da una serie originale:
"GUARDAMI!"
una fanfiction di:

Generi:
Sentimentale - Drammatico - Introspettivo
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
- Hai... hai un bel nome... - Seguito di "Cielo"

Conclusa: No

Fanfiction pubblicata il 10/11/2009 18:29:46 - Ultimo inserimento 20/02/2010
 
ABC ABC ABC ABC



 "HAI... HAI UN BEL NOME..."


Ciao a tutti! Dopo un lungo periodo di assenza eccomi tornata a postare fanfiction *Rullo di tamburi* Ecco qui il seguito di “Cielo”!
Bèh, l’ho scritto con la febbre, quindi vi prego di perdonare eventuali errori... ^^”
In questo primo capitolo ho inserito una specie di “riassunto delle puntate precedenti” se così si può definire XD ed è dedicato alla mia migliore amica, Yu. Ti voglio tantissimo bene, cara! ^^
Bèh, detto questo... Ringrazio ancora chi ha seguito la storia precedente. Ve ne sono veramente grata!

Spero che questo capitolo non sia deludente...
Buona lettura.
Un bacione,
Kaori ^_^



* * *



- Non credo tu abbia voglia di ascoltarla. È una storia piuttosto lunga... -
- Dai! Raccontamela, ti prego! -
- D’accordo...

Iniziò tutto un anno fa. Era una sera, come le altre. Stavo passeggiando tranquillamente lungo la riva del lago, quando ho visto una ragazza inginocchiata a terra.
Aveva due ali sulla schiena. Erano grandi, e bianche.
Sono rimasto incantato a fissarle, fino a quando non si sono staccate... E sono cadute a terra.
Lentamente sono svanite, come la polvere.
Mi sono voltato velocemente e ho iniziato a correre, il più velocemente possibile. Non so perché, ma in quel momento... Volevo solo scappare. Chissà, forse avevo paura.

Appena arrivai in casa, sospirai. Non l’avrei più rivista.
Mai più.
Mai, ne ero convinto.
Ma poi, la mattina dopo, appena arrivato in classe, il professore ci presentò una nuova compagna.

“Il mio nome è Asako Tanigawa”

Già, Asako Tanigawa. Proprio lei. Proprio l’Angelo che avevo visto la sera prima.
Si sedette vicino a me. Da lì potevo osservarla, sempre.

E poi, iniziai a conoscerla meglio.
A vederla, sembrava una normale ragazza. Ma normale, non lo era per niente...
Mi stavo affezionando, a quella creatura così delicata...
Avevo tante domande da farle, ma... Non avevo il coraggio di chiederle niente, perché temevo che scoppiasse in lacrime. Vederla piangere, era una tortura troppo grande da sopportare.

Ma poi, decise lei di raccontarmi tutto.
Era fuggita dall’Alto Dei Cieli. Fuggita perché aveva ucciso il fratello, Akihiro.
Lo aveva fatto per il suo bene.. Ma aveva ottenuto solo l’odio delle persone care.
Non poteva continuare a convivere con quelle persone che la disprezzavano.. Non poteva continuare a sopportare in silenzio.
Ma anche qui sulla Terra, ha sempre continuato a soffrire.

“La nostra unica colpa, è quella di essere nati Angeli. Angeli sotto questo cielo infinito... Che piange scaglie di vetro. Quelle stesse scaglie, che continuano a ferirci e a bagnarci di sangue...”

Akihiro, tornato in vita... L’ha strappata dalle mie braccia, proprio quando avevo trovato il coraggio di confessarle il mio amore. Proprio quando... Eravamo diventati una coppia come le altre.
L’ha portata nell’Alto Dei Cieli... L’ha portata nell’unico luogo dove non avrei mai potuto raggiungerla.
Lui voleva vendicarsi, ancora una volta, del loro Dio.
Quel Dio che tutti gli Angeli amavano...
Lo stesso Dio che ha ingannato Asako... L’ha usata, promettendole salva la mia vita, in cambio della sua anima.
Poi, quando credevo che tutto fosse perduto, si è presentata davanti a me una ragazzina davvero particolare... Anzi no, lei era un angioletto. Si chiamava Yaeko.
Dimostrava a malapena undici anni. Sembrava una ragazzina dolcissima.
Certo, dolcissima... E con un caratteraccio!

“Inginocchiati.”

Ha preteso che mi inginocchiassi, prima di portarmi da Asako.
E così, insieme a Yuri, Keiji e Rei... Siamo arrivati là... Nell’Alto Dei Cieli.

“Il Cielo non è puro... Il Cielo, è una distesa di sangue...”

Già, il Cielo non è puro. Il Cielo è una distesa di sangue.
Ed è proprio lì, che lei ha affondato la katana nel mio petto.
Proprio in quell’istante, ha riacquistato la memoria che aveva perso.
Proprio in quell’istante, la nostra meravigliosa storia d’amore... Si è frantumata in mille pezzi.

