LA SOLITA VITA - Capitolo 1° -
Questa storia parla di stranezze, se avete problemi di cuore non leggete! Scherzo! Spero vi piaccia, ma abbiate clemenza. Buona lettura.
“Ho trascorso la notte in una stanza buia, fuori dal mondo, accompagnata dalle note delle canzoni sul mio I-pod. C’era freddo, ma nulla poteva essere peggio di quella frase, quella maledetta frase che la mattina dello stesso giorno mi sentii dire dalla persona più importante per me, quella frase che mi condusse in quella stanza, per attendere il mio destino…”
Era una fresca mattina di maggio. Stavo appoggiata al muro della scuola, mentre i miei compagni attorno a me parlavano animatamente. Molte volte loro non riuscivano a capirmi, se ero felicissima dopo poco diventavo fredda come il ghiaccio. Ero sempre gentile con tutti, non mancavo di rispetto a nessuno, ero piuttosto tranquilla come ragazza, ma i miei amici dicevano che a volte ero strana. In effetti, come dargli torto? Ero sempre seria, mi mettevo in disparte, mi dovevano venire a cercare loro, e poi le mani, quelle mani, ben curate, smaltate bianche o nere, affusolate, ma soprattutto fredde, sempre fredde. Mia madre era arrivata a sostenere che il sangue non mi circolava più. Io cercavo sempre una scusa: leggevo, ero al pc, scrivevo… Ma non sapevo nemmeno io il perché, non avevo colpa, non sapevo perché le mie mani non volessero mai riscaldarsi. In più ero sempre vestita di nero, avevo anche i capelli e gli occhi dello stesso identico colore, sempre e solo nero. Così, con tutto quel colore scuro la mia pelle sembrava bianca, o di qualsiasi altro colore contrastante. Avevo 13 anni e, dopo l’estate, sarei entrata al liceo. Gli amici non mi mancavano, ma in fatto d’amore…bhe quello era poco importante per me. Il venticello fresco era per tutti un benessere, dato che in Sicilia il sole inizia a picchiare già dai primi di maggio. Pensavo, come tutte le mattine. Volevo che la mia vita cambiasse, non radicalmente. Cercavo l’ispirazione, osservavo ogni cosa intorno a me per cercare di capire qual era l’ultima tessera per completare il mio puzzle. Qualcuno mi fece tornare alla realtà. Stefy: gigia! Smuoviti! È suonata la campanella e dobbiamo entrare! Stefania, una delle mie migliori amiche insieme a giorgia. Era piccolina, magra, capelli biondicci un po’ a caschetto e sempre simpatica con tutti. Giorgia, invece, era una ragazza alta con i capelli mossi e scuri, portava gli occhiali. Gio: gigia! Ti smuovi?? Gigia: eh? Ah, si arrivo. Stefy: cavolo! A che pensi? Ogni mattina t’imbamboli per dieci minuti finchè io e gio non ti svegliamo! Gigia: si, scusatemi. Lo sapete come sono fatta, se non penso non vivo! Dai, vieni qua! Andai per abbracciare stefy, ma appena la toccai lei saltò in aria. Gigia: ops…scusa. Gio: le mani! Portati uno scaldino, no? Gigia: mi prenderebbero per pazza! Stefy: ma almeno non sembri anormale! Anormale. La parola che usavano tutti per descrivermi era questa. Ma io non la prendevo come un’offesa, mi piaceva avere le mani fredde, anche perché adoravo i vampiri, e questa era una loro particolare caratteristica. Entrammo in classe, era lunedì e alle prime due ore avevamo italiano, ma come sempre la prof ritardava di 10 minuti. Ero seduta al mio posto, mentre guardavo i miei compagni maschi giocare come bambini d’asilo. Stefy: non cambieranno mai! Gigia: già…ah stefy! Devo dirvi una cosa a te e a gio, aspetta…GIO! VIENI! Lei corse subito. Si, fanno sempre così, come se fossi un capo! A volte mi mettono a disagio… Gio: si? Dimmi. Gigia: finalmente