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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: CRAWLING IN THE DARK
Genere: Sentimentale
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: Yaoi
Autore: darkrumiko galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/05/2005 14:51:31 (ultimo inserimento: 25/09/07)

yaoi! takaxkei+ maxxrei! non m`arrenderò!! ah...v`avverto...è mlto -improbabile- eheheh...
 
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ALWAYS BLADEBREAKERS
- Capitolo 1° -

Salve raga!! Finalmente ho trovato il coraggio di mandare una mia fanfiction in rete…ne ho scritte a migliaia, ma alla fine ho deciso x qsta…è una TakaxKei (la mia coppia preferita in assoluto! *^^*). Ci sono obviously anche Max e Rei l’altra coppia che mi piace dopo quella di Taka e Kei ^^’.
Il titolo l’ ho preso da una canzone degli Hoobastank (“crawling in the dark” appunto) che adoro! ^^ Penso che il testo di qsta canzone si addica ai sentimenti che Takao prova in qsta fic nei confronti di Kei e non…amore…confusione…senso di solitudine…infatti penso proprio che prima o poi giungerà anke un cap -song fic-..so che nn riuscirò a trattenermi!! Beh…ora è meglio che vi lasci alla mia story!! See you soon!!

Autrice: Shimizu
Serie: Beyblade G revolution
Titolo: Crawling in the dark
Parte: 1/??
Protagonisti: TakaXKei + MaxXRei
Disclaimer: i personaggi non sono di mia produzione ma di Takao Aoki!! (mitico! ^^) non guadagnerò niente se non il divertimento di usare Takao e Kei a mio piacimento!! ^//^

Capitolo primo: «Always Bladebreakers»
27-04-05

---Forse non ci crederai ma questa è la prima lettera che abbia mai scritto in assoluto.
Scrivere nero su bianco un mare di parole apparentemente prive di senso mi è sempre apparso inutile,
solo un spreco di carta ed inchiostro. Aggettivi, nomi, verbi e avverbi…a cosa possono servire se si può usare un mezzo molto più veloce come il dialogo?
Io preferisco di gran lunga una conversazione faccia a faccia dove posso vedere e quasi sempre capire il perché della reazione del mio interlocutore. Dico quasi sempre perché con te non ci riesco mai. Mi è impossibile capirti, anche perché tu non vuoi essere capito. Non ti fidi di me e se fosse possibile non mi rivolgeresti nemmeno più la parola. Ma allora… a cos’è servito tutto il tempo che abbiamo passato insieme seppur solamente come compagni di squadra? Più volte ho cercato una risposta a questa domanda ma mai l’ ho trovata…
Conseguenza di ciò è il mio reagire, sebbene è sempre più difficile.
Come faccio ad esserti amico se ti rifugi continuamente dietro alla tua maschera d’acciaio e rifiuti l’aiuto di chi ti sta accanto ed è tuo amico?
Continuo a subire a causa tua, a causa degli altri che non capiscono il mio stato d’animo, facendo finta di non capire, facendo finta di essere uno sciocco, arrivando addirittura a farmi prendere in giro da Max, da Rei, da Hilary, dal prof. e forse anche da te.
Devo dire che sono diventato molto bravo a recitare la parte del finto ingenuo…ma arrivati a questo punto, posso anche toglierla quella maschera…
Ora più che mai vorrei parlarti ed aiutarti a fidarti nuovamente delle persone, a fidarti di me, ma non mi è permesso farlo perché tu, ora, mi hai lasciato solo. Perciò la maschera del cretino che avevo costruito non con poca fatica, ora non mi serve più. Proprio così, la mia è solamente una maschera forse non così diversa dalla tua…
Kei, tu non sembri capire che per me tutto ciò è una tortura… oltre la consapevolezza di non avere la tua fiducia ora il non vederti, il non sentire la tua voce, il non sfiorarti…mi sta facendo impazzire. Pensare che sono passati due mesi…
«solo due mesi» mi corregge il prof.
«Non ti sono sembrati eterni?» domando curioso di sapere se sono l’unico che prova questo senso di oppressione, spossatezza. Solitudine…
«A me sono parsi velocissimi!» risponde guardandomi sorpreso.
«si…forse hai ragione…» dico terminando il discorso.
E’ tutto così assurdo, non ti pare? Io, che ti scrivo una lettera, che forse non ti spedirò mai…
Ma dopotutto… questo è il mio vero io…sono ancora solamente un bambino che non vuole perdere per la seconda volta nella sua vita la persona più importante per lui.
Il mio punto di riferimento…
Non ti eri accorto di essere diventato questo per me?
Allora apri gli occhi Kei, perché tu per me sei proprio questo …sei e resterai sempre un mio compagno, un mio amico…colui a cui ho donato il mio cuore non appena ti ho visto quella volta, sul ponte…con le luci colorate del tramonto alle spalle…con quegli occhi di un magnifico color viola che, ogni volta, sembrano in grado di sondare la mia anima…di leggere fra le righe del mio cuore.
Lo ripeto. E’ tutto così assurdo… sò per certo che io, per te, non sono altro che “il campione mondiale di beyblade” , sono un ostacolo da superare per raggiungere i tuoi obbiettivi, un muro da abbattere…
Pft…mi sento così stupido… se non fossi il campione mondiale tu mi considereresti meno di un sassolino e forse anche meno interessante di una foglia morta… ma nonostante questo spesso mi ritrovo a piangere di notte per te per poi cadere, poco dopo, in un sonno leggero dove t’incontro nei miei sogni…dai quali mai vorrei far ritorno alla realtà…
Purtroppo sono solamente sogni irrealizzabili. Non sono più un sognatore.
Lo ammetto, lo sono stato. Ma ho imparato da tempo che credere nei sogni rischia di ferire solo l’animo delle persone ed il mio ormai si trova nell’orlo di un precipizio. Ma questo sogno ricorrente è così reale che fatico a credere che sia solamente frutto della mia immaginazione.
Tutto attorno a me è bianco. Una brillante e luminosa distesa bianca s’allunga in tutte le direzioni.
Spesso mi giro guardandomi attorno, sorridendo meravigliato alla bellezza di quel posto.
Inspiro lentamente l’aria fresca del luogo. E’ tutto così…perfetto…
Poi chiudo i miei occhi quando, all’improvviso, provo quella strana sensazione di essere osservato da qualcuno. Mi volto e…ci sei tu…gli stessi vestiti, gli stessi occhi, gli stessi capelli… I segni blu invece se ne sono andati ma il tuo viso…le tue braccia…il tuo petto… lacrime di felicità scendono copiose dai miei occhi mentre ti corro incontro. Tu mi raggiungi a metà strada mentre le mie mani frenetiche iniziano a toccarti dappertutto, come per avere la conferma della tua presenza… in quel momento le tue labbra s’incurvano sfoggiando il tuo splendido sorriso che rivolgi solo ed esclusivamente a me…
Bellissimi petali di ciliegio cadono gentilmente tutt’attorno a noi.
«Kei…» riesco finalmente a dire, allacciando il mio sguardo a quello tuo ora pieno di vita.
«Takao…» sussurri mentre asciughi le lacrime dai miei occhi…
Come sempre, all’udire la tua voce, mi sveglio di soprassalto scoprendo di essere madido di sudore mentre il mio cuore ha raggiunto i mille battiti al secondo. Respiro a fatica, come dopo aver vinto una faticosa battaglia con i nostri bey.
Non è una novità per me…ormai ci ho fatto l’abitudine.
Anche quando facevi ancora parte della squadra provavo queste sensazioni…battito accelerato, respiro affannoso…e non capivo il perché.
Bisogna essere proprio scemi, lo so…ma come biasimarmi? Dopotutto il mio nome è Takao Kinomiya, non Rei Kon oppure Max Mizuhara
Io sono Takao Kinomiya e sono il campione mondiale di beyblade che anche quest’anno lotterà per tenere ben saldo l’onore dei bladebreakers che, ormai, si sono sciolti. Rimaniamo solamente io ed il prof; infatti anche Rei e Max hanno raggiunto il loro paese natale per unirsi con le loro rispettive squadre, i White Tigers e gli All stars.
Ma la nostra squadra continuerà a vivere, come la nostra amicizia. M’impegnerò a portare avanti il bellissimo ricordo della squadra dei bladebreakers anche se non sarà più lo stesso senza Rei, senza Max, senza…te…
Quindi ora è arrivato il momento di far vedere a tutto il mondo di che stoffa è fatto il grande campione mondiale. E’ arrivato il mio momento. Tutti sapranno che la squadra dei bladebreakers non si è sciolta perché lei esisterà finché io sarò in vita. Lei continuerà a vivere nei nostri cuori, tu non puoi negarlo.
Fra poco darò l’annuncio ai giornalisti assieme al prof., Hilary, Daichi ed il mio fratellone Hitoshi.
Dopotutto non sono da solo. Loro m’accompagneranno lungo il mio lungo tragitto che, scommetto, sarà pieno zeppo d’inconvenienti ed ostacoli.
Ma non m’arrendo.
Kei, ci rivedremo presto…lo sò…
Tuo, Takao.---

Fu così che il blader giapponese concluse la sua lettera riponendola, subito dopo, all’interno del cassetto accanto a tutte quelle foto che lo ritraevano assieme ai suoi vecchi compagni di squadra, col pensiero che, un giorno, forse, gliel’avrebbe consegnata di persona.
Si alzò velocemente dalla comoda sedia in cui si era seduto una mezz’ora prima e si diresse verso il soggiorno dove Hitoshi lo attendeva impaziente assieme ad Hilary e al prof.
Nessuna traccia di quel guastafeste di Daichi. Chissà dove si era cacciato!
«Finalmente!» esclamò il prof. «ce ne hai messo di tempo a prepararti!!»
«scusatemi ragazzi, è che sono un po’ agitato» disse guardandosi attorno nervosamente «dov’è Daichi?».
«Ci sta aspettando alla sede. Siamo in ritardo. Muoviamoci» gli rispose Hitoshi, fratello di Takao e nuovo allenatore della novella squadra dei bladebreakers.
In effetti mancavano solamente cinque minuti all’inizio della conferenza stampa mentre, mediamente, a passo abbastanza rapido, impiegavano dieci minuti come minimo per raggiungere la BBA.
Senza attendere oltre i quattro iniziarono a correre sebbene Takao avesse esitato per un momento; ma subito si riprese avviandosi assieme agli altri verso la loro meta. La BBA. Luogo in cui, in quel preciso istante, dozzine e dozzine di giornalisti attendevano scalpitanti l’intervista che Takao e la sua squadra avrebbe rilasciato di li a poco.
Il blader più famoso del mondo, però, non era agitato.
Aveva la testa altrove…la sua mente ed il suo cuore se li era portati via Kei ed ora non gl’importava più di tanto quella conferenza. Aveva solamente una cosa da dire…l’unica cosa che gli aveva obbligato a partecipare a quella riunione fra giornalisti…e poi…

Fu proprio Takao a spalancare le porte della sede, facendosi strada fra i giornalisti ammucchiati nell’atrio del primo piano che ne approfittarono a scattare alcune foto al gruppo.
Ma tutti erano irrimediabilmente attratti dall’espressione del suo viso.
Mai nessuno l’aveva visto così tremendamente serio.
Takao non sorrideva più, non correva più a destra e a sinistra chiedendo se, per caso, qualcuno volesse il suo autografo e non si lamentava per via della fame.
Si limitava a guardare dritto, davanti a se, non facendo caso ai sguardi curiosi di chi lo circondava.
Il pensiero di Kei continuava a tormentarlo.
Come aveva fatto a non accorgersi che la presenza di quel ragazzo così misterioso e spesso scontroso era diventata un elemento fondamentale della sua vita?.
Cercando di svuotare la sua mente da quei pensieri tormentati e fuori luogo, raggiunse, a passo rapido, il presidente Daitenji che lo attendeva appoggiato al tavolo di plastica bianca sul quale si trovavano i cinque microfoni destinati a far risuonare le loro voce nella stanza per ben due ore filate. Lo sorpassò e, senza tante cerimonie, la conferenza ebbe inizio.
Il protagonista indiscusso fu Daichi sebbene era sempre Hitoshi quello che rispondeva senza tante esitazioni alle insidiose domande dei giornalisti che scrivevano sui loro taccuini ogni singola parola pronunciata dal giovane.
L’allenatore fissava senza timore le telecamere, perché anche quelle cerano.
Probabilmente, il giorno successivo, milioni di persone avrebbero ascoltato ogni singola sillaba, parola e frase pronunciata in quegli istanti interminabili.
L’atteggiamento di suo fratello poi, non l’aiutava di certo. Era ritornato ad essere improvvisamente quel Takao di pochi anni prima…freddo e distaccato, non più pasticcione e casinista.
Solamente una domanda riuscì a sconvolgere lo stato d’animo del Dragon Blader facendolo reagire per la prima volta in quella serata:
«Che fine hanno fatto Kon, Mizuhara e Hiwatari?».
«Hanno scelto di unirsi alle squadre del loro paese originario» rispose semplicemente Hitoshi.
«E quindi…la squadra dei Bladebreakers…?» chiese una giovane donna dai lunghi capelli castani.
«I bladebreakers continueranno a vivere per sempre» ribatté improvvisamente Takao alzandosi dalla sedia e uscendo da quella stanza dall’aria irrespirabile.

^.^ ^.^ ^.^ ^.^ ^.^ ^.^ ^.^

«In my dream I’ll always see your soar above the sky,
in my heart there always be a place for you for all my life...
I ’ll keep a part of you with me and everywhere I am there you ’ll be!» canticchiò divertito Max che era comodamente stravaccato su una poltrona color porpora di un aereo giapponese che lo stava conducendo in America. Da sua madre.
Com’era arrivato a quella decisione? Perché raggiungere Judy?
Forse perché voleva combattere contro Takao contro Kei e Rei…semplicemente per questo motivo oppure…perché Rei se n’era andato?
Rei? Cosa centrava Rei adesso??
Scosse la testa violentemente soffermandosi poi ad osservare il cielo limpido fuori dal finestrino.
Dio mio! Chissà a quale velocità stava andando quell’aereo! Le nuvole sfrecciavano alla velocità della luce accanto a loro!
«Wonderful!! Meglio di superman!» esclamò sbalordito «non me n’ero mai reso conto!!».
«Forse perché dormivi come stavi facendo fino a poco fa?» intervenì una vecchia signora seduta davanti a lui «non ho mai sentito un ragazzino come te russare in quella maniera…» aggiunse sorridente.
«Russo veramente?» domandò incredulo. Rei non gliel’aveva mai fatto notare!! Ah! Ancora Rei…ma che diamine… non aveva niente di meglio a cui pensare??.
«Eccome mio caro!! Ma non ho osato svegliarti! Già una volta mi è successo di ricevere un calcio in pancia per aver tentato di svegliare un passeggero della mia età circa!».
«Mamma mia! Non immagino pensare chi lo deve svegliare alla mattina!» esclamò ridendo sommessamente.
A quella frase gli ritornò in mente Takao.
Quel ragazzo era un impresa svegliarlo! Infatti il prof. aveva avuto la brillante idea di dare a ciascun ex componente della squadra dei bladebreakers un turno di pesante lavoro mattutino consistente nel svegliare quel poltrone del loro ex capitano!!
…ex…che strano e brutto effetto faceva mettere davanti al sostantivo –squadra- quell’unica sillaba…
«Nemmeno io!!» esclamò la signora scoppiando in una fragorosa risata.
Max questa volta non rise.
Dopotutto era vero…la prossima volta che avrebbe rivisto Takao, Kei e Rei…gli avrebbe rivisti da rivale…non erano più compagni di squadra…non avrebbero più gioito insieme per la loro vittoria…e nemmeno sofferto per aver perso un incontro…
Al che il viso di Max si rabbuiò di colpo.
Non avrebbe più rivisto ogni mattina il volto sorridente del bel cinese, non si sarebbero più allenati insieme e chissà se poteva chiamarlo ogni tanto…
No, non poteva. Dove abitava lui non c’erano i telefoni. La sua era una tribù dispersa fra le montagne, era già tanto se gli arrivavano delle lettere!
«ehi ragazzo!» lo richiamò l’anziana signora «va tutto bene? Qualcosa non va?».
«No, no. Va tutto bene, non si preoccupi… mi sono ritornati in mente i miei ex compagni di squadra…».
«ex?».
«Si. Vede…io appartenevo ai bladebreakers, una squadra che gioca con i Beyblade. E in questa squadra vi si trova anche il campione mondiale…io me ne sono andato perché voglio avere la possibilità di batterlo all’imminente campionato…eppure…».
«eppure non sei sicuro di aver fatto la scelta giusta, dico bene?».
«Si. Proprio così. Penso d aver fatto una stupidaggine…forse me ne sono andato solamente per imitare gli altri componenti della squadra…mi chiedo se l’ ho fatto per questo…».
«Caro, non serve a nulla rimuginare il passato in questa maniera…ormai quel che è fatto è fatto…».
«ma…».
«Anche se ora ti rendessi conto che hai preso questa decisione per imitare i tuoi compagni di squadra….dimmi, ritorneresti indietro?».
«…».
«Tu non lo faresti Te l’assicuro io. Te l’impedisce l’orgoglio e poi…quest’occasione per potersi battere contro il “grande campione mondiale” è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire, non è così?».
«Si, ha ragione» rispose l’americano riacquistando sicurezza di sé stesso «questa occasione va colta al volo!».
«Esatto!» affermò la signora che fu felice nel vedere che le sue parole erano riuscite a tirar su il morale al giovane biondino «anche se…mi chiedo…come stia ora il tuo amico…».
«Takao?».
«Il campione mondiale si chiama così?».
«Si, il suo nome è Takao ma cosa intendeva dire con “mi chiedo come stia…?”».
«Mettiti nei suoi panni piccolo. Una mattina ti svegli e vieni a scoprire che i tuoi compagni ti vogliono abbandonare per unirsi, probabilmente, ad altre squadre solamente perché volete aver la possibilità di battervi con lui. Tutti quanti contro uno. Allora mi chiedo, “come si sentirà ora? Sarà in grado di reagire a questo brutto colpo subito? Riuscirà a caricarsi questa pesante verità? Si accetterà ancora per quello che è veramente? Oppure…cambierà totalmente trasformandosi in una persona completamente diversa da quella che conoscete?”».
