Manga e Anime
creata dalla serie "MAGIC KNIGHT RAYEARTH":
"NEL RICORDO"
una fanfiction di:

Generi:
Sentimentale - Romantico - Drammatico
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Rimasta sola, Hikaru scopre una verità che non avrebbe mai voluto conoscere...

Conclusa: Sì

Fanfiction pubblicata il 04/09/2010 17:07:37 - Ultimo inserimento 10/09/2010
 
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 SOLO IL DOLORE


Era stata una giornata faticosa, come quasi sempre. Del resto non era poi un male. Se lavorava, non pensava.
E di quei tempi non era bene pensare troppo. Non coi pensieri che faceva di solito.

Stava per andare a dormire. Era affaticata ma si soffermò a spazzolarsi i capelli davanti allo specchio. Non lo faceva spesso. Era sempre troppo stanca.
Non si guardò, ma le diede nell’occhio un lembo di un foglio, o forse una foto, che spuntava dal cassetto. Aggrottando la fronte lo aprì, e capì subito di cosa si trattava.
Quello che non capiva, pensò posando la spazzola e prendendo la foto, era come fosse finita lì dentro. Credeva di aver fatto piazza pulita di tutto quello che aveva riguardato Sephiro, e in generale che aveva come protagoniste le sue amiche.
Si sbagliava evidentemente. Quella fotografia ne era la prova vivente. E raffigurava proprio loro tre, le amiche del cuore che erano diventate in un tempo sorprendentemente breve.
Non che fosse strano, almeno non per lei. Era sempre stata incline alle amicizie, le bastava pochissimo per legarsi a qualcuno. E a loro si era legata subito.
Si riscosse e la infilò dentro un altro cassetto che teneva chiuso a chiave. Non ci teneva affatto che le tornasse sotto gli occhi. Quei ricordi li aveva rimossi, erano troppi dolorosi.
Aveva scordato loro due, non solo, tutti gli amici di Sephiro, la battaglia, tutto. Perché era stata quella battaglia combattuta per quel mondo, a strapparle via le sue amiche, e con loro gli ultimi brandelli della sua infanzia.

flashback
Erano sempre loro, nella lotta contro i tre mondi che volevano conquistare Sephiro. La loro opera di convincimento non era andata a buon fine, e nessun Mokona aveva interrotto lo scontro. Così adesso li fronteggiavano tutti e tre, loro, i Cavalieri Magici contro Ootozam, Pharen e Chizeeta. Più nel dettaglio Eagle Vision, solo col suo FTO, le principesse di Chizeeta coi loro geni protettori e la regnante di Pharen con le sue illusioni.
Era stata dura. In molti momenti avevano creduto di non farcela. Hikaru però era sempre piena di speranza, e sapeva che ci sarebbero riuscite, come sempre. Se fossero rimaste insieme di sicuro ce l’avrebbero fatta.
Anche perché gli abitanti di Sephiro erano con loro. Avevano in loro tre piena fiducia, e non li avrebbero delusi.
Erano forti i loro avversari, ma tutto sommato non imbattibili. Così loro erano pronte. E Hikaru non sapeva cosa ne pensassero Umi e Fu - non glielo aveva chiesto, e non lo avrebbe saputo mai - ma era sicura che tutto sarebbe andato bene. Anzi, benissimo.
Invece tutto era andato nel peggiore dei modi. Avevano fatto del loro meglio come sempre, ma era successo ugualmente.
La prima a cadere era stata Fu, forse com’era ovvio. Colpita da un attacco particolarmente violento dell’FTO di Eagle, aveva perso ogni protezione. La corazza del suo Managuerriero non poteva proteggerla più che tanto. E così era caduta senza più difese.
Umi aveva cercato di difenderla. E non era stato facile, perché doveva anche proteggere sé stessa. Verissimo che non l’avrebbe lasciata in balia del nemico, ma aveva avuto paura anche per sé. Questo almeno raccontava Ascot che, diceva, era stato connesso con la sua mente in quel momento. E Hikaru gli credeva. Ne sarebbe stata certa comunque.
Lei, Hikaru, nel momento in cui anche Umi era caduta non era lì. C’era solo con la sua furia, la cieca rabbia per il ferimento delle sue amiche - ovviamente non poteva sapere che erano morte subito. E così aveva continuato, fino a trasformarsi in quello che non avrebbe mai voluto diventare: una macchina di morte.
Aveva fatto tutto da sola. In caso contrario forse sarebbe morta anche lei. Aveva ferito a morte Eagle, spazzato via i Geni Protettori di Chizeeta, respinto i trucchi di Pharen, costringendo i nemici a ritirarsi per sempre.
- Andate via - aveva detto, la voce che le tremava - Andatevene da Sephiro e non tornate mai più. In caso contrario vi assicuro che mi troverete ad attendervi.
Se n’erano andati. Hikaru dentro Rayearth, sfinita, sanguinante, aveva abbassato la spada. Quello era stato il suo ultimo ricordo cosciente, perché poi era svenuta.

Del dopo ricordava molto poco, pensò mentre si metteva a letto. Ricordava di essersi svegliata nel letto della stanza che divideva con le amiche al castello, amorevolmente curata da Plesea e Cardina, ma di essersi ritrovata sola. Di avere chiesto di loro, di Umi e Fu, ma di avere capito subito che non erano più in vita soltanto dall’espressione degli occhi di Plesea. O dal tremore delle mani di Cardina.
Nonostante tutto non aveva desistito, aveva continuato a chiedere finché non le avevano detto tutto. Dovevano sapere, aveva insistito, loro avevano potuto seguire l’intera battaglia attraverso l’immenso soffitto della sala grande.
- Ma, e gli altri? Clef? Felio? Come stanno tutti?
- Tutti bene - aveva risposto Plesea - Loro tutti bene. Ma tu sei sola.
Era sola. Per la prima volta aveva avuto la consapevolezza di questo. E la disperazione aveva preso il sopravvento, aveva cominciato a gridare e piangere, finché non aveva avuto più voce, e anche allora non si era fermata. Plesea e Cardina non avevano potuto far altro che consolarla.

E da allora su Sephiro non era più tornata. Dopo essersi ripresa era uscita e aveva incontrato gli altri. E i loro occhi così pieni di compassione e di dolore, in particolare questi quelli di Ascot e Felio, l’avevano ferita al punto che aveva deciso di lasciare il mondo che aveva difeso fino a rischiare la propria vita. Lantis aveva cercato di parlarle e ancora molto tempo dopo lei aveva continuato a sentire il suo dolore e i suoi tentativi, ma gli aveva velato la sua mente. In quella battaglia aveva perso molto più delle sue migliori amiche. Aveva perso la piccola e innocente Hikaru Shido, la quattordicenne che tanto amava la vita.

Sognò tutto. Lo aveva immaginato, ed era il motivo per cui aveva eliminato tutto quello che anche lontanamente poteva ricordarle Sephiro. Si svegliò in lacrime alle prime luci dell’alba, maledendo tutto e tutti.
- Perché? Perché non avete ucciso anche me?




...Continua nel prossimo capitolo


 
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