da una serie originale:
"WITH YOU"
una fanfiction di:

Generi:
Sentimentale - Song-fic
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Una ragazza con un sogno e problemi personali, lui famoso odiato da......

Conclusa: No

Fanfiction pubblicata il 23/01/2011 17:09:03 - Ultimo inserimento 25/04/2011
 
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 NUOVA VITA


Spero vi piaccia! Questa fanfic ho cominciato a scriverla oggi, però è un sogno che ho fatto ben due volte. Ho descritto il personaggio maschile proprio come nel mio sogno, purtroppo non lo ricordo bene ed è stato corto, soprattutto interrotto dalla sveglia, ma spero che alcune cose da me inserite e facendola più lunga, piaccia! Commentate anche se è brutta, così da migliorarmi!


CAP. 1



NUOVA VITA


– Stupido! Chi ti credi di essere? – Il ragazzo la guardò furioso.
– Sei appena arrivata è già credi di essere il capo? Sta al tuo posto ragazzina! – Urlò. Lei gli sorrise,
– Lo sono già! Ma dato che è ora che vada, ti lascio il mio vassoio! Da bravo gentiluomo lo porterai tu a posto! – Si alzò, spinse il suo vassoio accanto a quello del ragazzo e girò i tacchi uscendo dalla mensa. Tutti, dopo aver perso di vista la ragazza, guardarono lui ancora seduto con le braccia incrociate che guardava, con occhi piccoli come due fessure, la porta, ora chiusa, senza muoversi di un centimetro.

