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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: L'ETA' DEL GHIACCIO
Genere: Sentimentale, Romantico, Erotico, Fantascienza
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: One Shot, Lemon
Autore: toba galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/08/2015 18:20:50

La solitudine di due ragazzi in un mondo cambiato in una versione più fredda e ostile.
 
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L'ETA' DEL GHIACCIO
- Capitolo 1° -


'Tutti i personaggi della storia sono maggiorenni, i fatti e i personaggi non sono esistiti o esistenti.'







Il vento soffiava forte e freddo sui prati innevati, portandosi dietro sbuffi di neve polverosa.
Eppure siamo ancora appena a metà ottobre, ma a quanto pare proprio come gli anni precedenti l'inverno arriva sempre più in anticipo e la stagione calda sta diventando sempre più corta con nevicate precoci e temperature fredde e umide decisamente sotto la media rispetto al normale periodo.
Ogni volta che la perturbazione è passata e le nevicate cessano, il cielo si fa terso e l'aria si fa pungente.
Tutto questo è cominciato quando l'attività solare è scesa a livelli che non si vedevano da 1300, per poi rimanere allora in quello stato per un periodo di almeno cinquecento anni.
In base a quanto sono convinti gli esperti era un fenomeno previsto nel prossimo futuro, ma nessuno, forse a causa dell'eccessivo ottimismo umano, se lo aspettava così in anticipo sui tempi.
A causa di questa debole attività solare le temperature in entrambi gli emisferi del pianeta si sono abbassate con pioggia sempre più frequente e un'aumento del mare ghiacciato che circonda sia l'Antartide sia quello presente nell'Artico che adesso in pieno inverno tra dicembre e gennaio arriva a circondare la Groenlandia e l'Islanda.
I ghiacciai dell'Antartide hanno una crescita tanto costante che altrettanto costanti sono i loro crolli mano a mano che i ghiacciai avanzano verso il mare collassando e trasformandosi in iceberg.
Sulle montagne più alte delle isole della Nuova Zelanda i ghiacciai hanno ricominciato ad avanzare e aumentare di volume alimentati dalle frequenti nevicate che hanno cominciato a succedersi ogni anno a causa dell'abbassamento della linea delle nevi.
Questo fenomeno è diventato globale e si sta verificando anche in Cile, Patagonia, Argentina, Ande, Stati Uniti, Alaska e in diverse altre parti del mondo.
Curiosamente però è avvenuto un fenomeno direttamente opposto a tutto ciò.
Le temperature in degli oceani in alcune aree sono diventate decisamente più calde che in passato, mentre nelle medie e alte latitudini sono diventate più fredde e coperte da spesse lastre di ghiaccio bianco fino alla fine dell'inverno del rispettivo emisfero.
La causa di questo riscaldamento è stata indirizzata ad un'aumento dei fenomeni vulcanici sottomarini lungo la fascia equatoriale, dove intense eruzioni sottomarine scaricano abbondanti quantità di basalto fuso lungo i fondali oceanici e specialmente lungo le dorsali, tale fenomeno genera un'intenso riscaldamento geotermico che risale fino alla superficie del mare aumentandone le temperature di pochi gradi, visto la ridotta dimensione dei fenomeni su scala oceanica, ma sufficienti per portare ad un'aumento dell'evaporazione marina.
Ecco da dove viene il vapore acqueo che alimenta con tanta frequenza questo aumento di piogge e inondazioni e specialmente lo spessore dei ghiacciai.
Ogni anno lungo la Catena Alpina si osservano sempre più di frequente avanzamenti dei flussi glaciali a valle tanto grandi da costringere interi paesini di montagna isolati a spopolarsi oppure abbattere interi ettari di bosco, schiacciando parte dei tronchi della pineta a terra sotto il peso del volume del ghiaccio.
Guardai fuori dalla finestra la remota faccia della luna piena apparire da dietro una densa coltre di nubi color carbone.
Era quasi mezzanotte e qualche fiocco di neve continuava a cadere qua e là sebbene la nevicata fosse ormai passata da qualche ora.
Sullo sfondo la catena della montagne imbiancate di un colore del metallo platino brillava sotto la fredda luce lunare.
Mi sedetti su una sedia davanti al fuoco accendendomi una sigaretta Winston Blue espirando il primo tiro.
