torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: SOLE DELLA VENDETTA
Genere: Sentimentale, Romantico, Fantascienza
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: One Shot
Autore: toba galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/02/2018 16:27:07

One-Shot post-apocalittico ambientata a Mosca dopo un black out causato da una stella che orbita attorno al Sole.
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   

- Capitolo 1° -

"Tutti i personaggi, fatti e luoghi sono inventati dall'autore".




Il lampadario rosso della mia camera oscillava per l'ennesima volta nell'arco di una settimana.
Un'oscillazione lieve, eppure la scossa di terremoto si era distintamente percepita nonostante si trattasse di una banalissima scossa di magnitudo 2.0.
Fino a pochi anni fa era pressochè impossibile sentire questo genere di terremoti nell'area di Mosca, anche trovandosi in periferia, ma con l'avvento del Sole Rosso la terra tremava, si riassestava, e tremava di nuovo per poi stabilizzarsi sotto l'effetto dei suoi effetti gravitazionali.
Spensi la sigaretta nel portacenere e uscii da casa mia.
Vivevo sulla sommità di una collina dove una strada asfaltata con una singola corsia portava dalla cima alla capitale della Federazione Russa connettendosi con l'intricato groviglio urbano che si diramava in tutte le direzioni del Paese, a seconda della meta.
Per essere il mese di febbraio si poteva decisamente dire che gli alberi erano già in fiore con notevole anticipo.
L'aria tiepida che soffiava con il tipico odore evidenziava la prematura venuta della primavera.
No, non è come pensate, nessun riscaldamento globale.
Il problema si chiamava Nemesis.
Scesi le scale della stradina dietro casa mia che si inoltrava nel bosco, perennemente coperto di fogliame secco, frutto di generazioni di foglie cadute.
Accetta a manico lungo e ciocchi di legna erano dove li avevo lasciati l'ultima volta in prossimità dell'albero caduto durante l'inverno...a causa di un fulmine.
Qualcuno con l'intinto del saputello potrebbe obiettare che si impiegherebbe meno con l'utilizzo di una motosega.
Ottima idea, quasi non ci avevo pensato, se non fosse che l'elettricità ormai è scomparsa da mesi, e con essa tutti gli strumenti che funzionano a corrente elettrica.
Prima nel corso degli anni ci furono solo dei black out localizzati causati da interferenze elettromagnetiche dovute alle tempeste solari, a mano a mano che il Sole Rosso si faceva sempre più visibile nel corso degli anni.
Poi quando quella piccola stella rossa visibile nel cielo stellato divenne visibile anche nel cielo celeste i fenomeni iniziarono a peggiorare fino al totale collasso della rete elettrica globale.
Prima in Giappone, poi in Europa e infine in Russia i black out divennero totali.
Frazionando metodicamente i rami dal tronco crepato a metà vidi in lontananza una figura che si avvicinava, era alta circa un metro e settanta come me quindi compresi subito di chi si trattava.
Nell'attesa ripresi a decimare quanto restava del tronco.
Ora il Sole era alto nel cielo, e all'orizzonte la piccola rossa Nemesis.
Un piccolo Sole Rosso che altri non è che una Nana Rossa collocata oltre Urano, sufficientemente luminosa da essere visibile anche in pieno giorno, nonostante le ridotte dimensioni di appena un quarto del nostro Sole, e la notevole distanza.
Un piccolo Sole freddo rispetto al nostro con un proprio sistema planetario di appena tre mondi e un esteso e denso disco, o anello, di polveri, gas freddi, rocce spaziali e detriti di vario tipo che si era trascinato dai freddi siderali dello spazio remoto, persino con...
-Hey Alex, noto che sei sempre indaffarato.-
-Ciao Khadija- la salutai -Bisogna pur sempre impegnare il tempo in qualche modo non trovi?-
-Certo, come farsi una passeggiata, ti va?-
-Perchè no, non capita spesso di vederti da queste parti.-
-Decisamente non esco molto visto quello che sta accedendo ultimamente in città-
-Come darti torto, finisco qui e ti raggiungo subito.-
Khadija abita in basso, in prossimità della collina in uno dei rari caseggiati che ci sono in zona
Ha qualche anno più di me, occhi castani, lunghi capelli crespi del medesimo colore degli occhi, piuttosto esile per avere diciotto anni e una carnagione leggermente abbronzata tipica del Kirghizistan.

