LA VILLA E LA DOMESTICA - Capitolo 1° -
CAPITOLO 1 – LA VILLA E LA DOMESTICA
attenzione: i personaggi sono tutti maggiorenni e frutto della fantasia dell'autore. ogni riferimento è puramente casuale!!!
Era una giornata anonima, come tutte le altre. Una calda giornata di primavera. La villa fra le colline era come sempre. Si sentiva sempre il brusio degli ospiti e della servitù. Vi abitava Una ricca ereditiera, una Contessa. Aveva poco più di quarant'anni, ma era comunque una bella donna. Era sempre stata sola, non si era mai sposata. Si diceva che si intratteneva con la servitù, ragazzi o ragazze non importava. Nonostante i soldi non le mancassero, aveva messo in affitto una metà della grande magione. Per lei quella villa era esageratamente grande. Inoltre, lei aveva già delle case che dava in affitto. La servitù dormiva in un altro appartamento, attaccato a quello della signora. Vi erano un maggiordomo, due cuochi e alcune domestiche, fra cui ve ne era una in particolare. Aveva all'incirca vent'anni. Era bionda con occhi azzurri. Era da poco lì e stava imparando il mestiere. Era ben voluta da tutti. Ascoltava e assorbiva come una spugna. Era la più giovane del gruppo. Era da un po’ che la ragazza si accorgeva di sguardi “strani” da parte della contessa, ma non ci fece caso. Tuttavia, non le dava fastidio e talvolta ricambiava. Lei sapeva delle dicerie ma non le dava peso. Certo, era una bella donna, un giro di giostra lo avrebbe fatto volentieri, ma no. Non tanto perché non era sicura se anche l'ereditiera fosse lesbica o no, ma perché era comunque la sua datrice di lavoro. Cosa avrebbero pensato i suoi colleghi? Non voleva passare da arrivista o peggio… La ragazza aveva appena finito il turno. Aveva una divisa in stile “cameriera d'altri tempi” che ricordava le lolite giapponesi. Non le piaceva molto perché la gonna era un po’ troppo corta. Stava per andare nelle sue stanze, quando la donna la chiamò. - Arianna, buongiorno… avrei bisogno di te. Lo so che hai finito il turno, ma ti pagherò uno straordinario- - Sì signora…- Arianna voleva riposarsi. Era stanca e un po’ affamata, ma era in quella casa e doveva comunque lavorare. Avrebbe mangiato dopo. Arrivarono nelle stanze della signora. Se non fosse stato per la TV ultima generazione e un tablet sul comodino, sarebbe stata una stanza d'altri tempi. I mobili antichi di legno tarsiato, un letto in ferro battuto, una libreria piena di libri e una abat jour ricamata in pizzo. La ragazza si dimenticò di portare con sé lo spolverino, ma la donna gliene porse uno. Mentre la ragazza spolverava, la donna chiuse la porta a chiave. Arianna se ne accorse. Un brivido le percorse la schiena. Cosa voleva farle? Cercava di nascondere la sua preoccupazione ma i suoi occhi parlavano. L'ereditiera la accarezzò dolcemente sulle guance. Arianna tremava. Le dicerie erano vere? L'avrebbe violentata? - Sta tranquilla… non farò nulla che tu non voglia- - M… ma perché – balbettò Arianna – la porta è chiusa a chiave? – - Come l'ho chiusa, posso riaprirla – i suoi occhi castani sembravano dispiaciuti. L'ereditiera la guardò aspettando una risposta. Arianna aveva capito tutto. Le dicerie erano vere. Aveva due opzioni: scappare o starci. Entrambe avevano delle conseguenze. Nonostante tutto ciò fosse così sbagliato, quella carezza la fece bagnare un po’. Non sapeva se ascoltare la testa o i genitali. - Se non accettassi, cosa succederebbe? – - Niente… apro la porta e tutto finito- - E se accettassi? – - Niente comunque, tutto come prima… nessuno lo saprà, almeno non da me – Arianna voleva fidarsi. Quella voce calda e sensuale non la fecero resistere. Aveva un debole per le persone più grandi di lei. Non degli anziani, ma fino a vent'anni di differenza andava più che bene. - Signora… io… - - Chiamami Rita… devo chiedertelo… sei vergine? – - No…- - Ok… meglio così… - - Se lo fossi stata?- - Sarei stata in forse, ma farei comunque stata lusingata di essere la primaAll'ennesima carezza, Arianna si bagnò. Arrossì. Sì sbottonò la camicia. Il reggiseno di pizzo rosa era in bella mostra a coprire i suoi seni prosperosi. La donna afferrò quei seni e giocò con un capezzolo, poi alzò il reggiseno e succhiò avidamente l'altro. Arianna non resistí. Gemette ma si contenne. - Puoi urlare quanto vuoi, è insonorizzato qui – le disse. Poi continuò. Le tolse camicia e reggiseno. Poi mentre la lingua era sui seni, la mano andò sotto le mutandine. Un brivido percorse la schiena della domestica che ebbe un sussulto. - Ma guarda, sei così sensibile…- ridacchiò beffarda - R…rita… io non… mhph…- La donna le stuzzicò il clitoride