mi trasferisco! Stefy: si! Così avrai una stanza tutta tua! Mi stavo trasferendo in una via parallela a quella dove sono sempre stata, sin da piccola. Gigia: Hanno finito tutto! Oggi, dopo la scuola, i miei mi aspetteranno nella nuova casuccia! E la cosa più bella è che la mia camera ha il balcone che da sulla strada e siamo al primo piano! Così se volete venirmi a dire qualcosa lanciate delle pietrine, come si fa nei film, e io apro e parliamo! Si, non vedo l’ora! Gio: che bello! Sarà fantastico! Gigia: sisi. La nostra conversazione fu interrotta da qualcuno, o meglio qualcosa…quel mostro della prof! Prof: avanti ragazzi! Prendete i libri e ripassate, interrogo in storia! Aprii il mio libro e lessi velocemente la lezione, la sapevo quasi a memoria; da questo il soprannome, fortunatamente poco usato, di secchiona. Prof: vediamo…interroghiamo…Cusimano! Domenico, il bambinone dolce e simpatico della classe. Lo conoscevo sin dall’asilo e ci volevamo un bene dell’anima. Dome: ehm…io? Prof: conosci altri che si chiamano Cusimano in questa classe? Dome: o…ok… Bhe, possiamo dire che non era proprio come me in fatto di studio. Prof: parlami della seconda guerra mondiale. Dome. Si, certo. Ehm…allora…Hitler era cattivo con gli indiani, e poi…gli mettevano la stella e li bruciavano vivi… Prof: ho capito. Vai a posto Cusimano. Dome: ma io ho studiato! Prof: certo. Così dome, sconsolato, si andò a sedere. La giornata passò tutto il tempo tra interrogazioni varie e richiami, la solita storia. Solo a ricreazione riuscii a pensare ai fatti miei, a volte interrotta dagli spintoni dei miei compagni che si lanciavano penne e saltavano l’uno addosso all’altro. All’uscita mi avviai verso casa, quando vidi un’ombra passarmi accanto e svanire nel nulla. Rimasi con un punto interrogativo in faccia, ma non ci feci caso più di tanto e continuai la mia strada. Ogni tanto sentivo una presenza, come se qualcuno mi stesse osservando, ma quando mi giravo non c’era niente. Molte volte avevo quella sensazione, ma quel giorno, non so perché, sembrava più reale. Entrai in casa e salutai i miei genitori, entusiasti più che mai della nuova casa. Mi diressi in camera, mi misi in tuta e andai a pranzare. Davi: gio, oggi giochi con me? Davide, il mio fratellino di nove anni. Litigavamo spesso, ma ci volevamo un gran bene e…ogni volta mi chiedeva di giocare con lui! Gigia: no davi, mi dispiace, ma devo studiare e poi mi voglio rilassare un po’,sono stanca. Davi: uffi però! Mi dici sempre così! Gigia: la prossima volta giochiamo alla play, ok? Davi: si! Grazie! Finito di mangiare sparecchiai ed aiutai mia madre in cucina, poi andai in camera per svolgere i compiti.
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linaleexx - Voto:
divertiti in germaniaç_ç sarò li con il pensiero!!XDXD aspetto con ansia le pressime storie!!
bella4 - Voto:
sono anche triste perchè la storia è finita, vorrei che ci fosse una continuazione, cumenque sono felicissima e finalmente giorgia ed edward potranno coronare il loro sogno d'amore
Ciao alla tua prossima storia
P.S. spero che la tua prossima storia riguardi sempre i vampiri
Bye Bye
artemis5 - Voto:
non puoi farlo morire!!
linaleexx - Voto:
jkn
ti prego continua presto,nn farci rimanere sulle spine!!!!
artemis5 - Voto:
saiyo83 - Voto:
bella4 - Voto:
Ciao
P.S. vorrei che Edward trasformasse Giorgia in una vampira come lui così non ci sarebbero più ostacoli
Tanti bacioni non aggiornare tardi capito!
...continua nelle pagine numero:
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