Manga e Anime
creata dalla serie "NARUTO SHIPPUDEN"
e crossover Videogiochi/Anime&Manga:
"SUZUKI CHRONICLES: DUE FRATELLI, UN SOLO DESTINO"
una fanfiction di:

Generi:
Sentimentale - Azione - Avventura - Fantasy
Avvisi:
OOC - CrossOver
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
"Ridatemelo... lui è il mio fratellino! Ridatemelo! E' l'unico fratello che ho!" (sequel de IL GRANDE TORNEO DI KONOHA)

Conclusa: No

Fanfiction pubblicata il 13/04/2011 19:10:18
 
ABC ABC ABC ABC



 KUROSHIN RUGGISCE


Scattante, veloce, ma soprattutto silenzioso. Un vero esperto nell'essere furtivi, anche perchè disponeva della mimetizzazione in notturna.
Già, la furtività.
<<Un ninja deve saper mantenere la segretezza e la furtività assoluta in qualunque situazione, soprattutto nelle missioni di spionaggio e di pedinamento>>, era la regola numero 48 del codice di comportamento di uno shinobi. Tante incalcolabili volte se lo era ripetuto nella testa nelle occasioni in cui da giovane faceva le prime esperienze sul campo, mentre farlo adesso era una cosa che eseguiva con naturalezza senza neanche pensarci.
E gli riusciva anche alla perfezione, era talmente agile che mentre saltellava di continuo fra i rami aveva anche la cura di non smuoverli troppo per non far ondeggiare le fronde ed evitare che il rumore delle foglie tradissero la sua posizione. Come lui nessun altro eccelleva nell'arte dei movimenti silenziosi, motivo per cui svolgeva sempre da solo le missioni di inseguimento e spionaggio, così come era una motivazione, insieme ad alcune altre, della sua nomina a Sennin.
La pista che inseguiva lo aveva condotto su quello che aveva creduto essere il limitare del bosco, scoprendo che si trattava invece dell'apertura su una grande radura. Una distesa tutta particolare a dirla tutta, di forma circolare nel bel mezzo della foresta e sembrava fosse stata scavata artificialmente, non doveva superare il quarto di chilometro di diametro. Metteva soggezione vedere una tale modifica del territorio naturale.
"( Che cosa diamine...? )"
Il buio non gli impedì di notare che della sua preda, perfino in quella pianura di terra senza deformazioni dietro cui nascondersi, non c'era traccia. Non la vide assolutamente da nessuna parte, pur aguzzando la vista e ripetendosi mentalmente che era impossibile che fosse riuscito a seminarlo. La sua abilità furtiva non lo aveva mai tradito e gli aveva sempre impedito di sbagliare, perciò escluse in tutti i modi che si fosse accorto di lui.
Ma questa sua capacità di pedinamento di cui andava tanto fiero fu smentita per la prima volta, quando dietro di sè una voce gli sussurrò all'orecchio.
"Cercavi me?"
" ! "
Uscì dall'esplosione che seguì, costretto a saltare nello spiazzo aperto e rimase ad osservare gli esiti del suo tranello. Dovette riconoscere che chi si trovava davanti era un nient'affatto mediocre se pur essendo caduto in pieno nella sua trappola ne stava uscendo senza alcuna lesione. E quando lo vide raggiungerlo con un salto la sorpresa aumentò nel vedere quanto fosse veritiera l'età ancor più giovane della sua, com'era mostrato nei Bingo Book. Continuò a rimanere perplesso, se avevano richiesto addirittura l'intervento di un Sennin per catturare uno come lui doveva per forza esserci; un'idea potè cominciare a farsela solo pensando che il suo avversario era riuscito ad invertire i ruoli del gatto e del topo.
"Un'etichetta esplosiva piazzata con estrema segretezza" lo sentì commentare "Hai tutte le ragioni di possedere il tuo grado: tu sei Kenka Kamochi, vero?"
