Correva da una parte all’altra della struttura con il cuore in gola, saltando un ostacolo dopo l’altro, senza guardarsi indietro, .. (Tokio Hotel - Lost)
Conclusa: Sì
Fanfiction pubblicata il 29/08/2008 22:07:44
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Una nuova scena
Aveva poggiato la testa tra le sue braccia, appoggiate sul tavolo, incrociate, tambureggiando annoiato con le dita, sospirando devastato, mentre i lunghi capelli neri gli ricadevano sul volto. Il suo sguardo si perdeva nelle pareti poste dinnanzi, totalmente bianche, mentre le orecchie chiedevano assoluto silenzio, gridando esasperate, causandogli un leggero mal di testa.
Non avrebbe resistito a lungo se continuava così e da li a poco sarebbe potuto scoppiare in un urlo.
- Basta! Non c’è la faccio più. Sarà il trentesimo cd che ascoltiamo! - Disse esasperato, alzando il tono della voce, portando le mani alle orecchie, premendole con l’intento di far cessare quel frastuono che ascoltava da ore.
Fece sussultare il ragazzo sedutogli accanto, anch’esso con il capo appoggiato al tavolo con gli occhi chiusi, coperti da lunghi capelli castani che li nascondevano dalla luce accecate, che regnava in quella stanza.
Il ragazzo sedutogli di fronte con la testa appoggiata alla poltrona, protetta da un cappellino da cui fuoriuscivano i lunghi rasta, lo guardano indifferente, cercando di trattenere i continui sbuffi che volevano fuoriuscire dalle sue labbra.
Un ragazzo dai capelli corti, biondi, dai riflessi castani si avvicinò cautamente al moro, che continuava a tenere la testa sul tavolo, tappandosi le orecchie, spegnendo lo stereo, causando un sospiro di sollievo dai tre, si sedette nell’unica poltrona libera, fornita di rotelle, accanto al moro.
- Bill, lo so che ormai non c’è la fai più, però secondo me dovremmo ascoltare ancora un paio di cd. - Disse calmo con tono quasi indifferente, poggiando il gomito sul tavolo, sostenendo il capo sul palmo della mano, guardando i lunghi capelli neri che gli si presentavano davanti.
Girò il capo di colpo, sgranando gli occhi nocciola, lanciandogli uno sguardo assassino e guardandolo come se, improvvisamente fosse diventato un pazzo. –Stai scherzando? Gustav, le mio orecchie non ne possono davvero più e la mia testa si è andata a far benedire. - Ribatté quasi urlando sull’orlo di una crisi, cercando di trattenere la voglia di sbattersi la testa sul tavolo per il troppo mal di testa, appoggiando nuovamente il capo sulle sua braccia incrociate, appoggiate sul tavolo.
Sospirò amareggiato, portandosi la mano libera sugli occhi, stropicciandoli. Anche lui, come Bill, era stanco e le orecchie si erano andate a farsi friggere, ma c’era da dire che il cantante fosse da più tempo li dentro. Spostò la mano, facendola ricadere al suo fianco, spostando il suo sguardo sul compagno; i suoi occhi nocciola erano: spenti, vuoti, stanchi, privi di vita, facendo intravedere piccoli luccichii dovuti a quell’enorme stanchezza, devastante. L’intensità di quegli occhi così carismatici era sparita, li aveva salutanti andandosene chissà dove, magari si era presa un piccola vacanza.
Non c’erano dubbi! Bill, aveva bisogno di dormire. Ma come avrebbe fatto? Da li a poco avrebbero dovuto dare una risposta.
Avvicinò la mano libera al viso angelico del front - man, spostando accuratamente i lunghi capelli neri che ricadevano quasi con dispetto, sul volto. –Bill, facciamo una cosa. Ascoltane un altro paio, poi ti lasceremo dormire per un giorno intero. - Pronunciò lieve con tono dolce, guardandolo comprensivo, massaggiandogli affettuosamente la testa.
