Credevo fosse il sogno perduto di una bambina, in realtà era la verità della mia vita.
Conclusa: Sì
Fanfiction pubblicata il 29/05/2008 12:49:18 - Ultimo inserimento 24/02/2009
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Salve a tutti, benvenuti in questa nuova storia.
Sarà una storia decisamente lunga, 20 capitoli e in alcuni di essi, molto contorta.
Spero mi seguirete per tutta la sua durata e spero che vi piacerà.
In questi venti capitoli, narrerò:
un sogno,
una prigionia,
un amore nato tra mille problemi e intrighi.
BUONA LETTURA!
Da piccoli, tutto ci spaventa, tutto ci atterrisce.
Crediamo nei grandi, quando ci dicono che se non facciamo i bravi, l’uomo cattivo verrà a prenderci per portarci via.
Crediamo che sotto il letto, qualcosa strisci lì, di nascosto e che potrebbe afferrarci trascinandoci chissà dove.
Crediamo che dall’armadio… il mostro… ci aspetti trepidante per mangiarci in un solo boccone.
Io ci ho sempre creduto…
Lo ammetto, ero una bambina un po’ credulona, ma…. Se solo avessero saputo quello che poi sarebbe accaduto… mi avrebbero dato ragione invece di dirmi…. È solo un sogno.
Avevo sei, sette anni, quando il mostro nell’armadio si mostrò.
Stavo rannicchiata sotto le coperte, anche se ormai era maggio e non faceva poi così freddo, ma io sono freddolosa e amo coprirmi sempre, anche con quaranta gradi.
Iniziai a sentire alcuni rumori provenire da dentro l’armadio, ma non ci feci caso, poi aumentarono.
Scesi e tremante, a piedi scalzi, mi avvicinai e sentì qualcosa.
Sì… sentì… qualcuno.
Avvicinai l’orecchio all’anta e sentì come se qualcuno ci grattasse contro.
Lentamente lo aprì, ma non vidi nulla, solo i miei vestiti. Le mie maglie, alcune bambole che avevo lanciato lì dentro e alcuni vasi di mia madre.
Stavo per richiudere l’anta, ma sentì un fruscio.
Allungai la testa verso l’interno e in fondo, dove doveva esserci la parte finale dell’armadio scorsi una piccola luce.
Mi avvicini ancora e caddi in avanti.
Quando aprì gli occhi non ero più nella mia stanza, ma…. In un bosco.
Mi alzi, scrollandomi i vestiti e osservandomi intorno.
Era giorno e il bosco era completamente verde.
Bellissimo.
Sentivo una miriade di profumi inebriarmi la mente.
Poi… quel rumore e quel colore.
Rosso.
Mi passò davanti e poi… lo vidi tornare verso di me fermandosi.
Lui mi fissava.
Io lo fissavo.
Il mostro dell’armadio.
Però… non mi pareva un mostro.
Era un bambino, come me, forse poco più grande. Aveva degli strani capelli color argento e dei bellissimi occhi color del grano.
Ma quello che mi colpì di più, erano le sue orecchie. Non umane, ma… delle simpatiche orecchiette da cane di un bianco candido.
Gli sorrisi e lui mi fissò ancora più strabiliato.
Poi parlò.
“Ma tu chi diavolo sei?” mi chiese serio e io in effetti, non sapevo che rispondergli.
“Io… ecco…non so come sono arrivata qua!” lo vidi inarcare un sopraciglio.
“Bhè non m’interessa ho già abbastanza problemi. Torna da dove sei venuta!” e fece per allontanarsi, ma io lo bloccai afferrandogli la strana casacca rossa che indossava.
“Non puoi lasciarmi qui da sola!” e lo fissai con le lacrime agli occhi.
“Eih non piangerai adesso vero? Va bene, ti accompagno al villaggio, ma dovrai entrarci da sola… io… non posso farmi vedere!” annui.
Mi bastava, non so cosa fosse un villaggio, ma forse lui voleva dire a casa.
Lo seguì senza mai staccarmi dalla sua casacca finché non sentimmo dei rumori.
Passi di persone, molte persone.
Lui mi afferrò e mi schiaccio contro di se “Sta ferma e zitta!” annui e mentre lui mi trascinava verso una rientranza della roccia io guardavo quelle persone.
Erano un ventina, tutte adulte, ma… vestiti in maniera strana.
Non come mamma e papà.
Mi girai verso di lui che li fissava… spaventato.
Gli sorrisi e lui sobbalzò.
“Stanno cercando te?” chiesi e lui annuì tristemente “Perché?”
“Io… non lo sai?”
Scuoto la testa “Ma allora è vero che non sei di qua. Se lo fossi lo sapresti!”
“Loro… loro vogliono imprigionarmi!”
