Dirsi arrivederci fa sempre male...inqualunque modo e in qualsiasi situazione...dedicata a carlo.
Conclusa: No
Fanfiction pubblicata il 24/08/2004 21:44:22
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CAPITOLO UNICO
Piove. Le gocce cadono imperterrite sui vetri, come lacrime inespresse del cielo. anche tu soffri di malinconia, come me? Martedì, che giorno infausto..poso gli occhi sulle valige già pronte che sembrano ricambiare il mio sguardo con muta rassegnazione. Zia é vicino al tavolo, mi parla animatamente, cercando una risposta che non sia un grugnito o un semplice sospiro. "Non voglio andare via" sussurro piattamente, stando ben attenta a non farmi sentire. Lo sanno. Tutti sanno che non voglio lasciarlo, che non voglio separarmi da lui, perché sarebbe come lasciare una parte del mio cuore. Il monotono tintinnio della pioggia si trasforma ben presto in uno scroscio, senza argini ad ostacolare il pianto del cielo. il pomeriggio avrei potuto vederlo...avremmo potuto darci il bacio d'addio, con tutta la passione di una coppia giovane, innamorata...invece questa fantasia sicura da cui osavo trarre speranza si é dissolta come neve al sole, quando un campanello si é messo a trillare.
- ciao, siamo noi -
Alberta, Fabrizio e Carlo sono entrati sorridenti. Volevano salutarmi.
- Noi andiamo a Sant Vensan e poi ad Aosta. Non ci vediamo più quindi ci salutiamo adesso! -
Ho sentito in me qualcosa cedere...la diga che fino a quel momento aveva arginato le lacrime si stava rompendo, lasciando che il fiume di nostalgia salisse a irrigare gli occhi. "Non devo piangere...non adesso..." mi morsicai le labbra così forte da farmi male, mentre cercavo nello sguardo di Carlo una muta conferma....tutto era reale...li ho baciati, uno a uno, con sorriso forzato, senza una parola in più del dovuto. temevo che la voce mi si spezzasse...zia li accompagnò all'uscita e io corsi in bagno, quella tristezza che non poteva più essere nascosta, quel cuore già dilaniato dalla malinconia...scoppiai in un pianto silenzioso, troppo vergognosa della mia tristezza, della mia esagerata emotività...Nessuno mi venne a chiamare...forse avevano intuito che piangevo e volevano lasciarmi sfogare....ritornai in cucina più tardi, con il volto paonazzo e gli occhi gonfi. Zia fece finta di niente e mi chiese se avevo voglia di aiutarla a cucinare i gnocchi. Annui. Che avevo da perdere? E adesso sono qui ad aspettare che il campanello trilli di nuovo, che mia mamma mi riporti a casa..."Non voglio". Sposto lo sguardo al Cervino coperto da una spessa coltre di nubi...sembra che tutta la natura pianga con me...l'ho già lasciata una volta, tanti anni fa, quando fui portata via da mamma, con una semplice spiegazione...
- Abbiamo venduto la casa...dì ciao ciao ad Antey! -
Ed io ero rimasta con il naso incollato al finestrino, mentre venivo portata via da un paradiso che non sarebbe più tornato...mentre venivo portata via da un mondo di sogni....dalle mie montagne...le stesse che hanno ospitato lo sbocciare di un nuovo amore, nato tra due dei loro figli che già da bambini giocavano insieme riparati dall'ombra sicura di quei giganti, oppure tra i loro manti d'erba setosa....ed é giunto di nuovo il momento di andarsene da tutto questo...una lacrima esce fuggitiva dall'occhio destro e rotola giù per la guancia. Sono certa di sentire che le montagne stanno piangendo con me.
Fine
Ehilà gente! Più che una fic é uno sfogo bello e buono perché tutto questo é successo oggi, martedì 24 agosto.Ho pianto cm una fontana! Voglio Caaarlooo!!!ç_ç