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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: Thor
Titolo Fanfic: CAN A SINNER REDEEM HIMSELF?
Genere: Sentimentale, Erotico, Fantasy
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: Lemon, Slash
Autore: rufus1889 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/06/2012 17:02:26

- Le mie guerre hanno distrutto la tua casa. Non potrò mai perdonarmelo. -
 
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I.
- Capitolo 1° -

I personaggi citati in questa FanFiction hanno tutti la maggiore età e non sono realmente esistiti.

1. Peccati e peccatori.

Innalzando lo sguardo chiaro dal vetro ormai appannato della finestra dante sull’immenso giardino dell’abitazione – ora circondata artisticamente dalle tenebre calate da tempo indeterminato -, si permise di soffermare lo sguardo sulla figura dormiente contro il morbido materasso del letto matrimoniale a baldacchino che ergeva al centro della stanza, illuminata fiocamente dalla luce emessa dal fuoco scoppiettante all’interno del camino. Le lenzuola in lino donavano un tocco invitante sulla superficie ove riposava la figura di suo fratello, steso su un fianco e con le braccia rannicchiate contro il petto.

Il lino accarezzava la pelle diafana sino all’altezza dello stomaco, per poi lasciare libera vista agli occhi di Thor della snella figura del fratellastro che, incurante di essere osservato, si premurava di mantenere le labbra distaccate fra di loro per respirare rumorosamente da esse; Thor sorrise. Osservare Loki dormire attanagliava tutto il rancore che provava nei confronti del suo regno e del suo amato fratellastro. Il moro, fortunatamente, conosceva i modi più efficaci per sedurre il Dio dei Tuoni, conducendolo attraverso il suo sguardo penetrante in un mondo parallelo ove erano solamente entrambi loro con il sentimento che custodivano nei loro cuori.

Il biondo portò nuovamente lo sguardo verso l’esterno della dimora - la quale aveva assistito, ancora una volta, al muto giuramento d’amore eterno che entrambi i Dii avevano posto all’altro, sugellando il loro amore con l’impersonificazione fisica d’esso -, scorgendo a malapena le figure imponenti della dimora del Re degli Dei nella penombra. Espirando aria dalle labbra umide, potrò il palmo della mano a sfiorare la gelida superficie del vetro dinnanzi a sé, lasciandosi beare dal contrasto che avvertì al contatto con esso.

- Torna a letto, mio Re. La notte non può portarti tanti consigli quanto posso io. – La roca voce di Loki lo raggiunse come una ventata d’aria calda, costringendolo a lasciar fiorire un debole sorriso sulle labbra.

Distogliendo lo sguardo dall’esterno, voltò il proprio corpo con calma e lasciò scorrere nuovamente lo sguardo sulla figura, ancora stesa nella medesima posizione di prima, del moro; questi, aveva i languidi occhi aperti e fissi sul corpo del Re dei Tuoni, un malizioso sorrisino steso sulle labbra secche.

- Non usare quella parola, Loki. Il mio cuore non ne regge il peso, – Ammise con voce stanca prima di muovere qualche passo verso il letto, avvertendo il lembo inferiore dell’apertura della tunica che aveva indosso sul corpo nudo, sfregare contro i piedi; lasciò ricadere il corpo accanto al moro, dandogli la schiena. – Non avverto sangue reale scorrere nelle vene. – Concluse, portando il proprio polso dinnanzi ai suoi occhi, osservandolo pervaso dalle vene chiare in evidenza.

Il moro attese qualche secondo rimanendo steso contro il materasso, innalzandosi poi per portarsi lentamente dietro la figura del fratello; allungò le braccia con un lento gesto ed afferrò con delicatezza i lembi della tunica del fratellastro per distanziarli fra di loro, tanto da liberare la pelle altrui dal peso della stoffa blu adornata da ghirigori color oro sulle punte.

Thor mantenne lo sguardo rivolto verso il basso, le sopracciglia bionde corrugate.

Loki percorse la superficie dei bicipiti del fratellastro con i polpastrelli delle esili dita, sino a risalire lentamente verso le spalle esposte di questo, soffermandosi con entrambi gli ampi palmi delle mani sulla pelle rivestente il collo altrui, i biondi capelli intendi a solleticarli il dorso delle mani; lasciò andare un debole sorriso nel curvare il capo d’un lato, senza distogliere lo sguardo dalla olivastra pelle del Dio dei Tuoni. – Sei forte e coraggioso, mio Re. Hai mostrato i tuoi valori nel governare questo regno e la tua forza in battaglia. Cosa ti tormenta? – Domandò il moro, con voce calda.

