Manga e Anime
creata dalla serie "TOKYO MEW MEW":
"THE BOOK OF THE ANSWERS"
una fanfiction di:

Genere:
Commedia
Avvisi:
AU - What if? (E se...)
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Erano ore che stava davanti il computer per trovare qualcosa, aveva trovato di tutto, entrata in qualsiasi tipo di sito...

Conclusa: No

Fanfiction pubblicata il 28/07/2008 17:19:59 - Ultimo inserimento 24/08/2008
 
ABC ABC ABC ABC



 1° CAPITOLO


The book of the answers


1° capitolo

Guardava lo schermo annoiata da troppo tempo, tamburellando con le dita nella scrivania, aspettando, sbuffando, di vedere caricata la pagina di ricerca, accompagnata dalla musica mentre cercava di rilassarla, chiedendosi il perché di quella, ormai noiosa, ricerca. Erano ore che stava davanti il computer per trovare qualcosa, aveva trovato di tutto, entrata in qualsiasi tipo di sito, in tutte le lingue possibili, rendendosi conto di riconoscerne solo qualcuna, ma non c’era quello che cercava disperatamente.
Sbuffò irritata, girando la rotella del mouse con l’indice per scendere sempre più giù e magari cambiare pagina. Distolse lo sguardo dallo schermo per spostarlo nel vuoto, perdendosi in esso. La vista cominciava a calare, appannandosi. Portò la mano libera agli occhi, scuotendo la testa. Doveva staccare e anche alla svelta. Riportò lo sguardo allo schermo, intenzionata a chiudere tutto, ma appena aveva fatto scorrere ancora una volta la rotellina del mouse, sicura di non trovare nulla e, portare la freccia nel quadratino rosso con una “x” per chiudere la pagina, ecco che quell’idea era sparita. Avrebbe fatto meglio a chiudere tutto senza dargli mezza occhiata.
Strofinò gli occhi incerta, trattenendoli dentro le orbite, portandosi una mano sulla fronte per spostare una ciocca dei suoi lunghi capelli rossi. Cliccò sulla frase interessata senza pensarci un secondo, trattenendo il respiro, incrociando le dita speranzosa, aspettando che la pagina si aprisse.

<i>“Il libro delle risposte

Molte voci sono girate su questo libro perduto, appartenuto alla grande civiltà degli antichi egizi. Pochi conoscevano la sua esistenza e, a dirla tutta, il mondo lo ignora tuttora. Nessuno sa come sia fatto, se esista ancora sperduto nel mondo, nella terra egizia, o se sia davvero mai esistito, per quale scopo veniva usato e chi poteva usarlo. Chi è a conoscenza della sua esistenza si domanda quale sia il suo contenuto, quale potere abbia (ammesso che ne abbia uno) e di un nome così curioso, ma purtroppo tutto resta nell’anonimato. Si sono trovati solo alcune pergamene in cui veniva annunciata la sua esistenza o semplicemente nominata, documenti scomparsi, ritrovati per pura fortuna in giro per il mondo. Di conseguenza sono poche le cose menzionate su questo misterioso libro. Si è dunque notato che in quel poco materiale ritrovato ripeta sempre la stessa cosa, cioè: che quel libro abbia il dono di poter fornire qualsiasi risposta ad ogni domanda posta (per alcuni può sembrare superfluo e inutile). Come avvenga tutto ciò è un secreto. Coloro che credevano nella sua esistenza l’hanno cercato, alcuni sono tornati a mani vuote, altri non hanno fatto più rientro. Nessuno lo cerca più, si è smesso totalmente di credere nella sua esistenza, almeno che il tutto resti nell’anonimato.” </i>