Mentre sentivo il fumo entrare nei polmoni ripensai allo scorso anno quando a seguito della violenta eruzione di un vulcano islandese, chiamato Katla, una gigantesca nube di cenere era arrivata prima in Europa e poi in Russia condizionando il clima del continente per almeno sei mesi, tanto che durante l'inverno successivo la quantità di neve caduta in corrispondenza di temperature polari prossime ai -30 C° superava lo spessore di due metri e mezzo, per non parlare di altri danni minori quali danni alla vegetazione e morte del bestiame.
L'eruzione aveva allo stesso modo eruttato nel arco di diversi mesi una tale quantità di lava da asfaltare la superficie di Boston sotto uno strato spesso mezzo metro di roccia fumante.
Buttai lentamente fuori il fumo dal naso, sorridendo all'idea di aver dovuto aprirmi la strada con un badile su uno strato di due metri di neve in giardino per arrivare alla macchina e andare fino in città.
Inspirai l'ennesimo tiro di sigaretta gettando un paio di monconi di legna secca nel caminetto, dove si incendiarono come petrolio.
Fuori di casa soffiava un freddo vento invernale da nord, e le temperature toccavano i -15 C°, in altre parti dell'emisfero era anche peggio come per esempio -38 C° a New York e -60 C° in Siberia.
Non c'era niente da dire, il raffreddamento del pianeta progrediva ogni anno e di quelli che in passato sostenevano che per colpa nostra il pianeta si stava riscaldando non se ne era più sentito parlare da nessuna parte.
La maggior parte molto probabilmente erano stati licenziati o finiti sotto inchiesta per aver manipolato dati a scopo di maggiori finanziamenti governativi.
La Piccola Età del Ghiaccio era cominciata come era cominciata in passato dal 1300 al 1800 e sommandosi con i danni prodotti alla crisi economica il risultato era accantuato.
In Nord America era entrata in vigore in tutti gli stati la legge marziale sia per i furti di chi era troppo affamato sia per altri crimini minori e le esecuzioni erano già state venticinque da inizio anno.
C'era sufficiente tensione a livello mondiale tra le grandi superpotenze quali Stati Uniti, Russia, India, Brasile e Cina da incentivare notevolmente la possibilità di un prossimo conflitto nucleare.
Immaginatevi i problemi dalla società attuale dai raputs si rabbia tra i singoli individui, alla tossicodipendenza, alle aggressioni di vario tipo...quando la popolazione si vede sottratta l'elettricità che mantiene calde le case, oppure semplicemente comincia ad avvertire i crampi per la fame sempre più pressanti comincia a toccare livelli più prossimi a quelli animali che civili.
Suonarono alla porta.
Posai la sigaretta sul bortdo del portacenere e andai ad aprire.
Nel momento in cui aprii la porta di entrata una ventata di aria fredda fredda mi fece rabbrividire.
Siria era sulla soglia, con un piumino scuro, i lunghi capelli scuri mossi che le uscivano da sotto un beretto di lana bianca, e un paio di jeans blu scuro.
Era una bella ragazza alta circa un metro e sessantacinque, lunghi scuri capelli e un fisico esile da chi ha fatto corsi di danza.
-Ehi, ciao!! Entra.-
Era una ragazza simpatica senza eccessivi grilli per la testa, andammo a sederci sul divano in salotto, l'uno accanto all'altra a scaldarci discutendo degli ultimi avvenimenti di scarsa rilevanza ma pur sempre un argomento di discussione, era incredibile quanto la condizione umana potesse adattarsi in tempi relativamente brevi o situazioni di vita come quelle che stavano avvenendo fuori da queste mura.
Continuammo a discutere a lungo circa i negozi che epidemicamente stavano chiudendo in città a causa della pessima situazione dell'economia al fatto che i prezzi dell'abbigliamento invernale erano saliti alle stelle poi cadde un profondo silenzio tra noi due, persi nei nostri pensieri a guardare il fuoco che ardeva nel caminetto.
In un momento in cui Siria era assorta nei suoi pensieri lo sguardo basso fisso sulle fiamme, accostai il mio viso al suo cogliendola alla sprovvista, lei però non si scostò quando portai la mia bocca a contatto con la sua, schiudendola quel tanto che bastava a sfiorarle le labbra con la lingua.
Ella fece lo stesso, ci sfiorammo piano, poi lei schiuse ulteriormente le labbra portandole a contatto con la mia bocca socchiusa.
Ci sfiorammo piano poi sempre più intensamente, un sapore di acqua condiviso tra di noi.