Sussultò. Dunque lo conosceva. Il suo silenzio e la sua sorpresa vennero interpretati da lui come una risposta affermativa.
"Anche un inseguitore può diventare un inseguito" disse "Perciò mai restare impreparati"
"Omoshiroi (=<i>interessante</i>)... anch'io ero parecchio ansioso di scovarti"
Dal momento che, concluse quest'ultimo, ognuno di loro due aveva di fronte a sè la propria preda non c'era motivo di non dare subito il via alle danze. Per cui fece partire dalla punta delle dita e alle mani il colorito nero che subito ricoprì tutta la pelle delle braccia. Tale fenomeno dette al Sennin di nome Kenka la conferma sull'identità di chi aveva seguito fino a quel momento.
"Dunque è vero che puoi rivestire il tuo corpo di uno strano strato scuro. Rispecchia il significato del nome che ti è stato conferito... Kuroshin"
Ora qualcos'altro gli era più chiaro. Si era giusto chiesto perchè a uno come lui avessero affibbiato un nome così altisonante che voleva dire Morte Nera. Per lo meno comprese perchè proprio quel colore ne facesse parte, ma quanto al resto...
"Mi chiamino come vogliono" disse lui "Stà il fatto che non potrò fermarmi fino a quando non avrò eliminato tutti i Sennin e i jinchuuriki"
"Vuoi quindi sfidarmi pur sapendo di avere davanti a te un avversario del mio calibro? Hai davvero del fegato... o molta stupidità!"
Dopo quest'ultimo commento si avventò contro Kuroshin con due wakizashi intrise di chakra, facendo ardere le lame senza liquefarle. Lo attaccò quindi ripetutamente con le armi infuocate impugnandole a mò di kunai, a Kuroshin fu sufficiente difendersi con le braccia senza subire la minima lesione o ustione. Ogni contatto fra le lame e gli arti provocava solo fugaci scintille e clangori, effetto che rese Kenka confuso.
Avendo bloccato già parecchi attacchi Kuroshin decise che era già ora di contrattaccare, per cui con la mano nera artigliata provò a trapassarlo con un colpo di punta perforante. Venne scansato e il Sennin finì sollevato in aria da una colonna di roccia che dal suolo apparve sotto i suoi piedi, modificandosi poi in tante catene robuste che si avvinghiarono attorno alle braccia e alle gambe di Kuroshin, di fatto bloccandolo. La particolare durezza della presa gli impedì di liberarsene a strattoni e il modo in cui erano legate attorno ai suoi polsi gli rendevano impossibile farli a pezzi ad artigliate.
"Tsk...!"
Dietro di lui atterrò il Sennin a debita distanza.
"Non puoi liberarti. Quelle catene di terra e roccia sono state create per non lasciar mai fuggire chiunque ne venga catturato. Continua a dimenarti e le tue forze diminuiranno progressivamente"
"... "
Ormai convinto di averlo catturato fece svanire il fuoco dalle wakizashi che reinserì nei foderi dietro la sua schiena. Si accinse quindi a mettere il nemico in una posizione tale da facilitargli il trasporto e soprattutto in modo tale che durante il viaggio non opponesse alcun tipo di resistenza, la cosa migliore sarebbe stata intrappolarlo in un'illusione. Una volta tornato al villaggio avrebbe potuto gustarsi un altro successo; l'obiettivo principale era solo inseguirlo e localizzare eventuali nascondigli, invece tornava con la preda bella impacchettata e pronta per un interrogatorio coi fiocchi.
" ! "
Vide però queste sue aspettative smorzarsi completamente quando Kuroshin, approfittando della sua guardia abbassata, riuscì a liberarsi dalle catene di roccia grazie a un improvviso colpo di vento, così forte da travolgerlo e sbalzare all'indietro il Sennin e dotato di aria tanto affilata da sminuzzare in minuscoli frammenti le catene che prima legavano il prigioniero. Assistere a una prodezza simile lo fece restare di stucco.