Riprese a respirare, guardando la pagina rapita, finalmente l’aveva trovato, ma più la rileggeva più rendeva conto che non le dava alcuna informazione in più. Aveva sfogliato molti libri, sprecato ore su internet per cercare qualcosa, ma tutti dicevano le stesse identiche cose.
Guardò lo schermo irritata, non c’è la faceva più, erano settimane che faceva ricerche, si poteva anche dire che aveva abitato nelle librerie nell’ultimo periodo. Non trovava niente, niente di nuovo, il vuoto assoluto. E pensare che non chiedeva chissà che, voleva semplicemente un posto dove poter cercare, un dannatissimo luogo. Tutto quello che riusciva a trovare non indicava mai un punto preciso, ma si soffermavano sempre sulla civiltà da cui proveniva, forse era proprio quello il posto dove cercare.
Sospirò, portandosi le mani al capo, alzandolo. Perché stava cercando quel libro maledetto? Era davvero sicura che le avrebbe fornito le risposte che cercava? Non poteva semplicemente darsele lei delle risposte? Molte volte si era ripetuta quelle domande, ma la risposta era sempre la stessa: doveva trovare quel cavolo di libro. Doveva essere sicura di fare la scelta giusta. Qualunque fosse stata, le avrebbe cambiato la vita definitivamente. Voleva semplicemente essere sicura di ciò che pensava, considerando il fatto che ogni volta che ci rifletteva, nuovi dubbi e interrogativi si formavano nella sua testa, senza contare il fatto che la sua migliore amica non l’aiutava affatto, secondo lei doveva lasciarlo perdere e cercare chi amava davvero e non un damerino da quattro soldi, che non sapeva far provare nulla, tranne il puro disgusto di stargli accanto.
Chiuse la pagina abbattuta, spegnendo definitivamente il pc, dirigendosi verso il letto rassegnata, lasciandosi cadere pesantemente su esso. Anche quel giorno era stato sprecato per nulla. Doveva prendere una decisione e anche al più presto; forse la cosa migliore era fare i bagagli e lasciarsi trascinare dall’avventura, nella speranza di poterlo trovare. Tutto quel casino per niente. Sorrise scettica, se durante quel viaggio non avrebbe trovato quello che cercava, sarebbe tornata pronta per dirgli quel dannatissimo “si”.
Ma ora il problema era un altro, come avrebbe fatto? Mica poteva partire da sola per l’Egitto, senza soldi, senza strumenti per le ricerche, in pratica senza il nulla. Maledì mentalmente la sua migliore amica, la causa di quella tremenda ricerca, quel giorno avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa.




<i>Era rimasta sorpresa da quella proposta, non si sarebbe mai aspettata che sarebbero arrivati a quel punto così presto. Non le era mai passato per la testa una cosa del genere, viveva i suoi momenti con lui così, quasi per passatempo, per rimanere aggrappata a qualcosa per non essere sopraffatta dall’oscurità che circondava ogni essere vivente. Gli voleva bene, si, ma più ci pensava, più si rendeva conto che era solo un appoggio, un appiglio, il suo salvagente o la sua scialuppa di salvataggio, nulla di più.
Camminava con lo sguardo perso nel vuoto, girovagando senza meta, finché non si ritrovò davanti una porta a lei conosciuto, suonò il campanello piano, giocando nervosamente con le dita. Neanche il tempo di respirare che la porta si aprì, mostrandole la persona che forse avrebbe risolto i suoi problemi.

- Ichigo, che ci fai qui a quest’ora? - Chiese sorpresa la figura davanti a lei, fissandola curiosa e dubbiosa, sostenendosi sulla porta, aperta per metà.

- Ehm…ciao Mint! - Salutò incerta e imbarazzata la rossa, mentre continuava a giocare con le dita nervosamente. - Posso entrare? - Chiese supplichevole, guardandola dritta negli occhi, portando le mani in forma di preghiera.

- Eh? Ah, si certo, entra! - Rispose frastornata, aprendo definitivamente la porta, facendole segno con la mano di poter varcare la soglia. –Hai una strana espressione sul volto. Cosa è successo? - Azzardò, studiando il suo volto, preoccupata, quasi allarmata, indicandole il soggiorno a pochi passi da loro, facendola sedere sul divano freddo, di pelle bianca, da tre posti.

Trattenne il respiro, ogni volta che l’argomento ricadeva su di lui, la cacciava di casa a calci, urlando esasperata.
- Bè, ehm…come dire… Masaya mi ha chiesto di sposarlo. - Disse esitando all’inizio, pronunciando l’ultima frase con tono quasi in percepibile, tutta di un fiato, arrossendo, chinando la testa, intrecciando le dita che tremavano leggermente.

