Tom è un malefico principe e Bill, suo malgrado, si trova a fargli da servo.....*twincest*
Conclusa: Sì
Fanfiction pubblicata il 08/01/2008 21:21:42 - Ultimo inserimento 13/06/2008
ABCABCABCABC
NUOVI ARRIVI
Ciau!Mia prima long fic sui gemellini, il titolo viene dal drama del manga 'Lui, il diavolo!' ma sono sicura che l'avevate capitoXDDD
Se volete vedere il banner che ho fatto per la fic, questo è il link (non vi aspettate nulla di speciale, sono negata con queste coseXDD) - - - ->http: //img301.imageshack.us/img301/6803/rabby3cq0.jpg
<center><b>Devil Beside You
- 1°.Nuovi Arrivi. - </b></center>
I suoi stivali sul pavimento producevano un ticchettio così fastidioso che era impossibile non notarlo, anche se ci si fosse trovati dall'altra parte del palazzo, perciò non si sorprese quando, apprestandosi a bussare a quella pesante porta di legno massiccio ed oro, una voce dall'altra parte lo invitò ad entrare prima che potesse compiere l'azione. Aprì silenziosamente la porta e s'inchinò immediatamente.
- Cosa succede, Walim? -
La voce profonda e decisamente sarcastica che l'aveva interpellato lo scosse nel più profondo dell'anima, come ogni volta. E come ogni volta lui non se la sentì di alzare lo sguardo, decidendo di prolungare quell'inchino il più possibile.
- Signore. E' arrivato un nuovo 'carico', signore. - disse cercando di mantenere un tono di voce stabile, cosa che non gli riuscì perfettamente visto che il sorriso maligno sul volto dell'altra persona nella stanza si allargò a dismisura.
- Magnifico, qualche soggetto interessante? - si informò subito il ragazzo, sfregandosi le mani.
- S - sì, signore, uno....però, signore...io non vorrei intromettermi ma non penso che questa volta.. -
- Non mi interessa, portala qui. - e lo congedò con un cenno della mano. Il servo approfondì l'inchino e si dileguò chiudendosi la porta alle spalle.
Il ragazzo, rimasto solo nella stanza, si alzò dal lussuoso letto su cui giaceva, avvicinandosi allo specchio e passandosi una mano fra i lunghi capelli.
- Perfetto. - ghignò riferendosi più a se stesso che alla situazione.
***
- Muoviti! -
L'ordine fu seguito come si consueto da un bel calcio assestato negli stinchi, che tutto poteva fare tranne che incitarlo ad andare avanti. Si passò entrambe le mani sulla fronte sudata, non potendo fare altrimenti avendole legate con delle catene.
Non ne poteva più: era tutto il giorno che camminava verso quel maledetto castello, legato come un animale; l'avevano strappato al suo villaggio giusto quella mattina, ceduto dai suoi stessi concittadini, sotto la pressione del pagamento delle tasse: ogni mese il re mandava alcuni suoi fidati per ogni villaggio, e prelevava due o tre ragazze che potevano divenire sue serve, in cambio abbonava le tasse a tutto il villaggio. Adesso, infatti, si ritrovava circondato da un gruppo di venti o trenta ragazzine, dai quindici ai diciotto anni, tutte nella sua stessa situazione, e si stava chiedendo cosa ci facesse lì in mezzo: lui era un <i>ragazzo</i>, accidenti!! Ma ovviamente erano pochi quelli ad accorgersene ad una prima occhiata: aveva i capelli lunghi e lisci, neri con qualche striatura dorata, le unghie costantemente coperte da pittura nera, e i suoi lineamenti non aiutavano molto: delicati e longilinei, sembrava in tutto e per tutto una ragazza. Bhè, tranne per quello che aveva nei pantaloni. Ma nessuno andava a guardare lì, tutti si soffermavano sulla sua pelle bianca e liscia.
