CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -
Premetto che sn stata (in parte) costretta a pubblicare questa fic. Altra premessa, la fic seguirà la linea degli ultimi due libri e le modifiche alla trama saranno relativamente poco rilevanti se nn al finale. Bene… Da cm capirete x me sarà un lavoro abbastanza snervante e difficile visto ke devo seguire anche altre 2 fic e questa occuperà davvero molto tempo… Molto probabilmente ci vorranno un paio d’anni x arrivare alla parola fine quindi armatevi di buona pazienza. I primi 7 capitoli sn pronti ma nn li pubblicherò tutti insieme. Abbiate pazienza e rispettate i miei tempi…
Detto questo credo di potervi lasciare alla fic…
Besos! ^ç^
P.S.: x ki nn amasse le Draco/Hermione tenersi severamente alla larga!
Le vacanze estive erano iniziate da poco. Per Hermione restare nel mondo dei babbani era strano ,ora che sapeva di essere una strega, e l’unico appiglio a quello che ormai considerava il suo mondo erano i compiti estivi. Ma dopo un paio di settimane il grosso carico di compiti erano già belli che finiti e controllati minimo una decina di volte.
Ed ora era noia assoluta. Mancavano ancora un paio di settimane al giorno in cui sarebbe andata alla Tana e ormai non sapeva più davvero come passare il tempo. I suoi amici babbani sapevano che lei andava ad una scuola per geni e di certo nessuno dopo 6 anni che non rivolgeva loro la parola avrebbe mai accettato di uscire a fare un giro con lei. Così passeggiava tra i vari vialetti da sola mentre a volte i ricchi vicini di casa la salutavano. Anche il fatto di abitare in un quartiere ricco non l’aveva mai fatta molto felice ma i suoi genitori guadagnavano soldi a palate e a loro il lusso piaceva. Hermione invece si sentiva un po’ a disagio pensando alla situazione della famiglia di Ron che di oro ne avrebbe tanto avuto bisogno.
Anche quel giorno che sembrava uguale a tutti gli altri stava passeggiando e senza rendersene conto si era spinta un po’ più distante del solito. Attorno a lei le case iniziavano a diradarsi e la stradina proseguiva ormai affianco all’argine di un piccolo fiumiciattolo che stava alla sua destra mentre alla sinistra c’erano case rurali, orti e campi coltivati, il tutto all’ombra di grandi alberi che costeggiavano l’intera strada sterrata. Doveva essere molto distante da casa ma erano solo le quattro del pomeriggio e si disse di poter continuare a camminare ancora un po’. Più di una volta si fermò a chiacchierare con qualche contadino ma aveva come la netta sensazione di essere seguita. Eppure, nonostante si fosse guardata intorno molto circospetta, non aveva visto proprio nessuno e l’eventualità che un mago la stesse seguendo le metteva ancora più ansia.
Continuò a proseguire fingendo di non essersi accorta di nulla finchè l’oscurità non la avvolse. Si guardò in torno e si rese conto di essere arrivata in un punto dove le case non c’erano e così controllando bene che non ci fossero babbani in giro usò un semplice incanto revelio che le confermò di essere seguita. Ed esattamente in quel momento una serie di incantesimi le arrivarono addosso lasciandole il tempo solo di usare un incantesimo scudo e poi capì che era il caso di correre il più veloce possibile quando alle sue spalle dal nulla comparvero una decina di figure incappucciate che continuavano a lanciare incantesimo di ogni tipo.
Corse veloce come mai aveva fatto ma i Mangiamorte sembravano non voler cedere così lasciò la stradina gettandosi in un corsa frenetica tra le alte piante di granturco di uno dei campi a sinistra.
-Merda, mi sono ancora alle costole…-imprecò mentalmente Hermione voltandosi ogni tanto per lanciare qualche incantesimo. Ma fuggire sembrava non servire a nulla. I Mangiamorte continuavano a seguirla lanciando incantesimi. Ma… sembrava che non volessero ucciderla.
- Stanno lanciando soprattutto schiantesimi, impedimenta, incantesimi di disarmo e raramente qualche cruciatus… Sembra proprio che non vogliano uccidermi… Ma allora, cosa vogliono da me?- si domandò perplessa vedendoli arrancare alle sue spalle divenendo sempre più distanti.
Con uno scatto voltò a destra e proseguì per un paio di metri svoltando poi a sinistra sperando in questo modo di far perdere le sue tracce ai Mangiamorte. E la fortuna fu dalla sua parte perché nell’oscurità Hermione non vide che era arrivata alla fine del campo dove c’era un alto fossato vuoto in cui la ragazza cadde inesorabilmente.
I Mangiamorte erano vicini, doveva fare qualcosa. Così si lanciò un incantesimo di Disillusione anche se era la prima volta che ne faceva uno. Sebbene non fosse completamente invisibile il buio della notte l’aiutò molto e strisciando nell’alto fossato riuscì a distanziarsi dal luogo in cui gli uomini si erano fermati. Arrivata alla fine del fossato ormai i Mangiamorte erano lontani. Risalì la riva e in lontananza vide nel buio una casa diroccata. Senza pensarci spiccò una corsa verso l’edificio sperando che all’interno non ci fosse nessuno.
Ma purtroppo qualcuno c’era.
Si era appoggiata un attimo al muro esterno della casa per prendere fiato quando in lontananza sentì della musica, probabilmente proveniente da una festa di un paese vicino.
