Fumetti e Cartoni non giapponesi
creata dalla serie "MARTIN MYSTERE" (MARTIN MYSTERY):
"DAVVERO MI AMI?"
una fanfiction di:

Genere:
Sentimentale
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Martin e dyana...sarà amore?

Conclusa: Sì

Fanfiction pubblicata il 24/11/2004 00:34:27
 
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15/11/2004 Martin Mistère



Capitolo unico



Una ragazza passeggiava tranquillamente per il parco della scuola.

Stava cercando un posto tranquillo per pensare. Già, doveva fare chiarezza nella sua vita. Non aveva problemi di natura scolastica, con una media alta come la sua, era l'orgoglio del preside, grazie anche alla sua particolare predilezione per le materie scientifiche, in cui riusciva più che bene.

No, quella in cui doveva mettere ordine era la sua vita sentimentale. Si atteggiava a grande sapientona in tutto, ma per ciò che riguardava i ragazzi era davvero ignorante. Cioè, aveva avuto diverse storie da quando frequentava quella scuola ma non aveva mai potuto definirsi veramente innamorata. Almeno fino a quel momento. Ebbene sì, ora poteva davvero dire di essere innamorata. Mai avrebbe pensato di poter cadere nella trappola dell'amore proprio per lui, il più impensabile tra i tanti ragazzi esistenti al mondo, il ragazzo più pazzo, più esaltato, più maniaco, più fuori di testa che avesse mai conosciuto, ma che sapeva essere anche il più divertente, il più dolce, il più sensibile!

No, non poteva mentire a se stessa, aveva sempre avuto un debole per il suo collega, ma da lì ad essersene innamorata ce ne passava...Oddio, se pensava a tutte le volte che aveva rischiato di perderlo, non voleva nemmeno ricordare le innumerevoli occasioni in cui aveva messo a repentaglio la sua vita in missione...anche perchè erano talmente tante! Come quella volta in cui si era buttato dal dirupo insieme a Java perchè era sotto l'effetto del canto della sirena - uccello o, ancora, quando aveva combattuto contro quel mostro della montagna che aveva quei tentacoli che ghiacciavano qualunque cosa toccassero, come era successo a Java. Brrr, se ci ripensava sentiva già freddo! Per non parlare poi della volta in cui erano rimasti chiusi nella scatola in cui era recluso quel demone del caos. Aveva visto le pareti farsi più piccole, e stava per perdere le speranze, ma grazie a lui si era ripresa ed aveva lottato per uscirne. Se si perdeva d'animo lui c'era sempre per tirargli su il morale e farle forza! C'era una cosa che aveva pensato quella volta, ma che non aveva mai voluto confessare nemmeno a se stessa...in quella scatola era stata tentata di baciarlo, pensava che la loro fine fosse vicina e voleva sapere come sarebbe stato, cosa avrebbe provato, nell'assaggiare almeno una volta quelle labbra perennemente sorridenti. Sospirò. Fortuna che non l'aveva fatto, altrimenti poi come avrebbe spiegato il suo gesto?! Se l'immaginava "Sai Martin, volevo farlo almeno una volta prima di morire!"? Che figura!

Persa ancora nei suoi pensieri, solo in quel momento si accorse di aver attraversato praticamente tutto il parco e che aveva raggiunto i campi sportivi. Lei era una vera frana, ed affatto sportiva, anche se abbastanza matta da seguire il ragazzo biondo in ogni azione! A pensarci bene lei riusciva nello studio come Martin riusciva nello sport...quel ragazzo era negato per lo studio ma se la cavava sempre a scuola e non capiva proprio come facesse!

Uno dei campi di basket era occupato dalla squadra della scuola. Il suo cuore fece una capriola quando si accorse che Martin stava giocando. Non faceva parte di nessun club in maniera ufficiale, ma era la riserva di qualcuno in ogni squadra, mentre alla fine si rivelava sempre il migliore giocatore in campo in ogni disciplina! Ma come faceva? Lo invidiava per questo!Nonostante fosse così impegnato tra la scuola e il Centro, aveva sempre tempo per dedicarsi allo svago!

