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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: High school musical
Titolo Fanfic: LA REGINA DI GHIACCIO
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: miss-lily galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/01/2008 17:58:45

Troy, Grabriella, Monique, Cha, Sharpay e Ryan al ballo di fine anno...
 
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- Capitolo 1° -

Questa one-shot l'ho scritta al periodo del primo HSM, quando diciamo che ne andavo pazza O_o.
Scritta senza nessuna pretesa, a tempo perso... non è niente di che ^_^





***************




Finalmente la scuola era finita. Un altro anno passato. Spettacoli, Musical, lezioni, partite: tutto finito.
Ora restava solo l'evento più importante, più entusiasmate e più atteso da tutti gli studenti della East High School : il ballo di fine anno.
Bè, da tutti tranne una.
Gabriella Montez stava immobile davanti allo specchio. Aveva letto un intero libro, fatto inutili ricerche su internet, riordinato la sua stanza, cosa che non faceva quasi mai. Tutto pur di ritardare al più tardi possibile quel momento. Ma ora non aveva nient'altro da fare, non poteva rimandarlo ancora, così stava seduta davanti allo specchio di camera sua a chiedersi come aveva fatto a farsi convincere ad andare a quello stupido ballo...un solo nome : Troy Bolton.
Sorrise al pensiero di quel ragazzo che in soli nove mesi era riuscito..si, era riuscito a farla innamorare. Non aveva mai provato quelle emozioni con nessun altro, così quando l'aveva invitata al ballo non era riuscita a dirgli di no. Soprattutto per il modo in qui gliel'aveva chiesto.
Un altro sorriso le comparve sulle labbra illuminandole il volto al solo pensiero.
Poche settimane prima quel pazzo di Troy si era arrampicato nel suo balcone e, come aveva già fatto una volta, le aveva dedicato una canzone e alla fine si era inginocchiato :
- Madame, vuola farmi l'onore di venire al ballo con me?- le aveva chiesto solennemente, ma sghignazzando sotto i baffi. Anche lei aveva sorriso davanti a quel buffone, ma dentro di sè era rimasta molto stupita. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per lei, e questo l'aveva piacevolmente sorpresa. Così:
- Come potrei rifiutare, Monsieur?-
- Infatti non può rifiutare - continuò a scherzare lui. E lei gli era saltata al collo abbracciandolo. Un implicito sì.
Ma una voce la allontanò da quei dolci pensieri:
- Non vorrai stare tutta la sera ferma lì a guardarti allo specchio -
Lei si voltò e sorrise - Mamma, non ti avevo sentito entrare -
- E certo che non mi avevi sentito, chissà dove avevi la testa - insinuò la madre.
- Mamma! - la rimproverò arrossendo.
- Allora? Hai intenzione di prepararti si o no? O hai intenzione di andare al ballo in tuta?-
- Veramente...non sono più così sicura di volerci andare - Non aveva mai amato i balli. Come non aveva mai amato i musical e gli spettacoli d'alt, come se ci fossero solo loro due e non un'ironde. a Troy l'aveva cambiata, con lui si sentiva al sicuro anche sul palcoscenico, come se ci fossero solo loro due e non un'intera platea ad ascoltarli.
Ma ora che Troy non era lì con lei, non si sentiva più così sicura, e aveva seriamente preso in considerazione l'idea di non andare al ballo.
- Non fare la stupida, quel bel ragazzo verrà a prenderti tra poco più di un'ora. E dovrai essere pronta, non vorrai mica farti trovare in queste condizioni. Se vuoi ti aiuto a preparti -
- Grazie mamma - sorrise rassegnata cominciando ad andare in bagno per farsi la doccia.



- Ryan, Ryan! - urlò la voce stridula di una ragazza.
- Si? Cosa vuoi, Sharpay?- rispose paziente il ragazzo
- Dove sono le mie scarpe?-
- Nel camerino. Te le vado a prendere.-
- Hn. Sbrigati -
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo andando a prenderle. Inutile aspettarsi un "Grazie" da sua sorella. Ma d'altronde c'era abituato. In casa Evans funzionava così: sempre ordini e rimproveri, mai una parola dolce o anche un semplice "Grazie" o "Per favore".
- Tieni - le disse porgendole dei sandali rosa con un alto tacco.
- Cosa? Ma sei ancora così? Cosa aspetti ad andarti a preparare? Vatti subito a vestire! - sbraitò la ragazza.
Lei, al contrario del fratello, era praticamente pronta. Indossava un abito da sera rosa. Non era lungo, anzi non arrivava nemmeno alle ginocchia, le lasciava metà coscia di fuori. Era aderente e molto scollato, forse anche troppo, giusto per mettere meglio in mostra le sue belle curve. Sarebbe potuto considerarsi volgare se ad indossarlo non fosse stata Sharpay Evans, abituata ad indossare abiti, se così si potevano chiamare, che lasciavano ben poco all'immaginazione.
I capelli erano tenuti legati in un'alta coda bionda. Solo alcune ciocche le ricadevano sul viso o sul collo, ben sistemati in boccoli perfetti. Anche il trucco era perfetto, abbondante ma perfetto.
Era bellissima e, purtroppo, anche lei lo sapeva. Era sicura che sarebbe stata la più bella del ballo. La reginetta indiscussa per l'ennesimo anno. E forse sarebbe anche riuscita a riprendersi ciò che era suo di diritto, secondo lei, cioè Troy Bolton.



Era arrivata l'ora. Le 7:30. Troy sarebbe arrivato da un momento all'altro. Con lui sarebbero venuti anche Chad e Monique. Ecco, almeno non erano soli, sarebbe stato troppo imbarazzante.
Il campanello suonò e ad aprire andò sua madre. Fece accomodare gli ospiti e salì di sopra a chiamare la figlia.
- Tesoro, sono arrivati.-
"Oddio, oddio, oddio. Non voglio scendere, non voglio scendere!" pensava mentre scendeva le scale che portavano al salotto dove si erano accomodati i suoi amici.
Arrivata di sotto trovò Chad e Monique seduti vicino a battibeccare, mentre Troy seduto in una poltrona si stava torturando le mani. Evidentemente non era l'unica agitata.
Lui indossava un'elegante giacca scura, ma sotto non potevano mancare i suoi adorati jeans. In teoria avrebbe dovuto avere la cravatta, ma Troy aveva preferito non metterla, così aveva lasciato i primi bottoni della camicia azzurra aperti. I capelli erano ordinatamente arruffati con un pò di gel. Era tremendamente sexy. Cosa che non dispiaceva a Gabriella, tranne per il fatto che la faceva sentire ancora più a disagio.
Appena la videro saltarono su per salutarla, ma restarono a bocca aperta dallo stupore.
Indossava un leggero ed elegante abito color lilla che le arrivava alle caviglie lasciando intravedere i sandali argentati. Sul davanti Aveva un leggero scollo a V, mentre la schiena era quasi completamente scoperta. Le bratelline erano sottili e si vedevano appena. Alle mani invece portava dei guanti dello stesso colore del vestito che le arrivavano appena sopra i gomiti. I capelli li aveva lasciati sciolti e le cadevano in delicati boccoli sulle spalle mentre davanti erano tenuti da un sottile cerchietto sempre abbinato all'abito. E infine, ma non meno importante, al collo portava una collanina argentata che le aveva donato sua nonna poco prima di morire.
Era semplicemente stupenda.
Fu Chad ad interrompere quel silenzio imbarazzante:
- Hey sei bellissima. Vuoi proprio far cadere Troy ai tuoi piedi, eh? - ironizzò e, vedendo che l'amico conitnuava a tenere la bocca spudoratamente spalancata per lo stupore, decise bene di chiudergliela.
- S-si sei...wow- balbettò Troy ancora troppo shockato per formulare una frase sensata.
- Grazie- sorrise Gabriella arrossendo vistosamente fino alla punta dei capelli.
- Allora andiamo?- disse infine Taylor strizzando l'occhio all'amica. Anche lei aveva un lungo abito da sera rosso. Ma non era neanche paragonabile all'amica.
Così uscirono di casa dopo aver salutato la signora Montez. Ma le sorprese non erano finite per Gabriella, a quanto pare.
Sul vialetto di casa sua era posteggiata una bellissima e lussuosissima Mercedes nera che lei non si sarebbe mai potuta permettere.
- E questa? - chiese stupita
- Oh, un piccolo regalo di mio padre - rispose troy con fina noncuranza, ma contento di aver fatto colpo sulla ragazza. In realtà anche lui era rimasto molto stupito quando se l'era ritrovata nel garage di casa sua.
- Su salite che si parte- e detto questo si diressero a scuola.




Il ballo si svolgeva nella palestra, l'unico luogo in grado di contenere tutti gli studenti, oltre il teatro della scuola naturalmente. O almeno, quella che una volta era stata una palestra.
C'erano addobbi e palloncini colorati ovunque. In una parte della sala stava un lungo tavolo, anch'esso pieno di fiori e addobbi, dove c'erano gli spuntini e le bibite. Naturalmente gli studenti più grandi non mancarono di aggiungere dei superalcolici all'isaputa dei professori.
Davanti a tanti colori e a tante sfarzosità i ragazzi rimasero a bocca aperta per la seconda volta nella stessa giornata.
Ad interrompere il silenzio fu di nuovo Chad. Dopotutto chi riusciva a farlo stare zitto per più di due secondi?
- Troy...oh Troy, guarda cos'hanno fatto alla nostra palestra, il nostro cambo di battaglia, la nostra casa! Come hanno potuto? - e fece finta di piangere come una ragazza sulla spalla dell'amico che a sua volta fece finta di consolarlo, anche lui con una finta espressione addolorata. Gabriella scosse il capo divertita: i soliti due idioti.
Smettendo di fare gli imbecilli i due ragazzi presero le loro dame sotto braccio e le accompagnarono in un angolo della sala non troppo affollato.
- Volete qualcosa da bere?-
- Mmm...per me un thè freddo va bene-
- Si anche per me-
- Dai ragazze, hanno porato di tutto: dalla birra alla vodka, e voi volete solo un thè freddo?- le pregò Troy.
- Troy Bolton non ho nessuna intenzione di ubriacarmi stasera! - lo rimproverò la sua dama.
- Ok, ok come volete - alzarono le mani in segno di resa - Torniamo subito.- e andarono al tavolo delle bibite.
Quando tornarono con le bibite, continuarono a parlare del più e del meno con le loro accompagnatrici e con alcuni amici. Poco dopo arrivò, però, una delle ragazze meno simpatiche a Gabriella: Sharpay Evans, seguita ovviamente dal suo "cagnolino", il fratello Ryan Evans.
Sorrise avvicinandosi e salutando sfacciatamente Troy con un bacio sulla guancia.
- Ciao Troy, stai d'incanto stasera - cinguettò con la sua solita voce stridula e con un tono falsamente dolce che non le si addiceva affatto. Gli altri non li degnò di un'occhiata.
- Ciao Sharpay, grazie anche tu sei bellissima - rispose gentilmente mentre lei lo prendeva sotto braccio.
- Grazie - disse senza arrossire minimamente - Che ne dici di invitarmi a ballare? - chiese facendo gli occhi dolci al ragazzo.
Troy non sapendo che fare lanciò un occhiata dubbiosa verso Gabriella, che però sorrise come ad incoraggiarlo e a fargli capire che per lei non c'erano problemi.
Ma senza aspettare risposta Sharpay l'aveva già trascinato al centro della pista da ballo e si era già impossessata del suo collo per ballare
Non c'erano problemi. Così gli aveva fatto capire. Effettivamente a Gabriella non faceva piacere che il suo cavaliere ballasse con quell'oca, come la chiamavano lei e Taylor.
Però non poteva nemmeno pretendere che Troy stesse tutto il tempo appiccicato a lei. Si sarebbe sicuramene annoiato.
Lei non era come Sharpay. Era troppo timida e impacciata per prendere l'iniziativa per, ad esempio, invitarlo a ballare.
Ma Troy, inspettatamente, tornò poco dopo leggermente seccato.
- Quella è una piovra - sbottò avvicinandosi alla sua dama. - Non ne potevo più, fortuna che la canzone è finita subito.-
poi rivolse un dolce sorriso, forse anche un pò imbarazzato, alla ragazza - Ehm...che ne dici se...si insomma...vuoi ballare? -
Gabriella non l'aveva mai visto così impacciato così annuendo lo portò sulla pista da ballo. Non al centro come aveva fatto Sharpay, ma in un angolo appartato in modo che ci fossero solo loro due: Troy e Gabriella.
Ballavano una musica lenta, vicini l'uno all'altra. Dopo un pò Gabriella poggiò la sua testa sul torace del ragazzo. Poteva sentire il suo cuore battere, il suo respiro regolare. E lui la teneva stretta a se come se avesse paura che da un momento all'altro sarebbe scappata. Ma lei non ne aveva nessuna intenzione, stava benissimo con lui.
Dopo alcuni istanti che sembrarono infiniti, lui le alzò delicatamente il mento con due dita guardandola negli occhi.