“Lo guardai seria “E perché?”
Lo vidi rabbuiarsi.
“Perché io sono un mezzo demone ed è tradizione che quelli come me vengano rinchiusi per l’eternità. Per…proteggere il villaggio e i villaggi vicini!” mi avvicinai
“Cosa vuol dire mezzo demone?” e lui scoppiò a ridere “Sei una strana ragazzina sai?” e io gli misi il muso, che però mi durò poco.
“Senti… ma tu come ti chiami?”
“Io… Inuyasha!”
“Io invece sono Kagome!” e gli allungai la mano. Lui attese un po’ e poi rispose al mio gesto.
Strano, sembrava così… sconvolto dal mio gesto.
Poi riprese il controllo. “Avanti manca poco. Continuiamo. Ti porterò lì e poi scapperò lontano!” annuì e lo seguì per un po’, ma poi loro riapparvero.
“Eccolo! Lo abbiamo trovato! Da questa parte!” urlarono in coro e ci corsero incontro.
Inuyasha mi afferrò per una braccio e iniziò a correre, ma nella foga prese la strada sbagliata ed entrammo in uno strano paese.
La gente incominciò ad urlarci contro e Inuyasha mi truci ò ancora più forte lontano da quei pazzi che ci seguivano.
Corremmo e senza fiato, ci rifugiammo in una casa polverosa.
Era vecchia e fredda. La polvere regnava sovrana e pezzi di legno erano sparsi qua e là.
“Cosa facciamo?” chiesi spaventata e lui mi sorrise.
Un sorriso triste che non mi piacque per niente.
“Ascolta Kagome. Io adesso uscirò e mi farò prendere. Tu scappa lontano. Questo posto non è per te. Non è questa casa tua. Ne sono sicuro. Tu… sei diversa. Tu… mi hai trattato bene, mentre questa gente… è cattiva, perfida!”
Scossi la testa “No ma che dici? Stai scherzando? A me non faranno niente e tu devi scappare!” si alzò di scatto. “No! stammi a sentire stupida! Farai come dico io!” e usci fuori.
Rimasi rannicchiata per un po’, poi le sentì.
Le voci, quelle voci.
Cattive.
Molto cattive.
Sbirciai e lo vidi.
Avevano preso Inuyasha e lo stavano picchiando. Lo sollevarono di peso e lo trascinrono via.
Ignorai i suoi consigli, o meglio dire ordini e li seguì.
Li vidi entrare in un grande palazzo rosso fuoco con delle lunghe e ornamentali colonne dorate.
Li vidi entrare e facendo attenzione li seguì all’interno.
Quando entrarono in una stanza rimasi senza parole.
Li vidi gettare Inuyasha per terra, dentro una grande gabbia. Successivamente un uomo vi entrò e immobilizzò Inuyasha al muro con due grosse catene. Lui cercò di ribellarsi, ma quando qualcosa lo colpì ad un fianco si fermò immediatamente.
Mi portai una mano alla bacco sconvolta.
Rimasi immobile, piangendo in silenzio finché tutti non uscirono.
Corsi da lui “Inuyasha!” urlai e lui aprì gli occhi fissandomi “Dovevi scappare!”
“NO! Adesso ti tiro fuori!” cercai di aprire la gabbia, ma il lucchetto era chiuso e io… non potevo farcela. “Inuyasha…” e scoppiai a piangere “Lui si mosse e così lo vidi. Un profondo taglio lungo il fianco destro.
“Oddio!” esclamai e lui si ritrasse “Non preoccuparti Kagome. Non fa poi cos’ male. Ma se perdo sangue sono più debole e non posso scappare!” granai gli occhi”Ma… ti feriranno ancora?” chiesi terrorizzata e lui annuì.
“NO! devo tirarti fuori!” ma la porta si aprì e un uomo si lanciò su di me.
Mi afferrò e l’unica cosa che sentì furono le urla di Inuyasha “NO! Lasciala! Non gli fare del male! No lei non centra! Lasciala brutto porco!”
Iniziai a piangere più forte e a divincolarmi come una pazza e alla fine riuscì a liberarmi.
Fissai Inuyasha “Scappa!” urlò lui e io mi avvicinai alle sbarre “Prometto… Io prometto che tornerò!” lui mi sorrise poco convinto.
“è stato bello conoscerti Kagome. Non ti dimenticherò mai!” altri uomini antrarono e io corsi via schivandoli e uscendo all’esterno. Corsi così forte che non mi resi conto di nulla. Né di dove andavo, né di dove mi trovavo, poi… l’oscurità.
Mi risveglia nel mio letto, con mia madre preoccupata accanto.
