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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Death Note
Titolo Fanfic: QUELLO CHE NON TI UCCIDE...
Genere: Sentimentale, Drammatico, Erotico
Rating: Vietato Minori 18 anni
Autore: layla94 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/01/2010 14:15:03 (ultimo inserimento: 18/07/10)

Dopo aver perso la sua famiglia Laura inizia una nuova vita alla Wammy's House. Qui incontra uno strano ragazzo che le cambierà la vita...
 
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RICOMINCIARE
- Capitolo 1° -

Capitolo 01 – Ricominciare



Un rintocco, due, tre... Quattro... Le quattro di pomeriggio.

Aprii gli occhi, lentamente, di malavoglia sapendo cosa mi aspettava. Erano già due settimane ormai, trascorrevo i miei giorni sdraiata in un letto d'ospedale. Pensavo e ripensavo a quello che era successo senza riuscire a ricordare. Mia sorella era corsa fuori di casa, il suo ragazzo la stava aspettando. I miei genitori l'avevo seguita, le erano corsi dietro.

Voleva scappare con lui... I miei volevano fermarla. Sentivo mia mamma che urlava a Faith di fermarsi. Ma io sapevo che non ce n'era bisogno. Lei era una ragazza che si divertiva a farli disperare. Ma alla fine non andava mai in fino in fondo, non sarebbe mai scappata con qualcuno che conosceva da una settimana scarsa.

Infatti, come avevo previsto, dopo dieci minuti buoni di urla e rimproveri e suppliche, rientrarono in casa. Non capivo cosa ci trovava di tanto divertente.

Erano le cinque di pomeriggio. Quando tutto tornò relativamente normale e tranquillo scesi le scale che portavano al piano terra, volevo uscire in giardino.

Ma qualche istante dopo successe qualcosa. Non ricordo cosa. Sentii caldo, tanto calore dietro di me, urla, paura. Caddi a terra, sentii delle braccia stringersi attorno al mio corpo... E poi?

Quando mi risvegliai mi ritrovai in questa camera vuota e deprimente, le pareti bianche e spoglie mi rendevano ancora più triste, era tutto troppo vuoto. I miei genitori erano morti, mia sorella era morta.

E io non ricordavo nemmeno i loro volti. Perchè non ricordavo le persone a cui sentivo di volere un bene dell'anima? E perchè non ricordavo dell'incendio che aveva distrutto la mia famiglia?

Avevo saputo cos'era successo solo da ciò che mi era stato riferito da un anziano signore che era stato a farmi visita un paio di giorni fa. Sennò ancora adesso starei qui a chiedermi come mai nessuno era venuto da me in ospedale. A chiedermi perchè mi trovavo in ospedale tanto per cominciare.

Si era presentato dicendomi che la mia casa aveva preso fuoco e ce i miei genitori e mia sorella erano morti nell'incendio. E che l'unica ad essere ancora viva ero io. Pensai a uno scherzo inizialmente, di cattivo gusto si, ma uno scherzo. Ma poi mi mostrò la notizia su un giornale di una settimana e tre giorni. E dovetti accettare che era la verità.

Aspettò un'ora intera, ora che trascorsi a piangere silenziosamente, prima di parlarmi di nuovo. Una cosa che mi faceva soffrire di più era il fatto di non ricordare i loro volti. Ma sentivo di volergli bene. A causa dello shock avevo perso la memoria, non del tutto ma quasi.

Non ricordavo i nomi di mia madre e mio padre, solo le loro voci. E ricordavo invece il nome di mia sorella. Ma nessun volto.

«Puoi chiamarmi Wammy»

«Wammy...» ripetevo il suo nome mentalmente perchè oltre al mio e a quello di Faith era l'unico che aveva un volto. Beh, a parte le infermiere e i dottori che giravano per i corridoi e di cui sentivo i nomi quando venivano chiamati da qualcuno.

Wammy fu l'unico a farmi visita nel giro di due settimane. Non ne capii bene il motivo ma mi chiese di rispondere a delle domande, come una specie di test, come se fossi stata a scuola. Tanto non avevo nient'altro da fare, e poi era anche un modo come un altro per distrarmi.

