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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LA MOGLIE DELLO SLENDERMAN
Genere: Horror, Giallo, Fantasy, Dark
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: CrossOver, AU, What if? (E se...)
Autore: italian-dream galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/12/2012 22:58:02

Una ragazza legata al destino dello slenderman e artefice del suo
 
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L'INCUBO INIZIò FRA I CAMPI DI GRANO TURCO
- Capitolo 1° -

Nota dell’autrice:// salve a tutti!!! :D come va?!?!? Qualche tempo fa mi sono appassionata alle creepy pasta, ovvero i racconti dell’orrore che girano su internet… i miei preferiti sono Jeff the Killer, Jane the Killer e slenderman, ovvero quelli che (almeno x ora) compariranno in questa storia, horror e malinconica. Io sono la protagonista e ho modificato un pochino la storia del nostro Slandy! XD ma non dico altro ^_- buona lettura!!! :D


Capitolo 1: L’incubo iniziò fra i campi di gran turco

Quella sera… Quella sera che non scorderò mai. Quella sera che cambiò per sempre la mia vita, fino a quegli istanti di terrore, dove il mostro ha salvato e rovinato la mia esistenza, quando lo Slenderman mi prese con se.

Ma la mia storia parte da lontano, parte da uno spensierato pomeriggio del 1995, precisamente un caldo giorno di Luglio. Avevo poco più di 7 anni. Ero una bambina problematica con pochi amici. Il mio unico pensiero (oltre ai compiti estivi) era quello di giocare con quei pochi amici che avevo. Come al solito si giocava a nascondino e come al solito loro cercavano di farmi tana. E come al solito mi arrabbiavo, scatenando la loro ilarità. Ma era tutto giocoso e cordiale. Ad un tratto, venne uno del gruppo che mi stava sulle scatole. Cominciò a prendermi in giro, coinvolgendo anche gli altri. Io scappai in lacrime dallo spazio verde e corsi verso il piccolo boschetto (se così si può chiamare) di querce. Dietro di me sentii un “va a piangere mongoloide!” ma non me ne curai. Scavalcai la piccola recinzione di legno e mi diressi verso le campagne. C’era una viuzza che faceva una curva molto stretta e sulla sinistra vi era un po’ di campo, coltivato a granoturco. Corsi con tutta forza che avevo nelle gambe. Arrivata a quel campo mi fermai, ansimando. Le piante traboccanti di pannocchie sembravano esseri fermi lì ad aspettare qualcosa che nemmeno loro sapevano. Alcune erano di un allegro color verde, altri invece erano cadaveri rinsecchiti. Camminai più lentamente in mezzo a quella marea di piante. Sentivo lo scricchiolare della terra secca e del fogliame sotto i piedi. Sentivo le foglie che mi accarezzavano la pelle al mio passaggio. In mezzo a quel campo di mais vi era un piccolo spazio di erba morbida e fresca. Mi ci nascosi. Mi misi a piangere. Maledissi quello stronzo che aveva rovinato tutto. Poi smisi. Mi stesi sull’erba in mezzo a quello scenario da film americano e fissai il cielo. Sentivo una brezza d’aria fresca, fissai il cielo, il colore del cielo… era più scuro…più intenso… era quello che chiamavo “Il cielo delle sei”. Era ora che io tornassi a casa. Feci per alzarmi, quando sentii frusciare… frusciare in mezzo al granoturco. Un serpente?! No, non esistono boa giganti in Emilia Romagna! Il contadino? Possibile. Allora mi guardai attorno e ingenuamente urlai “eih?!” “Mi scusi?!” Nessuna risposta. Il vento? No, era troppo debole. Cosa poteva essere?! Mi spaventai. Non c’era nessuno. Ero piuttosto lontana dal piccolo gruppetto di case. Un brivido percorse il mio corpo. E se fosse un maniaco? Forse era veramente ora che tornassi a casa. E anche in fretta! Se avessi fatto tardi avrei sentito mia madre arrabbiarsi. Già la sentivo “dannazione! Dove sei stata? Mi hai fatto preoccupare!” Ad un tratto, un pensiero prese possesso della mia testa. “Gloria?!”… pensavo con la voce di un altro? Non sono così pazza da pensare di avere un amico immaginario.