Due erano le cose: o l’aveva scambiato per un cane che aveva tanto bisogno di affetto, o lo considerava il suo piccolo bambino con lo stesso bisogno di affetto. O forse erano entrambe le cose. D’altronde Bill, era davvero un cucciolo umano e aveva bisogno di affetto, molto affetto, di conseguenza il batterista si sentiva una specie di padre nei suoi confronti. Ma chi, vedendo le sue perle nocciola dal potere incalcolabile, non si sarebbe sentito in debito con lui? O provasse un qualunque genere di sentimento positivo, non si sentirebbe così?
I due ragazzi esclusi dal dialogo, si guardarono interrogativi, cercando di decifrare la frase appena pronunciata dal compagno. Sgranarono gli occhi. Se quello che avevano tradotto era giusto, voleva dire che sarebbero stati un giorno intero senza il front - man. Per quanto sembrasse allettante, qualcosa gli fuggiva.
I loro occhi si ingrandirono nuovamente a dismisura. Un giorno senza front - man equivaleva ad uno senza cantante. Di conseguenza se erano senza il cantante, non ci sarebbe stata alcuna prova e nessun tentativo di incidere un nuovo pezzo. Ma prima che potessero protestare o pronunciare una sola sillaba, il batterista li fulmino con lo sguardo. Perfetto! Erano senza cantante.
Gli occhi del moro si illuminarono; ad un tratto erano nuovamente pieni di vita e di allegria. Il tempo giusto d’assimilare il vero significato delle sue parole e il cucciolo umano era tornato come una volta. Una vera Pasqua. –Ok, posso resistere per uno solo. - Pronunciò conciso con tono leggermente severo e autoritario, alzando il capo, portando lo sguardo sul biondo.
Sospirò sollevato. Almeno era già qualcosa, doveva solo convincerlo ad ascoltarne un po’. Alzò lo sguardo per incrociare quello del cantante, specchiandosi nei suoi occhi. Accidenti! Forse quella battaglia l’avrebbe persa. –Su dai, Bill! Ho detto un paio. - Disse autoritario, cercando di rendere il tono della voce severa, guardandolo incessantemente negli occhi. Forse chi avrebbe sostenuto di più lo sguardo avrebbe vinto.
Sbuffò annoiato. –Uno, ho detto. - Ribatté accigliato, mantenendo il tono autoritario, poggiando un gomito sul tavolo, appoggiando il viso sul palmo della mano. Era così dannatamente stanco, teneva gli occhi aperti per miracolo e la testa chiedeva solo un letto caldo e morbido, magari accompagnato da qualche cuscino.
- Tre! - Pronunciò secco il batterista, tambureggiando aggressivamente con le dita nel tavolo, mantenendo il contatto visivo.
- No, no! Assolutamente no! Uno! - Ringhiò scocciato, alzando leggermente il tono della voce, mentre nei suoi occhi si infuocavano.
- Tom, io la vedo dura. - Bisbiglio il basista con tono preoccupato, spostando lo sguardo dalla battaglia al chitarrista.
- Ah, non preoccuparti è goditi la scena. - Disse beffardo con un ghigno sulle labbra, seduto a braccia conserte con le gambe distese.
- Allora due! - Pronunciò diplomatico il batterista, sostenendo un tono autoritario, guardando spezzante il front - man.
- Bill, no! Due! - Ribatté secco e innervosito, guardandolo gelidamente e severamente.
- Uno! - Urlò spazientito, sbuffando scocciato, portando le braccia in posizione conserta.
- Andranno così a vita! - Pronunciò annoiato il basista, lasciandosi scivolare sulla poltrona, spostandola avanti e indietro, sbuffando inorridito.
- Forse. - Disse calmo il chitarrista, guardando la scena beffardo, godendosela, mentre il ghigno si allargava sempre più tra il malizioso e il divertito.
Georg voltò il suo sguardo verso l’amico, guardandolo curioso. –Conosco quello sguardo. - Pronunciò serio.
- Quale sguardo? - Chiese curioso, distogliendo lo sguardo dalla scena per guardarlo, innalzando un sopracciglio.
- Quello che avevi un attimo prima. - Pronunciò lieve, sbuffando sonoramente. – Vuol dire che vedremo presto il vincitore e sarà sempre lo stesso. - Concluse annoiato, sospirando, appoggiando la testa sulla tavola, trattenendo un sorriso, mentre il chitarrista voltava nuovamente lo sguardo alla scena, ridendo sotto i baffi.