- Che cosa? - Chiese allarmata urlando, alzandosi di colpo dal divano con occhi sgranati, appoggiandosi al mobile dietro di lei, mentre le gambe cominciavano a tremare per la rabbia e l’incredulità.

Ichigo alzò la testa lentamente, andandola a fissare, nascondendo le gambe deboli, sospirando, trattenendo quella serie di brividi che le percorrevano il corpo incessanti.
Lo sapeva, adesso la mandava via di casa, ma sta volta di peso, urlandole contro chissà cosa, facendola inseguire dai cani, mandando un serial killer a casa di Masaya per farlo sparire per sempre dalla faccia della terra. Trattene una risata, non era il momento adatto.

- E tu che hai risposto? - Chiese, tornando in posizione eretta, trattenendo la rabbia, stringendo un pugno, guardando l’amica rassegnata e disgustata.
Ogni giorno si chiedeva perché perdesse il suo tempo con lui, non le dava nulla, era una cosa inutile, un essere da far sparire, un errore della natura che si stava punendo ogni ora che passava, un essere disgustoso. Più lo conosceva, più l’odiava, cercava sempre di evitarlo o di sparire completamente quando sapeva della sua presenza, altrimenti non sarebbe stata responsabile delle sue azioni.

- Non gli ho dato alcuna risposta. - Rispose con tono fermo, regalandole un sorriso, guardandola negli occhi divertita, trattenendo una risata.

Sgranò gli occhi incredula, guardandola dubbiosa, aprendo la mano ormai rossa. –Mi sfugge qualcosa. - Disse infine con sguardo interrogativo, appoggiando un braccio al mobile dietro di lei.

- Mint, sai benissimo che io non amo Masaya, provo solo affetto per lui, ma di certo non è così forte da potermi far rispondere positivamente alla sua domanda. - disse dolcemente, continuando a sorridere divertita, tamburellando con le dita nel divano.

- Allora gli hai risposto di no? - Domandò sconvolta, quasi rincuorata, sorridendo dentro di se.

- No, gli ho detto che dovevo pensarci - Rispose calma, accavallando le gambe, bloccandole con le braccia.

- Io continuo ad non capire. - Disse rassegnata in un sussurro. –Dove sta il problema? - Domandò accigliata, portandosi le braccia alla vita.

- Vedi…anche se in realtà nutro solo affetto, come dire, fraterno, almeno so che ci sarebbe per sempre e non mi farei sopraffare dell’oscurità del mondo, sarebbe ed è il mio appoggio per la salvezza, una cosa certa nella mia vita. E poi ho passato così tanto tempo con lui, dove troverei l’amore adesso? - Disse abbattuta con tono fermo, abbassando la testa rassegnata, sospirando sconsolata.

- Ichigo, non hai quarantanni, ne hai ventuno, la tua vita non si ferma mica qua. Potresti trovare uno che ti meriti davvero e il grande amore, dietro l’angolo, ma tu ti sei sempre rifugiata nelle sue braccia, tappandoti gli occhi. - Disse innervosita, alzando il tono della voce, quasi ringhiando, stringendo i pugni.

- Certo, perché devo guardarmi in giro, quando ho la certezza davanti i miei occhi? - Chiese irritata, alzando anch’esse la voce, costringendola ad stringere un pugno, alzando la testa.

- Ma quale certezza, se non sai manco tu che fare. - Ribatté accigliata, urlandole contro, mentre le nocche diventavano sempre più bianche, cercando di trattenere quei brividi di rabbia e frustrazione che le percorrevano il corpo.

Abbassò nuovamente la testa abbattuta, sul l’orlo di una crisi isterica. –E’ inutile sprecare tutte queste parole, almeno che non esista una sfera di cristallo che mi dica cosa fare e che alleggerisca i miei dubbi, si sa che gli dirò quel maledettissimo si. - Pronunciò infine, abbassando sempre più il tono della voce, sconsolata, aprendo la mano, lasciandosi cadere a peso morto sul divano.

