da una serie originale:
"A STORY FROM THE EDO"
una fanfiction di:

Generi:
Sentimentale - Drammatico - Dark - Fantasy - Soprannaturale
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Una storia situata nell'epoca dei Demoni.

Conclusa: No

Fanfiction pubblicata il 22/10/2013 14:45:33
 
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 CAPITOLO PRIMO


<b><center>Introduzione</center></b>


<i>Secondo la leggenda, ogni Demone degli Elementi della Natura fu sigillato in un Sacrario. Nacquero così nove Bijuu: Shukaku del Vento, Nekomata dell’Oscurità, Isonade dell’Acqua, Sokou del Veleno, Houkou dell’Illusione, Raijuu del Lampo, Kaku della Terra, Yamata No Orochi degli Inferi e Kyuubi del Fuoco.
Nella Leggenda delle Bestie con le code, cinque di questi Demoni furono sigillati con degli strumenti chiamati “Attrezzi del Potere”.
Gli “Attrezzi del Potere” discendevano dagli “Otto immortali” della mitologia cinese, ovvero divinità che trasferirono la loro energia ad ogni “Attrezzo del Potere” permettendogli di assumere la forma da loro scelta.
I Sacrari contenenti questi cinque Bijuu erano sparsi nel territorio del Giappone, inoltre continuavano a rilasciare energia spirituale anche mentre i Bijuu erano sigillati al loro interno.
Ma un giorno si distrussero a causa di un evento inaspettato e i Demoni ridiscesero in terra.</i>





<b><center>Prologo</center></b>


<center><i>Ricordati questo, sciocca ragazzina:
sarai pur riuscita a sfuggirmi ma la mia maledizione ti seguirà fino alla fine dei tempi.
Potrai dimenticarmi e ricordarmi troppo tardi,
potrai guardarti alle spalle spaventata di trovarmi dietro di te in ogni istante,
potrai prendere tutte le precauzioni che vuoi...
ma la tua anima pura sarà mia.
Solo in quel momento la tua rinascita cesserà.

</i></center>
<b><center>Capitolo Primo</center></b>



<i>Kyushu è la terza, in ordine di grandezza, tra le quattro maggiori isole dell'arcipelago Giapponese. Situata nella parte sud - occidentale, è vicina allo Shikoku e allo Honshu.
Sulla costa sud - occidentale dell'isola è situata la città di Nagasaki.
La regione di Saikaido consiste dell'isola di Kyushu e di quelle che lo circondano.
</i>

Era dannatamente stanco di star fermo ad aspettare in quell'albero ben nascosto, vicino al vulcano del Kyushu.
Da quando aveva ricevuto quella maledetta ferita nello scontro con Kyuubi si era rifugiato lì sperando di riavere presto le forze per tornare a combattere e invece, col passare dei secoli, il suo corpo aveva preso ad indebolirsi sempre più, quasi fino a perdere materia corporea, rendendolo quasi completamente uno spirito.
Non andava affatto bene.
Poi aveva finalmente incontrato un'anima pura che se avesse divorato nella piena fioritura degli anni gli avrebbe donato quella forza che gli avrebbe concesso di riavere il suo corpo in tutto il suo splendore.
Ma quella sciocca ragazzina aveva deciso di togliersi la vita prima del suo diciottesimo compleanno ed era stato in quel momento che lui aveva quasi consumato le sue ultime energie per gettare su di lei la maledizione della vita eterna: sarebbe tornata in vita finchè lui non fosse riscito ad avere quel che desiderava.
Avrebbe certamente potuto puntare ad un'altra anima, infondo non erano tanto difficili da trovare, ma lui era famoso fra i suoi nove fratelli per la sua caparbia. Quella fanciulla aveva osato mettersi contro lo spirito demoniaco sbagliato.
Lei era tornata in vita da ormai diciassette anni e presto – a meno che non avesse già acquistato i ricordi della sua vita precedente – sarebbe andato a riscuotere ciò che gli spettava.
Sperava soltanto che non si togliesse nuovamente la vita, costringendolo ad aspettare altri anni e fargli così perdere – forse – ogni speranza di riavere il suo corpo integro.
Poteva ancora mischiarsi fra gli umani con l'aspetto del giovane Nobile Kai, ma non sapeva fin quando ci sarebbe riuscito.