Lo sguardo del cantante cambiò improvvisamente, causando un certo smarrimento del compagno. I suoi occhi si ingrandirono, illuminandosi, guardandolo dolcemente con espressione tenera. –Gusty! - Pronunciò teneramente, abbassando di poco il tono della voce, inclinando leggermente la testa, senza distogliere gli occhi dai suoi.
Accidenti! E adesso come se ne usciva?
Sosteneva lo sguardo a stento, specchiandosi nelle sue perle nocciola, divenute enormi, notando un luccichio magnetico, ritrovandosi un’espressione tenera dinnanzi. Quegli occhi così teneri, dolci, adorabili, intensi e profondi erano delle vere e proprie calamite e, alle volte mettevano un certo timore e paura. Si, perché davanti a quegli occhi, chiunque avrebbe assecondato ogni suo volere. –Vada per uno. - Disse infine arreso, abbassando leggermente il tono della voce, appoggiando stancamente la schiena alla sedia, sospirando abbattuto.
- Evviva! - Urlò di gioia il moro, alzando le braccia in segno di vittoria, regalandogli uno dei suoi sorrisi dolcissimi.
Non c’era niente da fare, se il cantante gli avesse mostrato quel sorriso durante quella dura trattativa, sarebbe ceduto ugualmente. Qualunque cosa avesse fatto, avrebbe perso.
- Georg, passami i cd! Devo decidere quale ascoltare per ultimo. - Disse gioioso, indicando la lunga pila di cd che gli si presentava.
Guardò scioccato la pila, se solo pensava che l’avevano scansata per poco, l’ossigeno gli mancava. La spostò in direzione del moro, abbandonandosi totalmente sulla poltrona; avrebbe dovuto ascoltare ancora un cd, sperava solo che il cantante scegliesse bene.
Studiò attentamente la pila, lanciandogli sguardi di sfida, si avvicinò maggiormente verso una copertina divertente e bizzarra, molto solare. Prese la custodia, aprendola lentamente, guardando emozionato il cd, dallo sfondo bianco con una scritta curata e colorata di fucsia e nero. Lo prese attentamente, infilandolo nello stereo, aspettando che partisse, estraendo accuratamente il libretto. Lo aprì velocemente, ritrovandoselo pendente davanti gli occhi. In quello stesso momento partì il cd. Quasi non ci fece caso, troppo preso nel capire cosa fosse successo a quel povero libretto colorato. La musica prese vita, riecheggiando nella stanza. Alzò sorpreso lo sguardo, fissando lo stereo; diede ancora un’occhiata a quei fogli che pendevano davanti i suoi occhi, tra una piega e l’altra. Ma certo! Un libretto ad armonica. Fantastico!
Chiuse gli occhi lasciando che la melodia si impadronisse di lui.
- Bill? Ti piacciono? - Chiese una voce calma e profonda, facendo notare una certa curiosità, creando l’ansia degli altri due, sperando finalmente in una risposta positiva.
Aprì gli occhi lentamente, ritrovandosi il fratello davanti il viso piuttosto ansioso e curioso. –Non mi dispiacciono. - Pronunciò lieve, girando e rigirando il libretto ad armonica nelle mani.
- Allora abbiamo un provabile candidato. - Disse sorridente, girandosi verso i restanti membri della band, regalandogli con uno sguardo, una speranza.
- Oh no! Io voglio loro al nostro concerto. Nessun altro! - Ribatté conciso e autoritario, accavallando le gambe, girando lentamente su se stessa la poltrona, studiando il libretto. –Oh…Tomi, guarda! Ci sono pure gli adesivi. Che figata! - Esclamò entusiasta con voce tenera, illuminando gli occhi, sbattendo il libretto sul viso del gemello.
Lanciò uno sguardo scocciato al libretto sbattutogli in piena faccia, spostando lentamente lo sguardo sul volto del fratello.
Magnifico! Come faceva, davanti quegli occhi da cucciolo indifeso ed entusiasti, rimproverarlo per quello che aveva appena fatto?
Sospirò frastornato, accarezzando cautamente il capo del gemello. –Ok, Bill! Allora adesso possiamo anche uscire di qua. - Pronunciò dolcemente, sorridendogli lievemente, indicando la porta spalancata appositamente.
I suoi occhi si allargarono nuovamente, rendendoli nuovamente lucidi, facendo comparire sulle labbra un enorme sorriso. Finalmente sarebbe andato a dormire! - Perfetto! Però questo lo porto con me. - Disse entusiasta, alzandosi velocemente della poltrona, spegnendo lo stereo proprio nello stesso momento in cui l’ultima nota, dell’undicesima traccia, risuonava. L’ultima dell’album. Prese il cd, infilandolo frettolosamente nella custodia, correndo verso l’uscita per dirigersi nel suo amata letto.
- Incredibile! Più lo conosco e più rimango sconvolto. - Esclamò divertito il basista, alzandosi pigramente dalla poltrona, dirigendosi verso la porta.
- Che vuoi farci. E’ Bill Kaulitz! - Pronunciò beffardo il chitarrista, facendo comparire un sorriso divertito, avviandosi anch’esso alla porta, seguito dal batterista che se la rideva sotto i baffi, senza potersi trattenere.
Correva da una parte all’altra della struttura con il cuore in gola, saltando un ostacolo dopo l’altro, senza guardarsi indietro, senza fermarsi mai, trattenendo a stento il fiato, bloccando tutti gli urli di gioia che volevano uscire senza tregua dalle sue labbra.
Finalmente era davanti quella porta, doveva solo entrare e comunicare quello che aveva appena saputo, senza giramenti di parole, senza perdere troppo tempo, doveva dire tutto e subito.
Aprì velocemente la porta, irrompendo nella stanza, catturando l’attenzione dei presenti, annoiati e scocciati.
Aveva il fiatone, si piegò sulle ginocchia per riprendere fiato, appoggiato alla porta, chiudendo gli occhi.
- Cos’è successo? - Chiese allarmato il moro, lanciandogli un’occhiata scettica, abbandonando la rivista che stava sfogliando annoiato, dedicandosi totalmente al chitarrista.
- Walter… - Pronunciò a stento, piegato ancora sulle ginocchia, respirando affannosamente. - Devo dirvi una cosa. - Farfugliò a bassa voce, mentre il cuore accelerava sempre più e l’adrenalina cresceva, incessante.
- Roby, siediti! Così ti calmi un po’. - Disse preoccupato il cantante, indicando una sedia li vicino, nera, imbottita di cuscini, avvicinando maggiormente la sua al tavolo.
Il chitarrista senza attendere troppo, si sedette ansimante sulla sedia, intorno al tavolo, di fronte il cantante, mentre il basista gli porgeva un bicchiere d’acqua, accompagnato da una bottiglietta, lanciandogli un’occhiata ansiosa e preoccupata.
Bevve lentamente, sperando di riempire quel vuoto sullo stomaco che si era andato a creare dopo quella notizia.
Alzò lo sguardo, guardando l’amico seriamente preoccupato e ansioso. –Walter… il manager mi ha informato di una cosa. - Pronunciò incerto, giocando nervosamente con il bicchiere, mentre il cantante lo guardava dubbioso, preoccupato, incerto, ansioso. Fantastico! Si era ripromesso che non avrebbe fatto giri di parola, invece stava perdendo un sacco di tempo. Come faceva a dire una cosa del genere, senza far morire la band di crepa cuore? Sospirò sconsolato. Ma come lui che aveva tanta energia, non riusciva a dire una cosa tanto semplice? Eppure doveva dire delle semplici, piccole parole.
- Abbiamo fallito come band? - Chiese diretto, apparentemente calmo, senza sbattere ciglio, guardandolo serio.
- Eh? Ma no! Che vai a pensare. - Disse stupito, guardandolo rassicurante. In effetti non aveva pensato che con tutta quella agitazione, poteva far venire un dubbio così.
- E allora? - Chiese esasperato, lanciandogli un’occhiata scettica, tambureggiando nervosamente con le dita nel tavolo.