E questo è tutto.
Questa è la ferita che continua a riaprirsi e che ora... Ti ho raccontato in due parole. Perdonami, ma non posso approfondire più di così. Non me la sento proprio, scusami, Asako. -

- Non fa niente. La colpa è mia. Sono io, che ho lo stesso nome della tua fidanzata... Il nome del tuo Angelo... -



* * * Questa tristezza, non brucia... * * *



Questa tristezza, non brucia. Non vuole proprio decidersi a scomparire e a lasciarmi, finalmente, in pace.
- Yuta. - Sorrise mia sorella, entrando nella stanza: - Ma come fai a restare così al buio? Ti rovinerai la vista... -
Sospirai. Le sorrisi, e mi avvicinai lentamente alla finestra.
- Sta piovendo.. - Sussurrai.
- Sai... Quando piove così, il Cielo assume un colore... Un colore meraviglioso. Mi ricorda tanto Asako... -
Cercammo entrambi di sorridere ma... Oltre alla malinconia e alla tristezza, non si leggeva proprio nient’altro, nei nostri occhi.
- Dai, muoviti, o arriveremo tardi alla festa. - Le dissi dolcemente, sistemandomi il cellulare nella tasca dei pantaloni.
La presi per mano, e la portai fuori.

Avevamo organizzato una festa a sorpresa per il compleanno di Yuriko. Quindi, dovevamo presentarci là, almeno un’oretta prima.
Keiji voleva affittare un locale, per la festa. Gli avevano proposto una sala ma... Era la palestra del nostro liceo. Aveva chiesto il permesso al preside e, ovviamente, aveva dovuto invitare tutti gli allievi.

- Sì sì... Proprio un’ottima mossa, fratellino. Non potevamo chiamare un taxi? A piedi, finiremo per bagnarci tutti... -
- Tanto siamo già bagnati. - Sorrisi io, divertito.
- Tu sei proprio strano... - Sospirò lei.
- Dai, che ormai siamo arrivati. -
Restava solamente da attraversare il parco. La scuola era proprio lì.

- Scusate... -
Ci voltammo entrambi, incuriositi.
- Sto cercando il liceo... Mi hanno detto che è da queste parti ma... Mi sono persa... -
Una ragazza, molto carina. Piuttosto bassa, con i capelli lunghi e lisci.
- Ci stiamo andando anche noi. - Sorrise Rei: - Puoi venire insieme a noi. -
- Grazie. - Chinò il capo e ci seguì velocemente.

- Come ti chiami? - Domandò mia sorella. La solita curiosa.
Immaginavo che fosse una di quelle amiche di Yuriko che venivano dall’altra parte della città. Keiji mi aveva accennato qualcosa del genere ma, non ero stato ad indagare più di tanto.
- Asako. - Rispose sorridendo lei.

Ed io, continuai a camminare.
- Mi chiamo Asako Himekawa. - Riprese poi.
- Hai... Hai un bel nome... - Sussurrò Rei.
- Oh grazie. Sei molto gentile... -
- Rei Murayama. - Cercò di sorriderle mia sorella: - E lui è mio fratello, Yuta. -
- Molto piacere. -
Socchiusi gli occhi e, ancora una volta, mi ritrovai a fare i conti con l’immagine di Asako che velocemente corse nella mia mente.
- Non brucia... - Sussurrai: - Questa maledetta tristezza non brucia... -
- Yuta... -
- Cosa... Ho detto qualcosa di male? - Domandò la ragazza, preoccupata: - Se è così, perdonami ti prego... -
- Continua a bagnarmi di sangue... E queste ferite continuano a riaprirsi, ogni volta. -
Aprii gli occhi, lentamente.
- Ehi, principessa. - Mi voltai verso mia sorella: - Vai tu alla festa. Chiedi scusa a Keiji e a Yuriko da parte mia. Dì loro che non mi sentivo molto bene, d’accordo? -
Le diedi una leggero bacio sulla guancia e mi voltai.
- A... Aspetta... - Cercò di fermarmi, tenendomi la mano: - Se vuoi torno a casa anche io... -
- Non preoccuparti. - Le sorrisi: - Divertiti. Poi, quando tornerai a casa, mi racconterai tutto. -
Finalmente riuscii a convincerla.

Quando tornammo sulla Terra, mi ripromisi che mai e poi mai avrei permesso che mia sorella soffrisse per causa mia.
Mi ero ripromesso che l’avrei protetta da ogni dolore, e che avrei cercato di soffrire il meno possibile.
Ma solamente quella sera, mentre mi avviavo verso casa, mi resi conto... Che sarebbe stato praticamente impossibile, tentare di essere felice.

Ci avrebbero rimesso i miei amici, e mia sorella.
Mi dispiaceva solamente di questo.

- Ma scusa... Non bisognerebbe girare con l’ombrello, quando piove? -
Sentii una vocina squillante da dietro. Era familiare. Troppo familiare.

- Ciao, Yaeko. - Cercai di sorriderle.
Poi mi voltai verso di lei e notai, sorridendo, che nemmeno lei aveva l’ombrello e che, come me, si stava bagnando.



* * *

Ecco qui!
Bèh, spero che non sia deludente... *Me incrocia le dita e si nasconde*
Un bacione,
Kaori ^_^




...Continua nel prossimo capitolo


 
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