-Bene, sono vicina a un paese. Lì magari trovo un passaggio per andare a casa anche se dubito che ora casa mia sia sicura.- pensò tra sé mentre si guardava la mano che tornava visibile.
Nonostante ciò aveva bisogno di riposare e se fosse andata in giro ancora quella notte avrebbe solo rischiato di essere scoperta. Così si decise ad entrare nella casa diroccata ma aveva appena varcato la soglia buia che qualcuno ,che molto probabilmente in precedenza era stato appoggiato al muro interno lì affianco, la afferrò alle spalle tappandole la bocca.
“Zitta o quelli ci scopriranno in tre secondi e allora per te e per me sarà la fine.” Borbottò una voce familiare al suo orecchio. “Ora ce ne andiamo, cerca di non fare resistenza o ti spaccherai.” la avvertì.
Hermione capì cosa stesse dicendo solo perché aveva letto un libro che parlava di Smaterializzazione quindi sapeva che lui aveva ragione e non oppose resistenza quando sentì la strana sensazione tipica della Smaterializzazione.
*****
L’aria pulita e un po’ acre a causa delle esplosioni degli incantesimi, il rumore del vento e in lontananza quello della musica accompagnato dai frinii dei grilli erano ora stati sostituiti da un piacevole odore di menta e da un’accogliente silenzio.
Si guardò intorno. Una luce opaca illuminava un ingresso accogliente con raffinati mobili in legno.
“Ora Granger ti lascerò andare”borbottò il ragazzo alle sue spalle prendendo preventivamente la bacchetta della ragazza prima di lasciarla andare allontanandosi improvvisamente e il più possibile.
Ma Hermione non reagì subito. Anzi rimase ferma a meditare per qualche secondo poi lentamente si voltò.
“Dove siamo, Malfoy?”domandò imperiosa.
“In un posto sicuro.” Rispose secco.
“Perché sono qui?” Continuò lei.
Draco ghignò.
“Credo che implicitamente tu mi stia chiedendo se sono un Mangiamorte ,vero Granger?” rispose abbassando ora la guardia togliendo il lungo mantello che indossava avvicinandosi ad un appendiabiti in un angolo della stanza.
“Bhè in realtà mi hai appena risposto…”sussurrò lei osservando il braccio sinistro di Draco su cui spiccava il grande tatuaggio di un teschio dalla cui bocca usciva un serpente.
“Mai sentito parlare di spie, Granger?”esclamò stizzito abbassando la manica della camicia. “E comunque se veramente avessi voluto lasciarti nelle mani di quei deficienti stai sicura che non mi sarei sprecato a portarti fino a qui.” Terminò tornando ad osservarla negli occhi.
Hermione resse il suo sguardo alterato.
“A questo c’ero arrivata. Prima di Smaterializzarci hai detto che entrambi saremmo stati nei guai se i Mangiamorte ci avessero scoperti. Io lo uso il cervello…”borbottò. “Ora voglio una risposta. Che ci faccio qui?”
“Silente mi ha chiesto di proteggerti.” Disse scocciato Draco dandole le spalle avvicinandosi alle scale davanti a loro. “Seguimi.” Aggiunse poi salendo lentamente le scale. Hermione non oppose resistenza e lo seguì mansueta covando dentro di sé mille domande.
Salirono una rampa di scale e sbucarono in un corridoio che si affacciava a tre porte. Lui proseguì fino a l’ultima porta e si fermò.
“Bene, questa è la tua stanza. La colazione è alle 10, il pranzo alle 2 e la cena alle 8. La sala da pranzo è giù, la porta subito a destra scese le scale. Non uscire per nessun motivo dalla casa. Circola tranquillamente per casa ma evita la mia stanza.” Disse indicando la prima porta vicino alle scale. “Domani mattina appena le acque si saranno calmate andrò a prendere la tua roba a casa tua e metterò al sicuro anche i tuoi genitori.” Terminò veloce senza darle il tempo di parlare. Stava per andarsene lasciandola lì impalata a chiedersi se lui c’era o ci faceva quando parlò di nuovo. “Ah, per i babbani questa è una casa diroccata e un incantesimo fa in modo che non vedano alcun movimento. Le finestre però puoi aprirle tranquillamente. Se tenti di scappare sta sicura che lo saprò.” E sparì oltre la soglia della sua stanza.
Hermione rimase ferma un paio di secondi a pensare poi finalmente si decise ad entrare in quella che per un po’ sarebbe stata la sua stanza.
Di malavoglia Hermione si era svestita ed era rimasta in biancheria. Si era messa sotto le coperte e aveva tentato di addormentarsi invano. L’attacco appena ricevuto le aveva messo addosso molta agitazione senza contare le tante domande che ora le vagavano per la testa.
Che cosa se ne faceva Silente di una spia così giovane? Perché Voldemort avrebbe dovuto far diventare Draco un Mangiamorte? Ma soprattutto perché lui rischiava la sua vita per una causa in cui aveva sempre dimostrato di non credere? Queste erano le tre domande che più le ronzava in testa e subito dopo queste c’era subito quella che riguardava gli eventi di quella sera. Cosa volevano i Mangiamorte da lei?
Accoccolata tra le coperte, pensando a possibili risposte il sonno la avvolse solo verso le tre del mattino.
Questo capitolo è dedicato a Daia, xkè se nn fosse x lei io nn sarei davvero nessuno... Grazie teso!!!
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