- Non ho saputo donarti la casa che meriti con la tua stessa gente. Le mie battaglie hanno distrutto la dimora ove sei venuto al mondo, non potrò perdonarmelo. – Rispose il Dio, beandosi dei tocchi fuggenti dell’altro che, nel frattempo, si permise di ridurre lentamente la distanza fra il proprio volto e la nuca del fratellastro, lambendo con le labbra secche la pelle rivestente quest’ultima, producendo deboli schiocchi ad ogni distacco.

Loki avvertì la bionda chioma di Thor solleticare i tratti marcati del proprio volto e liberando aria dalle narici inspirò profondamente l’odore del biondo che, a sua volta, socchiuse le palpebre lasciando andare il capo in avanti per concedere spazio al delicato tocco offertogli dal Dio degli Inganni. All’affascinante aspetto che esso presentava, Thor poteva affermare che egli possedesse anche un’altra dote della quale era l’unico ad esserne a conoscenza; non avrebbe saputo definirla, però.

Sapeva, inoltre, che per quanto Loki avesse origini da un popolo di Giganti di Ghiaccio, il suo tocco era capace di riscaldare anche il più freddo dei cuori, fermo ed inoltrato nell’oblio più assoluto.

- Avrei potuto vendicarmi, se avessi voluto. Tu sei a conoscenza che avrei potuto distruggere Asgard, ma non l’ho fatto. Non ne avverto il bisogno, tutt’ora. Ho trovato la mia dimora ed essa… Essa risplende fra le tue braccia, mio Re. – Ammise in un sussurro il moro, lasciando sfregare le secche ed esposte labbra contro la pelle accaldata del fratellastro che, sotto il suo tocco, fremeva. Loki sospirò con debolezza, socchiudendo le palpebre diafane nel lasciar aderire la superficie del proprio petto nudo contro la schiena altrettanto priva di indumenti di Thor.

Non era rimasto indifferente dinnanzi alla propria terra che veniva distrutta dall’ira del Dio dei Tuoni, quando Loki stesso gli aveva confidato di volervici fare ritorno per qualche tempo, ma certamente non conservava del rancore nei confronti del fratellastro; essendo a conoscenza del profondo legame che manteneva i loro cuori in perfetta simbiosi, Loki sapeva che Thor non avrebbe mai accettato di buon grado un allontanamento da parte sua, rischiando di perderlo forse per sempre. Il popolo dei Giganti di Ghiaccio, in seguito alla morte di Odino, Padre degli Dei, aveva ritenuto che l’alleanza stipulata in passato cessava di esistere proprio con il lutto di quest’ultimo. Il moro avrebbe semplicemente voluto stringere una nuova, in cambio di un erede Asgardiano mandato nella terra di Jotunheim.

In seguito ad un lieve fruscio, percepì la pelle del fratellastro sparire da sotto il proprio peso lieve, avvertendo poco dopo delle robuste mani farsi strada lungo la superficie ossea dei propri fianchi, issandolo di poco dal bordo del letto - al quale si era sporto per potersi avvicinare alla figura del biondo -, sino al centro di esso, lasciandolo ricadere morbidamente contro il materasso; riaprì gli occhi per osservare, nella semi-oscurità della stanza dato il fuoco intento a placarsi in cenere, il corpo tonico del Dio dei Tuoni posizionarsi dinnanzi a lui, dopo che quest’ultimo ebbe gentilmente distanziato fra loro le longilinee gambe di Loki per potersi posizionare fra di esse, beandosi del corpo nudo del Dio degli Inganni posto sotto il proprio.

- Il mio amore nei tuoi confronti è costretto a perdurare nei secoli, Loki. Riuscirai a reggerne le conseguenze? – Chiese con voce roca, lasciando sfregare i palmi delle mani contro la parte inferiore delle cosce del moro che ebbe un fremito di piacere al caldo tocco del biondo; puntò i languidi occhi verdi in quelli chiari dell’altro, leggendone all’interno tutta la disperazione che egli provava in quell’istante.

Così lui avrebbe amato Thor, oltre la Morte.