<i>Padron Houkou, non può rischiare di perdere così il suo corpo. Siete un demone potente! Non potete permettere allo stupido orgoglio di distruggervi e dar così modo ai vostri fratelli di avere la meglio!

Ci sono tante fanciulle pure nel Kyushu, Padron Houkou!</i>

Lo sguardo scarlatto del demone fulminò quegli spiriti del fuoco fauto – uno degli elementi che caratterializzavano il potere delle sue quattro code - . Poggiò il capo al tronco dell'albero dietro di sè e sospirò mentre un lieve venticello accarezzava i suoi lunghi capelli corvini e il kimono rosso.
«Non mi sembra di avervi mai dato il permesso di darmi un parere» fece «dovete servirmi e nient'altro: chiaro?»
i due spiritelli tremarono appena sapendo che – nonostante il suo corpo di carne non fosse più quello di un tempo e il loro signore sarebbe potuto divenire un'essenza di solo spirito – era abbastanza forte da farli svanire nel nulla.

<i>Chiediamo perdono, mio signore...</i>

Houkou si lasciò scappare un sogghigno divertito «Forse è arrivato il momento di andare a fare visita al nostro frutto proibito»

«Hikari - Hime!
Hikari - Hime!»
Quella mattina il sole splendeva luminoso e alto nel cielo del Kyushu.
La principessa era sola sotto quei raggi cocenti e senza il suo ombrellino!
Una brava ancella non avrebbe mai dovuto permetterlo, sopratutto se la sua signorina era cagionevole di salute.
Quella pelle candida e quegli occhi di un verde così chiaro ne avrebbero risentito!
Erano bastati due minuti di distrazione per perderla di vista in quell'enorme villa del fratello minore dell'imperatore.
«Il signore e la signora mi uccideranno se accade qualcosa alla principessa!» ansimò mentre il passo si faceva sempre più veloce nel percorrere l'immenso giardino.
Finalmente in lontananza, in piedi dinnanzi al possente albero di ciliegio appena fiorito, scorse l'esile e slanciata figura dai lunghi capelli nocciola della sua padrona.
I capelli quasi toccavano terra – e forse era esagerato averli così lunghi – ma nelle nobildonne orientali era quasi un obbligo portarli così. Dava loro un aspetto quasi divino e Hikari era così bella che non ci sarebbe stato da stupirsi se un giorno l'imperatore avesse voluto renderla sposa del principe imperiale ereditario.
Quale principe sano di mente non l'avrebbe voluta in sposa, infondo.
«Hikari - Hime» sorrise avvicinandolesi con un lieve affanno.
La principessa si voltò a guardarla con stupore, distogliendo lo sguardo dal possente albero.
Allungò un dolce sorriso sul pallido volto mentre ancora carezzava la corteccia che le aveva leggermente graffiato la mano. «Scusami, Sakura - Chan. Sono corsa qui senza attenderti o avvisarti»
«Oh... non dovete farvi pensiero per m - » ma le parole dell'ancella dai corti capelli neri si bloccarono alla vista di quel palmo appena arrossato. Sussultò e si protese ad afferrarglielo «Hime! Non dovreste ridurre così le vostre splendide carni. Le mani sono una parte del corpo importante per una donna! Un uomo è da esse che si accorge di che persona voi siate.»
La principessa rise d'istinto a quella frase «Tendi sempre ad esagerare, mia cara amica»
Sakura arrossì appena d'imbarazzo e allontanò le mani da quella della sua padroncina «Chi - chiedo venia, signorina»
Hikari le riprese una mano fra la sua e scosse il capo «Che ne dici di entrare a prendere un bel té verde?! Sai che mi piace solo come lo fai tu. E dopo potremmo andare a fare una passeggiata fuori dalle mura del palazzo. Ai miei genitori fa piacere se prendo aria e parlo con la gente, basta che non stia sola.»
La ragazza di bassa statura ma di qualche anno più grande della principessa allungò il sorriso e annuì lasciandosi quasi trascinare alla dimora dall'altra.
Houkou sorrise in piedi su di un ramo dell'albero che fino a poco tempo prima stava facendo compagnia alla sola principessa: a quanto pare era arrivato un po' tardi ma poco importava.
«Trovata.»



 
 
 
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