La nostalgia é la più brutta delle malattie...DantexVirgilio
Conclusa: Sì
Fanfiction pubblicata il 30/01/2007 19:48:33
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Semplicemente buonanotte
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Pioveva.
era da due giorni che non smetteva un minuto, l’acqua creava piccoli fiumicciattoli sporchi di terra che ammorbidivano il terreno e procuravano frane.
Il cielo era triste, esattamente come lui.
Lui, che camminava solitario sui terreni fangosi, con i piedi sporchi e carichi di cicatrici, con gli occhi spenti, i capelli castani che si appiccicavano continuamente in faccia.
Scivolò e cadde, ma non si dette premura di rialzarsi.
Strinse il fango tra le dita, con disperazione.
Voleva soltanto porre fine al dolore che gli rodeva il cuore...
E se per farlo cessare doveva morire...bene, avrebbe accettato la bianca falce come una compagna fidata.
Si rimise in ginocchio e fissò la sua immagine nelle pozzanghere...
Quante volte si era specchiato nell’acqua, trovando la sua immagina accompagnata da quella leggermente sbiadita di Virgilio.
Il suo maestro.
La sua guida.
Il suo migliore amico.
La fitta al cuore si fece più acuta e Dante socchiuse gli occhi, storcendo il viso in una smorfia.
- Virgilio... -
Dopo ci fu solo il buio.
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Dante si rigirò nel sonno, cercando di fuggire agli incubi che lo rincorrevano da diverse notti, a causa del dolore e della febbre.
Una coppia di contadini lo aveva trovato in mezzo alla strada e l’avevano portato a casa loro, per curarlo.
Le pocjhe volte che il ragazzo si era svegliato non gli avevano posto domande, avevano pensato solo a rifocillarlo.
- ”Ha degli occhi molto tristi” -
Disse la donna al marito, osservando Dante Dormire da uno spiraglio della porta.
- ”Chi non li ha, di questi tempi” -
Replicò l’uomo, sedendosi accanto al fuoco.
- ”La febbre non gli é ancora scesa” -
- ”Sfido io! L’abbiamo trovato bagnato fradicio in mezzo al fango. Già di grazia che non abbia la polmonite” -
La donna si accomodò accanto al marito, sospirando.
- ”Spero che guarisca” -
Le fiammelle le illuminarono il volto rugoso.
- ”Ce lo auguriamo tutti” -
Dante emise un gemito e si girò nuovamente, ormai in un bagno di sudore.
Era notte fonda e la febbre non aveva ancora accennato a diminuire, anzi, lo tormentava con i suoi incubi più spaventosi.
I due vecchi dormivano già da un pezzo, quando un’alito di vento entrò in casa e spense il fuoco, riportando nella casa il silenzio.
Dalle finestre entrava la luce della luna, che disegnava forme irregolari sul pavimento di pietra.
La porta della camera dove riposava il ragazzo si socchiuse delicatamente, con un leggero cigolio, poi una figura si avvicinò al letto di Dante, camminando come se scivolasse sul pavimento lurido.
Le molle del letto si piegarono un poco, sotto il peso quasi inesistente di Virgilio, che si sedette accanto al suo protetto, con gli occhi azzurri socchiusi.
Gli passo una mano, candida come la neve e avvolta da una leggera luminescenza, sulla fronte, scostandogli i capelli bagnati di sudore.
Dante sorrise nel sonno, sentendo quel tocco fresco che portava sollievo al suo viso bollente.
Il maestro si chinò su di lui e gli soffiò con delicatezza sulle gote, che riacquistarono il loro colore naturale.
La febbre si stava abbassando.
- Sono io... -
Mormorò sommessamente a Dante, con quella voce simile al mormorio del vento.
Il volto del ragazzo si irrigidì per un momento, per poi rilassarsi mentre grosse lacrime cominciavano a scivolare sulle guance, nonostante il cuore fosse ancora avvolto dalla nebbia dei sogni.
- Non ti ho abbandonato...non lo farei mai. Come puoi aver anche solo pensato una cosa simile? Sarò sempre qui accanto a te... -
- Virgilio... -
Mormorò Dante, allungando una mano verso di lui.
Il maestro gli sfiorò la fronte con le labbra.
- Non c’é mai stato un addio...solo un arrivederci. Vivi, Dante. Vivi guardando sempre al futuro...anche se non mi vedi sarò sempre...qui -
Gli toccò il cuore, per dare forza all’affermazione.
- E poi...quando avrai superato il breve confine che ci divide...ti verrò incontro e incominceremo a vivere davvero. Per staera però non ci pensare...stasera ti posso dire solo una cosa veramente importante...buonanotte -
Aspettò ancora qualche momento, finché non sentì il respiro del suo allievo farsi regolare e il suo sonno diventare sereno.
Allora si alzò dal letto e posò le proprie labbra su quelle del ragazzo, che inconsciamente sorrise, poi si allontanò, silenzioso com’era arrivato, e una volta davanti alla finestra scomparve nella luce lunare.
Dante si alzò all’improvviso, con una strana sensazione addosso. Si alzò e si diresse verso la finestra.
Aveva smesso di piovere e il cielo era di un blu vellutato, illuminato da milioni di stelle, che però non riuscivano ad oscurare la bellezza lattiginosa della luna.
Dante la osservò estasiato e per un attimo gli sembrò che sorridesse.
******************Epilogo*******************
Dante era già sulla porta dell’abitazione, quando si voltò per fare un leggero inchino in segno di ringraziamento.
- Avete tutta la mia gratitudine -
Disse ai due contadini, che gli sorrisero bonariamente.
- Dovere -
Rispose il marito, appoggiandogli una mano sulla spalla.
- Ma sei proprio sicuro di non volerti fermare ancora un po’? -
Domandò la donna, preoccupata.
- Sei così pallido... -
Proprio in quel momento arrivò una ragazzina che, ansante, si fermò di fronte alla casetta.
Aveva i lunghi capelli neri raccolti in una treccia che le ricadeva dolcemente sulla schiena e due occhi di un azzurro intenso, dal taglio allungato.
A Dante venne un tuffo al cuore.
Erano gli stessi occhi di Virgilio.
Anche i lineamenti del viso erano simili.
- Ciao Nonno!Ciao Nonna! -
L’uomo sorrise e l’abbracciò.
- Ciao Gemma! -
La ragazza si sciolse dalla stretta e consegnò al nonno un cestello ricolmo di frutti.
- Vi ho portato questi! -
Disse, sorridendo.
Aveva perfino gli stessi denti di Virgilio!
Solo allora Gemma notò Dante.
- E tu sei... -
Disse, inarcando un sopracciglio.
- Ehm...Dante. Dante Alighieri...per servirla! -
La Vecchia osservò ben bene il viso di Dante e sorrise.
- Il giovanotto si ferma a pranzo con noi! -
Disse, ignorando l’espressione stupita del ragazzo.
- Oh... -
Gemma arrossì.
- Allora...piacere..Io sono Gemma! -
Dante le prese la mano e la baciò, com’era d’uso fare a quei tempi.
- Allora ragazzi? Vogliamo entrare? -
Il ragazzo guardò Gemma negli occhi.
- Certo -
Rispose semplicemente.
FINE
NDA
Allora, la storia é ambientata dopo la fine della Divina Commedia, quando Dante deve tornare sulla terra e dare l’addio a tutti, ma naturalmente quello più doloroso é con Virgilio.
Io ho sempre sostenuto che tra questi due ci fosse del tenero e sono sostenitrice della coppia, ma in una maniera delicata...non voglio baci appassionati né rapporti fisici. Il loro amore é bello perché é puro...é semplice...é qualcosa che va ben oltre il rapporto fisico o il semplice innamoramento.
Mi pice vederli così, avvolti in una leggera nebbia, mentre si dicono tutto attraverso il silenzio, attraverso gli sguardi.
La scena finale é verosimile. Dante ha sposato veramente una ragazza di nome Gemma, ma era stato un matrimonio “da contratto” poiché stabilito dal padre quando lui era piccolo. La ragazza era di famiglie nobili, ma per esigenze letterali ho dovuto modificare il loro incontro. Anche la descrizione fisica di Gemma é puramente inventata.
Okay, vi ho annoiato abbastanza!!!Commentino?