PROLOGO - Capitolo 1° -
Freddo. "Impossibile" pensai. Guardai la mia pelle bianca come il latte che stringeva il morbido pelo rossiccio e sorrisi. Non avevo mai considerato il piacevole contrasto come in quello strano momento, e il fatto che quella fosse la prima volta mi regalò un brivido inaspettato. Lui lo sentì. Come sempre del resto. "Hai freddo?". "No" mi affrettai a rispondere, calibrando il respiro. Jacob tornò ai suoi pensieri sommessi e confusi. Lo faceva spesso, quando correva, ma quella volta era diverso. Quella volta era l’ultima volta. "Non è vero, e lo sai" mi disse. "Mi mancano già" ammisi, perdendo la forza di nasconderlo. Jacob rallentò. Capii che voleva prendersi una pausa, e in uno scatto scesi dalla sua schiena. Era un bosco fitto, l’umidità rendeva l’aria rarefatta, il freddo tangibile. Visibile. Jacob approfittò di una siepe vicina per tornare umano. I miei pensieri approfittarono di quel momento di distanza. Ed eccoci qui. Io e lui, lui ed io. E la luna, la strada, il buio, le luci lontane. Eccola lì, la libertà. L’avevamo cercata in fondo da sempre, ma tutto quello che fino a quel momento era stato per noi un ostacolo si rivelava dolcemente nostro. Ogni barriera che abbattevamo faceva sempre più rumore. L’ultima, la più difficile, non era stata del tutto cancellata. La mia famiglia. <<Nessie?>> la sua voce mi fece sussultare. Inghiottii il pensiero di mia madre e di mio padre. Di zia Rosalie e di zia Alice. Non potevo esitare, non in quel momento così delicato. Jacob ne avrebbe sofferto. Ma cosa ancora più certa, non avrebbe esitato un attimo a ritornare indietro. E invece io non volevo. Io avevo deciso, e così sarebbe stato. <<Sì?>> sorrisi, lo feci davvero. Non un’ombra, non un accenno di paura. O di indecisione. Jacob si fidò. <<Sarei davvero carino nudo, in effetti>>. <<Per l’amor del cielo, Jake!>> scossi la testa e gli lanciai i pantaloncini dalla borsa che mia zia Alice mi aveva regalato insistendo perché la portassi con me. Non avevo mai abbastanza coraggio per contrastare le sue accurate disposizioni in fatto di abbigliamento e accessori. <<Accidenti, è davvero tardi>> dissi guardando l’orologio del cellulare. 02:53. <<Nah>> rispose lui, e in un attimo fu davanti a me. Le mie braccia cinsero il suo collo e il calore passò al mio corpo, sempre troppo freddo. <<Non pensi più a nulla?>> mi chiese, con una punta di preoccupazione in fondo alla sua voce. Sorrisi, e nella penombra i suoi occhi imitarono i miei. <<Ti amo>> mormorai.
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sakamae
shushu - Voto:
Ci conto ^^