Ho Messo Originale Perché Non Porta Una Sezione Vocaloid Ma La Mia Fan Fic è Tratta Dalle Loro Saga Di Canzoni.
Conclusa: No
Fanfiction pubblicata il 12/01/2012 19:19:42 - Ultimo inserimento 15/02/2012
ABCABCABCABC
PRINCIPIO
Ahahah ebbene si, la mia mente unita a quella delle mie amiche: Lucy - trascinando poi anche Elena, costretta a scrivere il peccato di Gumi XD ha pensato di scrivere una fan fic sui peccati capitali dei vocaloid, creando una sola storia dei vari video.
Ovviamente noi seguiamo le traduzioni dei video e ci basiamo a ciò che noi riusciamo a capire da essi, poi ognuno può essersi fatto idee diverse xD
I capitoli delle varie storie si susseguono così:
Il Principio (Moonlight Bear, Okizari Tsukiyosyou, Chrono Story) scritto da me.
La Superbia - scritto da Lucy
La Lussuria - scritto da me
La Gola - scritta da Lucy
L'Invidia - scritta da me
L'Avarizia - scritta da Lucy
L'Accidia - scritta da me
L'Ira - scritta da Elena
Conclusione (Heartbeat Clocktower) scritta da Lucy.
Qui trovate le info sulla saga http: //strawberry91word.forumcommunity.net/?t=49482210#lastpost
Spero tanto che il nostro lavoro vi sia gradito <3
Buona lettura.
Era notte fonda, una donna dai lunghi capelli camminava sola per quel posto sperduto. Aveva perso i suoi figli, morti di una grave malattia e da allora si rifugiava lì, sola, abbandonando tutto e lasciandosi trasportare da qualche ricordo.
In un angolo buio e oscuro, al centro della foresta, vide due grossi frutti. Erano così invitanti, grossi come la testa di un neonato, che non poté resistere alla tentazione di prenderli.
<i>“Sicuramente questo è un dono di Dio” </i>pensò la donna, mentre li raccoglieva, stringendoli forte al suo petto col sorriso amorevole di una madre<i> “Un meraviglioso, meraviglioso dono”.</i>
<i>“Lui sarà felice se glieli porterò?”</i> continuò a dirsi, pensando all’uomo che l’attendeva a casa. Il meraviglioso marito che con lei condivideva un… dolore? Ma no! Non era possibile, al momento era così felice che nessun dolore le riempiva il petto. Con quell’uomo condivideva una famiglia felice senza dolori o sofferenze e si sarebbe dovuta sbrigare a tornare con loro a casa, prima che facesse ancor più tardi.
<i>“Probabilmente piangerà anche dalla felicità, nel vederci tornare”</i> si mise dritta, continuando a stringere i frutti, guardando il cielo –La luna stasera è proprio bella - notò, nell’osservarla, stringendosi nel mantello per non far prendere freddo ai dolci frutti che stringeva al petto –Presto, presto, torniamo a casa! - sussurrò, ridacchiando contenta, mentre si incamminava verso casa.
<i>
Perché in una notte buia come questa
l’orso spaventoso uscirà.</i>
Si fermò un attimo, portando i frutti al volto per baciarli, continuando a sorridere felice, accarezzandoli con amore.
<i>
“Li ho trovati attraverso grandi sofferenze” </i>pensò, ridendo<i> “Li ho trovati finalmente e a nessuno, a nessuno, li consegnerò mai!”</i>
Presa da quest’ultimo pensiero, la donna iniziò a correre attraverso un sentiero dove sbocciavano meravigliosi fiori. La strada era facile da seguire, la conosceva a memoria e la luna piena e luminosa, di quella calda sera, illuminava il suo cammino, aiutandola a camminare con facilità, senza il rischio di inciampare o perdersi.
<i> “Se continuerò a voltare la schiena a tutto questo, io sarò sicuramente felice”. </i>Corse per tutto il tempo, continuando a tener stretti i frutti rossi.
All’improvviso sentì qualcosa dietro di sé, accorgendosi di essere inseguita da un’enorme orso, la donna iniziò a correre più forte.
- Per favore, perdonami - lo implorò, mentre questi le dava la caccia – Per favore, fammi scappare! -
<i>“Lo sapevo che in realtà questi frutti sono i tesori dell’orso”</i> sorrise, stringendoli a se più forte, senza alcuna intenzione di lasciarli andare.