Per dedurre cosa succede quando un black out diventa totale è sufficiente prendere un modesto binocolo e osservare in direzione di Mosca dove da diversi punti si osserva la risalita di densi pennacchi di fumo nero sprigionato da decine di incendi chiaramente dolosi, un sottoprodotto di quando la civiltà viene a mancare e, a partire dalle auto fino ad arrivare ai frigoriferi, al riscaldamento, all'acqua potabile e alle comuni lampadine per l'illuminazione, tutto finisce in malora portando al deperimento dei generi alimentari e a problemi legati al freddo in una discesa sempre più rapida del modo di vivere civile a cui eravamo abituati.
I supermercati vengono presi d'assalto dai razziatori e allo stesso modo problemi di bande e criminalità organizzata diventano sempre più frequenti, il tutto per sopravvivere oppure per sfamare le proprie famiglie.

Era da un po che non facevo quattro passi in compagnia di qualcuno, di conseguenza mentre facevamo il tragitto nel bosco fu Khadija a intrattenermi nella maggior parte della conversazione.
Quando i tablet, gli apparecchi della Apple, gli Smartphone e in primis i televisori vengono a mancare, in periferia di una città come Mosca, quindi più o meno in aperta campagna, l'intrattenimento letterario dura fino ad un certo punto di conseguenza viene istintivo cercare la compagnia di qualcuno con la quale scambiare nuove informazioni.
Senza qualcuno con cui comunicare ogni essere umano dopo un certo periodo di tempo inizia a impazzire, in quanto l'uomo in se non è in grado vivere in solitudine per un prolungato periodo di tempo.
Questo vale per tutti, me e Khadija compresi.
Io invece mi sono trasferito poco più di un'anno fa sulla casa in cima alla collina con lo scopo di avere meno grattacapi con il mondo civilizzato.
Sostanzialmente tendo a stare nel mio privato per conto mio, anche se come spiegato, fino ad un certo punto.
-Sono passati i ladri a casa tua?- chiesi a Khadija.
-No, finora mai, ma i miei hanno installato le sbarre alle finestre e sprangato le porte. Sono uscita oggi perchè non ne potevo più di rimanere chiusa in casa tutto il giorno- spiegò.
-Credo che dopo un po chiunque farebbe la medesima cosa.-
-Si, su questo non c'è dubbio.-
Parte della conversazione di concentrò su quello che faceva l'altro/a per affrontare i problemi attuali.

La lenta ma sempre costante apparizione di Nemesis ci aveva ormai abituato a convivere con una realtà che fino ad alcuni anni fa credevamo impossibile.
L'annuncio fu fatto inizialmente dalla NASA che un "massiccio oggetto sconosciuto" si stava avvicinando al bordo esterno del Sistema Solare.
Un'oggetto che finora era stato impossibile osservare anche all'infrarosso in quanto schermato e avvolto da una densa nube di polveri, detriti e gas freddi.
Poi ecco la sorpresa, scomparsa 3.600 anni fa dalla Storia, il Sole possedeva una sorta di stella binaria che in un'orbita molto allungata impiegava circa 4.000 anni a compiere un giro completo attorno al Sole.
Quando la fioca stella fu abbastanza vicina da essere scoperta e osservata, fu un momento di caos e anarchia, pari a far scoppiare una bomba in prossimità di un recinto di tori.
Panico e mancanza di controllo!
Fu necessario instaurare uno stato di polizia per riportare la situazione sociale sotto controllo.
Poco alla volta Nemesis divenne una realtà ormai condivisa da tutti.

Circondati dal bosco io e Khadija raggiungemmo quella che sembrava una vecchia scalinata, consumata dal tempo e che scendeva in una strada più stretta in basso lungo il pendio della collina.
Scendemmo uno dietro l'altra mentre in quel preciso istante una leggera vibrazione del suolo ci faceva capire che era avvenuta un'altra minore scossa di terremoto, identica a quella che avevo sentito poco prima.
-Finiranno mai questi terremoti!- si lamentò Khadija.
-Ormai ci ho fatto l'abitudine.- commentai.
-Tutti ci hanno fatto l'abitudine.-
-Quasi..-
-Non rompere.-
-Come vuoi, capo.-
Vidi un sorriso veloce apparire e scomparire sulle labbra di Khadija.
-Dove porta questa strada?-
-Sempre più in basso.- risposi.
-Tanto vale che ci fermiamo qui- disse Khadija -hai una sigaretta?-
-Si, guardacaso ne ho ancora due.-
-Dove te le sei procurate?-
-Omaggio del tabaccaio prima di andare in pensione per sempre.- sorrisi-Tu pensa, mi ha regalato ben 18 stecche di sigarette differenti.-
-Chissà perché trovo molto difficile crederti-
-Già, la vera fortuna è che la maggior parte di ciò che mangio e bevo non ho dovuto procurarmeli facendo saccheggio.
-E dove te la sei procurato?- chiese Khadija perplessa.
-Quando le interferenze alla rete elettrica hanno iniziato a peggiorare ho subito iniziato a temere il peggio, il che è effettivamente successo, quindi di riflesso ho ritenuto opportuno iniziare a fare riserve di bottiglie d'acqua, roba alimentare e...un po di birre.-
-Sei stato intelligente- commentò Khadija.
Ci sedemmo su uno scalino fumando.
-Voi invece come ve la cavate, ora che il collasso economico è avvenuto?- chiesi.
-Mio padre è ingegnere nucleare e in un modo simile al tuo ha fatto la stessa cosa, oltre ad aver preparato e acquistato già in passato una modesta riserva di armi.- spiegò - al momento i saccheggi e il caos sono più concentrati nelle aree urbane, ma è probabile che prossimamente orde di disperati e gang criminali inizieranno a spostarsi per razziare anche le zone di campagna.-
-Non lo metto in dubbio- dissi espirando una boccata di fumo.