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– Nanako - chan, sei sicura? – La donna guardò la figlia, accanto a lei, preoccupata.
– Certamente, non l’hai detto tu che staresti meglio se non ci fossi? – Chiese la ragazza con ironia. La donna si morse il labbro. Aveva gli occhi lucidi, come se stesse per piangere.
Si schiarì la gola, prima di aprire la porta davanti a se.
– É permesso? – Chiese con voce gentile. La donna, seduta su un’enorme poltrona, dietro una scrivania, smise ti ticchettare le dita su una piccola agenda e sorrise, mostrando dei denti bianchi, se non fosse per alcune macchie rosse, causa, il rossetto che aveva sulle grandi labbra. Si sistemò i capelli bianchi, stretti in un piccolo chignon, con le piccola dite ossute e si alzò velocemente pulendosi da uno sporco invisibile, il vestito nero che aveva indosso, come per rendersi più presentabile.
– Certo! La stavo aspettando, Suzuka Hirokawa - san! – Oltrepassò la scrivania, mentre la donna, vestita in semplici abiti da lavoro, una camicetta bianca, con un gilé nero sopra, pantaloni neri con decoltè ai piedi, bianche. Si sistemò la coda alta, facendo svolazzare i capelli mori che, dolcemente, tornarono a posarsi sulle spalle, prima di fare un veloce inchino.
– Piacere di conoscerla Hidoiki - san! – La signora sorrise vedendo tutta quella formalità verso di lei.
– Si vuole sedere? – Chiese. La donna si guardò attorno, chiedendosi, come mai, la donna si riferisse solo a lei. Allora, guardò dietro di se, vedendo la figlia che pettinava i lunghi capelli, corvini, mossi, legati in due basse code. Le mise una mano sulla testa spingendola dentro.
– Lei è mia figlia, Nanako Hirokawa – Hidoiki, abbassò il viso arrivando alla stessa altezza di quella di lei, fissando i bellissimi occhi color nocciola (non la noce ma il gelato alla nocciola che è un marrone chiarissimo, in pratica marrone mischiato con moooolto bianco!) che non battevano ciglio davanti a quelli castani che le aveva messo davanti. Allora sorrise e tornò in posizione eretta aggiustandosi gli occhiali sul naso.
– Che bellissimi occhi! Sono del padre? – Chiese guardando quelli castano scuro, della madre. Lei annuì senza proferir parola – Allora, dato che la ragazza è già qui, vi andrebbe di visitare prima il nostro meraviglioso collegio? – Nanako annuì voltandosi subito, facendo svolazzare i capelli sotto il naso della donna, dato che si era abbassata nuovamente alla sua altezza, come per osservarla meglio e capire com’era davvero. Si strofinò il naso e sorrise alla donna che seguì subito la figlia.
– Allora cominciamo dalle stanze? – Non ricevendo risposta dalla ragazza, cominciò a salire le scale, andando al pen’ultimo piano.
– Nell’ultimo piano, c’è solo un giardino, dove i ragazzi possono andare a studiare, ma non ci va mai nessuno, quindi.. – Nanako la interruppe.
– Abbiamo capito, sarà disastrato, quindi preferisce non fare brutte figure. Mi faccia vedere la mia stanza così che possa sapere dove mettere la mia roba! – La direttrice del collegio sembrò infastidita dal modo di parlare della ragazza, cosa che notò subito Suzuka.
– La scusi. Ha avuto una brutta mattinata, ha dovuto salutare tutti i suoi amici e ora è di cattivo umore, ma le assicuro che è una ragazza davvero dolce! – Disse lei sorridendo, guardando la ragazza continuare a camminare davanti a loro.
– Mi scusi lei. Solo che non sono abituata ad un caratterino del genere. Qui, tutti, sono educati dai migliori insegnati, ma se sarà solo per oggi, allora posso tranquillamente lasciar passare –
– Ci saranno le divise o ci si può vestire come si vuole? – Chiese Nanako guardandosi attorno, vedendo i corridoi completamente vuoti, se non per qualche donna che usciva da una stanza con scopa e paletta in mano, con in dosso un lungo abito nero con sopra un grembiule bianco con delle tasche all’altezza del bacino.
– Certamente! Le divise sono d’obbligo! Ci sono anche cappotti che da la scuola per le uscite. Sapete, per non perdere i ragazzi tra le folle! – Vide la ragazza fare un lieve cenno con la testa – Siamo arrivati – Nanako si fermò e fece qualche passo indietro avvicinandosi alla direttrice della scuola.
La madre le mise le mani sulle spalle, stringendole un poco.
Guardarono il lento muoversi del braccio della direttrice, arrivare al pomello della porta, fino a girarlo e a spingerla. Entrò per prima spostandosi per far entrare le due ospiti.
– Questa sarà la stanza di mia figlia? – Chiese a bocca aperta la donna. La direttrice annuì, contenta dello stupore di Suzuka.
– Scegli uno dei due letti. Il tuo armadio e quello vicino. Sarai sola, dato che le ragazze sono in dispari. Le tue valige saranno subito portate qui, non appena deciderai di voler rimanere.. – Nanako la interruppe subito con un lungo sbuffo. Si volta verso di lei con le braccia incrociate sul petto.
– Ma non ha ancora capito? Sono venuta per iscrivermi, non per visitare uno stupido collegio! Non m’interessa quanto bello sia! Ora che mi ha fatto vedere la stanza può stare tranquilla, il resto della scuola lo scoprirò da sola – Si guarda attorno, vedendo i muri verniciati con un pallido rosa. Il pavimento era in legno, mentre i due letti singoli, erano ai lati della stanza, vicino ai due armadi in legno contro il muro. C’era una finestra in mezzo ai due letti che illuminava la stanza facendo ben vedere le coperte rosse dello stesso colore del cuscino. Con un morbido lenzuolo bianco, posto sotto la coperta, che aveva piccoli ricami fatti di perline bianche. Vide anche due scrivanie sotto la finestra, attaccate, però con un piccolo muretto, sempre in legno, che divideva i due tavolini. Notò anche un bel camino al lato destro della stanza, poco lontano dall’armadio, dov’era un bel tappeto, due poltrone e un piccolo tavolino davanti. Scelse il letto di destra, così che non avrebbe avuto problemi d’inverno!
– Ne è sicura? Una volta che si è iscritta non potrà più far marcia indietro, a meno che non lo voglia sua madre! – Nanako annuì uscendo dalla stanza.
– Si, ho già deciso – Guardò il viso deluso della madre, che lo abbassava lentamente chiudendo gli occhi, forse per non mostrare gli occhi lucidi.
– Venga con me signora, deve firmare alcuni documenti. Nel frattempo, se vuoi pranzare, puoi andare. Finiremo tutto io e tua madre – Nanako annuì. Hidoiki, battè le mani tra loro due volte e una piccola cameriera, anziana, si avvicinò.
– Si, signora? – Hidoiki le disse, molto velocemente, come se avesse paura che la ragazza cambiasse idea, di condurla alla sala da pranzo. Annuì e, facendo cenno alla ragazza di starle accanto, cominciò a camminare, scendendo giù dalle scale.
– Nel pomeriggio le farò avere le regole sulla sua scrivania – Nanako non rispose, continuando a seguire la donna giù per le scale.
- Mi segua Hirokawa - san – Suzuka annuì, seguendola silenziosa. Mentre, la donna parlava di cose che non le interessavano minimamente, continuava a voltare la testa, sperando di vedere la figlia, correre verso di lei, chiedendole di riportarla a casa. Sospirò, scendendo le scale alla fine del corridoio, che portavano direttamente all’ufficio della direttrice.