Esultò quando lo vide andare a canestro scartando facilmente due avversari. Sorrise. Aveva voluto mettersi in mostra perchè c'erano diverse ragazze che assistevano alla partita. Era talmente vanitoso a volte! Eppure poteva ben permetterselo! Insomma...aveva un viso stupendo, due grandi e lucenti occhi nocciola, labbra disegnate ad arte che davano l'idea di essere davvero invitanti e morbide, per non parlare poi del suo fisico asciutto e perfettamente delineato. Gli ritornò in mente quando si era iscritto al corso extra - scolastico di danza classica credendolo un corso per sole ragazze scoprendo alla fine che era un corso maschile. Che risate, però la calzamaglia metteva in evidenza il suo sedere da favola. Mentre lui era scappato, lei era rimasta a guardare i ballerini. Ce n'erano tanti e tutti carini, ma nessuno era come Martin. "Accidenti! Ma perchè proprio di lui mi dovevo innamorare?!" pensò esasperata. Inoltre sapeva di non avere possibilità con lui, andava dietro a tutte, tranne che a lei! No, con lei non ci aveva mai provato! Persino per il capo del Centro dimostrava di avere un certo interesse, invece con lei...uffa! Eppure non credeva di essere così brutta! Certo non andava in giro a mettere in mostra il suo corpo con succite divise da cheerleaders, non faceva la civetta con tutti i ragazzi, ma non si vergognava di questo, lei era una ragazza seria e con la testa sulle spalle, e di questo era fiera! Magari però...avrebbe potuto cambiare look, così forse lui si sarebbe accorto che esisteva anche lei...Si poteva essere belle, oltre che intelligenti! Provare non gli avrebbe fatto male, dopotutto se non avesse funzionato avrebbe sempre potuto tornare al suo vecchio abbigliamento! Ma sì, avrebbe fatto così!

Aveva deciso, quel pomeriggio sarebbe andata a fare shopping e poi dal parrucchiere!

Intanto la partita era finita. Non serve dire che fu vinta dalla squadra di Martin, grazie soprattutto al gioco imprevedibile di quest'ultimo! Che fenomeno! Dyana si accorse che il ragazzo si dirigeva proprio verso di lei. Cominciò ad agitarsi, il suo cuore comincò a battere più velocemente e le ginocchia erano già molli. Si appoggiò alla recinzione che delimitava il campo per mantenersi in piedi.

- Ehi Dyana! Notizie dal Centro? - chiese lui, mentre si detergeva il viso e il collo con gesti lenti. I capelli, solitamente dritti sulla testa, erano leggermente appesantiti dal sudore, e gli ricadevano in parte sulla fronte.

Lei rimase un attimo a fissarlo, inebetita. In tutto ciò che faceva quel ragazzo aveva movenze talmente provocanti!Si chiese come sarebbe stato avere quelle mani che compivano quei movimenti lenti su di lei, sul suo corpo...Tremò. "Adesso mi metto anche a fare pensieri osceni su di lui, sono proprio un caso disperato!" pensò lei, sospirando rumorosamente. Si riscosse quando si ricordò che il ragazzo attendeva ancora una risposta e si accorse che la guardava, confuso.

- Eh?...Ah, no! Nessuna novità, nessuna missione, niente di niente! - rispose con una risatina nervosa e agitando furiosamente le mani davanti al viso.

Martin la fissò sospettoso.

- Ehi, sembravi persa in chissà quali pensieri, a che stavi pensando? - chiese curioso. Lei arrossì ancora di più se possibile. Non poteva mica dirgli "Stavo pensando a quanto è bello il tuo sedere!".

- Io? Oh, a niente, davvero! - Se si fosse guardata allo specchio sarebbe diventata uno dei prossimi studi del Centro, della serie 'Quanto può arrossire una persona senza rischiare di essere confusa con il Sole?'

Martin sorrise maliziosamente al suo indirizzo e lei...si sciolse letteralmente! Ma come faceva a cambiare espressione così facilmente?!

- Ehi, non ti sarai mica innamorata, vero? - chiese ancora più sospettoso. - Ma certo, e scommetto che il fortunato è uno della squadra, sicuramente! - Esclamò battendosi il pugno sulla mano.

Dyana arrossì di collera, in un certo senso ci aveva azzeccato.

- Io non sono innamorata proprio di nessuno, va bene?!E adesso se vuoi scusarmi, devo andare! - esplose la ragazza, furiosa.

- Ma...oggi dovevi aiutarmi con matematica, abbiamo il compito la settimana prossima! - la avvisò Martin. Ma Dyana gli aveva già dato le spalle per poi incamminarsi velocemente verso il parco.

- Mi dispiace, ma oggi ho da fare, facciamo domani, ok? - disse lei, fermandosi improvvisamente. Martin la fissò.

- Ma domani è domenica! - piagnucolò il biondino.

- Se avrai un altro brutto voto in matematica non sarà di certo per colpa mia! - rispose lei, sprezzante.

- Uff! E va bene, a domani! - accettò infine, affranto.

- Ok, alle tre nella tua stanza nel dormitorio! - decise Dyana per lui.



Dyana camminava frettolosamente per le strade della città. Aveva tutta l'intenzione di fare la sua bella figura con Martin e voleva essere al massimo. Era già andata dal parrucchiere e dalla manicure, mancava solo un bel vestito, magari una gonna corta, un capo di abbigliamento che aveva indossato raramente. Stava guardando le vetrine quando qualcuno gridò.

- Al ladro, fermatelo! - la voce proveniva da un negozio di vestiti dall'altra parte della strada. Il cosiddetto ladro stava appunto venendo nella sua direzione. Non ci pensò molto, gli fece lo sgambetto e il criminale cadde a terra come una pera cotta; immediatamente dopo arrivò un poliziotto ad ammanettarlo e portarlo via.

La donna, proprietaria del negozio, li raggiunse.

- Oh, grazie mille agente! Questo brutto ladro aveva rubato l'incasso della settimana! - disse la donna rivolta al poliziotto.

- Non ringrazi me signora, ma questa coraggiosa ragazza! - rispose l'uomo indicando Dyana. La ragazza arrossì e sorrise.

- Ragazza, come ti chiami? - chiese la donna.

- Il mio nome è Dyana, piacere! -

- Io sono Annie!Bene Dyana, vieni con me! - la donna la prese per mano e la trascinò letteralmente in un negozio di abbigliamento.

- Voglio farti un regalo! Scegli pure quello che ti piace di più e sarà tuo! - Dyana guardò la donna meravigliata.

- Ma io non... - tentò di parlare, ma venne bloccata da un gesto di Annie.

- Niente ma, è per ringraziarti, se non ci fossi stata tu chissà dove sarebbero adesso i miei soldi! - sorrise Annie.

Dyana ricambiò il sorriso. In effetti quel negozio era proprio ciò che cercava e se poi il vestito glielo regalava...come rifiutare!

- Va bene! - Si guardò in giro e adocchiò subito un bel completo composto da camicetta nera aderente a cui era abbinata una cravatta argento, e una corta gonna a pieghe, nera anch'essa. Poco dopo uscì dal negozio. Annie aveva talmente insistito che alla fine gli aveva regalato anche le scarpe, la cinta e le calze abbinati al completo. "Proprio una fortuna acchiappare quel ladro!" pensò Dyana, contenta.



L'indomani si svegliò molto presto. Era agitata oltre misura, dopotutto doveva solo andare in camera di Martin e aiutarlo a ficcargli in testa qualche formula matematica cercando di non perdere prima la ragione...Che problema poteva esserci? Nessuno, a parte il fatto che era pazza di quel ragazzo e che ogni volta che lo vedeva era tentata di saltargli addosso! Ed inoltre sarebbe stato il battesimo di fuoco del suo nuovo look! Martin, era sicura, l'avrebbe presa in giro a vita! Poco male, ci aveva provato! Ma da quando era diventata così pessimista?! Insomma...se la cavava in situazioni molto più complicate...era un'agente speciale del Centro dopotutto! Solo che Martin non era un caso da risolvere! E qui ne andava della sua vita sentimentale!

Quando Dyana alzò il viso, sobbalzò letteralmente dalla sedia. Erano già le due e lei non si era ancora preparata. Indossò il completo e si guardò allo specchio. Adesso non era più tanto sicura di volerlo mettere...La gonna era troppo corta, gli arrivava a metà coscia e quella camicia era troppo aderente. In un attimo si riscosse. No, aveva deciso e sarebbe andata da lui e basta! Lanciò ancora un'occhiata all'orologio. Le due e tre quarti, doveva affrettarsi. Indossò il cappotto e uscì dalla stanza. Il dormitorio femminile distava poco da quello maschile, ma era meglio non rischiare.