“Kagome come ti senti tesoro!” mi alzai di scatto “Dobbiamo aiutare Inuyasha mamma!” lei mi fisso stranita “Chi è Inuyasha tesoro?”
“Lui… Lui…!” e mi fissai intorno rendendomi conto solo allora di essere nella mia stanza.
“Dov’è la foresta mamma?”
Tesoro hai avuto un brutto incubo tutto qua. Non c’è nessuna foresta e nessun Inuyasha! Adesso dormi!” mi rimise giù, coprendomi e baciandomi sulla guancia.
Poteva essere tutto un sogno?
Inuyasha non esisteva?
Lui… non riuscì a tenere più gli occhi aperti e mi addormentai e da allora non sognai mai più Inuyasha, anche se in un angolo della mia mente, il simpatico ragazzino dalle orecchiette pelose viveva ancora. E sarebbe rivissuto presto!
Mi svegliai al suono della sveglia.
Allungai una mano e la spensi. Sollevando le coperte e dirigendomi in bagno.
Oggi sarebbe stata una giornata faticosa.
Mia madre doveva preparare il tutto per il trasloco.
Il nonno ormai era morto da parecchia anni e mio fratello aveva deciso di trasferirsi in una città vicina in cui aveva trovato lavoro ed io… ecco io ero uscita da casa da quasi una anno ormai e per lei stare sola in un tempio era troppo gravoso.
Aveva preso un grazioso appartamento vicino al mare e così… oggi…. Grande trasloco.
Sota aveva già preso quello che voleva come ricordo e come utilità dal tempio e oggi era il mio turno.
Mi vestì e in pochi minuti arrivai lì.
Quando entrai, una grande tristezza mi invase. Era vuota.
La casa che mi aveva visto crescere sarebbe stata abitata da qualcun altro. Qualcun altro avrebbe mangiato nella cucine, corso sulle scale.
Mi intristì un po‘, ma scossi la testa e tirai dritto.
Sentì la voce di mia madre chiamarmi e salì al piano di sopra in quella che un tempo era la mia stanza.
“Tesoro… allora hai già dato un occhiata?” scossi la testa “No adesso do un occhiata in giro, ma se tu fai tardi per il treno, vai pure… poi chiudo io!” lei sorrise “Davvero tesoro? Sei sicura?” annuì “Ok allora vado. Tua zia, mi aspetterà di già! Non preoccuparti per gli scatoloni, domani porteranno via tutto, gli ho già chiamati per organizzare gli ultimi strasci del trasloco” mi salutò con un bacio sulla guancia e uscì.
Curiosai un po’ in vari scatoloni e presi un sacco di cose… inutili, ma a cui tenevo particolarmente.
Poi lo vidi.
Un vaso bellissimo.
Mi avvicinai e lo sollevai.
Era così finemente decorato che per poco non ne rimasi incantata.
C’erano molte figure, non solo umane, ma anche demoniache e … era proprio bello!
Lo presi e lo portai a casa anche se non sapevo dove poterlo mettere.
Lo sistemai infondo all’armadio e uscì per andare all’università.
Seguì la lezione con poco interesse e alla fine mi addormentai sul banco e lo vidi.
Due profondi occhi color dell’ambra. Lo fissavo intensamente e cercai di avvicinarmi, ma non riuscivo a muovermi.
Vidi delle ombre avvicinarsi a lui nella stanza e poi un urlo. Un suo urlo.
Mi tappai le orecchie e poi lo vidi per terra, con le mani bloccate da due grosse catene.
“Inuyasha!” sussurrai e appena dopo che lui alzò la testa al mio richiamo, mi svegliai.
Respiravo a fatica.
I miei vicini di banco mi fissavano come se fossi pazza, così decisi di andarmene.
Tornai a casa e mi lancia sul letto. Mi faceva male la testa.
Che cavolo di sogno era?
E poi… quel nome… io… lo ricordavo… io…… Lo conoscevo e all’improvviso mi tronò in mente il sogno fatto anni fa.
Lo squillo del telefono mi distrasse dai miei pensieri e per tutto il pomeriggio non ci pensai più
Infondo era solo un sogno no?
NO!
Bene, ecco finito il primo capitolo, cosa mi dite?
Vi ho un po’, anche un pochino incuriosito?
wow davvero stupenda!!! sei riuscita ad invertite i ruoli a fare di kagome quella ke lotta contro la sua parte malvagia e di inuyasha quello ke la difende a spada tratta... scrivine altre ti prego :D
Ma ke bella fine.Sei bravissima!Però...sigh sigh!!Mi sono appassionata a questa fic,ed ora che è giunta al termine come faccio?Prometti ke ne farai un'altra vero? *___*(occhi gatto shrek) Ti plegoooo!!!Sei mitica!!Continua cosììì!!
complimenti