– Come mai tutta questa fretta di iscriversi? – Chiese curiosa la signora, avendo ascoltato la conversazione.
– Non credo siano affari che la riguardino. Per adesso, l’unica cosa che deve fare è portarmi nella mensa, sto morendo di fame! Non ho fatto colazione questa mattina, dato che non volevo vomitare per strada! – Disse tranquilla come se stesse parlando in modo cortese con quell’anziana donna.
– Che caratterino! Stia tranquilla oujou - sama! Tutto ciò che desidera! – Scherzò la signora, facendo innervosire, non poco, la ragazza – Siamo arrivati! Prenda un vassoio alla sua destra e poi faccia la fila davanti il bancone – Disse mentre le apriva la porta. Nanako fece come detto. Prese uno dei vassoi bianchi, ch’erano su uno scaffale alla sua destra, e si mise subito davanti il bancone, dato che non c’era fila. Sembrava che, ogni studente fosse già arrivato. Dopo aver preso da mangiare, si guardò attorno, notando che tutti la osservavano, incuriositi, forse perché avevano capito ch’era nuova, era naturale notarlo dato ch’era l’unica senza divisa. La mensa era enorme e aveva cinque lunghi tavoli apparecchiati e pieni di studenti del collegio ad ogni posto.
– Certo che ce ne sono un bel po’ di ragazzi qui! –
Inizialmente, credeva che fosse un collegio femminile, ma, a quanto pare, era misto, solo le stanze erano divise.
Continuò a camminare lungo il quinto tavolo, quello più vicino al muro, cercando un posto libero, alla fine, ne vide ben quattro. Tutti al terzo tavolo in fondo.

Sempre più osservata, si diresse verso il tavolo sedendosi all’ultimo posto, per non sedersi accanto alla ragazza ch’era seduta accanto al pen’ultimo posto. Non aveva voglia di parlare o conoscere nessuno, quindi si siede isolata prendendo le posate. In quel momento, cominciò a sentire tanti bisbigli messi assieme. Sembrava proprio che stessero parlando di lei! Alzò le spalle e cominciò a mangiare il riso bianco, prendendo delle verdure dopo averlo portato alla bocca.