Come a conferma un'altro breve tremito scosse il suolo.
Attraverso gli alberi del bosco era possibile osservare il sole attraverso le nuvole e da un altro lato la piccola stella rossa che chiamavano Nemesis che brillava distinta nel cielo azzurro.

Prima che arrivasse il totale black-out, su internet circolavano foto della piccola Nana Rossa ma anche di affascinanti quanto incredibili cambiamenti avvenuti sulla superficie di alcuni pianeti.
Per la prima volta nella storia, per esempio, la Grande Macchia Rossa di Giove, un colossale uragano che da secoli infuriava sulla superficie gassosa del pianeta, era scomparsa a causa di un riscaldamento interno del pianeta in quanto gli influssi gravitazionali di Nemesis attiravano il calore interno del pianeta verso l'esterno aumentando le temperature dell'atmosfera.
Sulla superficie di Europa invece, uno dei suoi satelliti sotto la cui superficie congelata esisteva un gigantesco oceano di acqua liquida esteso in tutto il satellite, si aprivano vaste fratture attraverso la quale l'acqua pressurizzata a centinaia di chilometri sotto il ghiaccio eruttava con violenza in superficie in giganteschi geyser congelando all'istante in nubi di polvere ghiacciata una volta a contatto con i freddi siderali dello spazio, ricadendo sulla superficie.
Fatto ancora più incredibile, per la prima volta era stato possibile rilevare l'esistenza di fumarole di origine vulcanica sulla superficie lunare in differenti aree del satellite, senza contare che sul lato nascosto della Luna, quello sempre in ombra, le immagini all'infrarosso avevano rilevato un'incandescenza durata poche ore causata dalla presenza di un flusso di lava che si era trascinato per pochi metri prima di solidificarsi, esposto ai -280 C° dello spazio esterno senza atmosfera.
Sulla Terra...bastava vedere la primavera a febbraio nell'area di Mosca.

Finii la sigaretta più o meno nello stesso tempo in cui Khadija finì la propria.
-Credo sia meglio tornare, è quasi il tramonto- disse Khadija alzandosi in piedi davanti alle scale.
Mi alzai in piedi anch'io distratto dal colore delle nuvole in avvicinamento, avevano lo stesso colore rosso del ferro fuso, quando venni colto alla sprovvista dal volto di Khadija che incombeva sul mio, la sua bocca premuta contro la mia un'istante prima di schiudere le sue spesse labbra, imitate di riflesso dalle mie, e infilare la bocca dischiusa nella mia.
Muovendo per un'istante la lingua contro la sua ero ancora sorpreso, mi aveva colto alla sprovvista.
Il mio sguardo incrociò il suo un'istante prima che separassi la mia bocca dalla sua allontanando i nostri volti.
Ci guardammo un'istante, quasi a valutare quanto era successo, poi piegando la testa di lato il mio volto incontrò nuovamente schiudendo le labbra.
Persi in quel bacio Khadija si portò una ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio.
Fu un momento che durò per istanti lunghissimi, o forse solo uno esteso dalla singolarità di una singola azione.
Quindi con le bocche pulsanti ci inginocchiammo sul fogliame secco del sottobosco fino a formare un'involucro sdraiato di giacche dove le mie intrecciate nelle sue incrociando le nostre dita, ridevamo rotolando un paio di volte fino a quando baciandoci respirano il nostro fiato sul volto e osando tra un tocco e l'altro non ci ritrovammo con i pantaloni abbassati.
Mi rimase impresso il suo fiato sul mio viso mentre mi muovevo attraverso di lei e per qualche bizzarra ragione, la forma delle sue labbra.

Il crepuscolo stava cedendo il posto a una catena di nuvole rosse degno del quadro dell'urlo di Edward Munch, come se fossero incandescenti come la brace.

Ancora con i pantaloni abbassati rimanemmo sdraiati l'uno accanto all'altra, mano nella mano, osservando il trascorrere sopra di noi di esse, in un cielo ormai senza sole, illuminato solo dalla luce rossa di Nemesis.
Dopo un lungo momento di silenzio, Khadija si voltò verso di me -Ora mi appartieni.-

 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: