---

Eccomi qua affezionati lettori con questa nuova fanfic! L'idea mi è venuta leggendo (per l'ennesima volta aggiungerei)"La Guerra Fra Uomini E Demoni" del grande Yameta62. E' una NaruxHina, ma i primi capitoli saranno all'insegna della drammaticità.
Non mi resta che augurarvi buona lettura e di invitarvi a commentare numerosi.




Era notte fonda a Konoha, il cielo era coperto di nubi e in lontananza l’orizzonte era acceso di un bagliore rossastro. In una stanza del reparto maternità dell’ospedale una donna dai capelli rossi e gli occhi verdi era sdraiata su un lettino, il volto era sudato e si teneva il ventre gonfio respirando affannosamente.
Era chiaramente sul punto di partorire e le contrazioni erano in continuo aumento, mozzandole il respiro e facendola gemere di dolore.
Nelle pausa fra una fitta e l’altra guardava con amore il suo pancione accarezzandolo teneramente.
??: è questione ancora di poco, piccolo mio – sussurrava rivolta all’ombelico che fuoriusciva leggermente della camicia.
Continuò a coccolare il pancione cercando di comunicare quanto più amore possibile al nascituro, quando fu interrotta da un medico che entrò nella stanza.

M: signorina, mi scusi, abbiamo il risultato dei test – fece col tono professionale tipico dei dottori, ma la donna sentì che c’era qualcosa che preoccupava l’uomo, e sicuramente la cosa avrebbe fatto preoccupare anche lei.
??: e mi dica … il bambino … è tutto a posto? – chiese con ansia stringendo con fare protettivo il ventre.
M: oh, il bambino scoppia di salute e il suo livello di chakra è decisamente alto, il più alto che abbia mai visto in effetti.
??: allora dov’è il problema?
Il medico esitò un istante.
M: vede … il problema non è il bambino … ma lei – concluse in un soffio.
La donna rimase shockata e cominciò a tremare leggermente.
??: in che senso scusi, non capisco – in realtà sapeva cosa intendeva il dottore, ma cercava in tutti i modi un appiglio di salvezza dalla verità che le urlava dentro per uscire.
M: il problema è che, per qualche strano motivo, il bambino sta assorbendo tutto il suo chakra, e lei non riesce più a produrne abbastanza per entrambi – fece una pausa – inutile che le dica che se continua di questo passo lei morirà durante il parto, forse prima.

La paziente era mortalmente pallida, alla fine tutte le sue paure si erano realizzate: la sua maledizione, quella del suo clan, era passata a suo figlio.
Le lacrime cominciarono a scendere copiose sulle sue guancie e il corpo era scosso dai singhiozzi, torturava il leggero lenzuolo che la copriva stringendolo spasmodicamente fra le mani per trarre un minimo di conforto dal dolore che provava dentro, che le schiacciava il cuore e le toglieva il calore dalle membra.
M: mi dispiace, ma deve decidere se abortire o meno - la donna si irrigidì - Questo almeno le salverebbe la vita, oppure, con un cesareo, possiamo far nascere il bambino, ma lei non sopravvivrà.
La donna non parlò continuando a versare lacrime amare che ricadevano silenziose sul suo pancione rotondo.
Il medico la guardò per qualche istante per poi avviarsi verso l’uscita.
M: le lascio del tempo per decidere, ma posso permetterle solo un’ora – detto questo uscì chiudendo silenziosamente la porta.

Il silenzio calò pesantemente nella stanza, rotto solo dai singhiozzi intermittenti della donna.
??: perché? Perché proprio mio figlio? – si chiedeva tra sé e sé - che cosa ho fatto di male perché si meriti tutto questo?
Se solo ci fosse qui suo padre … lui saprebbe cosa fare.
Però era lontano, a proteggere il villaggio, e lei era da sola a sopportare quel fardello.
Guardò assorta il suo pancione e pensò alla vita che vi albergava, al ritmo del suo minuscolo cuore, in attesa solo di vedere la luce e mandare il suo primo pianto. La commozione la invase e sorrise.
??: non intendo abortire solo per salvarmi la vita, mio figlio diventerà un grande shinobi e il più grande degli Hokage me lo sento – e riprese ad accarezzarsi il ventre.

Sentì la porta aprirsi e qualcuno entrare nella stanza, probabilmente il dottore, non alzò neanche lo sguardo.
??: non è ancora passata un’ora dottore – iniziò con voce sommessa – comunque non importa ho preso la mia decisione – sospirò guardando fuori dalla finestra – “come mai il camice del dottore non vi si rispecchia?” – pensò, ma senza da troppo peso alle sue parole – sono decisa a partorire, non mi importa delle conseguenze. Voglio che mio figlio viva e sono sicura che Minato saprà cavarsela anche senza di me – si voltò lentamente – quando è l’oper …
La voce le si spense in gola quando vide chi era entrato nella stanza: un uomo alto con gli occhi e i capelli neri che gli arrivavano fino alle spalle, indossava un lungo mantello con disegnate sopra delle nuvole rosse e la osservava con un’espressione compiaciuta.

??: Sono assolutamente d’accordo con te mia cara Kushina – esordì con voce bassa – è decisamente la soluzione migliore, soprattutto per me – sorrise leggermente – almeno avrò ciò che voglio.
K: chi sei tu? Cosa vuoi da me? – disse la donna chiamata Kushina con la voce che era un misto tra rabbia paura.
??: Non ti ricordi più di me? Eppure da piccoli eravamo grandi amici, mi ricordo ancora di quando giocavamo insieme nel cortile di villa Uzumaki– disse con tono falsamente risentito – … sorellina.
Kushina spalancò gli occhi, ora l’unica cosa che traspariva dal suo volto era il terrore.
K: N - N - Nagato? S - sei t - t - tu? – la voce le tremava.
N: allora non mi hai dimenticato Kushina - neechan, io ti ho pensato tanto in questi anni lo sai?




Allora che ve ne pare? Spero vivamente che abbiate gradito, ma non preoccupatevi per l'altra Mia fic, prometto che l'aggiornerò domani e vi posso annunciare che entrerà in scena un personaggio molto speciale...UHUHUHUHUH!!! AHAHAHAHAHAH!!!



...Continua nel prossimo capitolo

---

1:  LA VISITA IN OSPEDALE2:  RINNEGAN    3:  JINCHUURIKI    4:  LOTTA PER IL JINCHUURIKI    5:  IL FIGLIO DEL MESSIA