Per chi è nato come me negli anni 90 è impossibile che non si ricordi delle quattro tartarughe ninja...da piccola mi facevo una grande scorpacciata de
Conclusa: Sì
Fanfiction pubblicata il 10/05/2012 14:53:54
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PROLOGO
“Pioggia. La pioggia che lava via ogni peccato, che purifica l'anima...”
Con quelle parole il maestro lo aveva mandato nella notte a meditare, a ragionare su ciò che era accaduto. In effetti gli avrebbe fatto bene, in quanto si sentiva infelice, poco tranquillo, come se avesse la sensazione che i guai non fossero finiti quella notte e probabilmente aveva ragione.
Le gocce gli scorrevano rapide sul viso, sulla fronte, sugli occhi chiusi. Riusciva ormai a riconoscere e ad isolarne il rumore.
Ad un tratto un sibilo: aprì di scatto gli occhi e si spostò appena in tempo per vedersi sfiorare da una stelletta ninja scagliata a tutta velocità. In un attimo fu in piedi, estrasse le sue katana dai foderi sulla schiena e si voltò, pronto ad affrontare il nemico.
Colui che gli si parò davanti non poteva essere lì, doveva essere un'allucinazione, una proiezione del suo senso di inquietudine.
- Come puoi tu essere vivo? - disse.
- Ho la pelle più dura di quanto pensi!! - rispose l'altro con voce profonda.
Accanto a lui apparvero dal nulla una ventina di ninja vestiti di nero. Il silenzio sovrastò il momento.
- Attaccate!! - gridò improvvisamente il nemico e in breve il nostro eroe si trovò braccato dal piccolo manipolo di guerrieri.
All'inizio riuscì a tener testa alla maggior parte dei suoi aggressori, ma, con il loro avanzare, diminuivano le sue forze. Era talmente debole che a malapena riusciva a tenere i pugni chiusi intorno all'elsa delle katana. Le ginocchia gli stavano lentamente cedendo.
Ad un tratto avvertì un dolore lancinante all'addome: abbassò lo sguardo e vide tre lame appuntite che si insinuavano nel suo basso ventre. Dalla ferita sgorgava caldo sangue. Si rese improvvisamente conto che se non fosse andato via immediatamente da lì ci avrebbe lasciato la pelle.
Alzò la testa e si trovò faccia a faccia con il nemico, il quale ridendo disse:
- E' finita e tu hai perso -
Lui lo guardò fisso e prese ad indietreggiare, avvertendo distintamente le lame che abbandonavano la sua carne e il sangue che a quel punto sgorgava senza freno. Con una mano cercò di tamponare la ferita come meglio poteva. Iniziò a camminare verso il bordo del palazzo, mentre la pioggia continuava a cadere.
I nemici osservavano ogni suo movimento, senza capire che intenzione avesse.
- Non penserai di sfuggirmi anche stavolta, vero? - sbraitò l'oscuro individuo.
- Non lo penso, lo faccio - e con un sorrisetto che gli si allargava sul volto, si lasciò precipitare tra i vicoli di New York immersa nelle tenebre.
Complimenti per il tuo racconto! E' avvincente e se le persone di questo mondo si fermerebbero un istante, scoprirebbero che ci sono cose ben più importanti che perdere inter giornate a contare soldi; per esempio il nostro piccolo mondo popolato da impavidi eroi...