- E che… - Farfugliò incerto, distogliendo lo sguardo dal moro, girando e rigirando il bicchiere, agitato. - Insomma… - Riprovò più incerto di prima, facendo accelerare il cuore a dismisura, causando agitazione nello stomaco, facendo crescere un leggero mal di testa.
- Si… - Lo incitò il cantante con tono dolce, fermando la mano che continuava a tamburellare, poggiandola completamente nel tavolo.
- Beh… Apriremo i concerti italiani dei Tokio Hotel! - Disse tutto in un fiato, a bassa voce con il cuore in gola, senza avere il coraggio di alzare il volto.
- Puoi ripetere, per favore? - Chiese scioccato il batterista, alzandosi dalla sedia posta non lontano da loro, avvicinandosi lentamente verso il basista che guardava la bottiglia sbiancato, mentre il cantante aveva lo sguardo completamente essente.
Alzò lentamente il viso, ritrovandosi quella scena, inghiottendo la saliva con difficoltà. Forse non sarebbe dovuto essere così diretto. –Apriremo i concerti italiani dei Tokio Hotel. - Ripeté scandendo le parole, lentamente con tono calmo, respirando regolarmente.
Un silenzio agghiacciante scese nella stanza, interrotto da lievi respiri.
- Stai scherzando? - Chiesero all’unisono scioccati, quasi urlando con occhi sgranati, trattenendo uno strano luccichio che stava cominciando a crescere.
- No! - Esclamò meravigliato, posando il bicchiere per lasciarlo vivo.
- Non ci posso credere. - Pronunciò assente il moro con voce quasi inesistente, mentre i suoi occhi si illuminavano entusiasti.
- Ma i Tokio Hotel, Tokio Hotel? Quei Tokio Hotel? - Chiese il batterista scioccato e stupito, guardando il chitarrista speranzoso.
–Filippo, quanti ne conosci? - Chiese dubbioso, innalzando un sopracciglio, quasi scioccato.
- Ma ne sei sicuro? - Chiese il basista incredulo, quasi tremante, sedendosi lentamente su una sedia libera, stringendo la bottiglietta.
- Si, Luca! Ne sono sicuro. - Disse tranquillo con tono rassicurante, guardandolo sorridente.
- Fantastico! Magnifico! Stupendo! - Esclamò entusiasta il cantante, alzandosi dalla sedia, correndo verso il fedele amico, abbracciandolo. –Ragazzi sarà il nostro nuovo trampolino di lancio. Sarà meraviglioso. - Pronunciò sorridente, trattenendo la gioia a stento. –Abbraccio di gruppo. - Propose solare, facendo avvicinare i suoi compagni, mettendo tutta la felicità, gioia, contentezza, riconoscimento in quel unico abbraccio, che sembrava non voler finire mai, accompagnato da continui sorrisi e occhi splendenti.
- Mi sono perso qualcosa? - Chiese dubbioso e curioso, sulla soglia della porta il secondo chitarrista, entrando esitante nella stanza.
Abbassarono lo sguardo divertiti, non riuscendo a trattenere quelle risate di gioia.
E adesso chi lo avrebbe detto a Giulio?
Incredibile! Finalmente l’ho finita.
Ecco a voi la mia quarta one - shot sui Tokio Hotel *__*. O meglio diciamo la mia prima (e unica, penso) fan fiction sui Tokio Hotel e Lost!
Non ho potuto resistere. Dovevo assolutamente scriverla, anche se sono passati quasi due mesi da quei concerti e da quei momenti indimenticabili. Ma non potevo non scriverla dopo aver visto con quanto amore e accanimento hanno cantato i Lost, quindi mi è sembrato giusto fargli un tributo. Magari gli do anche un po’ di carica. E poi volevo immaginarmi una provabile scena, magari un giorno scoprirò che i fatti si sono svolti così. Ahah, non credo proprio! Però secondo me Bill, ha giocato come un bimbo con quel libretto ad armonica, compreso di adesivi dei Lost. Si, si. Se lo sarà studiato per bene. Ok, ora sto delirando troppo, spero vi sia piaciuta.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e le povere anime che con un gesto di generosità (o carità, chissà!) commenteranno.
baci <3