Non mi aspettavo che qualcuno venisse a in ospedale visto che mi ero trasferita a Londra dall'Italia. Sapevo che mia madre era Italiana e mio padre americano, in viaggio di lavoro aveva incontrato mia madre e si erano innamorati. Me l'aveva raccontato qualcuno, mia madre forse... Non lo so... Comunque ero a Londra da meno di un mese e siccome non ero una ragazzina particolarmente aperta e solare per non parlare di quanto ero timida poi, non avevo ancora fatto amicizia con nessuno.

Quando Wammy se ne andò rimasi nuovamente sola in una stanza vuota e per niente accogliente. Non vedevo l'ora di andarmene.

Il signor Wammy ritornò la mattina dopo. Mi svegliai e lui era lì. Vicino alla porta vidi una valigia.

«Wammy, mi fa piacere rivederla»

«Anche a me Laura. Sono qui per portarti alla Wammy's House, i risultati del test a cui ti ho sottoposta mi sono serviti per capire se»

«La Wammy's House» lo interruppi. Non era una vera domanda. Non mi importava, poteva portarmi dove voleva. Ormai non mi rimaneva più niente.

«Si, poi capirai»

E fu così che quella mattina lo seguii, l'auto si fermò davanti ad un edificio al quale non prestai molta attenzione, per niente a dire la verità. Non che l'idea di vivere in un orfanotrofio mi andasse a genio, ma come ho già detto non avevo nessun altro posto in cui poter stare.

Ci fermammo davanti a una porta, Wammy bussò e dopo aver udito un “avanti” l'aprì.

«Laura, ora io devo andare. Non preoccuparti, Roger risponderà alle tue domande. Mi dispiace ma ora devo proprio andare»

«Va bene»

Entrai in quello che sembrava essere uno studio, dietro ad una scrivania sedeva un signore che identificai come Roger, Wammy chiuse la porta alle mie spalle lasciandomi sola con una persona che non conoscevo ma che comunque mi sembrò affidabile. Al contrario del dottore che mi aveva visitata prima di essere dimessa, non mi era sembrato né simpatico né affidabile.

A parte questo, camminai verso di lui, fece segno di accomodarmi su una sedia e così feci.

«Roger?» chiesi. Un segno del capo confermò. «Come mai il test?» domandai poi dopo qualche istante di silenzio in cui Roger aspettò che parlassi.

«Questo non è un orfanotrofio comune, è differente dagli altri. Qui vengono portati bambini che risultano avere un quoziente intellettivo sopra la media. Tu sei qui per questo motivo»

«E perchè cercate qualcuno come me? A cosa serve?»

«A trovare un successore ad L. Lui è il detective migliore al mondo, e gli servirà un successore alla sua morte»

Non avevo mai sentito parlare di L, ma era anche vero che non era mai importato nulla di ciò che riguardava i notiziari e nemmeno i libri o i film gialli. Insomma, era normale che non conoscessi questo L.

«Va bene» se volevano... Come dire... Addestrarmi per prendere il suo posto? Beh, non mi ero mai impegnata nello studio a scuola. Se si aspettavano che mi impegnassi per diventare l'erede di quel detective si sbagliavano, se invece dovevo solo starmene in quel posto andava benissimo.

«Per la sicurezza di ognuno di voi qui tutti hanno uno pseudonimo, il tuo sarà»

«Ayame» se dovevo avere un nome falso volevo almeno scegliermelo da sola.

«Avevo pensato già ad un altro nome ma se proprio ci tieni»

«Mi piacciono i fiori, le rose e gli iris» acconsentì senza nessun problema.

«Ti mostro la tua nuova camera, vieni»

Seguii in silenzio Roger fino ad arrivare alla mia camera, avevo visto un paio di ragazzi durante il tragitto ma a quell'ora forse si tenevano le lezioni quindi nel pomeriggio ne avrei incontrati di più. Non ne avevo nessuna voglia. Me ne sarei stata in camera fino a pranzo, ci sarei ritornata nel pomeriggio e sarei uscita solo per la cena.

Ma il giorno dopo immaginai di dover fare qualcos'altro a parte rimanermene chiusa in stanza.

All'improvviso Roger si fermò e per poco non andai a finirgli addosso. Lo sentii rimproverare qualcuno ma da dietro di lui non riuscivo a vedere di chi si trattasse.