Rimanemmo li sul divano per diversi istanti a baciarci, la mia mano sul suo fianco il suo braccio attorno al mio collo, illuminati solo dal fuoco.
Poi, all'improvviso come cominciato tutto finì quando lei si separo da me senza preavviso.
-Non possiamo- disse.
-In che senso?- chiesi perplesso.
-La mancanza di un lavoro e il periodo difficile che stiamo attraversando-spiegò lei-troppa tensione!-
La guardai riflettendo e comprendendo in parte il corso dei suoi pensieri.
-Non è più semplice affrontare certi problemi insieme piuttosto che tenersi tutto questo carico depressivo solo per se stessi?- chiesi -In fin dei conti cosa hai da perdere a condividere certi pensieri con qualcuno?-.
Lei rimase per qualche istante a riflettere, senza sapere cosa rispondere, lo sguardo basso di chi sta pensando costantemente.
-Non me lo sono mai concessa- ammise - ho sempre visto le questioni, o meglio affrontato le questioni solo da un punto di vista privato.-
-Comincia adesso, dalle cose più semplici- le sorrisi.
Ci fu qualche istante di silenzio in cui ci guardammo, lei dicianovenne io ventitreenne.
Nell'aria aleggiava un lieve odore di sigaretta appena spenta. Non ci facemmo caso. Almeno non io in particolare.
Fu il fatto che nessuno dei due sapeva più cosa dire, oppure qualcos'altro, illuminati dal bagliore rosso-arancio del fuoco accostammo il nostro viso l'uno all'altro, piegandolo di lato e infine la sua bocca sulla mia.
Bocca in bocca, portai la mia mano sul suo volto, scostandole una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio.
Assecondando i nostri stessi movimenti goffi, emettendo schiocchi umidi, ci baciammo a lungo.
Poi qualcosa ci spinse oltre, le mie mani sciolsero la cerniera della sua felpa per poi passare successivamente ai bottoni della sua camicia.
Lei fece lo stesso con me togliendomi sfilandomi il maglione che avevo addosso e poi la maglietta. (porto la maglietta sotto il maglione anche d'inverno)
Ci ritrovammo sdraiati sul divano in reggiseno e mutande intenti a baciarci, i corpi che letteralmente ribollivano di passione e calorie.
Lei sopra io sotto, allungai le braccia dietro la sua schiena sentendo la sua pelle liscia a contatto con la mia poi, una volta sganciato il gancetto del reggiseno mi persi tra i suoi pallidi seni marmorei tracciando una scia umida di baci e morsi fino ad arrivare ai capezzoli induriti.
Siria non fu da meno con il mio corpo, tanto che mi ritrovai segni di morsi all'altezza del collo e del petto.
Tutto questo continuò fino a quando rotolandoci sul divano, io sopra di lei, lei sotto di me, piegai il mio volto contro il suo, socchiudendo la mia bocca in aderenza con la sua, la mia mano dietro la sua testa le dita intrecciate tra i suoi capelli mossi.
Assecondando i suoi movimenti nella mia bocca inarcai il mio bacino contro il suo ed entrai in lei.
Le sue braccia e gambe mi si avvinghiarono attorno con un vigore inaspettato mentre le spinte di entrambi si facevano sempre più decise ed entrambi in un bagno di sudore ci guardavamo, i fiati che si univano in un respiro frenetico.
Uniti in un nudo sudato amplesso di carezze, spinte e gemiti io e Siria continuammo a spingere sempre più forte finchè qualcosa parve esplodere nei corpi uniti di entrambi.
La sua fronte sudata si appoggiò alla mia, respirando il suo fiato convulso sentii il suo corpo rilassarsi contro il mio e viceversa; le mie braccia la circondarono, unendosi dietro la sua schiena come le sue, quando rotolammo uniti sul fianco.
Rimanemmo stretti l'uno all'altra per il tempo in cui sentivo il mio membro pulsare dentro di lei, una sensazione di liquido, qualcosa che allaga, poi lentamente tutto finisce più rapido di come era cominciato.
Lei tuttavia vuole rimanere stretta a me, anche se non più forte come prima.
-Cosa c'è?- sussurrai.
-Tienimi stretta, ancora per un po. Ancora per un po.-
Non risposi ma la strinsi più forte.
Ci addormentammo l'uno stretto all'altra, completamente nudi, illuminati solamente dal bagliore ramato della montagna di brace rovente che si era formata nel caminetto.
Nel frattempo, fuori dalla finestra aveva ricominciato a nevicare, spessi fiocchi volavano verticali spinti dalle raffiche di vento gelido a tratti misto con sbuffi di neve polverosa.
Forse era il caso di prendere una coperta.



 
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