Arrivò davanti alla stanza di Martin alle tre precise, spaccava il minuto. Bussò con decisione, anche se le gambe le tremavano.

- Un attimo! - sentì rispondere al suo amico dall'interno della stanza.

In pochi secondi la porta fu finalmente aperta.

- Ma quanto ci hai messo? - chiese irritata la ragazza.

- Ciao Dyana, anche a me fa piacere vederti, prego accomodati! - il tono di Martin era ironico. Dyana lo guardò un secondo prima di entrare. Era un'impressione oppure era diverso dal solito? Non lo si vedeva tutti i giorni vestito come un manichino. A ben pensarci non lo aveva mai visto vestito in quel modo. Indossava un paio di jeans neri, una camicia bianca a maniche lunghe e sopra un maglione con scollo a V a maniche lunghe, sempre nero. "Veramente sexy!" pensò la ragazza.

La stanza di Martin era estremamente ordinata, nonostante fosse un casinista nato, e lei si stupiva sempre di più ogni volta che ci metteva piede. Quel giorno sembrava addirittura più pulita.

- Allora, vogliamo cominciare? - chiese Martin, vedendo che non accennava a muoversi.

- Eh?...Oh, sì! Certo! - rispose Dyana, voltandosi verso di lui.

- Vuoi darmi il cappotto? - Come mai era così gentile con lei adesso?

- Va bene! - Con un pò d'imbarazzo slacciò i bottoni e si tolse il soprabito.

Cercò di rimanere indifferente di fronte all'occhiata sorpresa che Martin

gli lanciò. Si sedette quasi subito alla scrivania posta al centro della stanza. L'unico problema, che non aveva calcolato, era che la suddetta consisteva in uno di quei tavoli bassi stile giapponese e, dovendo sedersi sulle ginocchia, la gonna diveniva ancora più corta di quanto già non fosse. "Ma come mi è venuto in mente di vestirmi così?!" si chiese, dandosi mentalmente della stupida. Si riprese quasi subito, quando Martin si sedette davanti a lei poggiando il mento sulla mano. La fissava in modo strano, come se la vedesse per la prima volta.

- Allora, cosa devo cercare di farti entrare in quella testaccia dura che ti ritrovi? - chiese Dyana, sorridente e cercando di rilassarsi.

- Ahahah, davvero spiritosa! Piuttosto, come mai tutta in tiro oggi? - chiese di rimando il ragazzo, accennando al suo abbigliamento.

Dyana vacillò, ma si impose di stare calma.

- Potrei farti la stessa domanda! Comunque questo completo è un regalo - fece cercando di dare un tono indifferente alla frase e aggiungendo un'alzatina di spalle.

- Mmmhh, sarà ma non mi convinci! Non è che hai un appuntamento col tuo ragazzo più tardi? - domandò il ragazzo, malizioso. Che cosa stava dicendo?

Martin alle volte era davvero esasperante.

- Ti ho già detto e ripetuto che io non sono innamorata di nessuno! E adesso mettiamoci a lavoro, altrimenti non finiamo nemmeno per domani! - rispose la ragazza.

- Non mi hai risposto, hai un appuntamento dopo? - insistette lui.

- Martin! - La vena sulla fronte di Dyana pulsava in maniera preoccupante.

- Ok ok,... non ti arrabbiare! - Martin alzò le mani in segno di finta resa.

- Iniziamo con degli esercizi semplici, che probabilmente troveremo nel compito, poi passiamo alla spiegazione delle ultime lezioni, sei d'accordo? - propose lei, più calma.

- Certo! -

Dyana si impose di rimanere concentrata sul lavoro, ma durante

l'ora che passarono a fare gli esercizi, non fece altro che guardare di sottecchi il ragazzo, intento a scrivere sul suo quaderno.

"Accidenti se è bello!Quando è serio è anche meglio!" pensò. Si riscosse e tornò a fare gli esercizi, solo per scoprire che aveva già finito. Per questo tornò a fissare il ragazzo difronte a sè. Lui alzò la testa proprio in quel momento e Dyana sobbalzò.

- Hai già finito? - chiese, guardandola sorridente.

- Certo, non sono mica una lumaca come te! - rispose lei, ironica.

