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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: JOSHUA
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: malk galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 07/02/2004 15:02:42

joshua e gli dei dell` olimpo. il presente il passato il futuro.
 
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- Capitolo 1° -

JoSHUA

J. non sa dare una spiegazione di ciò che vuol dire esattamente vivere, l’unica cosa che riesce a percepire con esattezza, è che sostanzialmente la vita è come un labirinto estremamente complicato da percorrere, in cui ogni essere vaga instancabilmente alla ricerca della via che conduce alla verità. E’ ancora troppo giovane per avventurarsi solitario nelle infinite e tortuose vie del labirinto, ma il frastuono delle incessanti battaglie dei valorosi guerrieri dell’antichità e l’assordante rumore delle esplosioni d’intere città rase al suolo dai conflitti atomici, rendono l’ignoto sempre più inquietante. In ogni caso J. è valoroso, un tenace combattente confinato dal fato e dagli Dei, negli occhi dei bimbi innocenti che per la prima volta varcano la porta del labirinto. J. ancora in fasce dopo la visione che tutti i bimbi hanno del labirinto al momento della nascita, a differenza dell’intera umanità, resta legato a quella mistica esperienza. Vede al di là d’ogni essere vivente, ha negli occhi la luce di chi comprende alla perfezione il tragitto del labirinto, non è un dio né un umano, ed è costretto dalla visione a vivere in essa consapevole della realtà terrestre ma ignaro del cammino che ad essa conduce. Non ha amici ma sa cos’è l’amicizia, comprende l’essenza dell’amore ma non ha una compagna, sa cos’è la giustizia ma non ne vede alcuna. Crede nell’umanità, i fanciulli che vede nascere sono la sua unica speranza. Negli anni in cui cresce, J. assapora sempre più la possibilità di poter trovare un tramite tra il mondo sconosciuto del labirinto che lo imprigiona e quello degli umani. Decide così di voler percorrere il labirinto, là dove non gli era stato possibile quando era ancora un fanciullo. Si ritrova così innanzi alle mille vie della Dea “Incertezza”, la quale sospettosa della sua visita lo avvolge in un interminabile senso di timore. J che non aveva mai provato uno sconcerto simile, credette che non gli sarebbe stato possibile varcare la soglia entro la quale era stato confinato. Così provò a rivolgersi alla divinità che domina le vie dell’incertezza e con voce rispettosa disse: “Oh dea della vita tu che mi volesti lontano dalle illusioni che le tue mille vie comportano, perché mi dai la capacità di scrutare la dove nessun altro può, ma m’impedisci il contatto con l’umanità?”. La Dea senza alcun’esitazione e non curante dell’interesse di J. per gli esseri umani, gli rispose: “Tu J. sei lo sguardo degli Dei, colui il quale permette alle divinità di vedere oltre ogni possibile confine e tale dovrai restare. Non illuderti, non potrai in nessun modo deviare il corso del destino di un essere umano che oltrepassa le porte dell’incertezza di cui io sono padrona. Ora allontanati da questo luogo e ritorna la dove i tuoi occhi possano vedere le svariate meraviglie del mondo o le catastrofi che avverranno, la gioia della vita e il dolore della malattia, l’amore e l’odio, il passato, il presente ed il futuro. Vai ora e non opporti al mio volere, ti resta poco tempo per tornare indietro, affrettati o sarai ingrato agli Dei per il resto della tua vita.”