Persone famose e TV
creata dalla serie "TOKIO HOTEL":
"BE MY VALENTINE"
una fanfiction di:

Generi:
Sentimentale - Romantico
Avvisi:
Coppie Shounen Ai - One Shot
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
L'aveva perfino cerchiato sul calendario e contornato di cuoricini. Era impossibile non notarlo, anche per uno svampito come Tom. San Valentino.*tw*

Conclusa: Sì

Fanfiction pubblicata il 15/02/2008 19:46:29
 
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<center><b>Be My Valentine</b></center>


Era una settimana che ci provava, perchè era difficile crederci.
Ma forse quando si parlava di suo fratello, certe cose dovevano subito venire in mente.
Solo che, essendo suo fratello anche suo gemello, sperava che un minimo di intelligenza Simone l'avesse donata pure a lui, quando alla nascita aveva dovuto scegliere a chi andasse cosa.
Ma ovviamente si sbagliava. L'unico cervello tra tutti e due era toccato a lui.
Non che gli dispiacesse..
Solo che, dopo, si ritrovava ad affrontare situazioni come questa.
Insomma, l'aveva perfino cerchiato sul calendario e contornato di cuoricini. Era impossibile non notarlo, anche per uno svampito come Tom.
<i>San Valentino.</i>
Una festa tanto importante per Bill quanto oscura e sconosciuta per Tom.
A dire tutta la verità, lui e Tom avevano avuto una breve, brevissima, discussione riguardo San Valentino, qualche settimana prima.
E Bill la ricordava bene. Era in quel momento che aveva capito quanto Tom fosse senza speranza.
- Toomiii! -
Era saltellato allegro in cucina, portando con sè una rivista.
Il fratello gli aveva gettato un'occhiata giusto per fargli sapere che l'aveva notato, e poi aveva continuato tranquillamente a distruggere mostri verdi con un joystick.
Bill non si era affatto scoraggiato, ed era arrivato a sedersi accanto a lui, sempre saltellando come un capretto felice.
- Tomi, sai cosa succede fra qualche settimana? - aveva iniziato tutto eccitato.
Tom aveva spappolato le budella ad un alieno e poi si era leggermente girato verso Bill.
- No. Esce un nuovo cd di Nena? - aveva chiesto poco interessato, cercando di indovinare i gusti del fratello.
Bill aveva sbuffato, sempre mantenendo il sorriso.
- Nee!E' San Valentino! - aveva esclamato tutto contento allargando le braccia.
A quel punto, Tom si era dedicato completamente a lui, ed era scoppiato a ridere. Anche Bill si era lasciato trascinare, pur non capendo cosa ci fosse di così divertente. Pensava solo che a Tom doveva essere venuta una qualche bella idea.
- <i>La festa di ogni cretino, che crede di essere amato e invece rimane fregato!</i> - aveva canticchiato allegro Tom, fuori da ogni aspettativa di Bill, pensando di essere spiritoso.
..ma vedendo l'espressione assassina del moro si era subito zittito.
E si era accorto di aver detto una cazzata.
Una grande, enorme cazzata.
Bill aveva lasciato indispettito la stanza, non prima di aver fatto in modo che Tom leggesse sul suo volto tutta la delusione del mondo; dopo quell'episodio il moro aveva perso la speranza.
Fino a quel giorno, 13 febbraio.
Dopo una settimana che cercava di far capire indirettamente a Tom che San Valentino si avvicinava e lui, <i>ovviamente</i>, si aspettava qualcosa. Qualsiasi cosa.
Purchè Tom gli dimostrasse di tenerci a lui.
Perchè, Bill doveva ammetterlo, Tom non era esattamente il tipo di fidanzato 'affettuoso'. Era più quello 'freddo e superfigo'. Non che ci fosse qualcosa di male, aveva pur sempre i suoi vantaggi.
Tipo......
....
Vabbè, aveva i suoi vantaggi. Ma a San Valentino...!
Sprofondò nel divano, stuzzicando la schiena di Tom con un piede. Non riuscì a distrarlo dal videogioco.
- Oh, Tomi, guarda!Il 16 febbraio non è il compleanno di zia Berta? - chiese con tono casuale dando piccole spintarelle col piede alle spalle del biondo. Questi alzò un attimo lo sguardo verso il calendario, annuendo svogliatamente. - Già.. -
- Mancano solo tre giorni... - continuò Bill apparentemente disinteressato. - ...perchè, sai, oggi è il 13 e domani è il <i><u>14 febbraio</i></u>... - disse calcando in modo spropositato sulle ultime parole.
- Ah - ha.. - asserì Tom concentrato su tutt'altro, superando una ferrari che gli stava dando filo da torcere. - Figlio di puttana... - ringhiò sottovoce.
Bill sospirò, arrendendosi. Si alzò dal divano, e si avviò verso le scale.
Girandosi un'ultima volta, vide Tom esultare da solo come un bimbo di cinque anni. Doveva aver vinto la corsa.
- Mio fratello è un coglione. - proferì a voce abbastanza alta.
E Tom sentì, ma si limitò a guardare le scale interrogativo, visto che Bill era già sparito.


