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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: XXX RACCONTI A LUCI ROSE ANTOLOGIA 01
Genere: Sentimentale, Erotico
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: Lemon, Shounen Ai, Shoujo Ai, Yaoi
Autore: italian-dream galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 04/03/2022 14:00:01

antologia di racconti piccanti
 
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LA VILLA E LA DOMESTICA
- Capitolo 1° -


CAPITOLO 1 – LA VILLA E LA DOMESTICA


attenzione: i personaggi sono tutti maggiorenni e frutto della fantasia dell'autore. ogni riferimento è puramente casuale!!!

Era una giornata anonima, come tutte le altre. Una calda
giornata di primavera.
La villa fra le colline era come sempre. Si sentiva sempre il
brusio degli ospiti e della servitù.
Vi abitava Una ricca ereditiera, una Contessa. Aveva poco
più di quarant'anni, ma era comunque una bella donna. Era
sempre stata sola, non si era mai sposata. Si diceva che si
intratteneva con la servitù, ragazzi o ragazze non importava.
Nonostante i soldi non le mancassero, aveva messo in
affitto una metà della grande magione. Per lei quella villa
era esageratamente grande. Inoltre, lei aveva già delle case
che dava in affitto.
La servitù dormiva in un altro appartamento, attaccato a
quello della signora. Vi erano un maggiordomo, due cuochi
e alcune domestiche, fra cui ve ne era una in particolare.
Aveva all'incirca vent'anni. Era bionda con occhi azzurri. Era
da poco lì e stava imparando il mestiere. Era ben voluta da
tutti. Ascoltava e assorbiva come una spugna. Era la più
giovane del gruppo.
Era da un po’ che la ragazza si accorgeva di sguardi “strani”
da parte della contessa, ma non ci fece caso. Tuttavia, non
le dava fastidio e talvolta ricambiava.
Lei sapeva delle dicerie ma non le dava peso. Certo, era una
bella donna, un giro di giostra lo avrebbe fatto volentieri,
ma no. Non tanto perché non era sicura se anche l'ereditiera
fosse lesbica o no, ma perché era comunque la sua datrice
di lavoro. Cosa avrebbero pensato i suoi colleghi? Non
voleva passare da arrivista o peggio…
La ragazza aveva appena finito il turno. Aveva una divisa in
stile “cameriera d'altri tempi” che ricordava le lolite
giapponesi. Non le piaceva molto perché la gonna era un po’
troppo corta.
Stava per andare nelle sue stanze, quando la donna la
chiamò.
- Arianna, buongiorno… avrei bisogno di te. Lo so che hai
finito il turno, ma ti pagherò uno straordinario-
- Sì signora…- Arianna voleva riposarsi. Era stanca e un
po’ affamata, ma era in quella casa e doveva comunque
lavorare. Avrebbe mangiato dopo.
Arrivarono nelle stanze della signora. Se non fosse stato
per la TV ultima generazione e un tablet sul comodino,
sarebbe stata una stanza d'altri tempi. I mobili antichi di
legno tarsiato, un letto in ferro battuto, una libreria piena
di libri e una abat jour ricamata in pizzo.
La ragazza si dimenticò di portare con sé lo spolverino, ma
la donna gliene porse uno. Mentre la ragazza spolverava,
la donna chiuse la porta a chiave. Arianna se ne accorse.
Un brivido le percorse la schiena. Cosa voleva farle?
Cercava di nascondere la sua preoccupazione ma i suoi
occhi parlavano.
L'ereditiera la accarezzò dolcemente sulle guance.
Arianna tremava. Le dicerie erano vere? L'avrebbe
violentata?
- Sta tranquilla… non farò nulla che tu non voglia-
- M… ma perché – balbettò Arianna – la porta è chiusa a
chiave? –
- Come l'ho chiusa, posso riaprirla – i suoi occhi castani
sembravano dispiaciuti. L'ereditiera la guardò
aspettando una risposta. Arianna aveva capito tutto. Le
dicerie erano vere. Aveva due opzioni: scappare o
starci. Entrambe avevano delle conseguenze.
Nonostante tutto ciò fosse così sbagliato, quella
carezza la fece bagnare un po’. Non sapeva se ascoltare
la testa o i genitali.
- Se non accettassi, cosa succederebbe? –
- Niente… apro la porta e tutto finito-
- E se accettassi? –
- Niente comunque, tutto come prima… nessuno lo
saprà, almeno non da me –
Arianna voleva fidarsi. Quella voce calda e sensuale non
la fecero resistere. Aveva un debole per le persone più
grandi di lei. Non degli anziani, ma fino a vent'anni di
differenza andava più che bene.
- Signora… io… -
- Chiamami Rita… devo chiedertelo… sei vergine? –
- No…-
- Ok… meglio così… -
- Se lo fossi stata?-
- Sarei stata in forse, ma farei comunque stata lusingata
di essere la primaAll'ennesima carezza, Arianna si bagnò. Arrossì. Sì
sbottonò la camicia. Il reggiseno di pizzo rosa era in bella
mostra a coprire i suoi seni prosperosi. La donna afferrò
quei seni e giocò con un capezzolo, poi alzò il reggiseno e
succhiò avidamente l'altro.
Arianna non resistí. Gemette ma si contenne.
- Puoi urlare quanto vuoi, è insonorizzato qui – le disse.
Poi continuò. Le tolse camicia e reggiseno. Poi mentre