“Gloria…” non era un pensiero… una voce! Era come se qualcuno parlasse con me attraverso il pensiero. Mi voltai, come presa da un istinto. In mezzo ai cadaveri di granoturco, tutti rinsecchiti, vidi un uomo…uomo?! Non era un uomo normale! Era altissimo, imponente e incredibilmente magro. Aveva un volto tondeggiante e senza i tratti fondamentali (occhi, naso e bocca). Era vestito con un elegante smoking nero e una camicia bianca e una cravatta rossa. Era vestito di tutto punto.
- Gloria, sei triste?!- aveva una voce rassicurante. Aveva delle lunghissime braccia, ma io guardavo il suo volto bianco e senza espressioni. Quello che vedevo del suo corpo, era completamente bianco…
- - chi sei?- chiesi io, asciugandomi le ultime lacrime rimaste sul volto.
- Il tuo nuovo amico…- disse con quella voce amorevole.
- Amico?- dissi io meravigliata
- Sei sola vero?- era come se mi capisse.
- Sì…- mi pentii per un attimo della risposta.
- Vieni con me, non soffrirai più…- sentii che nella sua voce tanto buona c’era un velo di malvagità.
- Ehm…- balbettai – devo scappare…-
- Avanti, Gloria… ti voglio bene!-
Ad un tratto non capii più niente… quel mostro mi ipnotizzò. Non dovevo fissarlo così… ora stavo camminando come un soldatino verso di lui, verso quelle mani smisurate. Si formò un vortice. Lui mi strinse dolcemente fra quelle enormi braccia e andammo dentro quel vortice. Nel cielo delle sei, io sparii. Assieme a lui.
Ero in un’altra dimensione. Era buio. Ero in una specie di bosco tetro e spaventoso. C’era un vento che scuoteva tutte le fronde degli alberi, facendo un rumore molto sinistro. Ma non era solo quello il rumore che mi faceva accapponare la pelle. C’erano urla… urla di bambini, urla distorte dal vento e probabilmente dalla lontananza. Sul cielo scuro vi era una luna. O forse era una luna, non lo so, so solo che era l’unica luce in tutto quello strano mondo. … Nell’aria vi era un odore strano, Indescrivibile. Di mare, di stanza chiusa, di foglie tutto insieme. L’effetto dell’ipnosi svanii, solo in quel preciso momento mi resi veramente conto di dov’ero. Avevo paura. Avevo freddo. Vi era un freddo strano, secco.
- dove sono?- chiesi io ancora spaventata e perplessa.
- Nel mio mondo…-
- Ah sì?-
- Esatto…-
Sentivo quell’odore nelle mie narici, quel freddo sulla mia pelle poco vestita, quei rumori inquietanti.
- P…perché sono qui?!- balbettai
- Perché tu, Gloria, sei la prescelta…-
- Prescelta per cosa?-
In quel momento una folata di vento piuttosto forte fece volare delle foglie tutto intorno a noi. Sentii la pelle fredda.
- io sono un’anima in pena, cara Gloria. Prima di essere un mostro, ero un uomo che ha perso il proprio figlio in un incendio… l’ho cercato per anni, ma lui è morto. Da allora rapisco i bambini per mangiare loro la linfa vitale, perché la maledizione che mi affligge mi costringe a farlo per liberare la mia anima e rivedere mio figlio. Tu devi aiutarmi a finire quello che devo fare. Quando compirai 18 anni, ovvero, diventerai una donna, io ti sposerò e vagherai con me per molto tempo… sarai mia moglie… tu vagherai per la terra in cerca di ragazzini. Quando diventerai come me non avrai nemmeno più bisogno del cibo normale che mangi sempre. E spero che tu mi amerai…-
- Cosa vuoi da me?!- cominciai a piangere a dirotto. La mia vista era distorta dalle lacrime – io non diventerò moglie di un uomo che non amo!!!! E non me ne frega niente di questa leggenda o maledizione! Tu non mi coinvolgerai mai!!!!-
- Per 11 anni veglierò su di te… ti starò vicino senza mai interagire con te. Fra 11 anni, sarà il tuo cuore e istinto a ricordartelo! Ma capisco che ora sei troppo piccola per capire l’amore…-
- Amore?! Mi stai chiedendo di diventare la tua sposa, di uccidere bambini finchè la tua maledizione non verrà spezzata! Che razza di matrimonio è?! E poi?! Io voglio stare con la mia famiglia! La mia mamma, il mio papà! I miei amici! Voglio vivere la vita come una normale ragazza!- nel frattempo piangevo. Ero dispiaciuta per il passato del mostro, ma io non volevo essere la moglie di un mostro e uccidere bambini succhiando loro la vita per farmi un bel pranzetto prelibato. Mi inginocchiai piangendo e urlando. Il mostro si chinò leggermente e con un’unghia mi toccò vicino al mento. Mi prese la testa dal mento. Fissai quella sfera bianca. Nonostante il suo volto vuoto, sentivo il suo sguardo addosso ai miei occhi gonfi di lacrime.