*

E no, questo no!
Tutto tranne la persecuzione psicologica!
"Perchè diavolo i cereali sono a forma di cuore!?" pensò disperato afferrando la scatola. L'aveva comprata il giorno prima e non si era accorto della piccola scritta rossa sul bordo: 'Valentine's edition!Apri e scopri la sorpresa!'.
"Vaffanculo a te e alla sorpresa..."pensò scocciato sbattendo la confezione sul tavolo. Tom lo fissò, ingurgitando un'enorme cucchiaiata di cereali, simile ad un animale affamato.
- Coda gè, Bull? - chiese, non preoccupandosi minimamente della bocca piena.
Vedendo l'espressione d - i - s - g - u - s - t - a - t - a di Bill, ingoiò prima di ripetere la domanda. - Cosa c'è, Bill?Sei strano. - inclinò il capo verso destra, come se in quel modo potesse leggergli nella mente.
"Complimenti per la perspicacia, genio!"pensò frustrato roteando gli occhi.
- Niente. - rispose scocciato.
Tom prese la scatola, cercando di capire cosa turbasse Bill e, non trovando nulla di anomalo, si versò un'altra dose di cereali a cuoricino. A Bill venne da vomitare.
- Se è 'niente', allora potresti spiegarmi perchè stanotte hai preferito dormire sul divano. - ribattè alzando le spalle, e Bill lo odiò. Decise che era ora di farglielo capire.
- Perchè non mi piace dormire con le persone stupide. - sorrise maligno, lanciando la provocazione.
E dalla faccia sconvolta di Tom, Bill pensò che almeno questa l'aveva colta al volo. Com'era suscettibile suo fratello quando si trattava del suo orgoglio.
- Bill, questo non dovevi dirmelo.. - iniziò serio, lasciando perdere la colazione. Il moro si stupì dell'effetto che le sue parole avevano avuto sull'orgoglio del gemello, ora irrimediabilmente ferito.
- Bhè, sei tu quello che - -
- Con chi mi tradisci? - lo interruppe Tom, incazzato.
Bill aveva l'indice accusatorio alzato in aria, in una posizione alquanto buffa considerando l'espressione ebete che aveva appena assunto, ma gli ci volle del tempo per rielaborare la domanda. Alla fine, se ne uscì con l'espressione più intelligente che gli venne in mente. - Eh? -
- Sono pronto a perdonarti, sappilo. Dopotutto, ti sei già accorto che, chiunque egli o ella sia, era una persona stupida... - proferì serio, unendo le punte delle dita.
Bill era in stato confusionale.
- No, aspetta, ho perso un pezzo......cosa stai blaterando? -
Tom roteò gli occhi come se il suo gemello fosse un caso disperato. - Dio Santo, Bill, è così chiaro!Mi hai appena confessato di avermi tradito e, per la vergogna e il fatto che lo hai fatto con un idiota, sei andato a dormire sul divano. - spiegò con fare saccente.
- ......ma ti ascolti quando ti parli? - gli chiese sinceramente allibito.
No, il suo livello di stupidità non poteva essere così alto. Nemmeno Tarzan era così deficente.
...e solo in quel momento si accorse di come Tom con i rasta sciolti assomigliasse a Tarzan.
Preoccupante.
- Bill, ti ho già detto che ti perdono, non serve cercare scus - -
- Vaffanculo. -
E uscì dalla cucina, lasciando un Tom stupefatto insieme ad un mucchio di stupidi cereali a forma di cuore.

