PROLOGO: STILL
- Capitolo 1° -
Salve a tutti! Sono tornata.
Sarà una storia un po’ particolare, anche perché, io ho sognato l’inizio! XD
Non ci crederete, ma questa storia l’ho sognata, ed è da qui, che ho preso spunto per scriverla.
Spero che piaccia a tutti. Adesso vi lascio alla lettura.
PS: Dedico il capitolo alla mia teme antowill, a deby-hachi e a melchan. Vi voglio bene bimbe! ^^
Prologo: Still
Due occhi color della notte guardano fuori dalla finestra.
Osservano tutto con molto interesse, e anche con molta malinconia.
Lì fuori, la vita scorreva frenetica.
Ogni giorno era sempre diverso ma al tempo stesso uguale.
Le strade di Tokyo erano sempre trafficate di macchine e persone.
Le persone fuggivano di qua e di là, chi per andare a lavoro, chi per accompagnare i proprio figli a scuola, o chi per andare ad un appuntamento, correndo e sperando di non arrivare in ritardo.
Dal suo letto, con le lenzuola bianche, lui se ne stava lì, ad osservare e pensare.
La finestra aperta fece entrare un po’ d’allegria che si respirava lì fuori, scuotendo i capelli neri.
Il ragazzo prese un respiro profondo, e percepì l’aria densa di energia, di desiderio e di forza.
Ma, ormai, lui non aveva più voglia di avere un desiderio, da quando sapeva di non poterlo far avverare neanche volendo…
Un leggero bussare lo distolse dai suoi pensieri tristi.
Si voltò in direzione della porta, senza parlare.
Sapeva che non ce ne era bisogno. Lui sarebbe entrato comunque.
E, infatti, la maniglia della porta si abbassò, per poi aprirsi e rivelare un ragazzo quasi identico a lui.
Cambiavano solo alcune differenze: capelli neri ma lunghi legati a coda bassa, occhi dello stesso identico colore petrolio e il viso era più adulto e segnato da profonde e scure ombre che ne rendevano lo sguardo più profondo e impenetrabile, rispetto a quello che era nel letto.
Il moro più grande, appena aveva aperto la porta, si era accorto dello sguardo vacuo del suo “amico” e gli si avvicinò preoccupato.
“Sasuke, cos’hai?”
Ma il ragazzo di nome Sasuke, scosse la testa.
“Niente, Itachi-niichan. Stavo solo guardando fuori dalla finestra”
Itachi si incupì. Sapere che il suo fratello soffriva e che lui non poteva fare niente per aiutarlo, lo rendeva molto triste.
“Sasuke, io…”
“Devi andare a lavoro, vero? Sbrigati o farai tardi.”
“Oh, si è vero.”
Ormai conosceva Sasuke come le sue tasche. Aveva capito che, per non farsi compatire, aveva cambiato discorso apposta.
Anche se era stato cacciato da casa, aveva ereditato a tutti gli effetti il gene degli Uchiha, ovvero: non volere la pietà di nessuno.
Scosse la testa sorridendo. Il suo otouto non sarebbe cambiato mai.
Sempre freddo, distaccato e anche solitario. Non che la situazione in cui versava lo avesse aiutato, anzi, aveva solo peggiorato il suo carattere. Non avendo amici, ed essendo pure rifiutato dal padre, l’unica cosa che gli era rimasta era proprio proprio lui, Itachi, che lo assisteva sempre, 24 ore su 24, sempre che questi non era a lavoro.
Quando, infatti, lui doveva lasciarlo da solo, per un breve periodo che comprendeva dalle 2 alle 6 ore al giorno, si sentiva in colpa e aveva anche paura che gli potesse succedere qualcosa.
Non si dava pace! Perché tutto questo era capitato proprio a lui, il suo unico fratello?
Ma sorrise. Aveva trovato qualcuno che lo aiutasse.
Gli si avvicinò sorridendo, gli scompigliò i capelli neri godendosi dell’aria imbronciata che apparve sul viso pallido del fratello, e alla fine gli picchiettò due dita in fronte.
“Insomma Itachi, vuoi smetterla una volta per tutte di infastidirmi così? Non sono più un bambino! Ho 20 anni io!”
“E perdermi il divertimento e l’aria buffa che aveva la tua faccia? Non potrei farlo mai, otouto.”
Sasuke sbuffò e si girò dall’altra parte, offeso, mentre il fratello maggiore rideva di gusto.
Ma ora doveva andare, non poteva arrivare in ritardo proprio lui che era il proprietario.
