Persone famose e TV
creata dalla serie "TOKIO HOTEL":
"CON GLI OCCHI DELLA MORTE..AMO TE"
una fanfiction di:

Generi:
Sentimentale - Romantico - Commedia - Horror
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Jennifer vede, ma non vuole vedere.. Ci penserà Tom ad aprirle gli occhi..sull'amore..quello vero..

Conclusa: No

Fanfiction pubblicata il 22/12/2008 16:02:20 - Ultimo inserimento 29/12/2008
 
ABC ABC ABC ABC



 


Sapete, c'è gente che afferma di avere poteri paranormali: visioni del futuro, visioni del passato e cose di questo genere.
Per la maggior parte sono dei buffoni e dei bugiardi succhiasoldi.Io quelli così non li reggo. Non sanno cosa vuol dire convivere con un peso da quando si è nati.
Non sanno cosa vuol dire vedere cose che non vorresti mai vedere, non sanno cosa vuol dire crescere sentendosi dare della pazza.
Ma andiamo con ordine: mi chiamo Jennifer, e vedo la gente che morirà in un futuro prossimo.




Adesso starete rileggendo quella frase una quindicina di volte, per essere sicuri di aver capito bene, ma purtroppo avete capito fin troppo bene: sono una specie di strega.
Ma non mi piace definirmi così, preferisco "veggente nera", un nome inventato da me.
Ho delle visioni in cui vedo la gente che potrebbe morire in un futuro prossimo. A volte le riesco a salvare, a volte no.
E' un potere enorme, che ho scoperto di avere verso i tre anni: stavo giocando tranquilla nel prato con mia cugina, sotto la supervisione di mia zia. Ad un certo punto mi blocco, e cado in una specie di trance: vedo mia cugina cadere nella piscina del nostro giardino, e l'acqua sporcarsi di sangue.
Quando sono rinsavita, il volto di mia zia fece capolino a pochi centimetri dal mio. Naturalmente mi misi a piangere, e mi rinchiusi in camera, sotto le coperte. Dieci minuti dopo seppi che mia cugina era morta cadendo di faccia nella piscina.
Quando dissi a mia mamma " io lo sapevo! Ho visto mia cugina cadere e morire!", lei mi ha portato dallo psicologo. Avevo 8 anni, durante la funzione in memoria di mia cugina.
Dallo psicologo provai a farmi credere, ma l'unico risultato fu che venni imbottita di strane pillole che mi fecero stare male per non so quanti mesi.
Quando capii che mai nessuno mi avrebbe creduto, decisi di tenermelo per me, e cominciai a vedermi come una specie di eroina che salva il popolo dall'antagonista "morte".
Presi sempre più confidenza con questo potere: di solito vedevo gente che conoscevo di vista, e riuscivo sempre a salvarle. Quando mi chiedevano come facevo a saperlo che sarebbe successa quella determinata cosa, io rispondevo "intuito", e poi scomparivo. Di solito la morte non tornava più sulle persone che salvavo, almeno non mi dovevo giustificare.
Ho pochi amici, molto pochi, e tutta la scuola mi considera una pazzoide, perchè "un uccellino ha cantato" che sono andata dallo psicologo per farmi curare.
Ma mi va bene così. Basta che non scoprano il mio segreto.
Ma la mia vita è stata totalmente cambiata quando ho incontrato Tom Kaulitz.