"Ma cosa...?"
Adesso tutto il corpo dell'avversario era coperto da una sorta di involucro costituito da nient'altro che l'aria stessa che lo aveva quasi messo al tappeto, gli bastava vedere la ferita quasi grave che aveva sul costato per rendersi conto di quanto avesse rischiato grosso. Comprese anche che contro un talento innato del genere serviva molto più che un paio di spade incandescenti.
"Mi dispiace che non abbia molto tempo per giocare con te" disse spavaldo Kuroshin
"Significa che ti reputi in grado di stendermi in un attimo? Sembri molto sicuro di te, però lascia che ti faccia scendere dal piedistallo dei sogni: sai che io sono in grado di utilizzare anche l'Arte della Fusione?"
"... !? "
"Certo, gli utilizzatori di tale arte non sono proprio una rarità, ma le capacità variano da individuo a individuo. E il mio è un caso alquanto particolare, per questo motivo mi è stato assegnato il titolo di Sennin. Perchè non lasci che te ne dia una dimostrazione?"
Kuroshin preferì tenersi pronto per qualunque evenienza, era pur sempre consapevole del fatto che i ninja del livello di Kamochi non erano mai una bazzecola. Inizialmente lo vide solo unire le mani formando due soli sigilli, ripetuti però alternativamente e incessantemente. Infine, dopo circa un paio di minuti, iniziò ad avvertire il terreno sotto di sè smuoversi leggermente, diventando in breve una vera e propria attività sismica. Non si trattò solo di questo, in vari punti della zona sorsero dei violenti getti di geyser dal terreno, sbucavano dappertutto come funghi di vapore incandescente e ricoprivano una vastissima area.
"Principalmente" spiegò Kenka "chi fa ricorso a questo particolare elemento lo crea col proprio chakra unendo il Fuoco con la Terra. Eccetto il mio caso, dal momento che io sono anche in grado di ricorrere all'immenso strato di magma che si trova al di sotto della crosta terrestre"
Finalmente potè compiacersi nell'osservare l'evidente preoccupazione apparsa in faccia al suo avversario mentre si guardava intorno.
"Posso manipolarne in qualunque quantità io desideri e farlo emergere dallo strato solido, creando anche dei veri vulcani se solo lo desiderassi"
Kuroshin capì perfettamente che ciò che il Sennin gli aveva detto era esattamente ciò che stava facendo in quel momento, anche dal vertiginoso intensificarsi della temperatura del suolo e da come riusciva a sentire un gran fluire di qualcosa al di sotto di esso. E da come lui ghignava così vittorioso dedusse anche che l'attacco, pur trattandosi di qualcosa su vasta scala, in qualche modo a lui non avrebbe arrecato danni o conosceva il modo per uscirne indenne. Era questione di attimi.
"Maledizione!!!"
"Ammira la potenza del fuoco lavico!"
Quella notte fu come trasformata in giorno per alcuni momenti per via del bagliore che irradiò il cielo nero. Questo bagliore così immenso fu frutto dell'esplosione di un supervulcano, generando un'emissione di fuoco abbagliante e un immenso nuvolone di fumo nero e ceneri. Scie di lapilli infuocati, insieme ad enormi frammenti e zolle di terra, provenienti dall'esplosione piovvero da tutte le parti, scavando all'impatto crateri di diverse dimensioni.
Dapprima quella zona era una tranquilla foresta ricca di quiete. Se ora ci fosse stato qualcuno lì a descriverla avrebbe detto che era stata trasformata nel più profondo dei gironi dell'inferno.