*

<i> - La verità è che...ti amo, ma non avevo il coraggio di dirtelo.. -
- Ma anch'io ti ho sempre amato! - </i>
- See, magari fosse così facile... - commentò acido, troppo svogliato per andare a prendere il telecomando e cambiare canale.
Che schifo le soap sentimentali.
<i> - Giulian! -
- Rebekka! - </i>
- Fanculo! - disse, con la stessa enfasi e la stessa voce mielosa dei protagonisti della fiction, sbattendo le lunghe ciglia in modo esagerato, tanto da risultare enormemente comico perfino a se stesso.
Era solo. Era San Valentino.
Unendo le due cose: era solo il giorno di San Valentino.
Dalla colazione, Tom non l'aveva più visto, e non sapeva neanche se voleva realmente vederlo.
Era un coglione, e i <i>coglioni</i> gli stavano sulle <i>palle</i>.
.......uao, che pensiero intelligente.
Era proprio il degno fratello di Tarzan!
...sì, evviva l'autoironia.
In realtà era scocciante stare da solo, e aveva provato ad uscire di casa.
Il mondo, quel giorno, era diviso in due categorie: coppie che pomiciavano in ogni dove - come - quando, e gruppi di persone che gridavano a squarciagola '<i>San Valentino è la festa di ogni cretino...</i>' eccetera.
E lui non rientrava in nessuna delle due.
Era tornato presto a casa, e si era fiondato sul divano. Non si era più mosso.
Questa cosa lo faceva enormemente incazzare.
Secondo i suoi piani, ora doveva trovarsi sotto una coperta, stretto al petto di Tom, mentre guardavano un qualche film di cui non si sarebbe mai ricordato la trama, troppo occupato a baciare suo fratello.
E invece no. Invece si trovava solo, su un divano freddo, e guardare altri due tizi che la parola 'respirare' non sapevano neanche dove stava di casa, a giudicare da quanto prolungavano quel bacio.
Si sentiva...triste, ecco.
Chiuse gli occhi, appoggiandosi ad uno dei cuscini, e cercando di non tirare su col naso.
- Tomi... -

*

Non sentì la chiave girare nella serratura, e non sentì i passi affrettati e strascicati raggiungere il salotto.
Si era addormentato. Profondamente.
La voce di Tom, però, gli giunse chiara e lontana, come in un sogno.
- Bill.. -
Si accorse che era troppo reale perchè potesse sognarsela, e si svegliò, ma tenne gli occhi chiusi. Non voleva parlare con il gemello.
.....e poi era Tom il bambino di cinque anni. Cresci, Bill, ti prego!
Il biondo sembrò indugiare un po' davanti alla figura di Bill.
- Bill?Mi senti?Sei sveglio? - chiese titubante.
"Non lo vedi che dormo idio..."
Una cascata di petali di rosa lo sommerse. Letteralmente.
E se ne rese conto dal profumo inconfondibile, perchè era rimasto ad occhi chiusi.
Tom non disse nulla, ma Bill non riusciva a tacere.
Aprì lentamente gli occhi, non avendo il coraggio di muovere un muscolo. Fissò semplicemente i petali intorno a lui, poi li enormi jeans del biondo, che si trovavano a pochi centimetri dal suo naso; faticò a ritrovare la voce.
- Perchè..? -
Oh, grande domanda.
Sempre più intelligente, eh, Bill?
Tom si grattò distrattamente una guancia, sedendosi sul bordo del divano per evitare di schiacciare Bill.
- Bhè, sono stato un idiota. Lo ammetto. Ma sai, con tutti i nostri impegni non ricordavo proprio che oggi fosse San Valentino!E poi lo sai che non l'ho mai festeggiato...! -
Vero.
Tom non aveva mai festeggiato San Valentino, perchè non aveva mai voluto festeggiarlo con nessuna ragazza.
All'inizio Bill si chiedeva perchè, visto che le belle ragazze sicuramente non gli mancavano, e solo dopo che Tom era piombato nel bagno una mattina, facendolo saltare in aria e sbavare tutto il mascara, confessando che lo amava, ne aveva capito il motivo.
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma Tom lo interruppe prima che potesse dire qualsiasi cosa.
- Non è finita......ecco. - disse porgendogli un peluche di media grandezza, a forma di panda - manco a dirlo - , veramente molto morbido.
Bill adorava i peluche, e Tom lo sapeva. Amava in particolare quelli bicolore.
Il moro prese lentamente il pupazzo tra le braccia, accarezzandogli la testa e notando un piccolo collarino al collo dell'animaletto: era una placchetta d'argento, e c'erano incise delle semplici parole: <i>Io sono proprietà esclusiva di Tom.</i>
..e Bill era sicuro che non fosse riferito al peluche.
- Ma come hai....l'incisione...e.. - balbettò emozionato, sentendo le orecchie andare in fiamme.
Tom si schiarì la voce, altrettanto imbarazzato. - Non è stato facile, ma ho trovato l'unico orefice nel raggio di chilometri così gentile da farmi 'un'incisione last minute'. - ridacchiò con quel suo modo allegro e al contempo leggero che aveva sempre affascinato Bill.
Non riusciva a staccare gli occhi dal peluche e dai petali di rosa, chiedendosi cos'altro doveva aspettarsi e pentendosi un po' di aver pensato tutte quelle cose brutte su suo fratello.
Sentiva che Tom lo fissava con quel suo sguardo dal basso verso l'alto, come sempre quando cercava di individuare il filo dei suoi pensieri. Solo che neanche lui sapeva cosa stava pensando. Era combattuto fra tre impulsi differenti: schiaffeggiare Tom per essere stato così tardo, saltargli addosso dimostrandogli il suo amore o inginocchiarsi e chiedere scusa umilmente per non avergli fatto nessun regalo.
...forse poteva schiaffeggiarlo mentre lo baciava in ginocchio, così avrebbe fatto tutte e tre le cose..
...mio Dio, che idea stupida.
Senza neanche capacitarsene, rimase lì a balbettare cose senza alcun senso, sentendo montare le lacrime senza motivo.
- Bill... - mormorò rassicurante Tom, prendendogli la testa fra le braccia.
Ma Bill non voleva essere rassicurato di niente. Si sentiva proprio una merda.
Alla fine era lui quello che non aveva nulla da offrire.
- To - Tomi... - balbettò disperato. - I - io non ho niente...per t - -
- Sssh, non ti preoccupare. - sussurrò il biondo cullandolo. - Non importa.. -
Ma a Bill importava eccome.
Era stato una settimana a pressarlo, a insultarlo, a <i>odiarlo</i>.... e alla fine quello nel torto era lui.
Sentiva che sarebbe potuto morire di vergogna lì e subito.
Tom gli accarezzò la testa, togliendogli un petalo di rosa dai capelli corvini e cominciando a sfiorargli delicatamente la spalla con quello.
- Bhè...di certo non mi aspettavo una reazione di questo genere. - ammise sbuffando leggero sui suoi capelli. - Cioè, non pensavo ti mettessi a piangere...credevo di farti felice, credevo che tu avresti.... -
Lasciò la frase in sospeso, perchè tanto Bill riusciva sempre a riempire i puntini che lui lasciava.
E ci riuscì anche questa volta.
Comprendeva benissimo cosa si aspettava Tom, perchè era quello su cui era stato a fanstasticare tutto il pomeriggio.
- E poi, non è che mi vada tanto di consumare una cena a lume di candela con uno che piang - !! -

