Dall'America ritorno qualcuno e sconvolgerà la vita di Kaname e co.
Conclusa: No
Fanfiction pubblicata il 23/11/2006 19:44:56 - Ultimo inserimento 02/02/2007
ABCABCABCABC
PROLOGO
Piccolissima nota prima di cominciare. Devo avvertirvi che io non ho mai scritto nulla su fullmetal panic e che quindi non so proprio come possa andare a finire questa nuova avventura. Punto secondo: io non ho mai letto il manga di fullmetal Panic, mi baso solo sull'anime, quindi quello che non viene detto nell'anime, ma solo nel manga, io non lo so.Altro punto: come genere questa fan fiction sarà orientata più su Fumoffu che su Fmpanic, anche perchè diciamo che io sono "specializzata" nel genere sentimentale - romantico, più che azione - avventura. ^^ . Ecco, con questo ho finito^^ (Era ora! ndTutti T_T chiedo scusa ndErika)
Buona lettura.
Erikuccia, come sempre.
IL FIGLIO DI DON GIOVANNI
America, New York
"Una borsa di studio? A me?"
Una ragazza dai lunghi capelli corvini, lisci come la seta, se ne stava dritta davanti al preside della sua high school con la faccia di chi ha appena scoperto di avere un gemello malvagio.
"Esatto" disse l'uomo, comodamente seduto dietro la sua scrivania. "La cosa ti sorprende?"
"Non dovrebbe?" chiese ancora la ragazza, che nel frattempo studiava con i suoi occhi fiordaliso l'uomo. Era sicura che si trattasse di uno scherzo di cattivo gusto, e lei non desiderava proprio fare la figura della stupida. Non per niente, ma era una parte che proprio non andava bene per lei.
"Non più di tanto. Dopotutto hai voti altissimi"
"Si ma..." la ragazza distolse lo sguardo. Non per timore, ma come faceva a spiegarsi senza il rischio di essere espulsa? I suoi genitori non le avrebbero perdonato un'altra espulsione, dopo le quattro che si era già vista rifilare in un solo anno scolastico. Aveva voti ottimi, questo era certo, ma in due o tre materie li aveva perchè era molto scaltra nel copiare. E poi, si, voti altissimi nelle materie, ma in condotta..."So che ci sono state molte altre persone ad aver fatto domanda. Io l ho fatta solo così, per prova..."
"Mi stai dicendo che non sei interessata?"
"No, affatto. Sto dicendo che non me l'aspettavo. Pensavo che quando avrebbe spogliato le varie domande avrebbe riso della mia, non che l'avrebbe accettata. Se devo essere sincera prof questa storia mi puzza un po'..."
L'uomo rise. Il suo era il compito di un'educatore, questo era vero, ma quella ragazza, con l'espressioni che riusciva a fare, o con l'assoluta sincerità con cui si rivolgeva anche a persone più grandi di lei, lo sorprendevano sempre, ma soprattutto lo facevano divertire. "E va bene...Pensavo solo che un periodo di studio lontano da questa scuola ti avrebbe fatto bene!"
"O_o non ci credo! Lo fa per sbarazzarsi di me!" accusò la ragazza puntando maleducatamente il dito indice.
"Ma almeno non ti espello. Almeno per il momento..."
"Quindi se non accetto è a mio rischio e pericolo, eh?!"
"Mettiamola in questo modo se ti è più congeniale" rispose l'uomo. Poi aprì un cassetto della bella scrivania in mogano scuro e tirò fuori dei documenti "Questo è tutto il necessario che devi firmare, controllare, e ricontrollare se decidi di accettare il viaggio studio"
"Almeno si può sapere la destinazione???"
"E' scritta sul primo foglio..."
La ragazza lasciò cadere il contatto visivo che aveva con il preside e cominciò a scorrere il foglio che aveva in mano, alla ricerca della parolina che le avrebbe palesato quale sarebbe stata la meta di quell'esilio praticamente forzata. Quando finalmente le sue pupille mandarono al cervello l'immagine di quella parola scritta nero su bianco, il suo sorriso un po' sfottente fino a quel momento, divenne un vero sorriso, caldo e contento.
"Tokyo?" chiese, come se non fosse più sicura delle sue capacità intellettive.
L'uomo annuì.