Gli occhi azzurri e profondi di lui si incontravano con quelli nocciola e caldi di lei. Rimasero a guardarsi per secondi, minuti, ore...non seppero mai dire quanto. E nelfrattempo i loro visi si avvicinavano sempre di più. Ora erano talmente vicini che ognuno poteva sentire il respiro dell'altro. Non sentivano più la musica, il chiacchiericcio, le risate degli altri studenti. C'erano solo loro due. E continuavano a guardarsi e ad avvicinarsi finchè le loro labbra si unirono in un dolce e delicato bacio. Un casto bacio che avrebbe potuto non signifacare nulla, ma che per loro significava tutto. Non lo approfondirono , ma rimasero così attaccati a sfiorarsi le labbra per chissà quanto tempo. Quando si staccarono, si guardarono negli occhi. Di nuovo l'azzurro contro il nocciola. Non dissero niente, quel silenzio valeva più di mille parole. E lei tornò a poggiare il capo nel suo torace e ad accoccolarsi tra le sue braccia. In quel momento pensò al fatto che tra qualche giorno non si sarebbero potuti vedere per chissà quanti giorni: lui doveva giocare una partita a New York, mentre lei sarebbe andata in Italia a trovare i suoi parenti. Troppo lontani. Ma questi pensieri la fecero incupire e Troy se ne accorse. Le prese di nuovo il mento e la guardò dolcemete:
- Che succede? - le sussurro.
Così lei decise che quello non era il momento adatto per pensarci e cacciò quei tristi pensieri:
- Niente - sussurrò a sua volta, in risposta. Tornò ad abbracciarlo decisa ad assaporarsi quel dolce momento. Continuarono a ballare nonostante la musica fosse finita e il preside avesse preso il microfono per fare un annuncio.
Quando finalmente si accorsero che tutti i ragazzi ascoltavano attenti quello che diceva il preside, anche loro, anche se controvoglia, si staccarono e cominciarono ad ascoltare.
- Cari ragazzi, come ben sapete, ogni anno il Comitato per il ballo forma una giuria che ha il compito di eleggere il Re e la Reginetta del Ballo. Anche quest'anno naturalmente la tradizione continua. Vi presento la giuria: Helen Dussel, Christyne McTymon, Matt Diamon e Danielle Runner. Ora lascio a loro la parola. In bocca al lupo a tutti- e sorridendo porse il microfono ad una delle ragazze della giuria.
- Amici e compagni - cominciò lei con una mielosa voce da bambina - è arrivato il momento più atteso della serata -
E mentre diceva questo Sharpay continuava a ripassarsi il rossetto e a sistemarsi i capelli pronta a salire sul palco per essere incoronata come gli altri anni.
- Senza ulteriori indugi sono lieta di annunciarvi che il Re e la Reginetta di quest'anno sono...-
Sharpay stava salendo già i primi gradini del podio insieme al fratello.
- ...Troy Bolton e Gabriella Montez. - annunciò la ragazzina mentre nella sala scoppiava un boato di festa che acclamava i vincitori, i quali erano troppo stupiti per comprendere veramente quello che stesse succedendo. Non capirono più niente mentre venivano spintonati da amici e compagni. Così si ritrovarono sul podio non sapendo come comportarsi o cosa dire. Gabriella aveva assunto tutte le gradazioni di rosso possibili ed immaginabili.
Furono incoronati, balbettarono qualcosa su come fossero emozionati ed onorati e finalmente poterono scendere e nascondersi in un angolo.
Furono subito raggiunti da Chad e Monique e non mancarono le battute ironiche e i complimenti. Quando finalmente le acque si calmarono era già mezzanotte passata. Gabriella ringraziò il cielo che sua madre le avesse permesso di restare fino a tardi. Era quasi più emozionata della figlia quando aveva saputo del ballo.
- Scusate torno subito, vado un attimo in bagno -
- Vuoi che i accompagni? -
- No grazie, Monique non c'è bisgno - sorrise all'amica.
Attraversò la sala e uscì diretta al bagno più vicino. Aprì la porta,ma fece un incontro inaspettato e non tanto piacevole.
Sharpay Evans stava davati allo specchio occupata a risistemarsi il trucco irreparabilmente rovinato. Appena la sentì entrare si voltò.
- Montez - sibilò fredda - cosa ci fai qui? Perchè non corri dal tuo ragazzo e vai a metterti in mostra ancora un pò? -
Gabriella fu spiazzata dall'uscita della ragazza. Lei non si era mai voluta mettere in mostra, anzi aveva fatto il possibile per non farsi notare...Poi la guardò bene e notò che aveva gli occhi lucidi, non di pianto, il trucco e i capelli rovinati.
- Tu sei ubriaca. - alitò sconvolta. Non era una domanda.
- Non è vero - mentì - e anche se fosse a te cosa importerebbe? - e detto questo usci sbattendo la porta.
Gabriella era sconvolta. Si lavò la faccia per riprendersi un pò e uscì. Ma non si diresse alla sala dove c'era la festa. Preferì farsi un giro per riflettere. Incosciamente si ritrovò nella terrazza sul tetto della scuola. Quella che gli aveva fatto vedere una volta Troy e dove ultimamente andava quando voleva riflettere o restare un pò sola.



Silenzio. Pace. Tranquillità. Solitudine.
Sharpay Evans era affacciata alla terrazza. Teneva le braccia sulla ringhiera mentre guardava il panorama. Stava in silenzio e sola. C'era buio, solo la luna illuminava il suo viso.
Chiuse gli occhi lasciando che il leggero vento estivo le arrivasse in faccia e le rinfrescasse la mente.
Sola. La solitudine era il sentimento che più temeva e che più l'affascinava contemporaneamene.
Lo temeva perchè gli permetteva di pensare...ricordare. E lei non voleva ricordare. Non c'erano momenti della sua vita che valeva la pena ricordare.
Da quando era morta sua madre la sua vita era diventata terribile. E tutto per colpa della sua matrignia: Rosalinde.
Strinse più forte la ringhiera. Gli occhi le bruciavano e le lacrime volevano uscire, ma lei le ricacciò dentro decisa.Non doveva piangere. Non ancora. Aveva passato troppo tempo a piangere a causa di quella donna e aveva deciso che non voleva farlo più.
Sua madre, quella vera, la voleva bene veramente, e anche suo padre l'amava: la riempiva di attenzioni, la coccollava. Ma da quando sua madre era morta, era arrivata quella donna. La odiava, questo ormai l'aveva capito, anche se non sapeva spiegarsi il perchè. Ma la cosa peggire era che anche suo padre aveva imparato ad ignorarla.
All'inizio, quando ancora era piccola, aveva paura di Rosalinde. La sgridava sempre, la trattava come se fosse stata una serva. Ma lei col tempo aveva imparato a sopportarla. Aveva creato una maschera che le aveva permesso di sopravvivere in quella casa.
Aveva impiegato tutte le sue forze per superare le sue paure e le sue debolezze e alla fine era riuscita a diventare la Sharpay Evans, la Regina di ghiaccio che tutti conoscevano.
Da quando era entrata in quella scuola era diventata tutto ciò che aveva sempre desiderato. Popolare, bella, ricercata dai ragazzi, Reginetta del Ballo e del palcoscenico.
Ed era proprio per questo che amava la solitudine, quando era sola, anche per pochi minuti, poteva toglersi quella maschera che la difendeva, ma che al contempo la faceva soffrire molto. La poteva levare per poi rimetterla in compagnia degli altri e contnuare a fare come niete fosse.
Ma ora...
Quella Gabriella Montez in pochi mesi era riuscita a distruggere tutte le sicurezze che si era creata. Non che l'avesse fatto apposta, questo lo sapeva, anzi lei nemmeno se ne accorgeva. Ma l'aveva fatto comunque. E a lei faceva male, tanto, troppo male.
Ma proprio mentre era persa in quei pensieri sentì una presenza alle sue spalle e si voltò.



Quando Gabriella arrivò finalmente alle terrazze notò che non era sola. C'era una ragazza di spalle, ma quando sentì la sua presenza si voltò.
- Oh, no. Di nuovo tu - sospirò, ma quando la vide bene in faccia si bloccò. Stava piangendo. Amare lacrime le scendevano sul viso senza che lei se ne rendesse conto.
- Montez, ancora tu - sibilò gelida, ma la voce le tremava per il pianto e per la rabbia. - Non vuoi proprio lasciarmi in pace. Và via. - le ordinò. Ma un singhiozzò tradì la sua decisione.
- Sharpay...- sussurrò l'altra - cosa è successo? Qual è il problema?-
- Qual è il problema, mi chiedi? - la sua voce era fredda e riacquistò un pò di sicurezza nonostanza le lacrime continuassero a scenderle copiose sulle gote. Poi d'un tratto scoppiò a ridere. Una risata senza divertimente, fredda più della sua voce. Non sembrava neanche umana.
- Il problema sei tu. Non l'hai ancora capito? Da quando sei arrivata in questa scuola non hai fatto altro che far saltare i miei pieni e rovinarmi la vita. Prima ti sei presa Troy, poi mi hai rubato la parte nel Musical della scuola, e ora anche la corona di Reginetta del Ballo. Sei soddisfatta? Non sai quanto ho faticato io per raggiungere tutto questo. - la guardava negli occhi e Gabriella sotto quello sguardo infuocato e furioso, fu costretta ad abbassare i suoi.
- S-scusami...i-io non volevo. -, il suo sussurro era appena udibile, ma Sharpay le sentì bene.
- Scusami?? Non volevi? - cominciò ad urlare con una nota isterica nella voce - E credi che basti scusarsi? Tu mi stai rovinando la vita ma io non permetterò che succeda di nuovo. Te la farò pagare. Ricordatelo, Gabriella Montez. - e se ne andò piangendo e furiosa.
Aveva gettato tutto il suo veleno addosso a lei, si era sfogata. Ma questo non bastava a cancellare quello che aveva visto. L'aveva vista piangere. Mai nessuno aveva visto Sharpay Evans piangere, in quelle condizioni. Oh, ma gliel'avrebbe pagata, questo era sicuro.
Nelfrattempo Gabriella Evans era rimasta immobile dove l'aveva lasciata Sharpay. Era sconvolta e infinite domande senza risposta le giravano per la testa. Perchè Sharpay stava piangendo? Perchè lei si sentiva così in colpa se, in fondo, no aveva fatto niente? Cosa intendeva con quel 'di nuovo'?. Ma una fra tutte si faceva largo tra i suoi pensieri. La domanda più grande, quella che forse nessuno si era mai chiesto: Chi era veramente Sharpay Evans?
Chissà se troverà mai una risposta.







 
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