Dopo, un minuto, che a lei parve, ore, qualcuno posa un vassoio davanti al suo. Non alzò lo sguardo, continuò a mangiare come se nulla fosse. Vide però che non muoveva, nemmeno di un millimetro, le mani che aveva vicino ai lati del vassoio. Allora, alzò la testa, curiosa di vedere chi fosse la persona che la fissasse invece di mangiare.
– Vattene! – Rimase a bocca aperta, sentendo quella voce dura, uscire dal ragazzo davanti a lei. Gli guardò la mano che, dolcemente, si avvicinava alla frangia nera, spostandola di qualche centimetro, mostrando occhi castani con piccole chiazze gialle. Non era la frangia ad essere lunga, ma lui aveva il viso abbassato e ora lo stava alzando per guardarla. Rimase davvero incantata da quegli occhi. Così duri.. freddi... Rise, pensando che sembrassero frizzanti ghiaccioli alla cola con un pizzico di aspro limone. Quel viso così fine, mostrava una leggera smorfia, sembrava di disgusto, mentre quegli occhi penetranti continuavano a fissare i suoi.
– Come, scusa? – Chiese tranquilla. Era così intenta ad osservarlo da non aver sentito ciò che aveva detto.
– Ho detto di andartene! – Rimase sorpresa da quelle tre parole. Perché doveva andarsene? Stava forse occupando il posto di qualcuno? Si guardò attorno, poi guardò le braccia di lui, incrociarsi, fermandosi all’altezza del petto, facendole vedere tre bottoni della camicia aperti, con quella piccola parte del petto visibile. Si senti avvampare, ma sperò, con tutto il cuore, che nessuno se ne fosse accorto. Cancellò, completamente il rossore dal viso, qualche millisecondo dopo, quando si ricordò di cosa le aveva detto.
– Perché dovrei? – Chiese vedendo che non ci fosse nessuno che dovesse occupare quel posto. Lo vide sorridere, questo le fece salire ancora di più il nervoso, dimenticandosi di com’era arrossita, poco prima, vedendo un ragazzo così bello davanti ai suoi occhi.
– Perché questi sono tutti e quattro posti miei! Nessuno ha il permesso di sedersi qui! – Nanako rise guardando tutti.
– Ecco perché si erano messi a bisbigliare tra loro quando mi sono seduta! – Gli sorrise, incrociando le dita sotto il mento, appoggiando i gomiti sul tavolo – Tu saresti il capo qui? – Chiese con voce dolce, come per prenderlo in giro.
– Diciamo di si. Quindi ora alzati, se non vuoi che ti pesti! – Nanako si mise a ridere ad alta voce, lasciando a bocca aperta, tutti gli studenti della mensa.
– Vorresti spaventarmi? Mi spiace, ma non è così facile! – Tolse le dita da sotto il mento, appoggiandolo sul palmo spostando la testa, leggermente verso destra, con fare provocatorio – Alzeresti le mani su una ragazza? – Lui socchiuse gli occhi a due fessure sciogliendo le braccia.
– Credi che non lo faccia? Non m’interessa di che sesso sei! Voglio solo che ti alzi! Voglio avere il mio spazio mentre mangio, non voglio sentire la tua puzza sotto il naso! – Questo fece alzare di scatto la ragazza che aveva tutti i nervi pronti a scoppiare.
– Stupido! Chi ti credi di essere? – Il ragazzo la guardò furioso.
– Sei appena arrivata è già credi di essere il capo? Sta al tuo posto ragazzina! – Urlò. Lei gli sorrise,
– Lo sono già! Ma dato che è ora che vada, ti lascio il mio vassoio! Da bravo gentiluomo lo porterai tu a posto! – Si alzò, spinse il suo vassoio accanto a quello del ragazzo e girò i tacchi uscendo dalla mensa. Tutti, dopo aver perso di vista la ragazza, guardarono lui ancora seduto con le braccia incrociate che guardava, con occhi piccoli come due fessure, la porta, ora chiusa, senza muoversi di un centimetro.
Dopo qualche lungo secondo, decise di alzarsi. Si guardò attorno, vedendo i volti, senza fiato di tutti.
– Cos’avete da guardare? – Chiese cercando di non far trapelare tutta la rabbia che ora aveva dentro – Qualcuno tolga questi! – Disse indicando i vassoi. Sorpassò il tavolo e uscì anche lui dalla sala da pranzo.

– Oka–san, avete finito? – Chiese, entrando, senza nemmeno chiedere il permesso, nello studio. Suzuka annuì alzandosi.
– Sei davvero sicura? – Per la prima volta, Nanako non rispose subito. Per colpa di quel ragazzo, aveva voglia di tornarsene a casa. Gli aveva fatto fare quella brutta figura davanti a tutti... Era imbarazzata! Guardò il viso della madre, sembrò contenta di quell’attimo d’indecisione. Non volle dargliela vinta, così annuì subito “Non m’importa di quello stupido! Sono Nanako e, come sempre, risolverò la situazione!” Le sorrise per poi fare lo stesso con la direttrice.
– Benvenuta nella tua nuova casa! – Disse Hidoiki alzandosi dalla poltrona.
– Grazie, spero lo diventerà – Disse, stranamente gentile. Suzuka la guardò strana, mentre veniva accompagnata, sia dalla figlia che dalla direttrice alla macchina.
– Chiamami appena avrai bisogno – Le disse semplicemente prima di andarsene, sapendo che non l’avrebbe ascoltata se avesse detto qualcosa.