«Mello! Quante volte devo punirti prima che impari la lezione?!»

Mi portai al fianco di Roger per riuscire a vedere questo Mello. All'inizio pensai che si trattasse di una ragazza perchè vidi solo una testa bionda. Quando si voltò però dovetti ricredermi, a dire la verità anche quando si voltò per un paio di secondi continuai a considerarlo una lei. Ma cambiai idea quasi subito.

«Cosa ci fai nella tua camera quando invece dovresti essere a lezione?»

«Beh, sono solo tornato in camera per cercare i miei appunti Roger»

A prima vista mi innamorai dei suoi occhi. Non di lui sia chiaro. Solo dei suoi occhi azzurri. I capelli biondi erano lunghi fino a toccare le spalle e a me sembrò che cercasse di nascondersi dietro ad essi. Era vestito di nero, in quei giorni non prestavo mai particolare attenzione alle perone e a che aspetto avessero. Ma Mello aveva degli occhi bellissimi. Erano sempre gli occhi ad attirare per primi la mia attenzione.

«Chi è?» chiese indicandomi con un cenno del capo.

«Ah si. Ayame, questo ragazzo è Mello, e ora dovrebbe trovarsi a lezione. Ma non preoccuparti, tu comincerai da domani, anche perchè ormai è tardi. Mello, ora torna in classe, ne riparleremo dopo pranzo»

Mello obbedì sbuffando e brontolando qualcosa che non riuscii a capire, passandomi accanto mi squadrò da capo a piedi per poi scomparire svoltando in un altro corridoio.

Ricominciammo a camminare fino ad arrivare alla mia nuova camera. In realtà feci solo pochi passi visto che la mia stanza era quella accanto a quella da cui era uscito il ragazzo biondo. Roger mi lasciò libera di sistemarmi e come mi aveva detto Wammy trovai la mia valigia. Nell'incendio non si era salvato nulla quindi mi chiesi cosa ci fosse in quella valigia che non era nemmeno mia.

La misi sul letto e l'aprii, qualcuno mi aveva comprato dei nuovi vestiti, forse Wammy...

Misi la valigia nell'armadio senza perdere tempo a sistemare vestiti che sarebbe finiti in disordine per la stanza comunque e mi allungai sul letto aspettando che arrivasse l'ora di pranzo.

Non avevo voglia di fare niente, non ero mai stata una ragazza sportiva, ma quella mattina avevo ancora meno voglia del solito di fare qualsiasi cosa.

Alle dodici e mezzo mi decisi ad uscire in corridoio. Non sapevo esattamente dove andare.

Seguii tre ragazzine che dovevano avere più o meno la mia età, mi tenni a distanza ma sperai che fossero dirette dove volevo andare, per fortuna arrivai nella sala da pranzo. Non c'erano ancora molte persone, meglio così comunque.

Dopo aver appoggiato un vassoio quasi vuoto cercai un tavolo vuoto ma anche isolato il più possibile. Ne trovai uno che faceva al caso mio e mi sedetti.

Non sapevo nemmeno io cosa mangiai esattamente, dovevo sembrare una un po' strana, non sapevo che faccia avessi in quel periodo ma sicuramente non dovevo avere una bella cera.

«Accidenti a Near! Non lo sopporto più!»

Quella voce mi sembrò famigliare, mi girai in direzione del ragazzo biondo che avevo incontrato quella mattina e lo vidi in compagnia di un altro ragazzo dai capelli rossi e dagli occhi vedi, decisamente preferivo gli occhi di Mello, non che non fossero dei begli occhi, ma avevo un debole per quelli azzurri. Indossava una maglia a righe e un paio di jeans, tornai a fissare un punto immaginario davanti a me poggiando in mento sulla mia mano e il gomito sul tavolo.

«A proposito di Near, chi è quella che è seduta al suo tavolo?»

«La ragazza nuova, mi pare che si chiami Ayame» sentivo le loro voci sopra al vociferare che diventava sempre più fastidioso.

«Ma guarda, parli del diavolo...» pochi secondi dopo avvertii un movimento di qualcuno che si sedeva davanti a me, solo dopo lo vidi coi miei occhi. Anche lui sembrava strano, forse più di me.