- Umpfs, sempre gentile, eh! Comunque ho finito anche io! -

- Ok, allora passiamo alle spiegazioni! -

- Si, ma come faccio a capirci qualcosa da qui? - domandò lui, indicando il suo posto. Ovviamente avrebbe dovuto sedersi vicino a lei per capire quelli che lui definiva 'strani disegni', riferendosi ai simboli matematici.

- Semplice, vieni a sederti vicino a me! - rispose la ragazza, leggermente imbarazzata.

Il ragazzo non se lo fece ripertere due volte. Allungò il libro dalla parte opposta del tavolino, prese in bocca la penna e cominciò ad avvicinarsi alla ragazza sulle ginocchia, aiutandosi con le mani. Diane fremette a quella vista. In quel momento gli sembrò di stare in un film a luci rosse.

Il ragazzo si avvicinava lentamente a lei con una rosa rossa tra le labbra carnose e...Ma che gli veniva in mente adesso?!Intanto il ragazzo si era seduto vicino a lei e questo la imbarazzò ancora di più. Sentiva il suo profumo maschile e il calore che emanava il suo corpo, tanto era vicino. Meglio cercare la giusta concentrazione per spiegare quella maledetta pagina di formule matematiche.

- Mmh, bene, se non sbaglio la lezione è quella di pagina 328, giusto? - la ragazza cercava con insistenza la pagina sul libro che aveva davanti.

- Si - rispose Martin, distrattamente.

- Ok, cominciamo... - Dyana si lanciò nella spiegazione approfondita della suddetta lezione e Martin ascoltava prendendo appunti e annuendo di tanto in tanto. Passò così un'altra mezz'ora.

- Che ne dici di una pausa? - chiese lui, dopo aver emesso un sonoro sbadiglio.

La ragazza al suo fianco non se lo fece ripetere due volte e dopo aver acconsentito, si alzò dal suo posto. La vicinanza prolungata di Martin gli stava facendo saltare gli argini. Aveva lo stomaco del tutto scombussolato e si sentiva accaldata. Si avvicinò alla finestra che dava sul cortile sul retro della scuola. Grossi nuvoloni si formavano nel cielo e presto sarebbe venuto a piovere. Anche Martin si mise in piedi.

- Vuoi qualcosa da bere? - chiese, vedendo lo sguardo perso della ragazza.

- No, grazie! -

- Insomma, si può sapere che cos'hai? - chiese Martin, spazientito.

- Che intendi dire? - Dyana era sorpresa.

- Che in questi giorni ti vedo sempre più strana, insomma, ti è successo qualcosa? Se vuoi parlarne, io... -

- No, non è successo nulla, tranquillo! - disse lei, con tono stranamente calmo. Lui si preoccupava per lei e di questo era felice ma...

- Va bene, non insisto!Se non ti fidi nemmeno del tuo migliore amico... - Martin buttò fuori quella frase con tono volutamente seccato.

Dyana si voltò nella sua direzione con occhi fiammeggianti d'ira. Possibile? Possibile che non capiva che il problema era lui? Che lei soffriva immensamente per quella situazione? Che si sentiva morire quando lui correva dietro a tutte le ragazze, tranne lei? Possibile che non capiva che lo amava da impazzire?

- Senti, forse è meglio che me ne vada, ok? Riprendiamo domani la lezione! - disse, la voce che tremava. Martin la guardò stupito.

- Ehi, ma che ti prende adesso! -

- Niente, io vado, ciao! -

- No, aspetta... - provò a fermarla Martin.

Dyana recuperò in fretta il cappotto ed uscì dalla stanza del ragazzo spalancando la porta con un gesto secco e, non curandosi di chiuderla, corse via. All'ingresso del dormitorio vide che fuori diluviava, non ci pensò su un attimo e iniziò a correre sotto la pioggia che la bagnò subito fino alle ossa. Corse più veloce che poteva, corse sotto quella pioggia che la faceva sentire più leggera e finalmente potè sfogare le lacrime fino ad allora represse.

Corse fino al parco. Da lontano scorse il gazebo che spesso e volentieri aveva accolto i suoi pensieri. Si sedette sulla panchina e si coprì il viso con entrambe le mani, cercando di recuperare un pò di fiato. Rimase in quella posizione svariati minuti, finchè non udì dei passi risuonare sul sentiero che conduceva alla costruzione.

