Mentre aspetto di pubblicare la fine della fic su Slam Dunk, vi propongo una nuova storia su Ranma 1/2, scritta ieri in mezza giornata giusto perchè non avevo nulla da fare, e anche perchè quando hai l'ispirazione, è imperativo buttare giù quello che hai in mente, anche se fa schifo!^^'
Buona Lettura!^___^
UN GIORNO DI PIOGGIA
Capitolo unico
In casa Tendo si udiva solamente in rumore della televisione accesa.
Soun e Genma erano occupati nella solita partita a shoji, mentre Kasumi preparava del tè e la signora Nodoka invece era indaffarata con la ricetta di un dolce. Nabiki era sicuramente in camera sua a calcolare gli ultimi introiti della settimana di scuola appena conclusa.
Akane sospirò. Guardava fuori dalla finestra. Non sapeva cosa fare. Era domenica e lei se ne stava chiusa in casa invece di uscire a divertirsi con le amiche ma, dopotutto, che cosa poteva fare se non quello, fuori pioveva a dirotto. Odiava le giornate di pioggia!Erano proprio quelle le giornate in cui si annoiava a morte. In più Ranma non era ancora tornato. Era uscito quella mattina presto per andare ad allenarsi...non aveva nemmeno capito bene dove. Ad Akane venne in mente che quella mattina non pioveva e che probabilmente Ranma doveva essere rimasto bloccato da qualche parte dato che non aveva l'ombrello. Ed Akane sapeva bene quanto Ranma odiasse trasformarsi in ragazza.
Si alzò dal suo posto e si avviò lentamente verso la porta d'ingresso. Osservò il porta - ombrelli, notando che al suo interno c'era anche quello di Ranma. Gli sfuggì l'ennesimo sospiro. Avrebbe dovuto andare a cercarlo per portargli l'ombrello? Akane si fece pensierosa. Aveva mille dubbi se farlo o meno. Sarebbe dovuta uscire con quel tempo per portare l'ombrello a quel baka per poi finire a litigare come al solito con lui? Ci pensò un attimo. Nonostante questo pensiero, fugace in verità, la speranza che avrebbe ricevuto un grazie per il suo gesto anzichè i soliti insulti la fece smuovere ad indossare in fretta il cappotto impermeabile. Prese anche quello di Ranma, insieme all'ombrello del ragazzo. Fece per uscire ma per un attimo ci ripensò. Andò in cucina e prese qualcosa, destando la curiosità della signora Saotome.
- Io esco, torno presto! - urlò per farsi sentire da tutti.
Nodoka giunse all'ingresso solo per vedere la porta chiudersi. Udì il rumore degli stivaletti da pioggia di Akane picchiare con ritmo di corsa sul vialetto d'ingresso. Guardò l'appendiabiti e il porta - ombrelli. Sorrise. Quella ragazza era un vero tesoro!
Ranma sospirò. Possibile che tutte le sfortune dovevano capitare a lui?
Quella mattina era uscito per andare ad allenarsi in pace in montagna. Aveva intenzione di ritornare per sera. In realtà non era tanto all'allenamento che pensava, quanto alla decisione che da troppo tempo rimandava. Un pensiero gli ronzava in mente ormai da ore. Beh, a dire il vero era una cosa a cui pensava da quasi due anni.
Steso sul prato del parco pensò che l'allenamento in montagna era andato a farsi benedire. Ma questo non lo preoccupava affatto. Piuttosto lo assillava quella domanda...
Cosa doveva fare con Akane?
I loro genitori avevano deciso che si sarebbero sposati. I loro genitori avevano deciso che avrebbero ereditato la palestra dei Tendo e che l'avrebbero mandata avanti insieme. I loro genitori avevano deciso che dovevano sposarsi subito per sfornare un erede, ed imparare le tecniche segrete del maestro Happosai prima che il vecchiaccio tiri le quoia!
In poche parole avevano deciso tutto i loro genitori.
Ma loro?
Ranma e Akane cosa volevano?