Era davvero pallido, e di certo il fatto di essere vestito di bianco non lo aiutava a nasconderlo, teneva un ginocchio alzato, il piede era appoggiato sulla sedia, arricciava tra le dita una ciocca dei suoi capelli erano... Pure quelli bianchi? Bene, un pupazzo di neve.... Ne pensavo di cose strane quel giorno, ma era davvero tutto bianco?

Magari vedevo una realtà differente, non che me ne importasse. Era strana di mio in quei giorni.

Mi dava fastidio però, avevo scelto un tavolo isolato rispetto agli altri per rimanere sola e lui si veniva a sedere proprio lì. Poi però ricordai il discorso di quei due ragazzi e capii che di solito era... Near mi pare, a sedersi a quel tavolo.

«Ti consiglio di lasciarlo perdere, non riuscirai mai a fare conversazione con questo qui» alzai lo sguardo su Mello che si era avvicinato al tavolo. Stava diventando troppo affollato. Ma era il mio primo giorno e non volevo fare una brutta impressione visto che con quei ragazzi avrei dovuto conviverci per un bel po'.

«Tu ti chiami Mello vero?»

«Si, lui è Matt, e quello è Near» dal tono con cui si era rivolto a Near dovevo proprio detestarlo, sembrava che stesse parlando di qualcosa di estremamente fastidioso e anche ripugnante. A me non faceva né caldo né freddo. Magari conoscendolo avrei capito che era davvero antipatico o magari era Mello che aveva una particolare avversione nei suoi confronti.

Matt invece era il ragazzo dagli occhi verdi.

Roger ci raggiunse, guardò prima me e poi Mello, forse era arrivato il momenti di parlare di ciò che era successo quella mattina.

Infatti Roger chiese a Mello di seguirlo e così Matt si sedette di fianco a me senza degnare Near di uno sguardo.

«Io sono Matt» questo l'avevo capito ormai...

«Ayame»

«Ayame è il tuo vero nome?»

«E Matt è il tuo vero nome?»

Continuavo a guardare davanti a me, Near mi fissò all'improvviso, forse credeva che stessi guardando lui.

«Non sapevo che di solito questo è il tuo tavolo»

«Non fa niente» era la prima volta che parlava da quando si era seduto. Anzi, era la prima volta che dava un qualunque segno di vita effettivamente.

«Quanti anni hai?»

«Perchè?» dovevo cambiare atteggiamento se non volevo sembrare scorbutica al cento per cento, anche se avrei preferito rimanere sola almeno per quel giorno dovevo cercare di sembrare simpatica e solare, o il giorno dopo non mi avrebbe più parlato. E il giorno dopo sicuramente non avrei voluto rimanere da sola.

«Scusa, sono un po' stanca oggi. Comunque ne ho quasi tredici»

«Volevo saperlo solo per capire in che fascia di età collocarti. Sai per i test, Siamo insieme allora. Io ne ho tredici, come Mello. Stiamo tra i dieci e i quattordici. Credevo fossi tra i quindi però. Sembri»

«E tu invece?» chiesi a Near. Non mi andava di sentire per l'ennesima volta che non sembravo una tredicenne, anzi, ne avrei fatti tredici solo a gennaio quindi mancava ancora un mese e mezzo.

Matt parlava molto, Near invece era silenzioso, quel giorno preferivo lui, ma non lo avrei preferito anche domani. Era sempre così. Quando cambiavo scuola a causa del lavoro di mio papà il primo giorno volevo sempre starmene da sola. Ma il giorno dopo no.

«Undici»

Dopo meno di dieci minuti avevo capito che Matt era un patito di videogame e che mentre Mello non sopportava Near lui lo ignorava e basta. Mi chiesi se a Near non dispiacesse essere ignorato in quel modo, ma per tutto il tempo non disse niente quindi non gli chiesi niente.

Mello tornò ancora più arrabbiato di come mi era sembrato prima, arrivò al nostro tavolo fulminando con lo sguardo Near.

«Andiamo Matt, mi è passata la fame»

«Ma a me no!»

«Andiamo ho detto!» Matt si alzò e fece per seguire Mello che stava uscendo dalla mensa a passo di carica, all'ultimo momento si Matt mi guardò e mi prese per un braccio trascinandomi con lui.