"Wahahah! Adoro questa locanda ragazzi!"
Più che la locanda amava il locale bar del piano terra, paragonabile a quello di un bordello per via delle passerelle su cui si esibivano le idol. Oltre a danze che trasmettevano libidine in tutti i movimenti e i passi, solo al piano di sopra c'erano le stanze dove era possibile godere del loro vero lavoro. Le geishe servivano ai tavoli gran quantità di sakè, non mancando tuttavia di vestirsi in maniera adeguatamente provocante, così da incitare maggiormente i clienti a salire di sopra con la oiran da loro selezionata.
"Uhuhuh, ciao dolcezza. Che cosa mi porti da bere stasera?"
"Specialità della serata: sakè bianco!"
Depositò quindi il vassoio coi bicchieri sul tavolo e versò in essi il contenuto della bottiglia. Voltandosi fece sì di dare all'uomo una visuale diretta del sedere. Questo vi diede sopra una depravata pacca prima che lei si allontanasse maliziosa, al che mandò giù il primo giro di sakè della serata. Un folto gruppo lanciò un grido di approvazione quando alcuni di loro presentarono una giovane ragazza bruna, sicuramente oltre i vent'anni, sul piccolo palco in fondo alla stanza. Un uomo salì con il microfono alla mano e tutti fecero silenzio.
"Bene signori" esordì "questa sera, per il divertimento della banda dei Cerberi Rossi abbiamo un nuovo talento del mondo della canzone... l'idol Chinatsu Yoshinaga!"
Tutta la folla esplose in grida più simili ai latrati degli animali che a versi prodotti da creature dotate di un intelletto. Quando la sala tornò silenziosa, la ragazza cominciò a cantare. Era una canzone dal ballo alquanto movimentato ed esuberante, non priva della musica tipica dei locali privè. Nel mezzo del ballo scese dal palco avvicinandosi al corpulento capo della banda, strascicandosi quasi addosso a lui senza smettere di danzare e con sguardi pieni di promesse di un certo tipo.
Una volta terminata la canzone, il capobanda non lasciò che terminassero gli applausi per afferrarla al polso e trascinarla con sè al piano superiore, barricando tutti e due nella prima stanza che trovò libera. Mise a distendere la ragazza sul letto, la quale sorrideva con malizia, accingendosi poi a calare i pantaloni senza troppi complimenti.
"Sei davvero uno schianto, dolcezza"
Però, prima che lo facesse, l'idol alzò una gamba bloccando l'uomo con un piede poggiato sul petto.
"Ma quanta fretta, prenditi un attimo di respiro. Non hai voglia di rendere la cosa più interessante?"
"Oh sì! Fammi divertire dolcezza"
"Bene... però per giocare devi girarti. E non sbirciare"
Lui, preso dall'ansia e dalla voglia, obbedì come un cagnolino obbediente per prendere parte al gioco intrapreso dalla ragazza. Quando però l'attesa iniziò a farsi troppo lunga e snervante non ne potè più e si girò, senza vedere più nessuno sul letto.
"Ehi, ma che...!?"
Girò spazientito per la stanza, non trovando l'idol nè sotto il letto, nè fuori dalla porta o da qualche altra parte.
"Guarda che non ho voglia di giocare a nascondino!"
"E chi sta giocando!?"
Sobbalzò e per qualche istante non capì precisamente cosa stesse succedendo, almeno finchè non si ritrovò a fare un bel volo infrangendo la finestra e finendo col cadere sul terreno all'esterno. Il dolore che sentì su maggior parte del corpo almeno gli impedì di perdere i sensi e cercare di avere chiaro cosa stesse succedendo. Qualcosa o qualcuno lo aveva colpito con una forza tale da scaraventarlo con un solo colpo fuori dalla stanza, doveva aver ricevuto la botta in piena faccia.
"Urgh... ma chi...?"
Il misterioso aggressore si fece vedere comparendo con un salto ninja fuori dalla finestra e atterrando con agilità a due metri dietro di lui. Altri non era che un ragazzino dai corti capelli neri e con una giara fuori misura appesa alla schiena, armato anche di una spada.
"Un... un moccioso!?"
"Haishi no Sabaku, prego. Sono il figlio del Kazekage e il deserto è la mia casa"
"Piccolo...!"
Furente per il pesante attacco ricevuto l'energumeno si alzò estraendo due nunchaku che agitò freneticamente, lanciandosi in seguito contro il giovane per nulla intimorito. Infatti, con assoluta facilità riuscì ad evitare ogni attacco del capobanda, fino a che questi non fu colto di sorpresa da uno strano cumulo di sabbia vivente che si alzò dal suolo facendogli lo sgambetto e urtare contro un albero.