la lingua era sui seni, la mano andò sotto le mutandine.
Un brivido percorse la schiena della domestica che ebbe
un sussulto.
- Ma guarda, sei così sensibile…- ridacchiò beffarda
- R…rita… io non… mhph…-
La donna le stuzzicò il clitoride con le dita, dapprima con
lo slip poi si intrufolò
- Già bella fradicia, vedo…-
Arianna era lì appoggiata al muro. Rita la stuzzicava.
Adorava vederla fremere. La baciò con passione. Il bacio
era ricambiato.
La domestica si tolse la gonnella e gli slip rosa in pizzo
coordinato.
Rita si spogliò. Si tolse il suo tubino rosso e rimase in
intimo bianco. Si vedeva che i suoi abiti erano costosi.
Era così bella. Seni prosperosi e sodi. Pelle che lasciava
trasparire un po’ i (pochi) segni del tempo.
Ora Arianna doveva ricambiare. Tolse il reggiseno della
sua amante e giocò con i capezzoli. Uno lo stimolò con le
mani e l'altro con la lingua. Rita gemette, ma essendo un
po’ stronza di natura, doveva esserlo anche fra le coperte.
Nel lavoro era piuttosto esigente. Tutto doveva essere
perfetto anche se era comunque era piuttosto clemente,
soprattutto con i novizi. Per essere licenziato, dovevi farla
particolarmente grossa.
- Vedo che te la cavi per essere una che ha appena
smesso di poppare--
Arianna arrossì. La stava provocando.
- Come, Rita? –
- Arrabbiati mia cara… te lo leggo negli occhi che hai
voglia. Qui non devi essere formale… o non sei
abbastanza donna da soddisfarmi? –
In Arianna qualcosa si scatenò. Appoggiò l'amante al
muro, le divaricò le gambe e la masturbò con foga. Anche
Rita era già bagnata. Mosse le dita energicamente, prima
una poi due, poi si fermò per dare dei piccoli schiaffetti al
clitoride dell'amante, per poi ricominciare. Arianna
guardò Rita con uno sguardo quasi di sfida, misto ad
eccitamento sessuale.
- Sono ancora una bambina eh??? Eh??? –
- Mmm… mph, brava, così si fa’… mmm…oooh –
La domestica toccò il clitoride dell'amante. Lo massaggiò
con movimenti ritmici sempre più veloci fino a farla
venire.
La signora ansimava dal piacere. Ripresasi, prese a forza
l'amante e la scaraventò quasi sul letto. La mise a pecora.
- Ora la devi pagare…-
Rita schiaffeggiò il sedere di Arianna che godeva. Il
godimento aumentò quando si sentì masturbare. Dolore
e piacere di univano. Sentì l'amante giocare con i suoi
glutei e infilare un dito nel retro coscia. Arianna sentiva
un po’di fastidio, così l'amante prese del lubrificante e
bagnò il buco.
- Va meglio?-
- Sì…-
- Ti piace? –
- Sì, non lo avevo mai fatto prima…-
- E neanche questo?-
Rita le leccò il buchino.
Arianna godeva. Era eccitata… lingua e dita in un luogo
che aveva esplorato poche volte in quel modo.
Poi sentì una mano stimolarle il clitoride, poi
masturbazione vaginale alternati.
Sentiva tutte le sue zone erogene stimolate. Non capiva
più niente. Era assuefatta dal piacere.
La ragazza era ancora a pecora alla mercé dell'amante.
Vuoi il muco, vuoi il lubrificante, sentì che la sua amante
stava facendo entrare un intero pugno nella sua vagina.
Ebbe un sussulto.
- M… ma? – Arianna non poteva crederci. Erano cose che
aveva visto solo in quei film.
- Ti piace eh? Ti insegno io il sesso, bambinaLa ragazza gemeva. Confabulava parole fra i gemiti
“insegnami”… “sfondami” … “continua”.
Con la mano libera Rita le schiaffeggiò il sedere.
- Cosa dici? –
- Sfondami! – disse a voce alta
- Ok brava tesoro –
Dopo un po’ Rita fece stendere l'amante a pancia in su
con le gambe divaricate. Cominciò un lavoro di bocca.
L'ereditiera leccò il clitoride gonfio dell'amante, che sentì
le dita entrare in lei su e giù. Poi la donna prese ancora il
lubrificante e fece entrare di nuovo tutta la mano nelle
parti intime. La ragazza prese il polso e le diede il ritmo.
Dopo un po’ fu l'ereditiera ad accovacciarsi a pecora. La
ragazza lubrificò la sua amante e pian piano introdusse la
sua mano nei genitali dell'amante. Con la mano libera
stimolava il lato B. Rita godeva. Arianna si fermò, divaricò
le natiche ed usò la lingua e le dita. Poi spostò la lingua al
clitoride, gonfio di piacere.
Dopo un po’ le due si misero a sessantanove.
Arianna, che era più leggera era di sopra. Le due donne si
leccarono avidamente.
Ad un tratto le due si strusciarono i genitali assieme in
posizione di forbice.
Solo i loro orgasmi echeggiavano nella stanza.
Esauste si stesero nel letto. Lei aveva goduto così tanto,
ma aveva paura che non avrebbero più fatto sesso.
Arianna si strinse a Rita. Si mise a piangere.
- Che c’è? – chiese con tono amorevole
La baciò in bocca. Sentì il salato delle lacrime.
- Stai tranquilla… se vuoi domani ti aspetto qui-
- Non desteremo sospetti? –
- Tranquilla… caso strano ho lo scantinato da pulire…-
Le due si baciarono ancora. La loro “relazione” sarebbe
andata avanti senza intoppi. Un giorno forse si sarebbero
anche innamorate.
//Continua
 
Continua nel capitolo:


 
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