- Dyana... - la sua voce la fece tremare.

- Vattene Martin... - sussurrò la ragazza voltandosi.

- Guardami... - disse ancora lui.

Lei alzò lentamente il viso. Martin stava in piedi difronte a lei, i capelli scompigliati dalla pioggia e uno sguardo preoccupato.

- Dyana, si può sapere cosa ti è capitato? - domandò lui, avvicinandosi ulteriormente.

- Io...non... - Gli riusciva difficile parlare. E poi, che cosa poteva dirgli? "Non so cosa mi sia preso! Ah, sì, forse è perchè ho capito che sono pazzamente innamorata di te, che stupida, non trovi?!" Dove avrebbe trovato il coraggio di dirgli questo?!

- Insomma, Dyana, mi stai facendo preoccupare! - incalzò lui, ora in ginocchio davanti a lei, la quale voltò il viso da tutt'altra parte. Non poteva guardarlo in faccia, non ci riusciva.

- Ti prego, dimmelo! - Dyana si voltò di scatto per guardarlo in viso. Aveva un'espressione talmente dolce. Scattò in piedi e si avvicinò al limite della costruzione. Si voltò un attimo verso di lui e gli sorrise amaramente tra le lacrime, prima di correre via ancora una volta. Questa volta però lui fu più veloce e riuscì a bloccarla ed a voltarla verso di sè. La pioggia cadeva insistentemente.

- Non scappare ancora, dimmi cosa c'è ed io ti aiuterò! - disse deciso.

- Non puoi aiutarmi! - rispose lei, evitando di guardarlo in viso.

- Ma perchè no...?! - chiese lui, ora arrabbiato.

- PERCHE' SEI TU IL PROBLEMA!Lasciami andare! - urlò lei, rivolgendo al ragazzo un'occhiata fiammeggiante. Lui però non volle mollare la presa.

- Che vuol dire che sono io il problema? - chiese, sbigottito.

- Ti ho detto di lasciarmi! - gridò ancora lei.

- Ed io ti dico che non ti lascio fino a quando non mi spiegherai cosa volevi dire con quella frase! - Martin sembrava più deciso che mai.

- Ma è mai possibile che non capisci? - gridò lei, in preda alla rabbia.

- Non capirò fino a che non sarai tu a dirmi il motivo del tuo comportamento! -

- Ti prego, lasciami! - Dyana lanciò al ragazzo un'occhiata supplichevole, tanto che lui allentò la presa permettendole di liberarsi. Dyana scoppiò di nuovo a piangere e si coprì ancora una volta il viso con le mani. Martin l'avvicinò a sè e l'abbracciò.

- Perchè? - chiese lui, stavolta più dolcemente.

- ...Perchè ti amo! - confessò lei tra i singhiozzi. Il ragazzo la allontanò leggermente da sè e le prese il viso tra le mani.

- Davvero?...Davvero mi ami? - chiese, sempre con quel tono dolce. Dyana non potè fare altro che annuire. - Allora perchè piangi? - La ragazza lo guardò confusa. Ma che andava dicendo? Piangeva perchè non voleva che lui lo sapesse, perchè avrebbe significato rovinare un'amicizia e poi non aveva possibilità con lui!

- I - io... - non riuscì a parlare perchè Martin avvicinò il viso al suo.

- Anch'io ti amo! - sussurrò, prima di coinvolgerla nel bacio più straordinario che avesse mai ricevuto. Lei gli buttò le braccia al collo e si strinse a lui. Ora capiva la sua fama di donnaiolo, baciava da togliere il fiato! Si staccarono a fatica, ormai a corto di ossigeno.

Il diluvio di poco prima si era trasformato in una delicata pioggerella.

- Che ne dici di tornare in camera? - propose lei con tono dolce.

Martin la guardò supplichevole.

- Uffa, ma pensi sempre a studiare tu?! - piagnucolò il ragazzo.

Dyana gli lanciò un'occhiata maliziosa.

- E chi ti ha detto che studieremo! - disse fissandolo in viso.

- Vuol dire che rimandiamo a domani! - disse Martin e l'abbracciò per baciarla nuovamente. Bacio a cui Dyana rispose con piacere.



FINE




FINE
 
 
 
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