" ! "
Improvvisamente da sottoterra apparvero dei fili metallici disposti in un circolo che racchiudevano l'uomo e l'albero, così che questo si ritrovò legato al tronco e tenuto ben stretto dai cavi. Seguendoli con gli occhi vide una figura nascosta fra i cespugli e che saltò fuori, anch'egli un semplice ragazzo, un pò più alto rispetto al primo e coi capelli di un insolito colore argentato.
"Brutto...!"
"Jin Gintoshi, compare. Sono il nipote del celebre Kakashi Hatake e a sottovalutarmi si casca sempre male"
Anche nella posizione in cui era finito aveva modo di vedere i suoi aggressori in faccia, provando vergogna e rabbia per essersi fatto insaccare da due mocciosi del genere. Le sorprese non terminarono lì, poichè da dietro l'angolo della locanda vide sbucare la ragazza che fino a poco fa si sarebbe goduto nei momenti di perversione. Si era cambiata i vestiti.
"Ragazzi, è davvero incredibile quello che mi avete fatto fare!"
"Beh, ha funzionato, no?"
Vedendo come facesse tanta comunella con loro capì di essere stato preso in giro sin dall'inizio, cadendo nella loro trappola come un perfetto allocco.
"Tu...! Maledetta puttanella!"
"Kumiko Kurokawa... dolcezza" si presentò lei marcando bene il nomignolo con cui lui stesso prima la definiva "Posso sembrare una ragazza dolce e gentile, ma celo artigli felini che fanno molto male"
E una volta arrivati vicino a lui gli sferrò un calcio diretto nel basso ventre facendo gemere l'energumeno di dolore, nonostante la muscolatura avesse costituito anche da ammortizzatore sul colpo.
"E per tua informazione non sono una puttanella! Chiamami ancora così e ti assicuro che abbasserò la mira di un paio di centimetri!"
"Uhi... una cosa simile non supererebbe mai la censura, garantito"
L'uomo ci mise un pò a cercare di ricomporsi dopo il dolore del colpo subìto, anche se ancora gli impediva di tenere gli occhi completamente aperti. Cominciò col rendersi conto che chi si trovava davanti non erano ragazzini normali.
Ma sogghignò comunque, lasciando i tre perplessi... sì, perchè se pensavano di poter fare i gradassi con lui sicuramente non lo avrebbero fatto con tutto il resto della sua banda.
"Che hai da ridere?"
"Eh eh eh... credete di essere riusciti a fare chissà quale impresa straordinaria? Ma quando i miei ragazzi non mi vedranno più arrivare verranno a cercarmi di sicuro, e la cosa non vi farà divertire"
"Scusa, ma credo che i tuoi ragazzoni adesso dormiranno per un bel pò"
Una quarta nuova voce si fece sentire, proveniente dall'alto. Volgendo l'attenzione verso l'alto il capobanda vide il possessore accovacciato sulle gambe sopra il tetto della locanda, la figura abbastanza facile da notare essendo posta contro la luce della luna. Con l'ampio balzo che lo vide compiere dimostrò di possedere anch'egli di capacità ninja, atterrò quindi fra i suoi tre compagni. Quest'ultimo membro del gruppetto aveva gli occhi castani scuri e i capelli neri, e alle spalle portava uno spadone a due mani con la lama dalla particolare punta concava. La cosa che però notò subito e che lo mise ancor più in agitazione fu che teneva sulle spalle come un sacco di patate il migliore dei suoi uomini.
"Credo di mancare solo io alle presentazioni: Yosuke Suzuki, bambinone. Ovunque attorno a me le forze della natura sono mie alleate"
"Tu... hai sconfitto tutta la banda dei Cerberi Rossi da solo!?"
"Nulla di cui meravigliarsi. Che altro ci si può aspettare da semplici mercenari di quarta categoria?"
Lasciò cadere di peso l'uomo privo di sensi ed iniziò ad avvicinarsi al capobanda con fare indagativo, lo osservò dal basso verso l'alto per alcuni momenti. Poi
"Se tu sei il capo vuol dire che sei Mansou Satoru, giusto?"
"Si può sapere chi cazzo siete voi? Che cos'è che volete?"
A tali domande la faccia del ragazzo chiamato Yosuke si fece nettamente più seria, senza dare troppa importanza al fatto di non aver avuto risposta alla sua domanda di conferma.
"Siamo solo quattro shinobi come tanti" rispose Kumiko "Quattro amici che condividono le stesse ambizioni, gli stessi desideri e le stesse aspettative della propria vita"
"E siamo partiti insieme sei mesi fa per un solo motivo: cercare una cosa importante che mi è stata portata via. Vogliamo trovare e riportare a casa mio fratello".



 
 
 
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