Corse più forte, ancora più forte, finendo per inciampare. Continuò a stringere a se i frutti preziosi, chinandosi su di loro per nasconderli e proteggerli da quel mostro che voleva riprenderseli.
- Io non consegnerò questa felicità! - quasi urlò.
La luna illuminava la figura dell’orso e la sua ombra incombeva, mentre avanzava verso di lei.
Rendendosi conto di aver perso la strada di casa, non si scoraggiò, pensando a correre e a correre soltanto, sperando con tutte le sue forze di riuscire a scappare dall’orso alle sue spalle.
In lacrime si voltò a guardare dietro di sè: l’orso piangeva, sempre più vicino a lei. Poteva prenderle i frutti preziosi che aveva raccolto, <i>non poteva permetterlo</i>! I due frutti iniziarono a piangere tra le sue braccia ma lei non si lasciò impietosire, continuando a stringerli a se con possessione. Il suo sguardo si fece gelido, feroce e malvagio mentre guardava minacciosa l’orso ormai dinnanzi a lei.
- Sono finalmente arrivata. Casa dolce casa - pronunciò ridacchiando, appoggiandosi con la schiena alla porta, coccolando i preziosi frutti che tanto aveva lottato per portare in salvo a casa con sé.
Il marito le si avvicinò, sorridendole dolcemente per darle il bentornato ma improvvisamente il suo sguardo si fece preoccupato e triste mentre la osservava con quei frutti preziosi stretti al petto.
- Ascolta, i nostri figli - iniziò l’uomo, mentre indicava i due neonati che ella stringeva –non fanno più parte di questo mondo - sospirò, avvicinandosi a lei, la sua amata moglie che in preda alla pazzia per aver perso ciò che di più caro avevano al mondo, adesso, non capiva come, si ritrovava con dei bambini che forse aveva rapito a qualche madre, macchiandosi di un grave peccato e reato –Ti prego, riporta questi bambini al fianco della propria madre - .
E in quel momento la donna sussultò, rendendosi conto solo allora di ciò che realmente aveva fatto, in preda alla depressione la sua mente era caduta in una disperata follia, lasciandola agire in modo crudele e imperdonabile… e ormai non c’era più nulla che potesse fare per rimediare al suo delitto. I frutti che in realtà credeva di aver trovato e raccolto nella foresta, lottando con l’orso a cui li aveva rubati per riportarli a casa con sé, non erano altro che due indifesi neonati.
<i>Inconsapevolmente, la verità con le sue zanne e i suoi artigli
mi strappò da parte a parte. Ma anche così
questi caldi e dolci frutti,
voglio continuare a stringerli, non m’importa come.
Dio, con le mie mani
ho commesso un crimine imperdonabile.</i>
- È ancora possibile risolvere il problema, se lo si fa ora - le disse, ancora, il marito, mantenendo un sorriso comprensivo, dopotutto era ancora possibile rimediare. Spiegando l’accaduto alla donna a cui i bambini erano stati portati via, raccontando del momentaneo stato confusionale di sua moglie, dovuto alla perdita dei propri figli, ella sicuramente avrebbe capito, e tutto si sarebbe risolto senza ulteriori danni.
Ma anche se lui aveva detto ciò, entrambi sapevano che non era possibile risolvere tutto senza problemi e la conferma gliela diede la moglie quando gli rispose con un urlo disperato e dispiaciuto: - È inutile, perché ho già… - si voltò verso la porta e il marito vi ci precipitò fuori mentre lei rimaneva di spalle a stringere i due bambini, colpevole dell’ulteriore reato che si mostrava dinnanzi agli occhi del disperato marito.
Fuori la loro casa c’era una donna morta: l’orso che stava inseguendo colei che le aveva portato via i suoi preziosi frutti, i suoi preziosi bambini; con una mano stringeva il mantello che poco prima indossava la sua assassina, che lo aveva lasciato a terra dopo aver commesso il delitto, entrando in casa con i neonascituri.
