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Gocce di sangue caddero sul pavimento.
Rivoli di lacrime percorsero le sue guance.
In testa telegrammi di una vita che appare come un film.
Gli occhi affogati nel vuoto.
Bocca chiusa, capace di non emettere il più flebile gemito.
Le gocce di sangue si espandevano sul pavimento, lì restavano a seccare.
Il vuoto prendeva a mangiare spazi della casa, e come se non bastasse era sola e la solitudine era insopportabile.
Guardó un attimo lo spigolo della finestra e poi il piccolo vaso dove un fiorellino innocente stava attecchendo.
Noi siamo come quel piccolo fiore.
Nasciamo da un seme colmo d'amore
Cresciamo.
Sbocciamo, e alle volte i nostri petali sono talmente belli da essere distrutti così presto.
Moriamo.
Scompariamo, ma restiamo nel cuore delle persone che ci hanno voluto amare.
Diciamo Addio alle cose belle, chiudiamo una porta, ci lasciamo indietro tutto senza avere rimpianti e se arrivano li dimentichiamo prima che ci costringono a guardare la realtà: noi siamo stati solamente cenere.
Cenere siamo stati e cenere ritorniamo.
E mentre il sole consuma il pomeriggio una vita muore.
Una vita che avrebbe potuto ancora dare tanto.
Una vita preziosa.
Come le piccole gocce rosse che ella sta versando.
Il tramonto tinteggia le sfumature degli angoli della casa e colora di arancione le gocce di sangue.
Una mano appoggiata a terra.
L'altra stretta a pugno al petto.
Le ginocchia piegate per terra.
Il respiro affannoso.
Poi flebile appena udibile.
Le gocce di sangue si fermarono dall'increspatura delle sue labbra, restandoci come un rossetto.
Adesso il respiro era uno spiraglio.
La sua figura stesa a terra.
Un lieve movimento.
Le gocce di sangue ora diventate lago le sommersero la chioma castana.
Si depositarono nelle ciocche.
Lì rimasero, come la scarica di tensione che aveva appena abbandonato il corpo della ragazza.
Era finita come il tramonto.
E la sera intanto si apprestava ad iniziare senza lei.



FINE