"Tokyo! *_________________________*" ripetè la ragazza, quasi urlando. I suoi occhi ormai non guardavano più l'uomo che avevano davanti, ma sembravano aver fissato un punto verso l'orizzonte, infinito. Tokyo, ripeteva la sua mente. Tokyo, Tokyo, Tokyo.
"Vedo che, se non altro, la destinazione è di tuo gradimento"
"Scherza??? Sono due anni che non vado in Giappone!" rispose la ragazza, riassumendo quell'aria un po' da diavoletta che l'aveva caratterizzata fin da bambine. "Sono mesi che lavoro part time per potermi permettere quattro giorni di vacanza...E adesso ci vado, anche senza spendere un soldo!E poi per...per...SEI MESI??? Ma è meraviglioso!!!"
"Bene, parlane con i tuoi genitori e..." Ma mentre il preside aveva cominciato questa frase, notò che la ragazza stava già firmando tutti i fogli che richiedevano un suo autografo.
"Ehi, un momento...Prima ne devi parlare con i tuoi genitori! Sei ancora minorenne, non puoi mica prendere da sola una decisione come questa! E poi serve anche la loro firma!"
"Stia tranquillo" sorrise soddisfatta "Gli verrà un infarto quando sapranno della notizia. Sono così abituati a ricevere richiami dei professori che non crederanno mai che ho vinto un viaggio studio. Suppongo che anche loro saranno contenti di sbarazzarsi di me."
"Comunque sia, porta questi documenti a casa, falli firmare e poi riportameli, hai una settimana per accettare!"
"Mi basteranno ventiquattro ore" rispose prontamente la ragazza "*_____* Non ci posso credere. Japan *__*!!"
"Bene, dal momento che ti vedo così convinta, ti do anche il materiale sul liceo che frequenterai"
La ragazza prese in mano un depliant su cui c'era la foto di un tipico liceo giapponese in primavera, con i ciliegi in fiore e bla e bla e bla. Ma quando lesse il nome dell'istituto, il suo sorriso divenne ancora più smagliante. "Ah, sarà felice di vedermi! ^^"
"Aya, ma non è magnifico???"
Appena rientrata a casa, la ragazza aveva depositato i documenti e se ne era andata a casa della cugina, dall'altra parte della strada, per dare la buona novella.
"Sakura T_T Vuol dire che mi lascerai sola per sei mesi!" si lamentò l'altra. Era più piccola di lei di un paio di anni, e portava i capelli castani tagliati a caschetto. Era una persona che, al contrario di Sakura, stava sempre per conto suo, era molto timida, e faticava a farsi degli amici.
"Su, dai, non fare così^^ Io sono felicissima di andare in Giappone! Mi mancava proprio casa mia!"
"Uffa!" rispose l'altra "Certo però che è straordinario che abbiano dato a te questa opportunità"
"Lo so, non è fantastico? A quanto ho capito è una strategia del preside per provare a non espellermi"
"Beh, non è una bella cosa da sentirsi dire, no?"
Sakura scrollò le spalle. "Sai che me ne importa? So solo che mi pagheranno il viaggio per il giappone. Mi hanno dato anche una famiglia ospite, ma rifiuterò...Dopotutto ho già chi mi ospita^^"
"Gliel'hai già detto?"
Sakura scosse il capo divertita "Ho intenzione di chiamarla domani sera. Che bello, che bello...Non sono mai stata così felice! Da quando mi sono trasferita qui in america, è la prima volta che starò così tanto in Giappone, a Tokyo poi!"
"Che rabbia! Me la potevano dare anche a me? Anche io voglio tornare a casa!"
"Dai, Aya" la consolò la cugina "Con tutte le doti che avrai, un giorno o l'altro sarai la padrona del Giappone ^_ - quel giorno però, se non vorrai ricordarti degli amici, ricordati almeno dei parenti"
"^_^ Quanto sei scema!" la prese in giro Aya "Però..."
"Però cosa?"
"Sarai pronta a comportarti come una giapponese?"
"Cosa vuoi dire?"
L'altra scoppiò a dire "Che tu, cugina cara, per personalità sei più americana che Giapponese. In Giappone devi seguire certe formalità che qui in america non esistono"
"E' vero!" disse Sakura, che sembrava davvero preoccupata "Dovrò ripassarmi le funzioni di sensei, san, chan, kun e tutta quella roba là..Certo che noi giapponesi non sappiamo proprio come complicarci la vita! Va beh, non sarà un problema. Eviterò di usarli!"
