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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: DESTINY
Genere: Drammatico, Erotico
Rating: Vietato Minori 18 anni
Autore: sanzina galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/12/2004 19:18:32 (ultimo inserimento: 28/11/06)

“ti amo perché ne ho bisogno. non perché ho bisogno di te”....
 
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PROLOGO
- Capitolo 1° -

I personaggi di questa fanfiction non mi appartengono e sono tutti maggiorenni. Dato il contentuto la lettura è consentita solo ad un pubblico MAGGIORENNE

“Ti amo perché ne ho bisogno. Non perché ho bisogno di te”

-Tanto prima o poi mi uccideranno- avevo detto all’ombra del sogno –Certo ti uccideranno- aveva risposto con voce grave. Mi svegliai di colpo. Le parole angosciose del sogno corrispondevano al vero. Se non avessi accettato le loro condizioni qualcuno avrebbe trovato il mio cadavere in un vicolo o in una discarica o in un pasto qualsiasi di questo vasto e squallido mondo. Forse il killer che mi avrebbe eliminato stava già studiando il modo più semplice ed efficace per guadagnarsi il compenso stabilito. Ero praticamente certo che per lo meno ci avrebbero provato e sulla loro efficienza non avevo motivo di dubitare.
La presenza di Yuri mi calmò. Dormiva al mio fianco, e io lo guardavo cercando di decifrare il mistero sigillato dalle morbide labbra increspate da un sogno. Mi piaceva il suo odore, la sua disponibilità, la sua discrezione, il suo coraggio un po’ folle. Era la medicina che mi aiutava ad andare avanti da qualche settimana, mentre mi dibattevo nel pantano di un dramma personale, del quale non potevo parlare con nessuno, neppure con lui. Il telefono prese a squillare a brevi intervalli nel salotto. Scesi dal letto e passai oltre la stanza illuminata dalla luce che filtrava dalla porta-finestra. I resti della colazione nel vassoio mi procurarono un leggero senso di nausea. Mi lascia scivolare sulla poltrona e presi il telefono.
-Il signor Ziminsky chiede di lei- disse la centralinista con voce allegra.
-Me lo passi- mormorai per non svegliare Yuri.
Ziminsky era il mio segretario personale, una sorta di tutto fare, che il mio adorato nonnino mi aveva appioppato, più che altro per controllare che io non trasgredissi i miei doveri di giovane rampollo non ché presidente della Hiwatari co.
-Il signorino Hiwatari?- domandò esitante. L’emozione l’aveva tradito facendolo inciampare in un lapsus. Ogni volta che mi rivolgeva la parola, sembra cadere in uno stato confusionale, per il quale dimenticava ciò che doveva dirmi.
-Sono io- confermai
-Signorino, ho finalmente l’informazione che le interessa- esclamò
-Me le dia- dissi
-Preferirei inviargliela via fax signorino. Temo non sia sicuro parlarne al telefono e..-
-E allora perché ha telefonato?- l’interruppi.
-Ecco ho appena ricevuto una comunicazione dall’azienda di suo nonno a Tokyo. È richiesta la sua presenza-
-il motivo?- chiesi. Piccolissime gocce di sudore mi coprirono la fronte e desiderai rabbiosamente una sigaretta che però non era a portata di mano.
-Affari importanti, così mi è stato detto. Ma non saprei darle altre informazioni. La cosa la turba signorino?- il suo tono era perentorio
Attraverso la porta della stanza osservai Yuri in una nuova prospettiva che lo portava lontano nello spazio e nel tempo, mentre dentro di me prendevano forma antiche speranze.
-Quando l’ha saputo?- gli chiesi
-l’informazione è certa- disse lui eludendo la mia domanda. Avrei dovuto dubitare del fatto che mio nonno mi rivolesse a Tokyo solo per dirigere degli affari urgenti. Facevo parte della società da malapena un anno, e più che dirigerla, il mio ruolo era quello di far conoscere la mia immagine e il mio status, partecipando alla vita sociale dei grandi uomini d’affari ai quali il caro Hito non mancava di darmi in pasto. Sicuramente c’era qualcos’altro, qualcosa del quale avrei dovuto preoccuaprmi. Ma in quel momento il motivo della mia agitazione era ben altro.
-Bene. Prederò il primo volo, questo pomeriggio. Occupati tu delle prenotazioni-
-Ma è domenica!- esclamò Ziminsky in un pacato tentativo di ribellione.
-Fa niente- dissi
-Vuole che l’accompagni io all’aeroporto?-
-Grazie, no- rifiutai bruscamente. Dentro di me sentivo qualcosa, una sorta di ansia euforica. Il mio era un appuntamento troppo importante, per me unico. –Le sono molto grato, comunque- lo liquidai. Tolsi la comunicazione, mi alzai, ritornai in camera da letto e presi a vestirmi in silenzio. Sbirciai l’orologio:Mancava poco a mezzogiorno.
-Perché ti vesti?- domandò Yuri completamente sveglio. Mi guardava di sotto in su con fare provocante e sensuale. Era disteso su un fianco, il busto appena sollevato, la faccia appoggiata al palmo della mano, il gomito puntellato al letto.
-Mi vesto perché è mezzogiorno- mentii
-Non per andare all’aeroporto?- interrogò con la stessa voce provocante.
-Anche per andare all’aeroporto- ammisi. –Hai sentito?- aggiunsi alludendo alla telefonata.
-Tutto- rispose lui.
-Vuoi sapere anche la versione dall’altro lato del filo?-
-Se un giorno ne avrai voglia- disse –mi racconterai tutta la storia-
Gli sorrisi e lo baciai –Ti adoro- sussurrai.
-Ci conosciamo da parecchio, ma siamo insieme da molto poco- replicò lui –I tempi brevi portano alla luce solo l’aspetto bello della vita, non trovi?-
-Può darsi- concessi per non imbarcarmi in un lungo e complicato discorso.
-Non sembri molto convinto-
-Niente mi convince da qualche tempo- confessai –tranne il nostro presente. Io e te. Qui. Adesso. In questo istante-
-Allora il presente di cui parlavi un attimo fa è già passato- obiettò lui per puro spirito di contraddizione. –è già tra le cose che non ti convincono- rincarò la dose, e io non potevo negare che avesse ragione. Le pagliuzze color ghiaccio brillarono nei suoi occhi.
-Mi impegni con pensieri troppo profondi- scherzai con una punta d’imbarazzo.
Yuri capì e cambiò discorso.
-Quando tornerai?-
-Il più presto possibile-
-Forse ti aspetterò- scherzò, mentre si stiracchiava tra le lenzuola. Ci baciammo ancora. Quando presi dal cassetto del comodino il mio dranzer per infilarlo in tasca. Erano passati tre anni dall’ultima volta che l’avevo lanciato, e nonostante non fossi più un blader, dranzer rimaneva sempre la cosa più preziosa che possedessi .
Yuri si voltò fingendo di cercare qualcosa dall’altra parte. In realtà non aveva nulla da cercare e mi lasciava libero di celebrare il mio rito quotidiano.
-Ci vediamo presto- dissi incamminandomi verso la porta.
-Sei proprio il mio tipo- dichiarò raggiungendomi. Mi girò intorno imitando un cronista che commenta una sfilata di moda. –Modello affascinante- dichiarò –figura elegante, capelli corvini striati d’argento, sguardo fiero e pieno di forza, mento deciso-
-Dai, devo andare- Cercai di farlo smettere.
-Indossa un lunga cappotto nero, degno del suo stile, perennemente sbottonato, tuttavia è di marca, da bravo Hiwatari, il signorino tiene alla classe- proseguì ironicamente –Volto pallido,espressione seria ma arrogante al contempo, occhi di un gelido color ametista, sguardo intenso-
-Eddai piantala- dissi abbracciandolo –io non saprei descriverti-
-La cosa potrebbe offendermi- disse piano, stringendosi a me. Sentii il suo corpo semi nudo contro il mio e provai un desiderio ardente di possederlo.
-vuoi?- sussurrò lui. era un’offerta irresistibile alla quale tuttavia seppi resistere.
-tornerò presto- dissi allontanandolo da me. Dovevo andare. Dovevo capire una cosa, per tentare di salvare la mia vita.
-Certo- sorrise Yuri, aprendomi la porta. Ma era cambiato e mi guardava con amarezza, come si guarda qualcuno che ha perso la sua grande occasione.