- Il tuo cuore è puro, mia cara Gloria… il tuo cuore spezzerà il mio incantesimo, anche se dovrai essere piuttosto cruda. Ti lascerò mangiare anche adulti, sarò buono con te. Se non vorrai uccidere i bambini ti capirò L’importante è che li attiri da me….-
Il mostro lasciò la mano. Io mi alzai.
- vedi Gloria – continuò – nonostante anche io sia nato come umano, l’unica persona con cui possa parlare telepaticamente sei tu. Io non posso interagire con le persone, ne telepaticamente ne in sogno. Tu sei un’umana ma non sei toccata dalla maledizione, come lo sono io… ed è quest’ultima che mi impedisce di fare al meglio quello che devo fare. Io posso parlarti perché tu sei la prescelta… –
Io ero sempre più perplessa. Ma ormai ero rassegnata. Ormai ero la moglie predestinata di un mostro ammazza bambini. Non sapevo quanti bambini avrei dovuto mandare alla gogna, per quanto tempo avrei dovuto farlo, stando lontana dai miei genitori, e soprattutto… quando questo sarebbe finito cosa mi sarebbe successo? Sì ok, tutto finito, rapisco bambini e bambine, mi nutro della vita dei loro genitori o del povero cretino che gira da quelle parti. Quando l’essere incontrerà la strega o l’entità che l’ha ridotto così e sconfiggerà il suo incantesimo… cosa ne sarà di lui?! E di me?! Tornerò veramente come prima? Tornerà tutto come prima? La mia vita scorrerà come sempre?...
La domanda sorse spontanea…
- e dopo? Quando tutto sarà finito….che ne sarà di me? E di te?-
Si avvicinò pericolosamente a me. Sentii un tremolio prendermi la schiena, come se avessi avuto un ragno che girava sul mio corpo. Ero troppo piccola per provare emozioni simili, ma mi sentii le guance calde e rosse.
- Quando tutto sarà finito….a quel punto sceglierai tu cosa fare…-
Si allontanò bruscamente. Lo fissai…
- il tempo qui a tua disposizione è finito, cara Gloria…ora devi tornare al tuo mondo…-
Il paesaggio cominciò ad essere disturbato, come in un sogno quando ti svegli.
Stranamente ero pentita di andarmene. Prima però dovevo sapere il suo nome…
- c…chi sei?- tesi la mano. E lui la tese a me.
- Sono Slenderman… e fra 11 anni sarai mia-
- Slenderman…-
A quel punto tutto si cancellò di fronte ai miei occhi.
Mi ritrovai di nuovo in quel campo di grano turco. Seduta e confusa. Fissai il cielo; erano ancora le sei. Ancora il cielo aveva lo stesso colore. Il tempo sembrava essersi fermato. Era un sogno? Mi ero addormentata? Mentre pensavo a tutto quello che mi era successo, a quel punto realizzai che dovevo assolutamente correre a casa per la cena. Andai a casa a passo spedito. Quando fui sulla porta entrai spedita in casa. Mia mamma mi aspettava. Mi scusai per il ritardo.
Mia madre mi guardò il viso. Avevo gli occhi lucidi
- come mai hai gli occhi lucidi?- mi chiese mia madre in modo dispiaciuto. Io cercai di rispondere ma lei mi interruppe bruscamente…
- cosa hai fatto in faccia? Hai una ferita sul mento!-
- davvero?- mi meravigliai…
Corsi in bagno allo specchio per guardarmi il volto. Avevo una vistosa ferita lunga vicino al mento. Era stato Slenderman con quelle sue mani. Ma io ovviamente mentii spudoratamente.
- ah quella? Stavo giocando e sono caduta!- dissi tornando dal bagno.
Mia madre ci aveva creduto. Non potevo raccontarle che la mia vita era segnata da un mostro che per riabbracciare suo figlio era costretto a togliere la vita ad altri bambini.
Quella sera andai a dormire. Ero spompata, triste… non avevo più energie. Ero spaventata dal mio destino e da quello che sarebbe successo. Piansi. Piansi lacrime calde sul mio viso… era come se dovessi andare in un posto contro la mia volontà. Come quando dovevo andare a fare il vaccino e non potevo rifiutarmi. Era da fare… io devo sposare un mostro, ma è da fare. Se fuggo mi troverà. Non posso cambiare identità e anche se la cambiassi lui mi troverebbe. Lui per 11 anni mi terrà d’occhio. Ho paura… non ho mai avuto così tanta paura in tutta la mia vita.