"COSA?" chiese Aya sconvolta "io li uso anche qui in America!! Come pensi di relazionarti ad un ragazzo più grande di te"
"mmmhmm fammi pensare...mumble mumble..Che ne diresti di un <Ehi tu, vecchio!>, potrebbe andare?"
"O_o stai scherzando vero? Ti prego, dimmi che stavi solo scherzando!"
"ma certo!" la tranquillizzò sakura "eviterò di aggiungere vecchio"
"=_= sei un caso senza speranze, lo sai?"
"Si ^^ e ne vado fiera"
"A proposito. Ti hanno già fatto sapere che liceo frequenterai?"
Sakura annuì, marpiona.
"Non dirmi che..."
"^^ il massimo sarebbe se capitassimo anche in classe insieme, sai le risate?"
"Già" disse Aya, senza essere troppo convinta della sua risposta. "Se non altro sarà un'esperienza interessante. Peccato non essere una mosca per vedervi..."
"^_^ se vuoi ti posso mettere in valigia"
"No grazie, non ci tengo. Quindi ormai è deciso. Presto partirai"
Sakura annuì. Poi balzò in piedi e punto di nuovo l'indice verso l'infinito, in una posa plastica. "Giappone aspettami, sto arrivando!!"
*********************
Il giorno dopo...
Giappone, Tokyo.
"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!"
L'urlo di Kaname Chidori fu seguito da un repentino scatto di Sosuke che, senza preoccuparsi del fatto di essere all'interno di una classe di liceo, aveva tirato fuori la pistola.
"Che succede Chidori?" chiese, con lo sguardo attento e vigile.
Per tutta risposta la capoclasse, l'aveva colpito bruscamente in testa. "Metti via quell'arma! Non siamo in Vietnam!"
"m - ma io...Ho sentito che urlavi e..."
"Piccola Kana" disse Kyoko avvicinandosi alla sua amica con un sorriso "Chi era al telefono?"
"Mia sorella Ayame" rispose mestamente chidori, lasciandosi andare sulla sedia. Sosuke rimase in piedi a guardare la scena, senza capirci gran che.
"E perchè allora quell'urlo, se si trattava di tua sorella?" chiese Sosuke. Kyoko, questa volta, diede man forte al soldato, e sottolineò quell'interrogativo.
"Non era per Ayame" rispose Chidori, che aveva l'aria davvero abbattuta "Mi fa sempre piacere sentire la mia sorellina. Non mi è piaciuto il messaggio che mi ha dato"
"Posso chiederne il contenuto?" chiese ancora Sosuke.
Chidori sospirò, in maniera anche fin troppo teatrale. "Mi ha detto che mia cugina ha vinto un viaggio - studio qui in Giappone, al liceo jindai"
"La piccola Ranran?" chiese sbalordita Kyoko "Sbaglio o era un po' che non veniva a farti visita?"
"Due anni" rispose Kaname "Due splendidi, meravigliosi, indimenticabili anni"
"Tu e questa...Ranran...non siete in buoni rapporti? Non vi parlate?" chiese ancora Sosuke
"Sakura, si chiama Sakura. Comunque non è questo. E' solo che..."
"^^ La piccola RanRan è un po vivace" concluse Kyoko "Da bambina, quando abitava ancora qui in Giappone era la bestia nera di tutti i bulli della scuola."
"Suppongo che anche per mia cugina il tuo suggerimento sia quello di trovarsi un ragazzo, vero Kyoko?"
"No, no" rispose questa "La piccola Ranran è una ragazza molto bella, ma non ha bisogno di un fidanzato. Kyoko pensa che nessuno avrebbe mai il coraggio e la forza di stare con una ragazza come Ranran. No, non le serve un ragazzo, ma Kyoko non sa cosa può servirle..."
"Un prete esorcista, te lo dico io" sbuffò Kaname "E poi mia sorella mi ha detto che devo far finta di non sapere niente, perchè Sakura vuole chiamarmi stasera"
"E allora perchè te l'ha detto tua sorella?" chiese sosuke, sempre più confuso "Non sarebbe una buona spia, non sa trattenere un segreto"
"Infatti Ayame non è una spia!" disse Chidori, un po' bruscamente "Sei mesi! Sei mesi con quella pazza scatenata di Ranran!"
