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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Rossana (Kodomo no Omocha)
Titolo Fanfic: UN SEGRETO NON TANTO SEGRETO!
Genere: Sentimentale, Romantico, Commedia, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: OOC
Autore: piccola-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/12/2011 18:09:11

Sono passati 10 anni da quella stupida mattina di giugno. Ma Dio,la ricordo come se fosse accaduto ieri.
 
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IL RITORNO DEL PASSATO
- Capitolo 1° -

-Guarda, amore, questa è stata la mia scuola... Non è stupenda? Oh, guarda, c'è il baracchino delle patate dolci!-
Il mio sguardo vaga eccitato da una parte all'altra, come se fossi tornata bambina.
Ed in un certo senso sono tornata bambina, a quegli anni in cui frequentavo le scuole medie.
Quanti ricordi... Quante risate, quanti pianti.
Ma ora che le rivivo con la memoria, provo solo un gran senso di nostalgia.
-Mamma, ti prego, potresti smetterla di trascinarmi da una parte all'altra della città? Sono stanchissima! Ed anche Smiti è stravolto!-
Lancio uno sguardo ai miei due figli, Fiore e Smiti.
Nomi strani, lo so, ma sono fatta così. Perché voglio che si sentano speciali.
Sono passati più o meno dieci anni da quando ho lasciato la mia città per dedicarmi al lavoro, e sono successe un sacco di cose: tanto per cominciare, mi sono sposata, e nel giro di qualche mese, ho chiesto il divorzio.
Ma quei mesi mi hanno permesso di concepire Smiti, il mio piccolino di quattro anni.
Ormai sono una donna di successo affermata, ho lavori in continuazione, giro il mondo, sempre seguita dai miei figli.
Il mio ex marito non mi passa gli alimenti da un po’, ma ho deciso di lasciare perdere: sarebbe difficile passare i soldi dalla prigione.
Sì, mio marito è in prigione: spaccio di droga. Questo è uno dei motivi per cui ho chiesto il divorzio.
Tralascio i dettagli dello scandalo che ne seguì.
Ho dato il mio cognome ai miei figli, giusto per non correre il rischio che qualcuno me li porti via.
Fiore invece non è nata dal mio ex marito.
Ha undici anni e sei mesi, ed è il frutto di una stupida mattina di passione, mai ripetuta. Il padre biologico di Fiore è Akito.
Mentre i miei figli si rilassano sulla panchina, e si divertono a dar da mangiare agli uccellini, mi perdo con lo sguardo verso la scuola, quella scuola galeotta, dove si consumò tutto.

[flashback]

-Kurata..posso parlarti?-
Mi giro di scatto, con le mani ancora nei capelli, nel tentativo di farmi una coda.
Hayama è qui, davanti a me, appoggiato allo stipite della porta d'ingresso che porta al bagno.
Ha le braccia incrociate e lo sguardo serio.
-Dimmi, Hayama. Qualcosa non va con Fuka?- domando curiosa e un po’ speranzosa.
Non ho ancora rinunciato a lui, ma non lo sa nessuno.
-Sì, qualcosa non va... Oggi è l'ultimo giorno di scuola- risponde lui, avvicinandosi.
Finisco in fretta di acconciarmi e libero le mani.
-Sì, e non vedo l'ora di essere in vacanza!- esclamo con gli occhi luccicanti.
-Bè, io no- dice serio.
Lo guardo perplessa e sconvolta, quasi stesse dicendo un'eresia.
-Ma sei impazzito? Come fai a non essere contento? Dopo gli esami saremo liberi!- rispondo con lo stesso luccichio.
-Sì, sono contento per le vacanze. Ma se penso che poi non potrò più vedervi...- dice.
-Oh, dai, non essere così pessimista! Non ci perderemo di vista! Rimarremo comunque in contatto! Ci immagini tra dieci anni a ritrovarci? Chissà quanto saremo cambiati! Io...-
Ma vengo bloccata. Il suo viso è a distanza millimetrica alla mia, il suo sguardo penetra il mio. Non ho mai visto uno sguardo più serio del suo.
-Non sopporto l'idea di stare lontano da te. Come fai a non capirlo?- sussurra spingendomi dolcemente nel bagno.
-Ma... Tu e Fuka.. Perché devi rovinare tutto? Proprio adesso che stiamo recuperando l'equilibrio del gruppo?- domando disperata.
-Perché io ti amo, accidenti a te-
Comincia ad accarezzarmi il viso, infuocato dal suo tocco.
-No, io non posso farlo. Fuka...-
-Fuka non lo verrà mai a sapere. Ti prego, solo adesso, poi ti prometto che sparirò dalla tua vista... Sarà come se non fosse successo niente...- sussurra, il suo alito caldo sul mio viso.
-Come se non fosse mai successo...- sussurro chiudendo gli occhi.
[fine flashback]


Il resto si è concluso in quel bagno, una calda mattinata d'estate, l'ultimo giorno di scuola.
Dopo quell'incontro, Akito ha mantenuto la parola data: non si è più fatto vedere, non mi cercava più, se uscivamo in compagnia evitava accuratamente di incrociarmi o di parlarmi.
Non ce la facevo più, rischiavo di impazzire. Così, dopo gli esami e la mia promozione, ho preso il primo aereo per l'America.
Ricordo anche quando scoprii di aspettare un bambino, circa tre settimane dopo.