Sono passati 11 anni. Sono una 18enne, ormai… ho continuato a pensare e a tenermi dentro quel segreto che per 11 anni mi prende cuore e anima, tormenta le mie notti. Tormenta i miei pensieri… 11 anni di pensieri… siamo nel 2006. è un giorno di Novembre. È freddo… molto freddo, ma non è freddo come quello che sentii quel giorno… era lo stesso giorno in cui Slenderman si prese la mia speranza per la prima volta. Precisamente l’11… 11 Luglio 1995, 11 Novembre 2006. 11… 11 è un numero colmo di significati… l’11 è il simbolo della cattiveria, del male, di morte… ma anche della bontà ed è associato ai bambini. L’11 è legato alle torri gemelli, sia come forma che per l’infausto evento che accadde nel 2001. l’11 è un numero ricco di significati onirici ed esoterici. Mancavano pochi minuti alle sei. Qualcosa mi disse che quel giorno sarebbe arrivato, che sarei diventata la moglie, volente o dolente, di quel mostro. Qualcosa mi diceva che dovevo tornare al campo di grano turco. Mia madre e mio padre erano a casa. Presi un giubbotto e uscii di casa.
- dove vai?- mi chiese mia madre?
Avevo gli occhi gonfi di lacrime. Sapevo che non sarei più tornata a casa. Mi mancarono.
- vado a fare un giro… tornerò presto…-
Baciai i miei sulle guance. Loro si guardarono stupiti. Andai con il cuore pesante e l’animo triste. “Addio”, dissi dentro di me e mi sbattei la porta dietro le spalle.
Accelerai il passo, avevo lo sguardo fatuo nella notte. La luna mi guardava con il suo sguardo amorevole. Io tremavo. Ma non per il freddo…unica cosa che avevo con me era il cellulare. I minuti scorrevano ma sembravano ore. Sembrava interminabile quel tempo. Ero quasi vicina al posto, ma lo vedevo. Ovviamente in novembre i grano turchi non c’erano. c’era soltanto una distesa di terra arida. Camminavo senza pensare a niente. Guardai il cellulare distrattamente. Erano le 17:59.
Ad un tratto sentii dietro di me una macchina. Era un ubriaco. Ormai mi metteva sotto. Mi fermai. Vidi l’auto accelerare e guidare in maniera storta verso di me. Ero paralizzata dalla paura, con le mani sugli occhi e urlavo. Me la vidi brutta! Ormai avevo paura di morire… ma sarebbe stato un bene, pensai scioccamente… almeno il mostro non mi avrebbe preso. Sarebbe stata una grande soddisfazione.
Ad un tratto delle mani mi presero. In una frazione di secondo mi sentii prendere e involare. Aprii gli occhi. Eccolo! Il mio salvatore e aguzzino! Lo slenderman! Era tornato alle 6 della sera, come quel giorno di 11 anni fa. Ero fra le sue braccia, ancora una volta, ancora e per moltissimo tempo avrei sentito la sua voce. Venimmo risucchiati dal vortice temporale sotto gli occhi dell’ubriacone in moto a quella vecchia punto bianca, che sicuramente era lì, sbigottito…