– Bene, ora vada in camera sua, non appena si sarà messa in ordine, venga nel mio ufficio, la presenterò alla sua classe! – Guardò la ragazza annuire per poi superarla, correndo nella sua stanza.
Velocemente, si mise la divisa, una corta gonna scozzese in tinta verde e rosso, una camicia bianca, con un maglione rosso che, però, buttò da parte nell’armadio, dato che non le piaceva. Mise la cravatta verde al collo e si legò i capelli in un’alta coda. Prese, velocemente, gli scaldamuscoli bianchi che, fortunatamente aveva portato, dalla valigia, poi mise le scarpette nere e corse a guardarsi allo specchio, all’interno dell’armadio.
– Vecchia, ma non male – Disse sospirando. Non le piacevano quei colori. Certo, rosso e verde non erano male, ma ricordavano così tanto il natale! Le sembrava una divisa da quel genere di festa! Poi, i disegni scozzesi, non le erano mai piaciuti se non rarissime volte!
Sospirò un’ultima volta prima di allontanarsi dall’armadio e andare alla scrivania. Trovò due fogli pieni zeppi di numeri, vicino ai margini e parole subito dopo.
– 1^ Essere sempre puntuale alle lezioni: 2^ Rispettare il coprifuoco: 23: 00; 3^ Mai andare al terzo e al quarto piano, vi possono accedere solo persone di sesso maschile, oltre la direttrice; 4^... – Sbuffò buttando il foglio a terra. I primi tre erano noiosi, pensare che ne mancassero altri trenta, se non di più le faceva girare la testa! Si avvicinò alla porta, aprendola. Vide moltissime ragazze correre nelle loro stanze per poi uscirne, subito dopo con dei quaderni tra le braccia.
– Se il quinto e il sesto piano è accessibile solo alle ragazze, questo vuol dire che al quarto e al terzo ci sono i dormitori maschili, mentre la mensa è un piano sotto terra. Quindi, al primo piano e al secondo ci sono le classi, mentre al piano terra gli uffici degli insegnanti e, forse le stanze delle persone che lavorano nella casa – Uscì dalla stanza non facendo caso agli sguardi che le lanciavano le ragazze – Cosa poco probabile, non metterebbe mai i domestici nello stesso piano degli insegnanti, quindi, o c’è un altro piano sotto la mensa, o vivono da un’altra parte – Smise di parlare da sola, vedendo, in lontananza il ragazzo che, alla mensa, le aveva dato tanto imbarazzo. Decise di andare dritto, ricevendo un piccolo ghigno da parte sua.
– Cosa c’è ora? – Lui non si fermò, continuando, tranquillo, per la sua strada.
– Vedo che non sei scappata! Hai coraggio ragazzina! – Strinse i pugni, tornando per la propria strada. Doveva imparare a controllarsi se non voleva fare una strage sul momento! Certo, a casa lo faceva sempre ma non le davano così fastidio! Quello si era pure messo a trattarla come... Strinse i denti. Non riusciva nemmeno ad immaginare a come la stesse trattando immaginandosi lei un leone e lui un semplice uomo che la zittiva con un semplice sorriso. Strinse il pomello della porta entrando nello studio “Vedremo chi vincerà!” Pensò guardando, innervosita la stupida faccia che aveva in quel momento la direttrice. Sembrava indaffarata e allo stesso tempo annoiata.
– Questa e la tua classe e qui ci sono il libro e il quaderno che ti serviranno per la prossima lezione che inizierà a momenti. La classe è scritta sul libro, è al secondo piano. Il resto dei libri ti verranno mandati nella tua stanza.

Continuava a guardare in alto sperando che non dovesse percorrere tutto il corridoio per trovare la classe numero due del secondo anno (2–2).
Trovata, bussò, appena sentì di poter entrare, aprì la porta camminando dritta.
– Vi presento Nanako Hirokawa–kun. Starà con noi, d’ora in poi –





Continua......................
Spero vi sia piaciuto come inizio! Un’enorme bacione e al prossimo capitolo!!!


By kagomina




...Continua nel prossimo capitolo


 
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