Piccola song - fic crossover Hetalia - Disney. Vi immaginereste una canzone Disney cantata da Russia? (Russia x Cina)
Conclusa: Sì
Fanfiction pubblicata il 27/01/2013 21:51:40
ABCABCABCABC
Ciao a tutti, rieccomi qui! ^__^
Forse molti di voi, reduci dalla lettura della mia ultima long - fic (“Alfred e la Mirabolante Macchina dell’Ucronia”, per chi se l’è persa), saranno già saltati di gioia nel rivedermi postare qualcosa XD
In realtà non aspettatevi chissà che: al momento, dopo la serietà del progetto appena finito, mi va di prendermela comoda e scrivere fic più brevi e più sempliciotte, come questa qui… XD
Di crossover tra Hetalia e le canzoni Disney ce ne sono tantissimi su You Tube, e sono loro in questo caso la mia fonte d’ispirazione: certi abbinamenti canzone - personaggio sono proprio azzeccati e stuzzicano parecchio la mia fantasia sempre iperattiva! Giudicate voi cosa vi sembra di questo abbinamento che vi propongo ^__^
Buona lettura!
PS: GERMANIA X ITALIA ORA E SEMPRE!
Casa di Russia era parecchio grande, quindi per tenerla pulita e in ordine non si restava mai con le mani in mano. I tre baltici, per la fortuna del padrone di casa, erano dei lavoratori parecchio efficienti, e ognuno svolgeva i propri compiti con tanta premura… Che forse non ti aspetteresti da persone con un datore di lavoro tanto… difficile… Ma chissà, forse non era solo semplice zelo personale il loro, forse dopo tanto tempo erano arrivati ad affezionarsi un po’ anche ad Ivan, anche se le sue momentanee crisi da <<Non vedo l’ora che il mondo sia tutt’uno con me>> avrebbero messo a dura prova chiunque!
Quel giorno, Lettonia stava spolverando i mobili nel soggiorno; Estonia si occupava dello studio, come metteva bene in ordine cartelle e fascicoli lui non ci riusciva nessuno; Lituania infine era quello di cui Russia si fidava più, come dimostrava la chiave dell’armadietto della vodka che custodiva al collo quando lui era fuori per impegni, e quindi si occupava di simili incarichi importanti, come smistare la posta in arrivo.
Mentre gettava nel caminetto la pubblicità di un negozio di condizionatori, e una lettera di Polonia in cui chiedeva a Russia di smetterla di spalare la neve nel suo giardino, Toris guardò l’orologio: “Russia è via da molto ormai.”
“Dov’è che è andato?” –domandò Eduard, finendo di mettere in ordine alfabetico i soprammobili lungo la libreria.
“So che oggi aveva un incontro di lavoro con Cina; ci stanno mettendo parecchio comunque.”
La testolina di Ravis si affacciò nello studio: “Ragazzi, è una mia impressione o il signor Russia ci mette sempre parecchio tempo ogni volta si incontra con Cina?”
“Tu dici?” –fece Estonia, raddrizzando un quadro, e inclinando il ritratto di un certo vecchio capo coi baffoni non molto simpatico… - “Beh, Russia e Cina si sa che vanno molto d’accordo.”
Lettonia ridacchiò: “Io credo sia soprattutto Russia ad <<andare d’accordo>> con Cina, non so se mi spiego! Ih ih!”
“Dai, non vorrai mica dire che…”
“Non ti sei accorto che quando deve incontrarci con Cina sta prima dieci minuti davanti lo specchio a riaggiustarsi la sciarpa, come se la volesse perfetta? Non lo fa con nessun altro! Ditemi voi ora, ih ih!”
Estonia sorrise a sua volta, e anche Lituania ci pensò su: forse avevano solo molto di cui discutere visto che erano in rapporti molto stretti, non voleva dire per forza che Russia avesse un qualche altro motivo per incontrarsi così spesso con Cina.
D’altra parte, se la posta di Polonia finiva quasi sempre nel camino, quella di Cina aveva il suo spazioso cassetto personale!
Decidendo di prendersi una pausa, i tre tornarono nel salone. Lituania volle affacciarsi un attimo alla finestra…
“Ehi, guardate! Ecco Russia! E c’è anche Cina con lui.”
Estonia, e Lettonia in punta di piedi, incollarono il volto dietro il vetro, osservando i due arrivare lungo la strada e imboccare il vialetto per la porta d’ingresso.
“Mhmm…” –aguzzò la vista Estonia - “Sembrano di buon umore.”
