é abbatanza inquietante, a mio parere...ma é comunque bella...buona lettura
Conclusa: Sì
Fanfiction pubblicata il 21/09/2009 19:04:25
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Di sera il pontile assumeva un'aria arcana.Sembrava un posto cosi remoto.Cosi lontano.Sembrava quasi non appartenesse a quella piccola cittadina.Il buio giungeva presto e la notte era tetra.Era in quel momento della giornata, quando i lampioni erano l'unica via di luce e apparivano come gocce di latte in un caffé nero, che amavo raggiungere quel luogo cosi misterioso.
Di solito, arrivavo fino alla corda che i pescatori adoperavano per attraccare le loro barche.Li c'era un enorme pietra.Li mi sedevo ogni notte.Se guardavi verso il mare non potevi che scrutare ogni tanto la schiuma che formano le onde quando si scontrano col mare stesso.Il resto era oscurità.
Le prime volte che andavo in quel posto, avevo bisogno di portare la luce con me.Ora, sapevo i passi a memoria, come quando da bambino impari le tabelline.Sapevo cosa schivare, cosa scavalcare;sapevo cosa mi aspettava.Era da un mese, o forse piu, che mi recavo in quel posto ogni notte.Anche questa volta sarebbe stato cosi.
Dalla morte di Federica sembrava passata una vita.
Tempo fa, lasciai che la delusione e la tristezza si prendessero gioco di me.Cominciai con piccole cose;qualche sigaretta, un po' di alcol...E finii col drogarmi.Entrai in un girone che mi rovino per sempre.La gente che ne faceva parte era messa peggio di me.Molto peggio.
Un consueto pomeriggio sedavamo tutti al parco.Non quello bello, appena rinnovato, che straripava di bambini giocondi che mangiavano la merenda con le loro mamme, tutte indaffarate ad essre sempre al centro dell'attenzione.Bensi, al parco squallido, vicino ad una fabbrica, dove forse una o due volte all'anno una mamma del quartiere li vicino, conosciuto come "la tana dei topi", portava per il compleanno il suo bimbo a far cigolare un po' l'unica atalena arrugginita che vi era.
Ma quel pomeriggio, una ragazzina giovane, raggiante e vestita come una mini modella in carriera, passo da li.Proprio davanti a noi.Noi, che eravamo colmi di rabbia, sporchi e senza un centesimo in tasca, la prendemmo subito di mira.Poi, non ricordo com'é stato.I miei compagni hanno cominciato ad incitarmi a parlarle, magari a offrirle qualcosa.Ma per chi si droga, le piccole cose non bastano mai, ci vogliono situazioni coinvolgenti e che in quel poco di dignità che ti rimane ti facciano ancora rispolverare la parola "divertimento".Cosi.mi incitarono a farlo.
Mi incitarono ad ucciderla.
Quanto vorrei non essere mai stata li.Uno del gruppo mi diede in mano una pistola.A guardarla sembrava un giocattolo.Ma avrebbe presto stroncato una vita;e la vita non é un gioco.Io non ero completamente in me, e d'altronde, non avevo nulla da perdere.
Ma forse mi sbagliavo.
Afferai la pistola e camminai con aria disinvolta dietro a degli alberi che stavano tutti intorno alla ragazza.Non attesi troppo tempo.Saltai fuori e le arrivai alle spalle.Un colpo alla nuca.Il corpo in assenza di vita cadde a terra quasi con delicatezza.Guardai il sangue rosso fuoco che le circondava il viso candido e pulito.Era dello stesso colore del foulard che le attorniava il collo.Chissà cosa ci faceva li, chissà perché mai stava passeggiando nei pressi di quel parco.
Gettai a terra quell'aggeggio malefico.Guardai i miei compagni.Non percepivo che sensazione provava il mio cuore in quel momento.Provai a parlare;non funziono.Diedi l'ultima occhiata a coloro che mi avevano accompagnata fisicamente in quell'avventura.Perché moralmente, loro erano assenti.Loro non potevano nemmeno lontanamente immaginare come mi sentivo.
Guardai i compagni, e capii che sarebbe stato l'ultimo sguardo rivolto a loro.
Tornai a casa, non corsi.Non ne avevo la forza.Mi adagiai sul letto, qualche molla schricchiolo.
Ma non riuscivo a fissare il soffitto.Non riuscivo a stare in un luogo chiuso e poco accogliente, con quell'immagine che mi occupava la mente.Mi alzai e uscii.Camminai un po' fuori casa, ma non bastava.Allora cominciai a camminare a lungo, a lungo, anche troppo a lungo.
Quando finalmente alzai il capo, mi accorsi di trovarmi al pontile.
Da quella volta ci andai ogni notte.
Forse il caso sarebbe andato perso, forse mi avrebbero cercata ovunque.Ad ogni modo sentivo che non avrei potuto vivere a lungo con quel rimorso.E cosi ogni notte mi recai li.
Anche questA volta sarebbe stato cosi.
Dopo un mese, o forse piu, ti passa la voglia di lottare per una vita vuota.Mi incamminai, come sempre.Stesso posto, stessa ora, stessa vita.Ma qualcosa di differente girovagava nell'aria.Qualcosa di insolito, di sconosciuto.Da lontano la grande pietra pareva un orso bruno accovacciato.La raggiunsi e la osservai a lungo.Non mi ci sedetti sopra pero.Le gambe mi tremavano, , un brivido mi attraverso l'intera spina dorsale.Senza accorgermene mi ero spinta fino al bordo del pontile.Le punte dele mie scarpe sgualcite assaporavano già l'ebrezza di stare nel vuoto.La mente era sgombra, , i piensieri appassiti e inesistenti.Ispirai profondamente, fino a riempire ogni millimetro cubo dei miei polmoni.Poi il tenebroso buio mi circondo.Non vedevo piu nulla.Mi avvolse completamente.
E un attimo, nel tempo che una goccia di pioggia necessita per schiantarsi al suolo, il mio cappotto divento tutt'uno con l'oscurità del mare.
lo so ke dovrei trattenermi alle critiche...ma ke cazzo vuoi!non è una cagata!cio` messo d'impegno a farla!e poi sherrysherry avrà deciso bè lei ke commento mettere non credi?!?percio`gira a largo sfigato,e non tornare piu`!!
sherrysherry ma alle assemblee d'istituto ti facevano vedere biancaneve e i settenani?senz'altro leggere questa cagata colossale è stato molto impegnativo ma non credo tu lo intendessi in questo senso.