Accanto al corpo morto, una bottiglia di vetro piena di latte…
°°°°°°°°
<i>Due gemelli, in una notte di luna piena, compiuti i quattordici anni, si ritrovarono soli nella foresta, dopo che, per un assurdo caso, avevano ascoltato la verità sulla loro famiglia: colei che chiamavano madre altri non era che una pazza che da neonati li aveva rapiti, uccidendo la loro vera madre e convincendo lo stupido e ingenuo marito, tanto innamorato di lei, a non dire nulla e a crescere i due bimbi come se fossero i loro due figli morti. Ma ora loro due avevano scoperto la verità e la pazza donna, di nascosto ai due piccoli - che aveva scoperto ascoltare tutta la verità mentre ne parlava col marito - , aveva convinto ancora una volta lo stolto uomo ad agire come ella voleva: avrebbero abbandonato i due ragazzini dove erano stati trovati anni prima, lasciandoli al loro destino nella foresta dove poi sarebbero stati lasciati soli con una scusa.</i>
Una sorellina e un fratellino seguivano i due genitori, mentre percorrevano il sentiero sempre più fitto della foresta, a tarda notte.
La ragazzina strinse la mano del fratello.
- Madre - chiese, continuando a camminare –che genere di fortuna ci verrà incontro su questo cammino? Laggiù potremo mangiare un sacco di nostri snack preferiti? -
Ma la madre non rispose, limitandosi a camminare dritto davanti a se, col marito di fianco, assicurandosi che i bambini dietro di lei continuassero a seguirli, credendo che sarebbero andati in un bel posto da lì a poco, senza la minima idea del vero motivo della loro passeggiata nella foresta al chiaro di luna.
- Padre - disse poi il ragazzo –la volontà di Dio aspetta noi su questa strada? - il padre si voltò a guardarlo con volto triste –Perché ci state cercando con un viso triste? -
L’uomo allora voltò lo sguardo dinnanzi a se, col senso di colpa per la fine che sarebbe toccata a quelle due povere creature innocenti ma senza il coraggio di contraddire la pazzia della moglie che tanto amava.
Nel bel mezzo della foresta scura, allora i due ragazzi capirono che quella non era di certo una felice gita in famiglia.
Sicuramente la madre si era arrabbiata perché avevano scoperto tutta la verità e adesso voleva liberarsi del fardello come era accaduto anni prima alla povera, vera, madre mai conosciuta. Quella donna era una pazza e quell’uomo non era altro che uno stupido senza coraggio.
<i>
Se continuiamo ad andare avanti
non saremo più in grado di tornare indietro.</i>
Arrivati al centro della foresta, i due fratelli vennero lasciati soli con la scusa dei genitori che sarebbero tornati presto dopo aver recuperato un qualcosa di prezioso che la madre aveva perso per strada.
Ma loro sapevano bene che non sarebbero mai più tornati. Erano stati abbandonati proprio come Hansel e Gretel.
La luce della luna era troppo debole per illuminare il percorso che li avrebbe ricondotti a casa, la quale via loro, senza luce, non riconoscevano nemmeno.
Senza disperarsi continuarono a camminare e a vagabondare, stringendosi forte mano nella mano.
La luce della luna splendeva sulla bottiglia di vetro che la madre aveva lasciato loro senza spiegarne il motivo e quella luce brillante che veniva proiettata dalla luna alla bottiglia, illuminò il cammino.
Ma sapevano bene che anche se quella fosse stata la strada giusta per tornare a casa, loro due, non conoscendola, non potevano saperlo, potendo solo continuare a camminare, sperando di salvarsi da tutto ciò.
Dopo tanto camminare, eccola lì davanti a loro, la casa dov’erano cresciuti.
<i>
Dopo tanto camminare
infine l’abbiamo trovata
conosciamo questo luogo.
Questa è la casa della strega!
Venite, mettiamo fine alla strega cattiva,
gettiamola nel forno ardente.
Se lei non sarà in giro potremo finalmente essere felici.</i>
Le fiamme divorarono il corpo della donna, mentre i due ragazzi si facevano giustizia per il male ricevuto.
- Ehi, madre, lodami! - esclamò la ragazza mentre stringeva la mano del fratello ancora una volta –Ho sconfitto la strega! -
- Ehi, padre, lodami! - esclamò il ragazzo mentre guardava il corpo ormai inerme dello stolto uomo, ai suoi piedi –Ho sconfitto anche il suo scagnozzo! -
Uccisi ormai i due genitori, i due fratelli constatarono che quello, dopotutto, era un buon posto dove vivere, soprattutto ora che il male era stato sconfitto nel loro momento di follia.
Dopotutto erano abituati a vivere lì… anche se non ricordavano il perché… loro non avevano mai visto la casa della strega.
<i>
</i>Vieni, andiamo a vedere la nostra <u>vera</u> madre e il nostro <u>vero</u> padre.
°°°°°°°°
<i>Sento il canto degli uccelli?
No, è il grido della foresta.
Vedo la luna splendere?