. J. decide di tornare e appena giunto nella terra dell’ignoto, ricomincia ad osservare con attenzione la confusione della vita fluire tra le vie incerte dell’esistenza. Il coraggio e la forza d’animo di J. erano stati messi duramente alla prova. Pensava e ripensava alle parole della Dea e alla sensazione di forte sgomento che aveva provato in quei luoghi lontani. Perché si chiedeva J. lì dove era confinato non aveva provato mai una così forte paura? Perché il suo coraggio era venuto meno in quelle circostanze? J. aguzza l’ingegno e oltre ad osservare il mondo per volere degli Dei, continua la ricerca a tali risposte. Il tempo scorre via e J. cresce, comprende la propria identità: il suo coraggio e la sua forza sono tali solo lì dove vuole la Dea che governa le terre dell’incertezza. Osserva ciò che accade nel labirinto con occhi divini, ma percepisce ciò che accade al cuore e alla sua mente come un essere umano, il potere divino appartiene alla sua vista, l’amore per la vita al suo cuore. La sua mente, pervasa da pensieri d’immortalità, non è malata né d’egocentrismo né di dominio. J. è animato da una forte attrazione per gli esseri umani, creature terrene costrette a percorrere le vie della vita senza alcuna certezza. Crede fermamente nella forza dell’amore e nel valore che essa comporta, pensa spesso alla crudeltà che osserva nel labirinto della vita, ma in ogni fanciullo che gli si prostra dinanzi all’atto della nascita, non ne vede alcuna. Matura in lui la convinzione del destino terrestre: senza un suo intervento il Male assumerà potere e s’insinuerà nelle menti degli esseri umani rendendoli suoi schiavi. Finalmente J. è vicino alla verità comprende il suo scopo: i puri sentimenti, il suo amore nascosto, serviranno alla terra per liberarla, dalla follia, dall’anarchia, dal caos. Invaso dal pensiero del pericolo e dalla gravità di ciò che accadrà senza il suo intervento, J. decide di riprendere il cammino e di oltrepassare le porte che delimitano il confine con il mondo degli umani e non curante delle raccomandazioni della Dea, si getta a capofitto nei meandri di quei luoghi a lui negati e sconosciuti. E’ così che attraversando il confine che divide il suo mondo da quello reale, i suoi occhi perdono immediatamente il loro potere divino e la capacità di distinguere forme e colori. Divenuto cieco J. non riesce ad osservare il mondo degli esseri umani e a comprendere velocemente il modo per aiutarli. Le infinite vie del labirinto si prostrano davanti a lui più oscure che mai, il cammino si fa pericoloso ma il cuore e la mente del povero J. ascoltano l’istinto, capacità che gli Dei non gli avevano sottratto. Mise da parte l’angoscia e la vendetta per l’ingiusta cecità causatagli dal suo comportamento, lottando contro l’odio e perfezionando l’uso dell’udito e dell’intuito. La luce dei suoi occhi era ormai sopita, ma la forza della sua mente e dei suoi ricordi erano infiniti, non poteva più osservare il futuro del mondo, ma si sentiva capace di poterlo modificare riuscendo ad evitare ed a sconfiggere i mali celati nella pazzia e nell’indifferenza. J. riacquista fiducia in se stesso e nelle sue capacità più nascoste, riprende forza fisica e mentale. L’amore irrinunciabile per gli umani, dopo lungo tempo e mille difficoltà, comincia a dare nuova luce agli occhi di J. che in breve tornarono più grandi e splendenti di quando era rinchiuso nel labirinto. Il potere del suo sguardo divenne d’immensa grandezza, nessun Dio dell’Olimpo avrebbe mai immaginato che J. potesse un giorno osservare con gli occhi di ZEUS. Il re dei cieli sorpreso, sbalordito dalla grande e instancabile forza di volontà del giovane J. dal suo spirito di reazione all’odio e dal sincero amore di quest’ultimo per gli umani, scoprì il figlio che non aveva mai avuto: forte, deciso e fiero. J. Era pronto a scrutare nuovamente con occhi divini l’incertezza della natura del mondo. ZEUS continuò a manifestarsi sotto le più incredibili forme, la sua presenza era divenuta costante e di grande aiuto. JOSHUA oramai è un Dio, vive tra gli umani aiutandoli a combattere le ingiustizie della vita. Finalmente J. aveva trovato il tramite insospettabile tra la vita divina e quella terrena che tanto aveva desiderato: “Suo padre”.

 
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