“E Russia ha addosso il suo cappotto migliore.” –notò Lettonia.
“E quando è con lui sembra sempre un po’ nervoso, vero?” –ammiccò Lituania - “Chissà, Lettonia, magari hai ragione tu.”
“Incredibile, vederlo così… Quindi anche Russia ha un cuore!” –commentò l’occhialuto.
“A quanto pare…”
“Sssh! Sono dietro la porta, vediamo se riusciamo a sentire che dicono!”
“Sai, Russia, per essere stato un incontro formale lo hai reso davvero piacevole! La visita al cremlino è stata parecchio interessante, e grazie per i piroghi che mi hai offerto, erano davvero buoni - aru!”
“Oh, non c’è di che… Quindi…” –mormorò con un buffo tono un po’ stentato - “Ti sei divertito?”
“Ai - ya! Scherzi?” –col suo viso pulito e dai lineamenti poco marcati ogni volta sorrideva Cina trasmetteva una gentilezza e una luce che erano a dir poco stordenti per l’enorme Ivan, almeno ai suoi occhi - “Vorrei potermi rilassare così ogni volta che devo incontrare per affari qualche altra nazione: sono stato veramente bene!”
Yao era ignaro dell’effetto che le sue parole e la sua espressione felice avevano sull’altro, che peraltro era palese agli spianti occhietti dei tre baltici, colpiti e divertiti dal colore che aveva assunto la faccia di Russia!
“Oh, bene! Se tu sei stato bene allora… Ehm, sto bene anch’io, no?”
Nascostamente, Ivan si diede un pizzico: va bene non avere molta esperienza ed essere timidi, ma almeno poteva uscirsene con qualcosa di meglio!
Cina però non riusciva a immaginare il perché Russia avesse cercato in tutti i modi di trasformare il loro incontro d’agenda in quello che era un appuntamento bello e buono; quindi, a differenza di lui, non sentiva quella strana sensazione di poter stare lì e voler stare ancora lì, anche senza fare o dirsi nulla, il più a lungo possibile. Era stato bello vero, ma adesso era finito, quindi meglio togliere il disturbo.
“Aru! Direi che è ora che torni a casa! Stammi bene, Russia!”
“V - vai via?”
“Oh? Mi sono scordato qualcosa?”
Ivan si morse la lingua: “N - no, puoi andare se vuoi… Beh, certo che vuoi, abbiamo finito quindi… Ehm… Prego…”
Lituania, Estonia e Lettonia, che da dentro avevano letto chiaramente il suo pensiero di tirarsi un pugno da solo sulla zucca, scossero il capo.
Malgrado l’incertezza però, era riuscito a far tornare Cina almeno un attimo sui suoi passi, e questi prese ad osservarlo in viso, dicendosi che magari doveva chiedersi il perché di quella strana espressione, e del nervosismo che sembrava celarsi dietro di essa.
“Ai - ya… Non ti ho salutato bene forse?” –tentò lui - “Che scortese scusa! Com’è che vi salutate voi in Russia?”
Ivan per un attimo fu tentato di dirgli dei tre baci sulle guance, ma ci ripensò.
“Beh, in effetti non è molto carino andarsene così all’improvviso, specie dopo che mi hai fatto passare una giornata così piacevole. Ti farò un regalo per ringraziarti!”
“Ma non è necessario!” –ribattè l’altro, non aspettandosi di vedersi offrire il pupazzetto di Shinatty - chan che portava legato dietro la schiena.
“Prendilo tu - aru!”
“M - ma e tu?”
“Io ne ho tanti a casa - aru! Tu invece non hai ancora una Shinatty - chan, vero?”
“Beh, no…”
“Allora ti regalo questa! Così quando la incroci in giro per casa ti ricordi del tuo amico Cina, ih ih!”
Russia osservò un po’ la gattina, e poi le strizzò con le dita le guance, provandone la morbidezza. Era pur sempre un regalo di Cina, il primo regalo fattogli da Cina, gli sottolineo una vocina nella testa.
Sorrise e carezzò quella capoccetta bianca: “Grazie allora! Sarà un piacere ricordarmi di te!”
Cina rise alla sua battuta, ancora una volta ignaro.
“Ciao Russia, stammi bene!”
“Ciao Cina… Stammi bene anche tu…”
Non entrò subito, aspettò che si allontanasse lui per primo, seguendolo con gli occhi. Cina si girò un attimo e vedendosi osservato salutò di nuovo; Russia allora, arrossendo per essere stato beccato, mosse la manina del pupazzo per salutarlo di nuovo, decidendosi a rientrare con un sospiro.