- Il mio sangue in onore del tuo amore. – Rispose in un sussurro forzato, avvertendo le mani del fratellastro protrarsi sino ad andare a donare lenti carezze sulla superficie delle proprie natiche sode, mentre quest’ultimo si accinse ad abbassarsi con il busto per portare le labbra a premersi contro l’interno coscia di Loki, lambendo la pelle diafana con la punta bagnata dell’organo fuoriuscente dalla sua bocca; Thor tracciò con la lingua un cerchio sulla pelle del ragazzo delineando con il proprio sapore ove, poco dopo, pressò le labbra umide, donando casti baci all’arto del Dio degli Inganni, ricoprendo il marchio esteso lasciato dal proprio organo. In risposta, questi, rilasciò il capo contro il materasso, lasciando spargere qualche ciocca corvina contro il tessuto in lino delle fresche lenzuola.

Loki non distolse lo sguardo dal corpo del fratellastro nascosto fra le proprie gambe esili, protraendo la mano destra verso la testa di questo per affondare le longilinee dita all’interno della folta chioma bionda e mossa, avvertendone la morbidezza. Espirò dalle labbra nel sentire le labbra di Thor risalire verso il proprio bacino mentre questi, con la superficie della guancia dallo zigomo lievemente esposto, andò ad urtare l’erezione del moro leggermente rigida, provocandogli un gemito gutturale che fuoriuscì dalle sue labbra schiuse. – Non farmi questo, Thor… Non… - Cominciò il moro, fremendo con evidenza quando il biondo fece sfregare le labbra al suo glande arrossato per l’enorme concentrazione di piacere che avveniva nell’esile corpo del Dio degli Inganni.

- Con quale permesso osi rivolgerti in tal maniera al tuo Re, Loki? – Domandò il biondo con un tono di voce che, alle orecchie del moro, risuonò terribilmente eccitante ed eccitato. Thor sapeva come far impazzire il suo Dio dall’aspetto angelico. – Non porti rispetto, dovrai essere punito. – Concluse lanciando un’occhiata al volto appagato dell’altro che rabbrividì negli occhi del biondo.

Thor scoscese il capo per andare a donare i propri respiri all’intera lunghezza del moro, accaldandone maggiormente le condizioni; lasciò che l’erezione altrui sfregasse contro il suo viso bronzeo, socchiudendo con lentezza le palpebre mentre ne inspirava l’odore con un sorriso malizioso increspato sulle labbra umide. Andò a premere queste ultime contro la punta altrui per risucchiarla esternamente – una volta avendo posizionato le labbra come fossero una ventosa -, lasciandosi beare dalle innocenti parole prive di qualsiasi voglia filo logico che uscivano, irrequiete, dalle labbra di Loki.

Il Dio dei Tuoni inghiottì con lentezza estenuante l’intera erezione del moro, intraprendendo a succhiarla con forza all’interno della propria bocca accaldata ed umida ed avvertendo qualche prima goccia di liquido pre-seminale fare capolino nella sua gola.

Loki avrebbe sempre ceduto alle torture da lui inflitte.

Il moro arpionò le esili dita della mano libera contro la superficie del materasso, affondando i polpastrelli contro il liscio tessuto del lenzuolo per poi tirarlo a sé con forza, una volta avendo inarcato con un gesto spasmodico la schiena ossea, creandovi un’incurvatura fine e precisa. Thor gli stava dedicando quelle attenzioni di cui lui aveva bisogno. Thor si stava prendendo cura di lui.

Thor lo stava amando.

Loki avvertì il calore concentrarsi all’altezza del suo ventre, spinto dai continui risucchi che la bocca del fratellastro stava esercitando sulla sua erezione completamente eretta e gemette ad alta voce il nome del Dio dei Tuoni, prolungandosi sulla vocale posta al centro di esso in un ruggito sommesso. Strinse le dita posate fra i biondi capelli dell’altro, così da tirarli verso l’alto lasciando gemere il compagno di dolore, cosicché egli andò a leccare il sensibili glande del moro, avvertendolo tremare vistosamente contro di sé. Thor sapeva che Loki sarebbe esploso a breve. Esalando un ghigno compiaciuto, s’innalzò dal corpo fremente del moro per portarsi dinnanzi al bacino altrui con il proprio, accompagnando la propria erezione verso l’apertura intima del fratellastro, mantenendosi con l’indice ed il pollice per essere preciso.