si sentì una frenata fortissima. Qualcuno aveva visto tutto. I genitori di Gloria furono avvisati. Sua madre piangeva. Suo padre, stava lì con lo sguardo fatuo.
Non c’era traccia della 18enne. L’ubriacone fu arrestato. Le indagini cominciarono…

Ero in quel mondo tetro e cupo, che per molto tempo sarebbe stato la mia casa. Ero ancora fra le braccia del mostro con gli occhi di nuovo chiusi. Gli aprii. Vidi il viso di Slenderman che mi fissava. Mi guardò, si fa per dire con intensità. La percepii… con lui avevo uno strano feeling… un sentimento di odio misto ad affetto… non potevo sopportarlo per il fatto che mi aveva rapita, ma le ero grata per il fatto che mi avesse salvato.
- bentornata Gloria…-
Mi appoggiò a terra.
- allora? Ormai questo matrimonio s’ha da fare, non è vero?- dici con tono rassegnato.
Slenderman si avvicinò… ancora una volta. Sentii ancora il rossore pervadermi le guance. Un brivido percorse la mia schiena. Mi prese con quelle sue braccia enormi . ad un tratto una bocca orrenda si disegnò sul suo volto. Era tutta dentata con le gengive piuttosto in evidenza. Uscì una lingua a punta. Scoprii dopo che la bocca non poteva muoversi. Quindi parlava solo con la mente. Quella lingua tracciò il disegno delle mie labbra. Sentivo la sua lingua sulle mie labbra. Rimasi pietrificata da quello che sentii. Lasciavo baciarmi da lui… dallo Slenderman… ad un tratto dalla sua schiena vennero fuori dei tentacoli. Io ero ferma. Provavo paura e piacere…e quella sensazione era ancora più forte, quando i tentacoli esploravano il mio corpo. Con quei tentacoli mi tolse prima la giacca e si intrufolò sotto i miei vestiti. Sentivo i capezzoli indurirsi.
Cosa faccio? Quella vocina dietro di me diceva di lasciarmi andare anche se la mia coscienza diceva di scappare. Ma non potevo scappare. Mi sentivo violentata e consenziente allo stesso tempo. Ad un tratto mi parlò. Sempre nel pensiero. Sempre con quella voce che mi inquietava e mi faceva sentire sicura allo stesso tempo.
- sei bellissima… hai una pelle così morbida…-
Tirai la mia testa indietro. Lo guardai con decisione
- Dimmi le conseguenze che devo seguire…e come sarò punita…-
Slenderman mi prese la testa da dietro in modo che potessi guardarlo. La mia attenzione era concentrata sulla sua bocca
- Gloria, cara Gloria… io sarò buono con te, ma devi essere obbediente e gentile con me allo stesso tempo…-
- Altrimenti che mi accadrà?- dalla mia bocca scappò una frase strafottente. Me ne pentii. Non l’avessi mai fatto… mi prese e mi bloccò contro un albero con la schiena. Un’unghia mi toccò il collo. Un brivido percorse la mia schiena. Erano brividi di terrore allo stato puro.
- Modera i toni, signorinella…- la sua voce era ferma e decisa
- Mi…mi dispiace…- sussurrai con un filo di voce.
- Scusami…- Slenderman si scusò con voce flebile.
Mi lasciò e mi diede le spalle.
- da quando diverrai mia moglie, cara Gloria, le nostre anime si uniranno. Le regole sono semplici: le uniche maniere che hai per interagire con gli esseri umani sono i sogni o telepaticamente e soltanto con le tue vittime, quindi per attirarle a te. Non puoi in nessun modo comunicare con un essere umano che non sia una tua vittima. È la regola del mondo parallelo. Chi la infrange marcirà per sempre nell’inferno delle anime perdute, luogo in cui si rimane per l’eternità da cui nesuno può uscire… quando saremo uniti, se tu sbagli, morirò con te e viceversa… a quel punto io non potrò più vedere mio figlio e tu la tua famiglia…- e si voltò – sono stato abbastanza chiaro?-
