torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Detective Conan (Meitantei Conan)
Titolo Fanfic: IN PUGNO UN SEGRETO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: lampada galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/08/2005 21:38:20 (ultimo inserimento: 26/08/05)

e` un giallo...la detective mia, amica di conan/shinici,deve risolvere l`ennesimo caso....chi sara` il colpevole? leggete e commentate please ^_^
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
CAP 1
- Capitolo 1° -

Eccomi di nuovo con una nuova ff…non sapevo se potevo metterla cosi’ l’ho messa sotto Detective Conan. Questa volta mi cimento nei gialli anche se non penso continuero’! cmq, leggetela e mi dite se vi piace. Non sono molto lunghi i capitoli ma spero vada bene cmq!!! Buona lettura e se volete commentate!!!!
-----------------------------

IN PUGNO UN SEGRETO

«”Ore 11:42. Sono sulla scena del delitto. Il corpo è di un ragazzo sulla ventina, alto 1.75m circa, di fisico asciutto, capelli corti castani. È stato ritrovato nello studio del secondo piano con accanto una lettera d’addio per i famigliari”. Ok, Karin, hai registrato tutto?» Domandai alla mia assistente. «Certo… Oh ecco la padrona di casa… la signorina Valtelli Claudia…».
Il mio nome e’ Mia Kamyzua e sono una detective alle prime armi. Quello non era il mio primo caso ma mi risulto’ molto difficile....ma tornando alla mia narrazione....
Vidi arrivare una donna sulla ventina e mi avvicinai.
«Sentite condolianze… mi duole doverla conoscere in un’occasione così triste…» «Grazie per essere qui… anche se era il mio fratellastro, gli volevo molto bene…».
Le cause della morte del poveretto erano ancora sconosciute, anche se si pensava che si fosse suicidato.
«Non posso credere che Ema se ne sia andato… non aveva problemi di alcun tipo… Aveva una ragazza che lo amava e un sacco di amici…» disse Claudia tra le lacrime.
«E' sicura che non aveva nemici…» chiesi poiché essendo in servizio dovevo fare il mio dovere da Holms in gonnella.
«No, non ne aveva…» continuò lei. «Oggi era pure il suo compleanno… ed erano venuti in molti a festeggiarlo…».
Mi allontanai e mi diressi verso i piani superiori, sul luogo del delitto. Il corpo era disteso a terra sul fianco sinistro e teneva il pugno della mano destra chiuso, dal quale fuoriusciva della carta bianca. Mi misi i guanti e lo sfilai a fatica.
«Karin, puoi venire un momento?». C’era qualcosa che non tornava…
«Dov’è la lettera di addio?» le chiesi appena mi raggiunse. Così me la consegnò e cominciai ad esaminarla… «Di sicuro è una carta da lettere vecchia… noti i segni ai bordi?… è stata scritta di fretta, infatti in questo punto, dove dice: “ ormai la mia vita non ha più un senso senza di lei…” le parole “senso” e “ormai” sono quasi illeggibili e molto allungate… e guarda qua in fondo… vedi? Mancano dei pezzi di foglio, come se li avessero strappati. Ora, nella mano destra della vittima ho ritrovato questo pezzettino di carta… ma se li confrontiamo, non sono fatti dello stesso materiale, infatti, si può notare benissimo che quest’ultimo proviene da un foglio per stampante…» e mentre esponevo le mie ipotesi, Karin gironzolava attorno per cercare qualche indizio…
«Michi, dai un’occhiata qua?» e così dicendo stava indicando il polsino della camicia del cadavere. «Vedi qualcosa di strano?». Mi abbassai per notare qualche particolare ma non vidi niente. «qui non c’è assolutamente niente… » «Appunto!» mi interruppe. «Non c’è traccia di sangue… eppure la polizia suppone che si sia tolto la vita con un taglia-carte; e se così fosse, almeno le mani dovrebbero essere insanguinate, ma non lo sono…». «Riunisci tutti i presenti in salotto per favore… è ora di interrogare qualcuno».
Il giorno seguente incontrai la polizia e il responsabile della scientifica. «L’uomo è deceduto intorno a mezzanotte, mezzanotte e mezza, ma non sono stati ritrovati segni d’aggressione o di resistenza… all’apparenza sembra uno di quei casi di 20enni insoddisfatti della vita o deboli di spirito…» mi disse il poliziotto.
«Peccato che Emanuele non era così». «La sorella non pensa assolutamente che si sia ucciso, non era il tipo per fare queste cose e io ritengo che abbia ragione, secondo me è stato ucciso. Il problema è dimostrarlo…» e mentre concludevo mi cadde l’occhio sulle foto del ritrovamento del cadavere che aveva ancora l’arma in mano… «Karin, se tu volessi ucciderti con un taglia-carte e ti volessi colpire alla gola, come faresti?» «prenderei il coltello e…» «Ferma!» la zittii.
«Guardati la mano… per essere sicura della presa e di colpirti con forza tu hai impugnato il taglia-carte con la lama rivolta verso il basso… se noti invece le foto della vittima, la lama è rivolta in su. Strano, non trovi? Un aspirante suicida così disattento…». Qualcosa non quadrava… il pezzo di carta, il coltello… Dopo gli interrogatori, solo tre di tutti gli invitati potevano essere i presunti assassini: la sorella, Claudia, il finanziere e amico Matteo Mottola e la fidanzata Paola Valtelli.

 
Continua nel capitolo:


 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: