// - Capitolo 1° -
Stagione di pazzie, stagione d’amori, stagione di libertà. L’estate con le sue catene spezzate, con i profumi del mare ,con le strade che si riempiono di persone, di canti, di giochi, di acrobatiche danze sul pavimento di una città meravigliosamente eterna, dove il tempo non scorre, dove si sente l’odore del Mito. Io credo che esistano delle città nate appositamente per farsi amare da tutti coloro che incontrano il loro destino e la loro storia. Città splendenti nella volta dell’universo Immemori e immortali, nelle quali è facile giungere, ma poi Impossibili da lasciare. Roma è la madre di tutte queste figlie divine. Ed io ho avuto la fortuna di nascerci, di averla nelle mie radici, di vederla scorrere nel mio sangue. Mi perdo in ogni angolo che Essa mi offre; come un ingorda afferro tutto quello che la Storia, l’Archeologia, l’Arte, la Musica, mi donano in una serena notte d’Estate Romana. Seguendo il profilo di Castel Sant’Angelo, abbracciata da una luna fioca, seguo i fiabeschi movimenti di un’artista capace di portarmi in un altro mondo. All’ombra del Colosseo cullo il suono della mia risata che si perde nella dolce melodia dell’allegria della gente. Ballo al Testaccio, vedendo un cielo giallo-rosso e sfioro la lira dei miei Sogni scivolando sulle note di un jazz. Con l’aria calda che mi brucia il viso, vago senza sosta da una stella all’altra, ridendo, ballando, cantando fino a perdere la voce, sorprendendomi ogni volta, quando la città che amo mi prende per mano e mi fa scoprire ancora altre Realtà, altre culture, altre lingue e quell’angolo di Paradiso che sempre la rappresenta.
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