Quando si erano conosciuti lui era trasformato in ragazza. Si erano battuti quello stesso giorno, nella palestra Tendo. Gli era dispiaciuto doverle rivelare che a batterla era stato un ragazzo, soprattutto dopo che Akane le aveva confessato che non avrebbe sopportato l'idea di essere stata sconfitta da un uomo. All'inizio il loro rapporto era solo di odio. Lui l'aveva vista nuda e lei lo aveva steso usando il tavolo del soggiorno come uno schiacciamosche.
Da allora erano maturati, anche se i litigi erano comunque frequenti, prima erano all'ordine del giorno, mentre adesso resistevano addirittura due giorni senza insultarsi. Ne avevano passate tante. I loro viaggi di allenamento, i loro spasimanti, tutti i guai che aveva procurato alla famiglia Tendo. Gli sembrava di essere una calamita per questi ultimi!
La sfortuna lo perseguitava. Inoltre c'era la sua maledizione, che frenava il suo istinto ad andare da Akane e dirle cosa provava realmente per lei. Ma era solo per la maledizione o c'era qualcos'altro? Forse non diceva nulla appunto perchè sapeva cosa avrebbe comportato dire ad Akane che l'amava. Ridacchiò. Probabilmente il loro matrimonio sarebbe stato anticipato al giorno dopo quello della sua dichiarazione!
Davvero voleva rinunciare alla sua giovinezza, alla sua adolescenza, per dedicarsi alla palestra e prendersi cura della propria moglie e dei propri figli? E poi Akane avrebbe voluto prendersi cura di lui?
Non lo sapeva. Aveva solo una grande confusione in testa. Ma si disse che era normale per un ragazzo di diciotto anni non sapere che fare della propria vita. Lui sapeva solo che amava le arti marziali indiscriminate più di qualsiasi altra cosa al mondo...Beh, non proprio più di qualsiasi altra cosa...C'era forse qualcosa che amava di più...
Aveva deciso di tornare a casa, considerando il fatto che non avesse ancora bene in mente cosa fare, quando era iniziato a piovere. La sua solita fortuna. Non aveva nè ombrello nè impermeabile, quindi nulla con cui ripararsi.
Dapprima solo poche gocce scendevano dal cielo, poi era venuto giù un vero e proprio diluvio e ancora adesso era tappato in una cabina telefonica, usata come riparo occasionale, a sperare che la pioggia finisse di cadere.
Scosse il capo sconsolato. Il temporale non si decideva a passare e sembrava che volesse continuare ancora per un bel pezzo. Si specchiò nel vetro, ormai si era trasformato in ragazza, tanto valeva uscire da lì e tornare a casa, dove avrebbe fatto un bel bagno caldo, infondo avrebbe beccato solo un po' di pioggia. Deciso questo, aprì l'anta della cabina e prese a correre verso casa Tendo.
Akane camminava sotto la pioggia da almeno un'ora, ma di Ranma non c'era traccia. Aveva provato in tutti i posti in cui pensava potesse essere andato. Da Ukyo non c'era, e nemmeno da Shampoo.
Ridacchiò divertita. Non credeva che Ranma sarebbe stato così pazzo da andare a casa di Kodachi.
"Quando lo trovo lo uccido, giuro che gli faccio passare la voglia di farmi preoccupare così!"
La ragazza si fermò in mezzo alla strada, guardandosi gli stivaletti rossi e facendosi pensierosa. In un attimo gli ripiombarono addosso tutti i suoi problemi. Aveva quasi diciotto anni e da tempo ormai si domandava che cosa ne sarebbe stato di lei... della sua vita...e di Ranma.
Quando i loro genitori avevano deciso di farli fidanzare, si era opposta con tutta se stessa, decisa a non darla vinta a suo padre. Non voleva un ragazzo...non voleva un fidanzato...men che meno voleva un marito.
Che poi si fosse accorta che Ranma era davvero carino...No, era davvero bello...era un'altra storia, ma all'inizio lo aveva giudicato solo un arrogante, un presuntuoso, un testardo e chi più ne ha più ne metta.