Il portiere del Grand Palace, dove mi ero insediato al mio ritorno dal Giappone, dopo la conferenza stampa con la quale avevo annunciato il mio ritiro dal mondo del beyblade, mi consegnò due messaggi: due chiamate da Tokyo. Evidentemente Hitoshi voleva ricordarmi l’appuntamento con i legali per completare le formalità riguardanti la mia uscita dalla BBA. Un soprassalto affettivo da parte dei miei ex compagni di squadra era improbabile: dopo la mia partenza non li avevo più sentiti, e io, con il mio degno carattere, non avevo fatto nulla per rintracciarli. Anche se il motivo vero era un altro.
-Posso esserle utile?- s’offrì il portiere che sapeva di poter contare sulla mia generosità che, dopo tutto, non mi costava certo dei sacrifici. Il denaro che possedevo sembrava illimitato (beato te nda)
-Si può essermi utile- dissi. Feci scivolare una banconota da cinquanta rubli sul bancone e aggiunsi –Vorrei che prelevasse i miei bagagli dal mio appartamento,e li caricasse sulla limousine. E poi gradirei che se qualcuno domandasse di me, lei non gli riferisca dove sono andato-
-Non ne dubiti signore- esclamò con entusiasmo mentre il biglietto scompariva come nel gioco di un prestigiatore
-A che ora parte il suo volo signore?-
-Tra meno di un ora! Perciò si sbrighi con i bagagli!- sbottai con tono aggressivo
-Certo signorino Hiwatari, subito- lo vidi allontanarsi verso l’ascensore. L’idea di distribuire ordini a destra e a manca, stava cominciando a diventare un’abitudine che una volta non avrei mai creduto potesse appartenermi.
Feci vagare lo sguardo per lo stanzone, mentre la limousine mi aspettava all’ingresso. Stavo per lasciare Mosca per tornare nel luogo dal quale ero praticamente scappato. Stavo per tornare a riprendermi ciò che volevo, e avevo sempre reputato mio di diritto.

Voilà, che ne verrà fuori non lo so, intanto vi lascio con questo antipastino introduttivo.
Un bacione
Owari

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (0 voti, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
Rif.Capitolo: 33
key91
03/03/11 11:34
L ho finita sono commossa davvero bellissima l ho amata! Volevo sapere come andava a finire ma al tempo stesso non sarei mai voluta arrivare alle conclusione! Grazie!
D'accordo con il commento: 1 si - 0 no, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 1
key91
28/02/11 19:24
adoro la tua fanfic!!!!!!! sn solo all'11 capitolo ma cavolo non smetterei mai di leggere!!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 33
chy
04/02/10 17:40
Una delle ficpiù belle che io abbia mai letto! Anche se, a parer mio, non può battere The Devil of Russia...
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