Sbuffò per l'ennesima volta, cercando di non farsi vedere da quel gorilla che faceva da 'scorta' al gruppo. Alzò lo sguardo, e solo allora si accorse della costruzione imponente che si ergeva di fronte a loro: erano arrivati al castello. Aprirono i pesanti cancelli di ferro, e li fecero entrare in un grande salone, sfarzosamente decorato: c'erano arazzi ovunque, il soffito era finemente dipinto con angeli e personaggi di vario tipo, tutti in oro e argento; il pavimento era coperto per metà da un enorme tappeto blu notte e sull'altra metà potevi vedere strani simboli su ogni mattonella di marmo. Il ragazzo moro rimase per un attimo a bocca aperta, senza sapere dove guardare, quando una grossa mano gli afferrò la mascella, destandolo dai suoi pensieri: il gorilla lo stava scrutando con attenzione. Gli girò la faccia più e più volte, quasi spezzandogli il collo, esaminando ogni particolare del suo volto, poi ghignò divertito e lo lasciò andare. Il ragazzo si portò subito le mani al volto, massaggiandosi laddove l'omone era stato fin troppo indelicato.
Vide il gorilla parlare con un ometto che fino ad ora non aveva notato, ma doveva aver viaggiato con loro tutto il giorno a giudicare dall'aria trafelata e stanca. L'ometto fissò tutte le ragazze poi fece qualche cenno verso alcune di loro e l'uomo cominciò a portarle via. Continuò a fare cenni qua e là finchè non rimasero due ragazze e lui, che ancora si massaggiava la mascella. Si avvicinò lentamente, e il moro venne infastidito dallo strano ticchettìo dei suoi stivali. Sembrò esaminare le ragazze, senza però nemmeno sfiorarle, finchè non arrivò il suo turno. Vide l'ometto guardarlo per qualche secondo, e poi sobbalzare spalancando gli occhi. Si avvicinò repentinamente verso al gorilla e gli sussurrò qualcosa all'orecchio in modo concitato. L'omone si voltò verso il ragazzo moro, e spalancò anch'esso gli occhi, poi, rivolgendosi di nuovo all'altro, alzò le spalle e scosse la testa. L'ometto parve molto irritato da ciò, ma corse comunque fuori dal salone. Quando ritornò, pochi minuti dopo, aveva un'espressione abbastanza spaurita, fece cenno all'uomo che poteva andare, e questi prese con sè le ultime due ragazze e uscì dalla sala.
L'ometto a questo punto gli si avvicinò ed estrasse una chiave dalla tasca destra della sua giacchetta bordeux, liberandolo dalle catene.
- Vieni con me. - ordinò con fare austero. Il ragazzo, per niente intimidito, si disse che comunque non aveva altra scelta e seguì l'ometto per un lungo corridoio.
- Sai dove stiamo andando? - chiese voltando leggermente il capo verso di lui. Il moro scosse la testa. - Ti sto portando dal principe. -
- Ma credevo che fosse il re a... - cominciò il ragazzo, ma fu subito interrotto. - Il re non c'entra nulla con questo. Il principe usa il nome del padre per farsi arrivare sempre nuove serve. Per il suo divertimento, diciamo. - l'ometto si torceva le mani nervoso, e il ticchettìo dei suoi stivali accellerò il ritmo. - Il principe fa arrivare ogni mese un gruppo di ragazze ritenute carine dai suoi sottoposti, poi io scelgo quella che mi pare più bella e la porto da lui. Lui ci si diverte un po', e poi la manda nelle cucine a lavorare. -
Il moro ingoiò rumorosamente.
- Ma quindi....lui..con queste ragazze.. -
- Sì, le usa soltanto. - finì per lui l'ometto.
Il ragazzo cominciò ad agitarsi e afferrò l'uomo per una manica.
- C'è stato uno sbaglio! Io.. -
- Sei un ragazzo. - annuì questi. - Lo so, me ne sono accorto. Ho cercato di avvertire il principe ma non mi ha fatto parlare, pensò se ne dovrà rendere conto da solo. Penso inoltre che ti lascerà andare......a meno che la sua perversione non abbia raggiunto limiti a me ignoti. - alzò leggermente le spalle mentre lo diceva, e intanto erano arrivati di fronte ad un'enorme porta di legno massiccio e oro. L'ometto di apprestò a bussare, ma una voce austera lo precedette.
- Fai entrare lei, tu puoi andare. -
L'uomo fissò il ragazzo moro come a dire 'mi spiace per te', poi girò i tacchi e se ne andò ticchettando fastidiosamente per il corridoio.