[flashback]


-OH NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!-
Il mio grido di orrore si spande per tutta la casa.
-Sana, ma che ti salta in mente? Urlare così forte! Le mie piantine ne risentiranno!- mi rimprovera mia madre dall'altra parte della porta.
Osservo con mani tremanti il test di gravidanza: proprio al centro è segnato un odioso puntino verde.
-S-scusa, mammina... sono inciampata nel tappetino- urlo di rimando.
Ma, si sa, non sono per niente una bugiarda, e mia mamma capisce subito se mento.
-Posso entrare, amore?- sussurra dolcemente bussando alla porta.
-E' aperto, mammina. Lo sai- singhiozzo.
Mia madre entra e mi trova seduta per terra, in un angolo, le ginocchia vicino al viso in lacrime.
-Amore... sono sicura che non sarà niente di grave...- sussurra accarezzandomi la testa.
Con mano tremante, e senza alzare la testa, le porgo il test.
Non ho il coraggio di alzare lo sguardo e venire penetrata dalla delusione di mia mamma.
-Sana...amore, alza lo sguardo...-
Con due dita mi alza il viso rigato dalle lacrime.
-Chi è il padre?-
Con un singhiozzo fortissimo piango ancora di più.
-Hayama, dico bene?- sussurra dolce.
-I-io...non volevo...m-ma...- balbetto tra le lacrime.
-Amore, quando succedono queste cose non sai darle una spiegazione.. accadono e basta...-
Continua ad accarezzarmi la testa, mentre l'abbraccio.
-M-mamma... Non s-sei.. delusa?-
-Bè, una mamma normale direbbe "sì, non sei stata prudente e adesso ne paghi le conseguenze". Io non sono una mamma normale- e una piccola risata mi sfugge - Ma ti amo più di qualunque altra persona al mondo, e quindi voglio sapere... te ne sei pentita?-
Con il viso affondato nel suo petto, attende pazientemente una mia risposta.
-No, mamma...è stata una delle cose più belle della mia vita...- singhiozzo guardandola. Adesso per lo meno ho smesso di piangere.
-Allora... Questo bambino è il frutto del vostro amore impossibile... Non potrai mai avere Hayama, ma almeno hai qualcosa di lui...- sussurra accarezzandomi il ventre piatto.
-Ma... non sono troppo giovane?- domando sorpresa.
-L'amore non ha età. Vale per due innamorati con vent'anni di differenza, vale anche per due giovani innamorati di quattordici anni che si sentivano pronti. Un bambino non è mai un ostacolo, o indesiderato.
Un bambino arriva quando vuole, e tu non puoi fare niente per impedirlo...-
-Non potrei...abortire?- domando incerta.
Mi pianta uno sguardo severo.
-Così sì che mi deludi... Ma comunque, fai come vuoi. Il bambino è tuo...- risponde un po’ fredda.
-Io... lo voglio tenere. Se è l'unica cosa che mi resterà di Hayama...- sussurro più a me stessa, mentre comincio ad accarezzarmi il ventre, come se lui, o lei, mi potesse sentire.
-E Hayama?-
Scuoto la testa con vigore.
-Se mi stai per chiedere se glielo voglio dire, la risposta è no. E' successo una volta, non succederà più. Non voglio che sappia dell'esistenza del bambino-
Mia madre mi accarezza continuamente i capelli mentre scoppio di nuovo in un pianto disperato.
-Fai la cosa che senti giusta per te, amore-

[fine flashback]