Appena entrato, poggiò Shinatty - chan su un mobiletto del corridoio.
“Eccolo!”
“Uh?”
I tre baltici sbucarono di corsa dal soggiorno e lo attorniarono come cagnolini che hanno annusato una stuzzicante polpetta nella tasca del padrone appena tornato: volevano a tutti i costi costringerlo a tirarla fuori!
“Dunque, è stata una piacevole passeggiata?” –chiese Lituania, facendo intuire dal tono che conosceva già la risposta.
“Cina sembrava davvero colpito!” –si congratulò Ravis il tremolante.
“Eh eh eh, molto bravo signor Russia!” –azzardò una pacchetta Estonia.
“Non è carino origliare!” –protestò lui entrando in soggiorno e sperando di lasciarseli dietro, ma quei tre avevano praticamente deciso di incollarglisi addosso.
“Diteci, vi piace molto?”
Russia incrociò le braccia pensando di mettere le cose in chiaro: “Ma guarda che mi tocca sentire! Vi ricordo che era un’uscita di lavoro voluta dai nostri superiori.”
Su suggerimento suo…
“E di cosa avete discusso?” –lo punzecchiò Lituania.
“… Top secret…” –guardò altrove Ivan.
Estonia si aggiustò gli occhiali: “Uscita di lavoro… Forse per Cina lo era, ma per lei era qualcosa in più, giusto?”
“Perché non gli chiede di uscire sul serio la prossima volta? Un appuntamento - appuntamento stavolta!” –suggerì Toris.
“Chiedergli di uscire? Appuntamento - appuntamento?! Ma siete fuori di testa?!”
“Perché no? È quello che si fa quando una persona ci piace!”
“S - se mi permette signor Russia…” –fece dal basso Lettonia - “Io sarei molto contento se lei e Cina vi metteste insieme! Così magari avrà meno tempo per spaventarci e tormentarci!”
Quello si che sarebbe stato molto positivo!
“Eh eh eh, dicono che stare con qualcuno renda più felici, più belli e più in salute!” –fece Estonia con aria da professore.
“Non ti avevo mai visto pensare a qualcun altro in questi termini, Russia! Sono davvero contento!” –seguì Lituania.
Sbuffando, gli scagliò contro un’occhiataccia che lo zittì momentaneamente. Allungò una mano, chiedendo indietro la chiave e con essa tirò fuori da un mobile bottiglia e bicchierino.
Lituania si mise sulla difensiva: “Non faccia così, siamo sinceri! Non la stiamo prendendo in giro.”
“Vero! Lei è la dimostrazione che l’amore arriva proprio per tutti!”
Ivan posò la bottiglia e si voltò: ne sparavano di così grosse che aveva perso persino la voglia di bere.
“Oh, basta adesso! State andando troppo oltre, tutti e tre!”
I baltici ricambiarono con delle facce da gatto: “Allora almeno ammette che le piace Cina?”
“… Sigh!”
“YEEE!” –saltellarono quelli, contenti di aver riportato almeno mezza vittoria.
Russia lasciò cascare le braccia: “Sentite voialtri, capisco che la cosa vi abbia sovraeccitato, ma non illudiamoci inutilmente. Mi piace, e allora? Tanto la cosa è senza futuro.”
“Lei è troppo pessimista…” –si rattristarono i tre.
“Invece ho ragione…” –a testa bassa, si affacciò alla stessa finestra da cui l’avevano spiato i baltici fino a poco prima - “Ci sarà un motivo se sembra così strano pensare a me con qualcuno, no? Io sono grosso e spaventoso, lui è piccolo e con quel faccino innocente… Lui è rispettato per la sua saggezza millenaria, la sua cucina, i suoi pupazzi, io sono temuto a vista e la mia aura è così malvagia che distrugge le sedie malvagie… Non starà mai con me.”
Lituania allora si fece avanti con più energia: “Ma se prima ha detto chiaro e tondo che è stato bene con te! Questo non dimostra che avete qualche speranza?”
“Si, è vero, sprizzate malvagità da ogni poro, ma questo non vuol dire che…”
“Lettonia, lasci parlare me per favore?” –domandarono lui e il suo gocciolone dietro la testa…
“Ecco…”
“Non ti abbattere, Russia! Se vuoi puoi essere un bel tipo gentile che può piacere a Cina! Non darti per vinto!”