Il giovane rimase per un momento indeciso sul da farsi. E se questo bruttissimo - perchè nella sua mente uno che si comportava così doveva essere un mostro - principe era un pazzo maniaco?Se avesse voluto abusare di lui nonostante fosse un ragazzo?Cavoli, a soli diciotto anni non si possono fare esperienze del genere!!Però....l'ometto aveva detto che probabilmente l'avrebbe lasciato andare...quindi perchè non tentare uno straccio di conversazione?Sì, era l'unica cosa da fare, anche perchè, pur volendo fuggire, non si sarebbe mai raccapezzato da solo in mezzo a quel labirinto di corridoi. Un po' rincuorato, aprì la porta.
- Ce ne hai messo di tempo! Vieni a sederti sul letto. - disse una voce proveniente dal letto a baldacchino. Ma il proprietario di essa era nascosto dalle tende.
"Molto diretto......" pensò il moro roteando gli occhi.
Avanzò un passo sulla moquette rossa all'interno della stanza. - Veloce. - aggiunse la suddetta voce, e, nonostante il tono freddo, il moro non riuscì a non trovarla calda e profonda. Si avvicinò velocemente al letto e si sedette. Alzò lo sguardo andando ad incontrare due occhi nocciola come i suoi, e altrettanto sorpresi. Alla faccia del mostro! Davanti a lui c'era un ragazzo della sua età, con dei lunghi capelli biondo scuro tenuti in strani ciuffi, a loro volta stretti in una coda alta sul capo; aveva un bel viso, e gli occhi castani erano profondi e un poco furbetti. Era molto magro, perfino più di lui forse, ma vestiva con degli abiti larghi, sempre molto regali comunque. Il ragazzo biondo lo fissava sorpreso, di certo non si aspettava che il soggetto più bello tra i nuovi arrivi fosse un ragazzo, ma doveva ammettere che era davvero bellissimo: aveva dei lunghi capelli neri con striscie dorate, che ricadevano morbidi sulle spalle, i lineamenti sottili e delicati, la pelle candida, e le labbra rosee e carnose, che sembravano solo dire 'baciami'. E forse l'avrebbe fatto, se non fosse rimasto troppo scioccato dalla scoperta.
- Tu sei un ragazzo. - disse puntandogli un dito contro, con un'espressione ebete stampata in volto.Sembrava avesse scoperto l'America.
- Ehmm...sì. - ribattè semplicemente il moro, alzando le spalle imbarazzato.
- Ma che diavolo ci fai qui? - proseguì il biondo alzandosi dal letto e cominciando a camminare su e giù per l'enorme stanza che si ritrovava. - Voglio dire...sei un ragazzo!Come fai ad essere qui?Cosa c'entri?! -
Il moro arricciò le labbra, imbronciato.
- Ehi, neanche io sono così contento di essere qui, sai?Mi hanno scambiato di nuovo per una ragazza! - esclamò incrociando le braccia. A quelle parole il biondo si fermò, ancora a braccia gesticolanti a mezz'aria, e fissò il moro seduto comodamente sul suo letto.
- Ah, quindi ti scambiano spesso per una ragazza.. - sembrò soppesare alcuni pensieri.Annuì da solo. - ..interessante...come ti chiami? - chiese tornando a sedersi sul letto vicino all'altro. Il moro fu insospettito dal cambiamento di atteggiamento dell'altro ma non lo diede a vedere. Come non diede a vedere che la nuova, pericolosa vicinanza con il biondo lo preoccupava alquanto.
- Bill... - rispose titubante scostandosi un po' di fianco.
- Bene, Bill.... - iniziò il biondo squadrandolo da capo a piedi. - ...ti va di giocare un po'? -
Bill scattò in piedi, sul volto dipinta un'espressione a dir poco disgustata, portandosi le mani al petto, come a volersi proteggere da qualcosa. - Ma che diavolo dici?! -
Anche il biondo si alzò in piedi, e il moro potè notare come fosse un poco più basso di lui. Anche il principe dovette averlo notato perchè per un momento, fissando il corpo del moro, la sua espressione si rabbuiò.
- Innanzitutto devi portarmi rispetto, sei un mio servo! - esclamò alzando un braccio, e Bill, capendo le sue intenzioni, si portò le mani al viso piegando leggermente le ginocchia. Ma quel braccio rimase lì, perchè per qualche motivo il biondo non riusciva a colpire il ragazzo indifeso che aveva davanti. Gli sembrava fragilissimo, e probabilmente, vista la sua costituzione, lo era. Così abbasso lentamente il braccio e gli diede le spalle, avvicinandosi allo specchio e cominciando a ticchettare ritmicamente con le dita sul comò.
- Vattene. -
- Cosa..? - cominciò Bill sorpreso abbassando le difese. Fino a un momento fa quel ragazzo se lo voleva portare a letto e ora neanche lo guardava in faccia?
- Se non vuoi la mia <i>regale</i> compagnia, vattene, non vedo cosa potresti fare qui. Vai nelle cucine e fai il tuo lavoro. - sbottò scocciato sventolando una mano in direzione della porta, sempre senza voltarsi.
Bill non aveva nessuna intenzione di eseguire l'ordine. Chi si credeva di essere quel principessino sul pisello per trattarlo così?Puntò i piedi e incrociò le braccia.
- Il tuo servo tappetto mi ha detto che mi avresti liberato. - ringhiò.
Il principe si voltò di scatto fissandolo incredulo.
- ..No! - boccheggiò. - Innanzitutto io sono il principe e non 'il servo tappetto'.. - disse rifacendogli il verso, al chè il moro si chiese se quello fosse un principe o un bimbo viziato, accorgendosi poi che l'uno era sinonimo dell'altro. - ..e poi, sempre se non ti dispiace, l'ultima parola spetta a me, e io <u>ti voglio</u> come mio servo, perciò fila in cucina. - concluse sarcastico ricoricandosi sul letto come a dire che il discorso era chiuso.
Bill rimase basito di fronte a tanta imbecillità: insomma, sembrava un moccioso che vuole il suo giocattolo a tutti i costi, anche se sa che, pur avendolo, non ci 'giocherà' mai! Sbattendo i piedi si diresse verso la porta, non rimanendogli altro da fare.L'ultima cosa che voleva era rimanere a parlare con quel principesso fesso.
- Maledetto principe bastardo.. - mormorò fra i denti.
- Tom. - lo sentì dire con tono svogliato.
- Cosa?! - sbottò nuovamente voltandosi, quando ormai era fuori dalla stanza.
- Tom. Sono il principe Tom. - ripetè quello da dietro le tende del baldacchino. - E vedi di non mostrare troppo in giro l'astio nei miei confronti, servo, perchè non ti gioverà. - e Bill fu sicuro di vederlo sorridere maligno da dietro il suo 'nascondiglio' alle ultime parole. Si chiuse la porta alle spalle con un tonfo sordo, e rimase fermo, fissando il muro davanti a sè. Si rese conto che non sapeva neanche dove fossero le cucine.
"Devo sicuramente scendere, le cucine sono sempre in basso......."pensò cominciando a incamminarsi per il corridoio, ma giunto ad una specie di bivio non seppe da che parte guardare. Destra o sinistra?
E' dall'anno scorso che continuo a leggere la tua FF.. La rileggo sempre, tante volte. E' la storia, tra 1000, più emozionante che abbia mai letto. Mi ha fatto piangere, ridere, sorridere, provare emozioni.. Ma ci rendiamo conto?! *o* Una storia! Volevo solo dirti grazie, anche se non ti conosco, di averla creata! La amo! Tomy. <3
ok ti dico...l'ho scoperta da poco qst ff e l'h letta tt veloce...MERAVIGLIOSA!!! Mi è preso un colpo qnd tom stav x morire....xò ti giuro k è bellissimissima!!!!
La rileggo sempre, tante volte.
E' la storia, tra 1000, più emozionante che abbia mai letto. Mi ha fatto piangere, ridere, sorridere, provare emozioni.. Ma ci rendiamo conto?! *o* Una storia!
Volevo solo dirti grazie, anche se non ti conosco, di averla creata! La amo!
Tomy. <3