- Scarlet indicò la testa del ragazzo, dove spuntavano due orecchie canine.
-Come sono conciato io?? Come sei conciata tu! Siamo nell'epoca Sengoku e alle donne non è permesso vestirsi in modo così provocante e...Queste sono le mie orecchie, stupida ragazzaina!- Scarlet impallidì.
-Epoca Sengoku? Orecchie?? Ma chi diamine sei o COSA sei...- chiese Scarlet arretrando. Quel ragazzo non era certamente umano.
-Mi chiamo Inuyasha e sono il più piccolo dei figli di Inu no Taisho, Signore dei Cani.-



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E' un pò simile all'inizio dell'anime, ma non avevo idea di come spedire Scarlet nell'epoca Sengoku dalla Roma contemporanea, così ho riadattato il pozzo/pezzo ^^"
Accetto commenti, anche critiche.
 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (0 voti, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
Rif.Capitolo: 11
angel206
27/12/11 16:23
dai continua la ff.. sono curiosa :-p
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