- Capitolo 1° -
Questo è un'altra FF nata come tema di Italiano.
I personaggi sono tratti da FMA, ma i nomi sono stati italianizzati su richiesta del prof, comunque sono sicura che capirete chi sono.
Buona lettura!!
Mancava poco a casa, quando Edoardo Enrico Alfonsini ebbe il sospetto che qualcuno lo stesse seguendo dal momento in cui era sceso dall'autobus numero 25B.
Sul mezzo gli era parso di essere osservato, ma non vi aveva fatto più di tanto caso, dopotutto per un ragazzo bello come lui non era una novità attirare l'attenzione della gente: non troppo alto, i capelli biondi e lunghi fermati in una treccia e gli occhi verdi con qualche sfaccettatura dorata, in fondo come un tipo del genere poteva passare inosservato?
Ma era quella sensazione a turbarlo.
Prima di allora nessuno l'aveva mai pedinato, ma doveva essere un pivellino se si era fatto scoprire praticamente subito.
“Chissà che vuole...” pensò rallentando il passo. Gli parve di udire un respiro affannoso e movimenti pesanti e insicuri.
Si voltò di scatto; un'ombra scomparve dietro un angolo. Di chiunque fosse doveva essere molto grosso, perché quell'ombra era veramente enorme.
Riprese a camminare aguzzando le orecchie: ancora una volta quei passi pesanti.
Prese a correre.
I passi sconosciuti accelerarono a loro volta.
Lo stava raggiungendo; l'aveva raggiunto: sentiva il fiato caldo sul collo.
La paura lo prese: cosa gli sarebbe successo?
Una mano grande e forte si posò sulla sua spalla.
Cercò di divincolarsi, ma la presa era ferrea.
Uno strattone lo fermò; ormai era pronto, aveva accettato.
Se anche la sua vita avesse dovuto finire lì, era contento, gli dispiaceva solo non salutare i suoi genitori, i suoi amici.
Era, comunque, contento della sua, breve, vita: le sue conoscenze, il film...lentamente si voltò.
Una montagna di muscoli si presentò davanti ai suoi occhi.
Alto, testa pelata e due grandi mustacchi biondi erano l'unica cosa che riusciva a vedere del suo inseguitore. Una mano lo teneva ancora fermo mentre con l'altra brandiva una cosa stretta e lunga e molto grande grande.
Chiuse gli occhi aspettando che il colpo arrivasse, domandandosi cosa mai avesse fatto per meritarsi una morte del genere.
I secondi passavano lenti, ma il colpo non calò mai.
Con circospezione aprì un occhio, poi l'altro.
Il gigante lo stava ancora fissando.
Improvvisamente si mosse: si portò all'altezza degli occhi del ragazzo e...sorrise.
Lasciò la spalla e mostrò quello che teneva nell'altra: un pennarello indelebile e una tavoletta di carta con i bordi lignei.
Edoardo rimase perplesso, non ci stava capendo più niente: non lo voleva uccidere?
«Signor Edoardo Enrico Alfonsini...» iniziò con voce baritonale.
“Ma come fa questo a conoscere il mio nome? Aspetta! Ha in mano un pennarello e un foglio...vuoi vedere che...”
«La prego...mi potrebbe...fareunautografo?» chiese tutto d'un fiato.
«Sa, ho visto il suo film ed è stato fantastico!»
“Allora avevo ragione! Eh eh, è la prima volta che mi riconoscono, non ho mai firmato autografi”
«Ma certo! Nessun problema! A chi lo devo intestare?» chiese dopo aver preso in mano foglio e pennarello.
«Ad Alessandro Luigi “Braccioforte” Bellarocca»
“Nome più lungo no?” pensò il ragazzo mentre firmava.
«Ecco, tenga: a lei»
«Oh grazie! Posso stringerle la mano?»
«Non si preoccupi...nessun...AHI!» gli aveva letteralmente stritolato la mano, poi felice e contento si allontanò.
“Che tipo. All'inizio potrà anche fare un po' di paura, ma poi si scopre che è un buontempone”
Alche si voltò e riprese la strada interrotta e arrivò finalmente a casa.
Se siete lettori di FMA avrete capito di sicuro chi sono e avrete anche notato che il maggiore ha “rubato” il cognome a Winry e alla zia Pinako, mentre Ed l'ha preso al fratello.
Comunque: che ve ne pare? Commentate, commentate!!
|
|