Max la guardò stralunato.
«Immaginati biondino. Tu solo contro tutto il mondo e soprattutto…contro i tuoi migliori amici…».
«Ma per me è lo stesso!!» ribatté confuso Max «anch’io dovrò battermi contro di loro…».
«Ma è stata una tua scelta…ed inoltre ricorda che lui è “il campione” ed ha un titolo da difendere. Ed è proprio a causa di questo titolo che si ritroverà tutti voi contro. Dimmi…al posto suo…non ti verrebbe da buttare tutto all’aria?».
Allora Max capì.
S’immaginò al suo posto e gli venne da urlare e scoppiare a piangere.
«…n-non può mollare tutto!» gridò scattando in piedi per poi iniziare a correre verso il telefono più vicino. Doveva chiamarlo, doveva sapere!! Aveva veramente intenzione di mollare tutto?? L’avrebbe fatto?? Oppure…
Compose il numero di telefono del ragazzo giapponese il più rapidamente possibile. Aveva il cuore in gola e gli occhi lucidi. Takao avrebbe rinunciato al suo sogno a causa del loro egoismo??.
Quando sentì il telefono squillare e nessuno rispondere l’ansia aumentò.
Nessuno rispondeva!
Ritentò un sacco di volte a raggiungerlo ma non riceveva in cambio alcuna risposta.
Quell’incessante e monotono –BEEP,BEEP- rischiava di dargli la nausea da un momento all’altro ma volle tentare un ultima volta.
-BEEP BEEP BEEP BEEP…-.
Stava per riposare la cornetta quando sentì, per un pelo, qualcuno rispondere all’altro cavo del telefono.
«Pronto? casa Kinomiya».
«T-Takao! Finalmente!» esclamò Max che ormai respirava a stento «ti prego!! Dimmi che non vuoi rinunciare al titolo di campione mondiale!! Te lo scongiuro! Non devi rinunciare al tuo sogno a causa del nostro egoismo Takao!! Dimmi che non lo farai!!».
«Max…calmati…e cerca la risposta nella conferenza stampa che ho appena terminato…» rispose il giapponese con freddezza sebbene fosse contento nel sapere che qualcuno lo pensava ancora.
….egoismo…così l’aveva definito Max quel comportamento…
«Takao, dimmi, ti prego!! Non torturarmi così!! Non resisterò per altre quattro ore in questo modo!».
«Beh, mi sembra il minimo» ribatté Takao non aggiungendo altro.
Com’era distaccato…Takao sembrava tutta un'altra persona…dalla sua voce non traspariva alcuna allegria, alcuna sicurezza tipica del suo comportamento.
Assomigliava a…Kei…
Possibile che se la fosse presa a quel modo?
Gli ritornarono in mente le parole dell’anziana signora:
“come si sentirà ora? Sarà in grado di reagire a questo brutto colpo subito? Riuscirà a caricarsi questa pesante verità? Si accetterà ancora per quello che è veramente? Oppure…cambierà totalmente trasformandosi in una persona completamente diversa da quella che conoscete?”.
Che Takao fosse veramente cambiato di punto in bianco?.
«…scusami…» riuscì a dire solamente.
«quel che è fatto è fatto» ribatté seccamente Takao «comunque ci vediamo al campionato Max..
Mi raccomando, allenati a fondo perché…non sarò più lo stesso. Ciao» disse riagganciando.
Takao era veramente cambiato…
A testa bassa, con una camminata rassegnata si riavviò al suo posto dove, appena seduto, s’addormentò cullato da incubi oscuri.
Si risvegliò quando un hostess avvisò i passeggeri dell’imminente atterraggio spronandoli ad allacciarsi le cinture di sicurezza.
Max fece tutto con studiata lentezza e, non appena toccò terra s’apprestò a raggiungere sua madre che lo attendeva impaziente all’entrata dell’aeroporto.
«Mami…voglio vedere il prima possibile la conferenza stampa che ha tenuto Takao poche ore fa…».
«Lo immaginavo» rispose sorridente Judy «mi sono attrezzata di portatile proprio per permetterti di vederla via internet…».
«Grazie mille!».
Fu velocissimo a caricare i bagagli in macchina ed altrettanto veloce a connettersi a internet.
Trovò il file multimediale della conferenza di Takao nel sito ufficiale della BBA.
Silenzio. Ecco quello che avevano ricevuto i giornalisti da parte di Takao.
Hitoshi rispondeva e Takao si limitava a fissare un punto indefinito della stanza.
Solamente una frase carica di significato…
«I bladebreakers continueranno a vivere per sempre».
Con lui…
Max sorrise mestamente:
«Always Bladebreakers».





Ok, non deprimiamoci...che ne dite? come primo capitolo potrebbe andare??
Subaru: v'aveva avvertito che era molto "improbabile" cm fic!!
Shimy:scrivetemi!! ç_ç please!
Subaru:ci si sente gente!


 
Continua nel capitolo:


 
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