- Mi appartieni, Dio degli Inganni. – Esalò con voce cupa nel mentre che sfregò la propria punta turgida contro gli esterni dell’ano del moro che sollevò il bacino con uno scatto felino, senza cessare di tremare spasmodicamente; Loki puntò gli occhi vitrei in quelli maliziosi e profondi del fratellastro, schiudendo le labbra per andare a lambire la superficie di quello superiore con la punta del proprio impregnata dell’altrettanto proprio sapore, la superficie del proprio labbro superiore sotto lo sguardo eccitato di Thor che, con una spinta decisa entrò dentro di lui, gemendo con un sonoro verso gutturale che lasciò tremare il pomo d’Adamo in evidenza dalla pelle olivastra.

Loki inspirò con forza aria, in maniera bisognosa e disperata: Thor lo stava portando in Paradiso.

Avvertì il bacino del fratellastro iniziare ad ondeggiare in avanti e dietro con un ritmo regolare e lento, per lasciare a lui del tempo di abituarsi all’imponente presenza all’interno del corpo; Loki tirò con forza una manciata dei capelli di Thor verso di sé osservando, a tal movenza, il volto del Dio dei Tuoni avvicinarsi al proprio con un gemito soffocato. Protraendo le labbra verso quelle del fratellastro, gli addentò quello inferiore assaporando il sapore ferroso del sangue fuoriuscito dall’incisione provocata dalla sua dentatura perfetta. Thor velocizzò le spinte, puntando con maggior forza le ginocchia contro il materasso che prese ad oscillare e urtare con forza contro il muro, e lasciando affondare il palmo della mano accanto il volto del moro per imporsi con tutta la sua tonicità sopra il suo busto, senza però gravare sul suo esile corpo.

Loki gemette apertamente quando avvertì la propria erezione venir compressa fra il suo stomaco e quello del fratellastro che, all’unisono, presero a sfregare contro l’intera lunghezza lasciandola accaldare oltre il limite. Allungò la mano libera verso il proprio bacino: necessitava di toccarsi per potersi liberare contro il proprio palmo. Sfiorò con difficoltà la punta del pene quando le possenti dita della mano libera di Thor circondarono il suo polso esile, distogliendogli la mano dal bacino. – Dovrai esplodere senza toccarti. – Dichiarò il biondo dopo aver avvicinato le proprie labbra carnose all’orecchio altrui, intraprendendo poi, un leggero movimento della lingua all’interno di quest’ultimo, adornandolo del suo sapore.

Loki strillò.

Il liquido venne fuori con forza inaudita dall’erezione del Dio degli Inganni eretta verso l’alto, e ciò permise al suo sperma di andare a marchiare la superficie del collo di Thor assieme al petto di Loki stesso.

Thor portò la propria lingua verso il basso, senza distaccarsi dalla pelle diafana e liscia del ragazzo, giungendo all’altezza del suo petto per cercare di catturare qualche goccia di liquido bianco e gustarne il delicato sapore. Loki avvertì le gote passare dal solito colore pallido ad un color porpora acceso, osservando l’espressione assorta del Dio dei Tuoni mentre lasciava rientrare all’interno della sua bocca il suo organo impregnato del proprio sperma. Si chiese che gusto dovesse avere. Forse a Thor piaceva.

Quest’ultimo inarcò la schiena con un gesto repentino nel momento stesso in cui affondo completamente nel corpo del fratellastro per riversarsi contro la sua prostata violata, inondandolo del suo rilascio bollente; socchiuse gli occhi per bearsi della sensazione di pienezza che avvertì in quel momento, riprendendo fragorosi respiri dalle labbra schiuse fra di loro, senza fermare del tutto il movimento del bacino contro quello di Loki, inerme ed appagato sotto di lui. Thor si sporse con il volto verso quello del ragazzo, andando a sfregare la superficie della propria guancia olivastra contro quella pallida e tiepida dell’altro, avvertendo il contrasto della temperatura delle due pelli.

- Grazie. – E sapeva che Loki avrebbe capito che quella semplice parola non era esclusivamente per ciò che era appena accaduto, ma per tutto. Il moro, portò la mano che manteneva stretta fra i capelli del biondo contro la nuca di questo, esercitando una leggera pressione per stringerlo a sé con leggerezza.

Una nolente scia cristallina solcò la superficie della sua guancia diafana.



Note dell'Autrice: non avendo visto altre Fiction basate su questo meraviglioso film, ho deciso di iniziarne una io dato che è tanto che l'avevo in mente. Non sarà estremamente lunga, solamente sei/sette capitoli, se tutto andrà come spero! Spero che questo primo capitolo piaccia a chiunque avrà la voglia di leggere e non posso dire altro se non che vi aspetto con il prossimo Capitolo! <3



 
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