Un bel pensiero spalancò gli occhi di Russia per un secondo, prima che si rioffuscassero.
“Credete sul serio che l’amore arriverà anche per me?”
Con un sorriso rassegnato, si girò alla finestra.
<i>Ogniqualvolta io
Guardo fuori di qui
Vedo nazioni passeggiar…</i>
Svezia e Finlandia erano lì fuori, sul marciapiedi chiazzato di neve, che portavano a spasso Hanatamago: Finlandia stava dicendo qualcosa, mentre Svezia restava apparentemente impassibile. Quando Finlandia gli si strinse al braccio però, anche lui dischiuse un piccolo sorriso, che suscitò la stessa reazione in Russia.
<i>Sembrano avvolte da un tepore
E il gelo non le può sfiorar...</i>
I baltici emisero un lungo sospiro all’unisono: Russia cantava insospettabilmente bene!
Ma il tono della canzone, così l’espressione di chi la cantava, divennero da lì in poi più aspri.
<i>Ma quel calore io so
Che mai lo sentirò…
Né proverò l’amore mai
In questa fredda terra mia
Il cuore mio dovrà gelar…</i>
Estonia si punzecchiò gli angoli degli occhi con un fazzolettino.
<i>Ma all’improvviso un angelo è venuto a me!
Mi ha dato un micio ed è fuggito via…</i>
Lettonia tornò di corsa dal corridoio, porgendogli il pupazzo di Shinatty - chan, guardando il quale, Russia proseguì il suo canto, che si levava ora più alto e sognante.
<i>E ora m’illudo che
Possa pensare a me
Sarò anche freddo e mostro io
Ma intorno a me sembra ci sia</i>
E chiuse degnamente con un lungo acuto, cristallino come la sua gioia.
<i>Un bel calor che non va viaaa!</i>
Naturalmente l’applauso fu scrosciante!
“Bravo! Bravo!” –fece Estonia sventolando il fazzolettino.
“Grazie, mille, ragazzi. Spero che sia tutto vero.”
“Lo speriamo anche noi.”
A quanto pareva Russia ce l’aveva sul serio un cuore, ed era bello vedere come quella fantastica emozione che è l’amore era in grado di avere presa proprio su tutti. Era riuscito persino a trasformare Ivan in un tenero e innamorato cantante; i tre speravano sul serio che il suo sogno potesse avverarsi, e magari renderlo una nazione migliore, più aperta, più dolce.
“Bene, e adesso…”
L’istante successivo, il suo volto era di nuovo sformato nel suo ombroso e sadico ghigno, e la malvagità aveva ripreso a sprizzare!
“TORNATE SUBITO A LAVORO, LAVATIVI! E NON PROVATE MAI PIÙ A FARMI DA CUPIDI! KOLKOLKOL!”
“EEEEEEEK! SU - SUBITO!”
Così in salone dei tre non restarono che le nuvolette di polvere smosse dalla loro precipitosa fuga!
“Eh eh eh!” –rise Russia.
Poi, come avesse pigiato un interruttore, interruppe la modalità malvagia. Non gli andava che altri ficcassero il naso nei suoi affari privati: era tanto timido e sensibile lui!
Però al contempo li ringraziava: se anche alla fine si sarebbe rivelata tutta un’illusione, almeno per il momento poteva godersi quel bel momento per fantasticare un po’.
Lasciò perdere il bicchiere di vodka rimasto mezzo pieno sul comodino e preferì sedersi sulla sua poltrona, con Shinatty - chan tra le sue braccia.
Restò lì a riposare un po’, carezzando quel pupazzo come avrebbe voluto fare con Cina.
Il riscaldamento era spento, ma la “coperta” che sentiva addosso era sufficiente.
Forse questo Russia - Quasimodo potrebbe essere un po’ esagerato, ma sicuramente i tre baltici erano tagliati per il ruolo di gargoyle! XD
Adoro quel film X3 È uno dei miei classici Disney preferiti!
Dai Russia, che forse ce la farai sul serio con Cina con una canzone bella come questa… e con la malvagità sotto chiave! XD
Chiudo con un bonus per voi lettori!
Ecco qui un video, da me realizzato e postato su you tube, basato sulla stessa idea di questa fanfiction (ho usato la versione in russo della canzone per far sembrare sia proprio Russia a cantarla, spero vi piaccia! ^__^)>>> <i><b>http: //www.youtube.com/watch?v=pUSMMe7ffJ4 </b></i>
Alla prossima (se volete fatemi sapere anche del video nei commenti ^__^)!