-Mamma! Ho fame!- urla Smiti cominciando a scalciare.
Con un tonfo ripiombo nella realtà. Prendo in braccio mio figlio.
-Ma se hai mangiato una merendina appena un'ora fa!- lo rimprovero dolcemente
-In effetti, mamma, anche io ho un po’ di fame...- viene in aiuto di suo fratello mia figlia.
-Va bene! Andiamo a mangiare una pizza, d'accordo?-
Le grida di esultazione dei miei figli le prendo per un'affermazione.
Li prendo per mano e ci avviamo vero la pizzeria.
Durante il tragitto mia figlia non la smette di parlare della situazione di caos che si è creata nella sua classe.
-E' un totale disastro! Non riusciamo mai a fare una lezione in santa pace, i maschi fanno un sacco di macello, i professori non riescono a farli stare buoni!-
Sorrido alla sua descrizione: sembra la mia classe elementare.
-Scommetto che c'è qualcuno che è la causa di tutto.. dico bene?-
Alle mie parole, mia figlia si infiamma.
-Oh, puoi dirlo forte! E' tutta colpa di Sasuke! Quel piccolo teppistello! E' lui il capo dei maschi, e non perde occasione per prenderci in giro o umiliare noi femmine! Ma io non glielo permetto, sai? Infatti a me neanche si avvicina!-
Dopo quella descrizione, scoppio a ridere.
E' incredibile, mia figlia sta vivendo le stesse situazioni alle quali sono stata costretta io anni fa.
Mentre continuo a ridere, una voce maschile domanda sorpresa:- Kurata?-
Mi volto, curiosa di scoprire il proprietario di questa voce nasale così familiare.
Un uomo con grossi occhiali tondi, vestito di tutto punto, con una valigetta da lavoro in una mano e una cartella da scuola nell'altra. Al suo fianco c'è un bimbo, circa dell'età di Fiore.
E' incredibile, somiglia proprio...
Spalanco gli occhi mentre li muovo dal bambino all'adulto, poi un urlo di gioia esce dalla mia gola.
-TSUYOSHI!!!-
-Sana Kurata?! Non ci posso credere!-
Posa valigetta e cartella ed allarga le braccia. Anche io lascio le mani dei miei figli, e mi fiondo nel suo abbraccio.
Il suo profumo mi porta indietro nel tempo. Rimaniamo così per un tempo interminabile, fino a quando ci stacchiamo, con gli occhi un po’ lucidi.
-Non mi sembra vero... Tsuyoshi!- continuo a ripetere il suo nome, forse ho paura che svanisca se non continuo a ripeterlo.
-Sana, è da quando abbiamo finito le medie che non ci vediamo più! Abbiamo un sacco di cose da dirci!-
-Già, Tsuyoshi! Questo è il tuo bambino? Ciao!-
lo saluto con la mano, mentre lui si nasconde dietro la gamba del padre.
-Si chiama Ayo. Ha nove anni. Saluta, amore, è la ragazza che vedi sempre in tv!-
Con la manina paffuta saluta debolmente.
-Ma chi è la fortunata?- domando, riferendomi alla fede che porta al dito e, ovviamente, al bambino.
Per un attimo si rabbuia, poi sorride.
-Abbiamo decisamente un sacco di cose da dirci. Ecco- e mi porge un foglietto - questo è il mio numero di telefono. Quando saremo liberi entrambi, chiamami ok?-
-Ovvio che ti chiamerò! Negli anni ho provato a rintracciare te e Aya-chan, ma non ci sono mai riuscita!-
Si rabbuia ancora, poi indica i miei figli.
-E questi devono essere i tuoi vero?-
-Si, lui è Smiti...- lo presento.
-Nata dalla relazione con il tuo ex marito, dico bene? Eh, sì, ti seguivo assiduamente negli anni- sorride. Quanto mi mancava il suo sorriso dolce.
-...E lei è Fiore- dico avvicinandola.
-Salve, come sta?- gli sorride stringendogli la mano, ma osservo attentamente il viso di Tsuyoshi: mi sembra di sentire i macchinari del suo cervello in moto.
Starà calcolando l'età, e sicuramente si chiederà dove ha già visto quel viso particolarmente familiare.
-Ehm, amore, perché non porti Smiti a prendere qualcosa al baracchino? Tieni- dico a Fiore dandogli una banconota.
-Posso prendermi anche io un dolcetto?- chiede mia figlia.
-Certo tesoro, prendi pure il tuo preferito- rispondo sorridendo.
-Scommetto che vai matta per il tortino al lampone...- sussurra Tsuyoshi.
Mi giro a guardarlo mentre sbianco in volto. Era il dolcetto preferito di Hayama.
-Sì, signore, ne vado ghiotta!- risponde alla domanda retorica del mio amico mentre prende per mano suo fratello e si avvia verso il baracchino.
-Sana...direi che stasera dobbiamo vederci... - mi dice Tsuyoshi, squadrandomi.
A lui non riesco mai a nascondere niente.
-Va bene, amico mio. A stasera. Ci metteremo d'accordo sul posto via telefono...-
Lo bacio sulle guance, poi mi avvio verso i miei figli.
Forse tornare qua non è stata una grande idea.




Eccomi qua!!
A questo storia sono particolarmente affezionata, quindi se dovete dire qualcosa di negativo, andateci piano, ok?
Grazie a chi commenta, grazie a chi comunque legge e basta.
Piccola-chan
 
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