- Non capisco proprio perchè vuoi andare a questo concerto.. - dico sconcertata a Rebecca, la mia migliore amica.
- Perchè non so cosa fare, allora ammazzo il tempo andando al concerto dei Tokio Hotel.. Sveglia! Perchè mi piacciono! - risponde lei.
- Sì, questo l'ho capito..ma mi chedo, perchè devo venire pure io? - chiedo disperata.
- Perchè nessuno si è offerto di accompagnarmi, tu sei la mia migliore amica, ti ho chiesto un favore, e sarò in debito con te per tutta la vita! -
- Vedrò di ricordarmelo - ribatto ridendo.
Siamo piuttosto davanti. Non in primissima fila, ma tanto da vedere senza occhiali i tipi che suonano.
Ah, prima che cominci, Rebecca non sa niente di queste visioni. Ok, possiamo continuare.
- Oddio, Jenny, sono troppo emozionata! -
- Lo so, Rebi, e solo la sessantacinquesima volta che lo dici! - sospiro.
Sono le otto, dovrebbe iniziare a momenti.
Non faccio neanche in tempo a pensarlo, che le luci si spengono, e un ragazzo davanti a me viene illuminato, ed inizia il suo assolo con la chitarra.
Per un attimo rimango affascinata da come muove veloci le dita sui fili dello strumento. Muovo la testa continuamente dalla chitarra al suo viso. Nel frattempo entrano gli altri tre: sono il cantante, con una pettinatura particolarmente strana, e truccato meglio di me, un altro con il basso, lunghi capelli castani, e il batterista, un cucciolotto in canottiera con dei capelli biondo cenere.
Ma per tutto il concerto il mio sguardo si inchioda sul rastaro, il ragazzo che ha aperto il concerto con l'assolo.
Non vorrei dire una cavolata, ma pure lui mi ha notato: continua a fissarmi, quando non si deve impegnare con particolari pezzi di chitarra.
- Chi è quello con la chitarra e di capelli rasta? - urlo a Rebecca, cercando di sovrestare le urla delle ragazzine impazzite.
- Chi? Ah, sì! Tom, è un figo da paura, vero? - mi chiede di rimando urlando.
- Bè, non è niente di che! - urlo un pò più forte del normale.
- Dici?Bè, io preferisco Bill !WOOOOOOO! - urla verso il cantante.
Sinceramente provo a mettermi nei panni della mia amica, ma non vedo niente di bello in lui. Bè, gusti.
Torno a guardare Tom, e adesso vedo che mi sta proprio fissando. Casualmente si passa la lingua sulle labbra, sempre fissandomi, e delle ragazzine più piccole, intorno a me, urlano "Oddio, mi ha fatto capire che gli piaccio!"
A fine concertro, Rebecca non la smette più di parlare di quanto sia bello Bill e di quanto le piacerebbe incontrarlo.
Senza accorgercene, siamo in una strada buia.
- Ma...dove siamo, Jenny? - sussurra Rebecca attaccandosi al mio braccio.
- Non lo so, mi sa che ci siamo perse... - concludo io, tranquilla.
Vedo la gente morta, volete che mi spaventi per una stradina buia?
All'improvviso accade: non mi succedeva più da un pò.
Un furgone che perde il controllo, investe una persona con lunghi dread, finisce a terra, il sangue scorre dalla sua testa aperta.
Mi risveglio. Rebecca mi guarda preoccupata.
- Jenny, tutto bene?Ancora con questi svenimenti? -
- Sì, sarà stato il caldo del concerto.. -
Solo dopo mi accorgo che una figura nera si sta avvicinando.
- Rebi, adesso ci alziamo e corriamo veloci al mio tre... -
Si gira e rimane impalata. Poverina, deve essere impietrita dal terrore.
- Pronta...uno, due, TRE! -
Mi alzo e le prendo la mano, pronta a correre. Ma lei non si muove.
- Oddio, Jenny..è Tom..sto male.. -
Rischio di stare male pure io. Intanto i contorni della figura si fanno sempre più nitidi.
E' altissimo, mi supera con tutte le spalle, ha i dread coperti dal cappello, e vestiti larghissimi.
- Ciao! Tutto a posto? - chiede con un sorriso seducente.
Rebecca rischia un crollo dell'emozione, io mi guardo intorno alla ricerca di un furgone.
- Stai aspettando qualcuno? - E' probabilmente rivolto a me.
- No, no.. Mi sento poco bene.. -
Ci alziamo da terra.
- Bè, è stato un piacere conoscervi.. -
- Non sai il mio di piacere... - sussurra Rebecca, ma la sento nitidamente.
Tom volta le spalle e fa per andarsene. Io non mi muovo.
- Ti ha incantata vero? - mi chiede maliziosa la mia amica.
- Cosa?..Oh, sì, proprio incantata.. - l'assecondo.
La mia visione in quel momento inizia ad avverarsi: due fari nel buio, quattro gomme che stridono, ed ecco il furgone che esce dall'oscurità, dirigendosi verso Tom.
Rebecca urla, io sono già a qualche centimetro da lui. Il furgone ormai è a pochissima distanza da noi.
Lo spingo verso l'estremità opposta: sento il furgone sfiorarmi le scarpe.
Va a sbattere contro il palo, e si ferma. Dal cofano esce del fumo.
Sono sdraiata su di lui, la testa appoggiata al suo petto. Ho il respiro affannato, ma dentro di me sono soddisfatta: ho salvato un'altra vita.
- Io.. sono.. - Tom cerca di parlare, ma il mio peso gli impedisce di usare correttamente il diaframma.
Mi alzo subito da sopra di lui.
- Ma come hai fatto a sapere che il camion mi sarebbe venuto addosso? -
- Intuizione..ho visto due fari che venivano verso di te, così mi sono precipitata a salvarti - dico annoiata.
Solita storia che racconto a tutti quelli che salvo.
- Non ci credo -
Lo guardo stupita. E' la prima volta che qualcuno non mi crede.
- Perchè non dovresti credermi? -
- Perchè era da un pò che ti guardavi in giro, come se ti aspettassi il furgone da un momento all'altro -
Non so più cosa rispondere. In mio aiuto arriva Rebecca.
- Ma cosa stai dicendo? Nessuno riuscirebbe a prevedere una cosa del genere! -
I nostri sguardi combattono, per vedere quale sarà il primo ad abbassarsi. Di certo io non riuscirei a staccarmi dal suo, anche volendo: è un colore stupendo, un taglio di occhi meraviglioso.
Infatti è lui il primo ad abbassarlo.
- Bè, allora ciao..grazie per avermi salvato -
Ovviamente non lo dice con il cuore, sembra una frase di circostanza.
- Figurati -
Ci stringiamo la mano, ma sento che qualcosa dalla sua passa nella mia..
La tengo ben stretta in mano finchè non sono a casa, al sicuro in camera mia.
E' un foglietto.
Lo srotolo con cura. C'è un numero di cellulare, sicuramente quello di Tom, e a fianco una frase, probabilmente scritta dopo, a giudicare dal cambio di colore, che dice "Dobbiamo parlare, non me la bevo la storia delll'intuizione. Chiamami".
E' chiaro che non lo chiamerò mai.




<b>Ciaooooo! manco un pò dalla piazza, mancanza di idee, ma adesso..spero di finire almeno questa storia!
Ho messo "horror" ma non è proprio "horror"..
commentate se vi va! un bacio, piccola - chan</b>




...Continua nel prossimo capitolo


 
 Mi piace
 Preferiti
 Invia

5 commenti
Caricando...