"Pazza scatenata?" chiese Sosuke, cominciando a sudare freddo. "In che senso scusa?"
"Oh mio Dio! E quando voi due entrerete in collisione...=_= Non voglio neanche pensare a cosa potrebbe accadere!! Al Jindai ne basta uno di fanatico..."
"Dai su, piccola Kana, adesso stai esagerando!"
"Esagerando? Kyoko ma te la ricordi bene mia cugina???? T_T non so proprio come farò a sopravvivere con quella furia in casa! perchè ha rifiutato la sua famiglia ospite, per stare con me. "
Come aveva già preannunciato Ayame, quella sera Sakura chiamò sua cugina. Chidori si impegnò davvero a fondo per fingere di non sapere niente, ma Ranran era un tipetto abbastanza sveglio per rendersi conto di quando le persone mentivano.
"Dai, tanto so che Aya ti ha già detto tutto, quindi piantala di fare la gnorri" disse Sakura, sbraitando al telefono.
<Cominciamo bene> si trovò a pensare Chidori. Se sua cugina già faceva casino per telefono figurarsi cosa avrebbe combinato dal vivo. Non ci voleva neanche pensare. Era troppo, anche per una persona come lei abituata alla vita frenetica che la convivenza forzata con Sosuke richiedeva.
"E va bene. Che vuoi che ti dica a questo punto ranran?"
"Niente, in effetti" sorrise dall'altra parte Sakura "Però volevo essere sicura che ti fossero state date le indicazioni giuste. E per darti la conferma. Ovviamente ho accettato la borsa di studio. Ancora non posso credere che l'abbiano data a me"
"Suppongo non ci creda nessuno" rispose a brucia pelo Chidori "da quanto so anche nel tuo liceo sei una specie di diavolo, no?"
"Oh cuginetta mia, quanto mi sono mancate le tue ramanzine>_<Non vedo l'ora di essere lì a combinare macelli per farmi rimettere in riga^^"
"Guarda che a me i tuoi casini non sono mancati, anzi...Cerca di nn stravolgermi troppo la vita quando approderai qui in Giappone, e, anzi, vedi di ripassarti come ci si comporta!"
"Si, si, si, me l'ha detto anche Aya!" si lamentò Ranran "Mi metterò a ripassare tutto"
Chidori sospirò: sua cugina avrebbe di certo creato problemi al liceo jindai. Tra lei e Sosuke non sapeva dire chi fosse il pericolo più imminente. Certo, c'era da dire che Ranran non disponeva di armi militari, ma se quei due avessero fatto amicizia, anche Sakura avrebbe potuto entrarne in contatto. Non era un'ipotesi così assurda.
"Comunque...." disse Kaname "Si sa già quando arriverai?"
"Parto tra una settimana a partire da oggi" rispose Sakura. Chidori non potè evitare di notare la nota di felicità che permeava il tono della cugina. Sapeva che Ranran era sempre stata molto attaccata alle sue origini, sapeva che amava il Giappone molto più di quanto amasse New York, e immaginava quanto potesse essere euforica. Da una parte le fece una gran tenerezza, ma dall'altra non potè evitare di pensare che una ranran euforica era molto più pericoloso di una ranran quotidiana. Quegli sette giorni che le separavano sarebbero stati gli ultimi di tranquillità per la whispered.
"Senti Ranran..." esordì Chidori
"Ranran *_* Da quanto tempo non sentivo il mio nomignolo pronunciato in modo così perfetto! Aya non mi ci chiama più ormai, sai? Ah, e Kyoko come sta? Non vedo l'ora di rivederla! Se ne va ancora in giro con la digitale a fotografare il mondo?"
" - _ - ' si, è sempre la stessa" sospirò Kaname. Non aveva senso cercare di convincere sua cugina a comportarsi bene una volta che si fosse trovata nel liceo Jindai. Purtroppo non era nella natura di Sakura starsene ferma in un angolo buona e tranquilla. E così, senza che lei potesse fare o dire niente, Sakura sarebbe atterrata a Tokyo nell'arco di una settimana.
"Kurz Weber!"