No, sono le fiamme ardenti.</i>
I due fratelli erano immobili davanti al forno ardente, mentre osservano la figura di una donna bruciare all’interno, stringendosi la mano con sguardo determinato e serio.
Si incamminarono nella foresta, diretti dalla maga che vi viveva, portando con loro la boccetta di vetro con all’interno le ceneri della donna bruciata.
Arrivati, trovarono la maga ai piedi di un albero, che sorrise loro amorevolmente, accogliendoli al proprio cospetto.
- La donna che un tempo chiamavamo nostra madre, è stata ridotta in cenere all’interno del forno - disse la sorella, senza mostrare alcun pentimento o emozione, dopo che la loro mente era tornata alla lucidità, persa quando avevano ucciso i loro genitori adottivi, scambiandoli per una strega e il suo scagnozzo, per le malefatte compiute alla loro vera madre e a loro stessi in seguito.
- Ha lasciato dietro di sé il “peccato originale” - il fratello le strinse più forte la mano, anch’esso mostrando solo piena serietà, senza far trapelare pentimento o altre emozioni dinnanzi alla strega –che abbiamo diviso in sette pezzi - .
<i>“La superbia” di pietra.
“La lussuria” il fiore.
“La gola” il seme.
“L’ invidia” l’acqua.
“L’ avarizia” la terra.
“L’ accidia” il vento.
“L’ ira” la foresta.</i>
<i>La sporcizia creata dalla madre pretenziosa
continua a girare nel mondo.</i>
- Per favore purifica i peccati capitali - le chiesero infine.
La maga sorrise, soddisfatta per il piano compiuto perfettamente.
********
La maga della foresta si nascose in un angolo remoto, a pensare dopo aver udito una conversazione tra il guardiano della foresta e il guardiano dell’orologio. Il suo piano ben architettato poteva andare in fumo.
<i>
Nelle mani il frutto proibito
ha liberato i sette peccati nel mondo.</i>
<i>“L’albero di Eldom, il guardiano della foresta, ha chiesto ad un vecchio amico di raccoglierli.” </i>Pensò fra se e se. –Non mi importa di nulla finché mi diverto - sogghignò, infine, uscendo dai suoi pensieri. Era stato un piano perfetto e i due mocciosi avevano agito perfettamente come lei voleva, dopo che si era divertita ad uccidere i figli di quella stupida coppia umana, mandando lei alla completa follia, mostrando ai suoi occhi dei frutti al posto di due neonati e un orso al posto della loro madre, spingendola a raccoglierli e ad uccidere l’orso pericoloso. Era stato tutto così facile e divertente. E ora quello stupido albero e quel suo maledetto amico volevano raccogliere così i bei peccati che lei aveva sparso per il mondo, usando quella donna ormai morta, sfruttando l’ingenuità dei due fratelli che credevano di aver salvato il mondo.
Che idioti!
- Non ho nessun limite di tempo, comunque - potevano provarci quanto volevano, ma di certo non avrebbero recuperato i peccati con facilità, o almeno non prima che lei sarebbe riuscita a spargerli in giro completamente, procurando vittime di stupidi umani. Solo allora poteva ritenersi quasi soddisfatta… e sicuramente l’orologiaio sarebbe riuscito a recuperarli dopo che essi avessero procurato almeno una vittima nella vita della persona che avrebbero posseduto.
Per ora l’orologiaio aveva l’anima della donna bruciata… in essa avrebbe dovuto rinchiudere i peccati, una volta recuperati. Sogghignò. Non vedeva l’ora di divertirsi, vedendo il caro amico del guardiano della foresta, portare a termine la sua missione solo dopo che le vittime dei peccati avrebbero visto la fine.
<i>Dopo aver perso il suo amato e distrutto ciò che le era prezioso le fu donata l’eternità. L’unico sentimento che portò con sé fu il vuoto. La maga che una volta aveva ottenuto tutto e perso tutto.
Cosa la fa sperare? Cosa la fa vivere?
Nel e del tempo…
La storia del peccato, nato e cresciuto in una donna, poi strappato in sette pezzi, fu un capriccio della maga che trascende il tempo dall’inizio della foresta: questa è la Chrono Story.</i>
Ecco! Mi avete fatto piangere! T.T Questo capitolo è davvero stupendo!! Siete tutte bravissime a scrivere io nn sarei capace!D: Tanto di cappello a tutte e tre!:D Non vedo l'ora di leggere il resto!:D