“Ti chiudo la finestra?”
“No grazie, lasciala aperta ancora un po’…”
Posò una mano sulla testa del fratello, baciandogli i capelli.
“A dopo, fratellino”
“A dopo”
Borbottò l’altro in risposta, lasciandolo su po’ amareggiato.
Voleva vederlo sorridere come non succedeva ormai da anni, per esattezza,da quando era piccolo e giocavano insieme.
Lasciò la stanza con la sola consapevolezza che quei giorni non sarebbero più tornati.
Sasuke tornò a guardare fuori dalla finestra, sospirando ogni tanto.
Quanto avrebbe voluto essere lì fuori anche lui…
_.-^- Sasuke’s tale -^-._
Erano passate su per giù quattro ore da quando Itachi se ne era andato.
Da allora, oltre a guardare le varie sfumature che prendeva il cielo con il sole, si era messo a leggere un libro.
Non che potesse far altro in quelle sue condizioni, ma per lui leggere era un bel diversivo.
Leggeva tutto quello che aveva sotto le mani, anche manga. Ormai non faceva distinzione quello che trattava il suddetto.
Certo, all’inizio odiava leggere storie stupide come harmony. Le reputava troppo sdolcinate e mielose per i suoi gusti. Lui adorava storie piene d’avventura, dove c’era chi correva, chi si arrampicava, o chi combatteva. Soprattutto adorava le storie dei ninja, dove tutti correvano come delle saette e facevano delle illusioni pazzesche.
Adesso aveva tra le mani un classico, Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle per l’esattezza. L’aveva già letto un paio di anni fa, ed era stato uno dei pochi libri che lo avevano entusiasmato un po’. Risolvere misteri, indagare, ricostruire la scena del crimine, erano tutte cose molte affascinanti per lui. Da quando poi, aveva visto il film in dvd, era diventato una grandissimo fan, anche se cercava di non darlo a vedere, o suo fratello l’avrebbe preso in giro fino alla fine dei suoi giorni. Gli voleva molto bene, anche perché era l’unico affetto che gli era rimasto, ma non sopportava le sue prese in giro, anche se erano fatte per sdrammatizzare.
Era così immerso nella lettura, che non aveva sentito lo scatto della serratura della porta d’ingresso.
Solo quando sentii la porta aprirsi, soprassaltò e sbarrò gli occhi vedendo un ragazzo che non aveva mai visto in vita sua.
Capelli biondi come il grano maturo, occhi azzurri come il cielo che vedeva dalla finestra ma ancora più belli e luminosi. Era vestito con un paio di pantaloni grigio scuro, una camicia bianca e una cravatta nera.
Poteva avere su per giù la sua età, e sembrava un ragazzo benestante, ma la domanda che in quel momento vorticava nella sua testa era un’altra.
“Chi sei? Che ci fai a casa mia?”
Il ragazzo in questione sorrise, ma non ebbe il tempo di parlare, che entrò Itachi in camera.
“Bene, vedo che vi siete incontrati. Da oggi, lui starà con noi!”
Sasuke spostò lo sguardo da Itachi al ragazzo, e dal ragazzo a suo fratello,sconvolto.
Non poteva credere alle sue orecchie.
Il ragazzo biondo, dopo aver sorriso all’Uchiha maggiore, si girò verso ragazzo seduto sul letto e sorrise anche a lui.
“Mi chiamo Naruto Uzumaki, molto piacere!”
*L’angolo di mary*
Allora, avete visto? Che ve ne pare? Che cos’avrà Sasuke? E Naruto che c’entrerà in questa storia?
Va beh, basta, ho finito di proporvi domande. XD
Il titolo del prologo è molto particolare.
Ho scelto “still” perchè è un sostantivo che cambia parola a seconda del contesto.
Io l’ho scelto per tre significati: “silenzio”, “immobile” e “fotogramma”.
Spero che piaccia il significato.
Mentre, per quanto riguarda Sherlock Holmes, ebbene si, lo confesso! Mi sono innamorata di quel film che hanno fatto al cinema e che l’ho visto per ben 2 volte. Peccato che poi l’hanno tolto, se no ci andavo di nuovo a vederlo! Così ho deciso di metterlo nella storia. Lo so, ancora il dvd non è uscito, ma io l’ho fatto uscire nella storia! XD
Adesso vi saluto, e spero che vi sia piaciuto.
Ringrazio con tutto il cuore la mia amica deby-hachi che mi ha betato il capitolo.
Un bacio da marynana89
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