«Credimi, mi ringrazierai per non averti lasciata con Near» disse continuando a trascinarmi.

Arrivammo fino alla camera di Mello e quindi avrei potuto anche andarmene nella mia stanza che si trovava lì accanto.

«Scusa Matt, la mia stanza è»

«Giusto, immagino che tu non ti ricordi come ritornare in camera tua, se vuoi ti accompagno»

«Veramente sono già arrivata. È quella qui accanto» dissi indicando la porta di fianco a quella aperta che entrava nella stanza di Mello.

«Matt, vuoi entrare o no?!» Mello comparve sulla soglia della porta, mi guardò sorpreso della mia presenza prima di parlarmi.

«Che ci fai qui?»

«Veramente è quello che mi chiedo anch'io. Il tuo amico qui» indicai Matt «mi ha trascinata fino a qui»

«Ayame è il tuo vero nome»

«No» se tutti avevano un falso nome in quel posto era chiaro che non mi chiamavo davvero Ayame. Ma non dovevano essere dei geni alla Wammy's House?

«Che punteggio hai ottenuto?»

Come volevo tornare in camera mia... «Mi sembra novanta... Ottantotto o novanta non ricordo»

All'improvviso non sentii più volare una mosca. Non che quell'improvviso silenzio mi dispiacesse però...

«Wow, è tanto basso?»

«Veramente hai battuto Matt»

«E...?»

«Matt è terzo, era anzi» Mello sembrava quasi sconvolto dalla notizia, gli ero sembrata davvero così scema?

«Veramente se ha fatto ottantotto siamo pari»

Mello prese una barretta di cioccolato sbucata dal nulla e le morse un pezzo. In effetti anch'io avevo voglia di cioccolato.

«Me ne dai un pezzo?»

Matt mi guardò come se avessi detto che la terra è quadrata, mentre Mello semplicemente mi fissò per un minuto intero di silenzio prima di spezzare la tavoletta e offrirmene una metà.

 
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VOTO: (11 voti, 12 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 12 commenti
Rif.Capitolo: 18
sasy-chan - Voto:
31/07/10 20:12
Capitolo semplicemente stupendo.... *____*...........complimenti :'( mi sono commossa.... :(
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Rif.Capitolo: 17
sasy-chan - Voto:
07/06/10 12:37
Stupenda.....Ma aggiorni vero? Non puoi lasciarla così.... Deve rimmettersi con L...E poi come finirà con quel pessaggio :(.... Aggiorna *__*
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Rif.Capitolo: 1
leftmad - Voto:
23/04/10 02:37
bella e promettente, hai uno stile piacevole
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Rif.Capitolo: 16
mitsu91 - Voto:
09/02/10 19:45
bellisssssssimmmmmaaaaaaaaaa
per favore continua, la fic mi ha letteralmente conquistata *_*
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anna-brooke - Voto: 24/01/10 21:31
Io sn nuova e trovo la tua fic davvero bella spero che aggiornerai al più presto..
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mnyaoim 16/01/10 15:43
scusa, mi sono dimenticata di dirti di aggiornare presto sull'altro sito che sto impazzendo, ciao!
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mnyaoim - Voto: 16/01/10 15:41
ciao ciao Layla, volevo dirti che mi piace davvero tanto la tua fanfiction, sono qui anche io così voto, a proposito jessy mi ha detto che sei di lodi, magari qualche volta ci vedia, ancora complimenti ciao ciao! baci *smak*
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crissy-9-2 - Voto: 16/01/10 14:54
ciao *smak* jessy mi ha detto che hai pubblicato anche qui così sono venuta a controllare, così intanto ti voto anche, ^__^ però ha ragione jessy, avevi promesso (anche se oggi vuol dire anche di sera) ma adesso sarebbe il moemnto migliore, baci baci
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jessyjs - Voto: 16/01/10 14:41
ciao Layla, ma ti ritrovo proporio dappertutto, ti ho appena ricordato cos'avevvi promesso ricordi? A proposito mi ero dimenticata di chiederti di dove sei, vabbé, tanto lo sai già che io adoro la tua storia quindi adesso ti saluto, baciottoli <3
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Rif.Capitolo: 5
angel100 - Voto:
07/01/10 23:15
bella fic! aspetto con ansia il prossimo aggiornamento! =)
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