- sì. A quanto pare io ho bisogno di te e tu hai bisogno di me. Non chiedermi di amarti subito ma diverrò tua moglie…-
Mi spogliai… ero nuda di fronte a lui. Lui si avvicinò… si avvicinò. Ci baciammo. Stranamente, quei denti non mi facevano male…
Ad un tratto mi prese fra le sue braccia e mi alzò. Ero vicino il suo corpo. La sua lingua stuzzicava i miei seni e il mio corpo. Ero a occhi chiusi a godere, godere di piacere. Paura… piacere… la sensazione divenne più forte quando sentii che dei tentacoli, usciti dalla sua schiena mi penetrarono.
Penetrarono il mio corpo. Godei… nella paura, godei… e anche se la mia testa non era propriamente eccitata, il mio intimo diceva il contrario.
Cominciai a pensare alle sensazioni che provavo…
Visto che ero vergine, quell’entrata mi fece male. Lo pensai e lui rallentò…
- sai che quando godi, sento i tuoi pensieri che normalmente non riesco a percepire?-
Arrossii. Sentii che stava rallentando.
Io godevo sentivo il mio corpo allargarsi e lui cominciò ad andare più forte finchè…
Un orgasmo… un orgasmo quasi liberatorio…sentii che dai tentacoli uscì del liquido.
A quel punto una luce… una luce d’orata pervase il mio corpo. Lui uscì da me… io mi involai… il mio corpo cambiò… mi alzai in maniera spropositata… la mia pelle divenne candida come la neve… i miei capelli divennero lunghi boccoli color nero/blu… guardai il mio vestito divenire un bellissimo abito da sposa color bianco con le rifiniture in pizzo. Sembrava molto “abito della nonna” ma molto bello. Aveva delle rose bianco perla sul davanti. Avevo anche il tradizionale velo.
Finita la trasformazione lentamente tornai sulla terra, sempre in piedi. Volevo sapere se anche il mio volto era cambiato. Vi era una pozza d’acqua sotto i miei piedi. Mi ci specchiai. Il mio viso era come quello di mio marito, bianco… ma avevo occhi, naso e bocca, anche se con questa non potevo usarla per parlare, potevo muoverla ma potevo parlare solo tramite pensiero. I miei occhi erano neri, quasi da demone con una specie di trucco smooky nero. La mia bocca, era colorata dal rossetto nero. Sembravo una dark.
Mi avvicinai a mio marito… lui aveva una fede. Me la mise la dito.
La mia bocca si aprì. Avevo anche io una bocca spaventosa. Anche se, a detta sua, a volte avrei assunto una bocca normale umana.
Ci demmo un bacio…

Da qual giorno nacque la leggenda della Slenderlady, Slendergirl o Widow Bride…
La mia vita cambiò, sotto quella specie di luna, fra le voci strazianti e il vento freddo a cui ormai ero abituata…
Ora ero la sposa dello Slenderman…

Continua!!!

 
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VOTO: (1 voto, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
italian-dream 28/06/13 19:03
grazie mille :)
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franchina - Voto: 23/12/12 13:55
belloooooooooooooooooooooooooooooooooo
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