Quando invece aveva iniziato a conoscerlo nel carattere, non aveva potuto evitare di innamorarsi di lui. Adorava la sua forza, la sua testardaggine, la sua dolcezza e, in taluni momenti, anche la sua timidezza. Chissà perchè, tutti quelli che dapprima aveva visto come difetti, alla fine erano risultati per lei solo dei pregi. L'immagine del ragazzo le comparve nella mente.
Inoltre una ragazza normale, come lo era anche lei, non poteva non notare la bellezza di Ranma.
Quante volte a scuola aveva sentito le sue compagne fare diversi apprezzamenti su di lui, proclamandosi gelose e invidiose per via del suo fidanzamento con il ragazzo più bello e ambito della scuola.
Per quello che la riguardava, la cosa che più le piaceva di Ranma erano i suoi bellissimi e intensi occhi blu. Ogni volta che lo guardava negli occhi le sembrava di impazzire e il cuore cominciava a galopparle nel petto, mentre sentiva uno strano calore invaderle il viso e il corpo.
Già, lei era fortunata a poter godere - a detta di quelle oche - del fisico statuario di Ranma.
Ah, se solo avvessero saputo che non si erano mai nemmeno baciati!
Ogni volta che le facevano domande sulla loro storia, aveva risposto che non erano stati loro a decidere il fidanzamento, ma i loro genitori e che non aveva nulla da raccontare. Ripeteva quella scusa da quasi due anni, ormai più per abitudine, non perchè ci credesse davvero. La verità era un'altra. Amava Ranma e avrebbe volentieri passato la sua vita con lui. Da una parte la loro immensa timidezza ed il loro smisurato orgoglio impediva ad entrambi di fare la prima mossa. Nel loro rapporto per ogni passo avanti ne facevano dieci indietro. Voleva davvero sposare Ranma, se solo...
- Se solo non fossero così stressanti quei due... - mormorò a se stessa.
Ovviamente con 'quei due' si riferiva a suo padre e a quello di Ranma.
Poi sorrise. Se non fosse stato per loro probabilmente starebbe ancora ogni mattina a fare a botte con tutta la scuola per evitare di uscire con i ragazzi e, cosa più importante, non avrebbe mai potuto conoscere Ranma.
"Però era un buon allenamento!" si disse, divertita.
Akane riprese a camminare, dirigendosi verso il parco.
Non sapeva nemmeno lei perchè voleva andare lì, ma sentiva che Ranma poteva essersi fermato da quelle parti. Vide una figura correre nella sua direzione. Aguzzò la vista per cercare di indentificarla attraverso quella sottile pioggia incessante.
Si fermò all'istante quando si rese conto che era proprio Ranma a venirgli incontro. Era bagnato dalla testa ai piedi, i capelli rossi erano appesantiti e gli ricadevano a ciocche sulla fronte, piegandosi sotto il peso dell'acqua.
Anche lui si era fermato e la guardava stralunato e sorpreso, con quei suoi meravigliosi occhi blu.
Akane sorrise, arrossendo leggermente.
Ranma pensò che Akane aveva proprio un bel sorriso.
Akane si avvicinò a lui porgendogli l'impermeabile e coprendogli momentaneamente la testa col suo ombrello.
- Scusami se ho fatto tardi, ma non riuscivo a trovarti... - disse Akane, accennando al fatto che si era trasformato in ragazza.
Ranma scosse il capo, come a dire che non aveva importanza. Si grattò la guancia con un dito, cosa che faceva sempre quando era imbarazzato.
- Non importa...ma non dovevi farlo... - rispose Ranma, indossando l'impermeabile che gli stava grande, dato che adesso era una ragazza, e aprendo l'ombrello. Il suo era molto più grande di quello di Akane e poteva tranquillamente riparare due persone.
- Ti prenderai sicuramente un raffreddore, sei bagnata come un pulcino... - aggiunse, guardandola dolcemente.
Akane stava per rispondere alla provocazione di Ranma, ma era rimasta spiazzata dalle sue parole.