con le dita, dapprima con lo slip poi si intrufolò - Già bella fradicia, vedo…- Arianna era lì appoggiata al muro. Rita la stuzzicava. Adorava vederla fremere. La baciò con passione. Il bacio era ricambiato. La domestica si tolse la gonnella e gli slip rosa in pizzo coordinato. Rita si spogliò. Si tolse il suo tubino rosso e rimase in intimo bianco. Si vedeva che i suoi abiti erano costosi. Era così bella. Seni prosperosi e sodi. Pelle che lasciava trasparire un po’ i (pochi) segni del tempo. Ora Arianna doveva ricambiare. Tolse il reggiseno della sua amante e giocò con i capezzoli. Uno lo stimolò con le mani e l'altro con la lingua. Rita gemette, ma essendo un po’ stronza di natura, doveva esserlo anche fra le coperte. Nel lavoro era piuttosto esigente. Tutto doveva essere perfetto anche se era comunque era piuttosto clemente, soprattutto con i novizi. Per essere licenziato, dovevi farla particolarmente grossa. - Vedo che te la cavi per essere una che ha appena smesso di poppare-- Arianna arrossì. La stava provocando. - Come, Rita? – - Arrabbiati mia cara… te lo leggo negli occhi che hai voglia. Qui non devi essere formale… o non sei abbastanza donna da soddisfarmi? – In Arianna qualcosa si scatenò. Appoggiò l'amante al muro, le divaricò le gambe e la masturbò con foga. Anche Rita era già bagnata. Mosse le dita energicamente, prima una poi due, poi si fermò per dare dei piccoli schiaffetti al clitoride dell'amante, per poi ricominciare. Arianna guardò Rita con uno sguardo quasi di sfida, misto ad eccitamento sessuale. - Sono ancora una bambina eh??? Eh??? – - Mmm… mph, brava, così si fa’… mmm…oooh – La domestica toccò il clitoride dell'amante. Lo massaggiò con movimenti ritmici sempre più veloci fino a farla venire. La signora ansimava dal piacere. Ripresasi, prese a forza l'amante e la scaraventò quasi sul letto. La mise a pecora. - Ora la devi pagare…- Rita schiaffeggiò il sedere di Arianna che godeva. Il godimento aumentò quando si sentì masturbare. Dolore e piacere di univano. Sentì l'amante giocare con i suoi glutei e infilare un dito nel retro coscia. Arianna sentiva un po’di fastidio, così l'amante prese del lubrificante e bagnò il buco. - Va meglio?- - Sì…- - Ti piace? – - Sì, non lo avevo mai fatto prima…- - E neanche questo?- Rita le leccò il buchino. Arianna godeva. Era eccitata… lingua e dita in un luogo che aveva esplorato poche volte in quel modo. Poi sentì una mano stimolarle il clitoride, poi masturbazione vaginale alternati. Sentiva tutte le sue zone erogene stimolate. Non capiva più niente. Era assuefatta dal piacere. La ragazza era ancora a pecora alla mercé dell'amante. Vuoi il muco, vuoi il lubrificante, sentì che la sua amante stava facendo entrare un intero pugno nella sua vagina. Ebbe un sussulto. - M… ma? – Arianna non poteva crederci. Erano cose che aveva visto solo in quei film. - Ti piace eh? Ti insegno io il sesso, bambinaLa ragazza gemeva. Confabulava parole fra i gemiti “insegnami”… “sfondami” … “continua”. Con la mano libera Rita le schiaffeggiò il sedere. - Cosa dici? – - Sfondami! – disse a voce alta - Ok brava tesoro – Dopo un po’ Rita fece stendere l'amante a pancia in su con le gambe divaricate. Cominciò un lavoro di bocca. L'ereditiera leccò il clitoride gonfio dell'amante, che sentì le dita entrare in lei su e giù. Poi la donna prese ancora il lubrificante e fece entrare di nuovo tutta la mano nelle parti intime. La ragazza prese il polso e le diede il ritmo. Dopo un po’ fu l'ereditiera ad accovacciarsi a pecora. La ragazza lubrificò la sua amante e pian piano introdusse la sua mano nei genitali dell'amante. Con la mano libera stimolava il lato B. Rita godeva. Arianna si fermò, divaricò le natiche ed usò la lingua e le dita. Poi spostò la lingua al clitoride, gonfio di piacere. Dopo un po’ le due si misero a sessantanove. Arianna, che era più leggera era di sopra. Le due donne si leccarono avidamente. Ad un tratto le due si strusciarono i genitali assieme in posizione di forbice. Solo i loro orgasmi echeggiavano nella stanza. Esauste si stesero nel letto. Lei aveva goduto così tanto, ma aveva paura che non avrebbero più fatto sesso. Arianna si strinse a Rita. Si mise a piangere. - Che c’è? – chiese con tono amorevole La baciò in bocca. Sentì il salato delle lacrime. - Stai tranquilla… se vuoi domani ti aspetto qui- - Non desteremo sospetti? – - Tranquilla… caso strano ho lo scantinato da pulire…- Le due si baciarono ancora. La loro “relazione” sarebbe andata avanti senza intoppi. Un giorno forse si sarebbero anche innamorate. //Continua
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