Aah, <i>l'istinto</i>.
Erano rari i momenti in cui Bill lo seguiva, ma quando obbediva agli impulsi del suo corpo.......bhè, in genere faceva felice Tom.
Come in quel momento.
Si gettò praticamente addosso a Tom, perdendosi nei suoi enormi vestiti e facendolo cadere supino sul divano, e il povero rasta non ebbe neanche tempo di respirare perchè Bill si era già avventato in modo a dir poco famelico sulle sue labbra.
...non che Tom avesse opposto molta resistenza.
Dopo poco, Bill si staccò, lasciando Tom a baciare aria per diversi secondi, prima di accorgersi che Bill non era più incollato alle sue labbra. Si puntellò sui gomiti, fissando interrogativo il fratello che era comunque rimasto seduto su di lui, e lo fissava.
- Bill? -
Il moro osservò a lungo suo fratello, quasi volesse imprimersi nella mente tutti i suoi lineamenti, e portò una mano sulla sua guancia, accarezzandolo delicatamente.
Sorrise dolcemente, come sapeva piacere a Tom.
- Ti amo, Tomi. -
L'aveva sussurrato così flebilmente, che se non avesse potuto leggergli le labbra probabilmente non l'avrebbe neanche sentito.
Un sorriso radioso sbocciò sulle labbra di Tom. Afferrò Bill per i fianchi, riportandolo giù, a pochi millimetri dalla sua bocca. Osservò quella di Bill, e spostò lo sguardo sui suoi occhi nocciola. - Anch'io. Buon San Valentino. - gli soffiò sulle labbra, senza fiato.
Bill sorrise nuovamente, gli occhi gli brillavano.
- La festa di ogni cretino, che crede di <i>non</i> essere amato e poi... - Tom gli sorrise e Bill fece lo stesso. - ...bhè, poi scopre che si sbaglia. -







<b>Note finali dell'autrice perennemente in ritardo: </b>

...ultimamente mi sto chiedendo: ma posso definirmi un'autrice?Intendo, con questa 'roba'?O.O
Bhò, ditemelo voi.
Lo so, lo so.....San Valentino era ieri, oggi è San Faustino, il giorno dei single.
Infatti io volevo postarla ieri, ma non ho avuto il tempo materiale di farlo, perciò ecco qua.
Spero che abbia raddolcito quelli che hanno festeggiato San Valentino e spero ancor di più l'abbia fatto con quelli che invece sono costretti a 'festeggiare' San Faustino, perchè single. - . - "




FINE
 
 
 
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