- Anche tu non sei proprio asciutto. - gli disse, ironica. Fece una pausa. - Ah...Quasi mi dimenticavo!Ecco, tieni!Tanto un po' d'acqua in più non ti farà di certo male... - Akane mise una mano nella grande tasca dell'impermeabile rosso e tirò fuori un piccolo termos verde che porse al ragazzo. Ranma lo aprì. Era acqua calda. Vide un leggero fumo formarsi appena tolto il tappo, forse per il contrasto con il freddo all'esterno.
Akane vide gli occhi della ragazza col codino illuminarsi prima che di versarsi addosso il contenuto del termos.
Assistette come ipnotizzata alla trasformazione di Ranma in ragazzo. Crebbe in altezza, sovrastandola, la stoffa degli abiti si tese, aderendo al fisico prestante del ragazzo, i capelli divennero di un nero intenso. Però quei meravigliosi occhi blu erano sempre lì.
Nonostante ormai fossero migliaia le volte in cui l'aveva visto cambiare forma davanti a lei, tutto questo ancora la stupiva e la affascinava profondamente. In quel momento, non sapeva perchè, era anche più intrigante del solito.
- Oh...Così va meglio! - esclamò lui, sorridente.
- Beh, forse...forse è meglio che andiamo, devi farti un bel bagno caldo se non vuoi ammalarti... - disse la ragazza, cercando di togliersi dalla mente quei pensieri e incamminandosi nella direzione opposta. Si fermò notando che il ragazzo non la stava seguendo.
- Ranma? - lo chiamò. Lui le sorrise, raggiungendola subito dopo e affiancandosi a lei.
Percorsero la strada in silenzio, ascoltando solo il rumore della pioggia che cadeva, ora più leggera.
Giunsero davanti al grande portone di casa Tendo, riparandosi sotto la tettoia e tremando un po' per il freddo.
- Ha quasi smesso... - disse Akane, alzando gli occhi al cielo.
- Già... - Ranma non stava guardando il cielo, bensì Akane che fissava le gocce di pioggia cadere a terra per confondersi con le altre. Sembrava che il tempo si fosse fermato, era bellissima in quel momento. Non sapeva cosa fare. In verità avrebbe voluto dirle tante di quelle cose, ma a quel punto era indeciso se parlarle o meno.
Ranma la guardò negli occhi, i meravigliosi occhi castani di Akane.
Il ragazzo si prese un attimo per pensare. Non era ancora il momento per dirle tutto. E poi il suo coraggio si sarebbe esaurito con la mossa che stava per fare e per la quale sapeva che altrimenti non avrebbe trovato mai più il coraggio. Le accarezzò teneramente una guancia, si chinò su di lei e la baciò delicatamente sulle labbra per qualche secondo. Si scostò e le sorrise dolcemente.
- Grazie! - sussurrò. Lievemente divertito, notò il viso di Akane arrossarsi deliziosamente sulle guance mentre lo fissava ad occhi sgranati.
Ranma la trovò estremamente tenera, così imbarazzata.
Akane vide Ranma aprire il portone, attraversare di corsa il vialetto e infine entrare in casa. Lo seguì, ancora un po' spaesata.
Nokoda sentì la porta di casa aprirsi e andò ad accogliere Akane.
- Akane, bentornata! Hai poi trovato Ranma? - domandò, col suo tono di voce gentile. Akane la fissò in viso. Ranma somigliava molto alla madre e da lei aveva preso anche i suoi bellissimi occhi blu.
Si domandò come facesse la signora Saotome a sapere che era andata a cercare suo figlio. Annuì col capo.
Nodoka sorrise dolcemente alla ragazza, per poi tornare in cucina.
Akane si voltò per guardare fuori dalla porta. La pioggia scendeva ancora, sottile. Un luminoso sorriso comparve sul volto della ragazza.
Era valsa la pena uscire per andare a cercare Ranma.
Dopotutto le giornate di piogga non erano così noiose...!
THE END
Per questa fic mi ha ispirato la sigla di chiusura del cartone stesso, quella in cui Akane porta a Ranma l'ombrello perchè pioveva, ricordate?