- Una sfera di cristallo? - Chiese dubbiosa più a se stessa che alla ragazza dinanzi a lei, in un sussurro, con lo sguardo perso nel vuoto, lasciando libere le mani. –E se invece fosse un libro? - Domandò improvvisamente, con una nuova luce negli occhi, andandola a guardare, mentre la rossa la guardava dubbiosa e scettica. - Un libro delle risposte. - Concluse infine, regalandole un sorriso.

- Un libro delle risposte? - Chiese dubbiosa, ripetendo vari volte quelle parole nella sua mente. –Bé, sarebbe bello, ma non credo proprio che esista. Da dove ti vengono certe idee? - Chiese beffarda, sorridendo divertita, sedendosi composta sul divano oramai bollente.

- Esiste! O almeno secondo le storie della mia famiglia. - Pronunciò convinta, dirigendosi verso di lei, sedendosi sul divano.

- Le storie della tua famiglia? - Chiese scettica, innalzando un sopracciglio, portandosi le mani su grembo.

- Si. Vedi queste storie vengono raccontate di generazione in generazione, senza mai cambiare versione, essendo scritte su dei libri da noi custoditi. Praticamente quando ero piccola mi avevano raccontato la storia sul libro delle risposte o meglio dire “Il libro delle risposte”. Ma purtroppo si sa molto poco su esso. Magari possiamo cercarlo, ti dirà che fare, anche se un bel “no”, non glielo leva nessuno. - Disse convinta, guardandola dritta negli occhi con un’espressione divertita, scoppiando a ridere di gusto.</i>




Sorrise ripensando a quella giornata che sembrava lontana anni luce.
Il telefono suonò all’impazzata. Sbuffò annoiata, costretta ad alzarsi per prenderlo, malvolentieri. Si diresse lentamente verso la scrivania dove oltre il computer, era anche situato il telefono, gli lanciò uno sguardo assassino, prendendo la cornetta.

- Pronto? - Chiese accigliata, ticchettando le dita nel tavolo.

- Ciao Ichigo! - Rispose una voce allegra quasi urlando, bucandole un timpano.

Le si illuminarono gli occhi. - Ehy, ciao Mint! - Rispose anch’essa allegra, facendo un sorriso. –Come stai? - Chiese curiosa.

- Bene, bene. Ma non perdiamo tempo in chiacchiere. Ho una notizia per te! - Disse velocemente, alzando ad ogni parola il tono.

- Ah si? Cosa? - Chiese sbalordita, facendo intravedere una certa curiosità.

- Tra tre giorni partiamo per L’Egitto! - Rispose tutto in un fiato felice, urlando più che mai.

Per un paio di minuti regnò il silenzio, interrotto dai respiri che si scambiavano attraverso quell’oggetto, mentre la rossa teneva gli occhi sgranati, costretta a sedersi.

- Cosa? Quando? Perché? Come? Chi? - Chiese impallidendo con voce strozzata in un sussurro, velocemente.

- Ehy, calma, respira. Ne parliamo con calma quando ci vediamo, ma comincia a fare le valigie. Ciao! - Disse beffarda, trattenendo le risate per la reazione dell’amica, chiudendo velocemente il telefono.

La rossa si ritrovò con la cornetta attaccata all’orecchio da cui proveniva il classico rumore dell’occupato, guardando un punto indefinito, scettica, innalzando un sopracciglio. Posò la cornetta, sospirando; chissà cosa aveva in mente quella pazza. Sorrise compiaciuta, avviandosi verso l’armadio che conteneva la valigie.















Ed eccomi di nuovo qui con una nuova fic, la stavo progettando da un mesetto e adesso sono riuscita a terminare il primo capitolo, sperando che ne sia valsa la pena.

Ringraziate e inchinatevi davanti il Topolino numero 2741 (o meglio prendetelo, minacciatelo e dategli un bel calcio sul fondo schiena), visto che è l’artefice della mia nuova idea. Mi è bastato leggere il titolo (“Il gran librone delle risposte”) per farmi venire in mente una nuova storia, senza considerare che era un secolo che volevo ambientarla una in Egitto *___*.

Spero vi gusti, anche se è solo il primo capitolo che si sa, è sempre il più noioso =__= (sperando che in seguito sia più coinvolgente).



A presto!

Bacioni Ryan92!




...Continua nel prossimo capitolo


 
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