La voce tenue e sottile del comandante Testarossa si levò sotto il lieve chiacchiericcio all'interno del sottomarino della Mithril. Il colonnello di origine austriaca alzò lo sguardo dal tavolo dove stava battendo un suo commilitone ad una partita di poker. Erano in pausa, ed ognuno cercava di sfogarsi come meglio credeva. "Si, signore"
Teletha stava sulla porta con la schiena dritta, la testa alta e le mani incrociate dietro la schiena.
"Venga qui, per favore"
Kurz sorrise al suo compagno di poker, chiedendogli di aspettarlo. I suoi anfibi riecheggiarono per la stanza che ben presto si riempì di nuovo di quel chiacchiericcio sereno e rilassato che sembrava fuori posto dal momento che ci si trovava all'interno di un mezzo di trasporto bellicoso.
"Si, signore!" disse il ragazzo davanti al suo comandante, fermandosi sull'attenti.
"Riposo". In quel momento Teletha sorrise dolcemente e di colpo aveva perso la baldanza che dimostrava nei momenti formali della vita all'interno del sottomarino.
"Cosa posso fare per lei?" chiese Kurz con un sorriso divertito.
Tessa arrossì vistosamente, e cominciò a giocare con la sua lunga treccia, come faceva sempre quando si trovava a disagio o in imbarazzo. "Ecco...ecco...io...io....mi chiedevo se...se....se lei....se avesse avuto una comunicazione con....con....con...."
"Sosuke?" suggerrì Kurz.
Dalla bocca di Tessa sfuggì un lieve gemito, come se le dispiacesse l'essere stata scoperta. "Si. Ecco io...."
"E' un po' che non lo sento, colonnello" rispose sinceramente il soldato "Ma suppongo stia bene."
"ah...." rispose Tessa
"Ma è successo qualcosa? Insomma, deve essere richiamato?"
La ragazza scosse la testa, ancora rossa in viso. "E' solo che preferisco non usare i mezzi di comunicazione per....ecco....questioni personali. Ed è un po' di tempo che non fa rapporto"
Kurz sorrise malizioso. Con una ragazza come Chidori sempre a fianca anche lui si sarebbe facilmente dimenticato di fare rapporto alla basa. Ma Sosuke non era come lui. Sosuke era sempre stato un soldato affidabile che seguiva il protocollo puntualmente. Chissà come mai non avesse fatto pervenire sue notizie alla base. Non era da lui: probabilmente non era successo niente che meritasse un rapporto. Kurz sorrise ancora: anche perchè se Sosuke avesse fatto rapporto e dunque parlato con Testarossa, Kaname non ne sarebbe stata di certo contenta. Probabilmente Chidori era l'unica che riuscisse a spaventare davvero Sosuke Sagara.
"Va bene" disse Tessa, rendendosi conto che il soldato era ancora al suo posto, aspettando una sua parola. "Non importa, ero solo curiosa. Può tornare alle sue faccende, signor Weber"
"Si, signore!" esclamò ancora Kurz, allontanandosi.
Kurz tornò al suo posto, sorridendo all'idea di guadagnarsi qualche soldo con le sue abilità di giocatore di poker. Aveva già quasi dimenticato la questione, quando Melissa gli si sedette accanto.
"Sorellina Mao!^^" disse il ragazzo, gettandosi verso il corpo del suo superiore.
Come al solito Melissa dimostrò di avere i riflessi pronti e prima che le mani a polipo di Kurz potessero posarsi su qualche parte del suo corpo, l'aveva già steso con un pugno in faccia.
"Sorellina Mao... T_T" stavolta quella di Kurz non era più un esclamazione, ma un lamento in piena regola.
"Che voleva Tessa?"
"eh??!"
"Il comandante. Come mai ti ha chiamato?"
"ah, niente. Voleva sapere di Sosuke." sorrise Kurz, mostrando un poker d'assi al suo compagno. "Quello ha tutte le fortune e neanche se ne accorge. Due belle donne che gli fanno la corte e lui pensa solo alla roba militare. Non sarà gay, vero?"
Melissa lo colpì ancora. "Non tutti sono dei pervertiti come te!Quanto mi divertirò il giorno in cui una donna che ti piacerà sul serio non ne vorrà sapere niente di te!"
"Sorellina Mao, andiamo, non scherzare. Questo non succederà nemmeno tra un milione d'anni!"