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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: SOPRA I NIDI DELLE AQUILE
Genere: Erotico
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: Yaoi
Autore: chibikiss89 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/06/2005 14:27:10 (ultimo inserimento: 23/02/06)

yaoi, non troppo lunga ( anzi affatto), a capitoli....abbastanza triste...
 
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CAPITOLO 1°
- Capitolo 1° -

N.d.Chibi: salve a tutti, questa è la prima ff che pubblico ''a capitoli'', ma mi pare che sia abbastanza buona...anche se questo comunque dovrete giudicarlo voi!
è una yaoi completamente inventata da me, tutti i personaggi sono esclusivamente miei, e (credo ^^'') inesistenti!
non sono affatto prolissa nelle descrizioni, quindi i capitoli saranno tutti abbastanza corti, e vi comunico anche che è un lavoro molto breve, sulla decina di capitoli!


se nonstante tutto ciò volete ancora tuffarvi nel mio vorticoso mondo, vi lascio alla lettura, confidando che poi avrete la gentilezza di commentare ^_________^!

grazie a tutti, un bacio!






-1° capitolo-


I used to think that I could not go on
And life was nothing but an awful song
But now I know the meaning of true love
I'm leaning on the everlasting arms...
R.Kelly, I believe I can fly






Senza nemmeno pensarci, Evan si diresse verso il frigo-bar nella sua stanza d’albergo, un lussuoso 5 stelle nel centro di Parigi, pensando solo a due cose: il suo destino e una bella birra ghiacciata. Ed entrambe eccitavano la sua fantasia. Il diciannovenne era nel bel mezzo di una tournée che prevedeva di girare tutta l’Europa, per poi ritornare in Giappone, la sua patria, per incidere un nuovo singolo, che sperava ottenesse il successo che avevano ottenuto tutti i suoi dischi precedenti. La sua fama era dilagata in tutto il mondo, e ovunque andasse non poteva fare a meno che una frotta di ragazzine urlanti lo investissero con le loro risate stridule e le loro domande stupide, ma lui sorrideva sornione e basta, firmava autografi senza pronunciare una parola e se ne andava, scortato dalle sue guardie del corpo, lasciando dietro sé solo buone impressioni e bei sorrisi. Falsi. Ma non gli importava, fondamentalmente, di nessuno tranne che di sé stesso, e questo nessuno dei suoi fan lo poteva sapere, ma solo le persone a lui più vicine potevano intuirlo. Avere una faccia di bronzo può far comodo, delle volte, ed Evan sapeva sfruttare benissimo tutte le sue doti, bellezza furbizia e voce, per sfondare, e guadagnare montagne di soldi. Ooh, ma non era solo questione di soldi, affatto: essere popolare era quello che più gli interessava: bramava di essere adorato dalle ragazze, sebbene poi egli le respingesse tutte, e con la sua enorme presunzione pretendeva che ovunque andasse la gente lo riconoscesse. Sebbene molto giovane, era un ragazzo sveglio ed intelligente, e tutti quello che faceva aveva uno scopo ben preciso, che non sempre era puro e casto. Aveva appena congedato Michelle, la sua accompagnatrice di Parigi, con la scusa che doveva provare. In realtà, quel giorno gran parte della troupe aveva dato forfait, aveva deciso di ostentare la sua fama in giro per la città, farsi seguire da orde di paparazzi fin sopra la Tour Eiffel, e far andare in brodo di giuggiole altrettante fans, prima del grande spettacolo della sera stessa. Lì avrebbe dato il meglio di sé stesso, ma per quel giorno, avrebbe anche potuto mettere in subbuglio quella grande e straordinaria città.

Si muoveva facilmente tra la folla, attorniato da gente che gli lanciava sguardi adoranti. Per ’nascondersi ad occhi indiscreti ’ aveva deciso di infilarsi un paio di occhiali da sole, che però producevano l’effetto opposto: quale ragazza non avrebbe notato un bela ragazzo con un paio di occhiali da sole da urlo? Ed era proprio questo che lui voleva. Sorrise, mascherando il viso dietro un cono gelato alla rosa e al pistacchio ( gusti alquanto strani…),e si concentrò sulla via affollata. Nulla da dire, Parigi era proprio una città stupenda: tutto sembrava appena uscito dal set di un film di Hollywood, e mentre camminava, Evan pensava che non ci sarebbe stato nulla di strano se George Clooney fosse uscito da qualche negozio con un costoso regalo per l’oggetto dei suoi desideri. D’altronde, se lui era lì, perché un famoso attore non avrebbe potuto esserci? Si mise a camminare nel lato di strada più affollato, mentre cominciava a intendere dei mormorii di giovin pulzelle alle sue spalle, e il sorriso divenne un sogghigno: come al solito, lui non passava inosservato. Guardava annoiato una vetrina di una nota marca di orologi, mentre pensava che ad una star la cosa che meno serviva era un orologio,dato che ultimamente il grado di fama di una stella era direttamente proporzionale al ritardo in cui questa arrivava, e, Evan ne era certo, in quel senso era la più grande stella mai esistita al mondo.
Il gelato, appena finito, gli aveva messo sete, e ora si muoveva sinuoso verso un bar in cui provocare subbuglio per una misera coca-cola. Essendo una via alquanto famosa, non faticò a trovare un posto carino e quasi pieno di persone su cui fare colpo. Entrò disinvolto, con la fronte alta e un leggerissimo, quasi impercettibile, sorriso sulle labbra, e si sedette ad un tavolino vicino alla finestra, il più in vista, sfogliando inutilmente il menu. Poteva sentire l’aria farsi pesante attorno a lui, e i pensieri delle persone a lui vicine, unanimamente voltate verso di lui.
Che brivido, l’attenzione nei suoi riguardi saliva di minuto in minuto.
Percepì dei passi dietro di sé: probabilmente era qualche sua fan che veniva a chiedergli un autografo.
Sfoderando il suo miglior sorriso e pregustandosi la scena nella sua mente, fece finta di non accorgersi della sua vicinanza, intento a sfogliare inutilmente per la decima volta il menu.
Quando sentì la sua presenza appena dietro di sé si volto ‘per caso’ , sfoderando un sorriso smagliante.

‘’ehi, ma lei sa leggere? Su questo tavolo c’è scritto riservato, quindi lei non può sedersi qui.’’

Il sorriso gli morì sulle labbra: davanti a se, un cameriere del locale lo guardava con faccia annoiata, tipica di una persona che ha a che fare tutto il giorno con gente querula e civettuola. Era un bel ragazzo, dopotutto, alto, con dei folti capelli neri e due occhi di un blu talmente scuro che sembrava nero, che lo scrutavano penetranti.
Ora sì che tutto il locale lo stava fissando.
Evan, giustamente, pensò che il ragazzo non l’avesse riconosciuto, e quindi si tolse gli occhiali da sole con fare disinvolto.

‘’non ha capito, per caso? Le ho detto di spostarsi da qui.’’

Nulla di nulla, il ragazzo non lo riconosceva.

Che scocciatura, sarà stato uno di quei mocciosi che non sanno riconoscere le cose talentuose nemmeno a pagarle oro, un burino di provincia.
Si alzò disinvoltamente e, lanciatagli un’occhiata di fuoco, si mise a sedere ad un altro tavolo, meno in vista del precedente.
Ora era davvero infuriato: ma come si permetteva quel rompicoglioni di fare o non fare qualcosa?! Non si era mai vista una cosa del genere!
Notò che si stava avvicinando ancora.
-forse mi chiederà scusa per avermi trattato in modo così poco gentile-

‘’non vuole ordinare, mr Evan?’’

Ma allora lo conosceva!! Pur essendo compiaciuto della cosa, l’affronto subito in precedenza bruciava ancora, e quindi decise di essere il più glaciale e distaccato possibile. Quel ragazzino doveva assolutamente riconoscere che lui era una vera star, e trattarlo di conseguenza!!

‘’ desidero semplicemente una coca-cola, mi sono stancato del solito champagne!’’
‘’ ghiaccio e limone?’’
‘’senza limone, non si sa mai…’’
‘’va bene, arriva presto.’’

E il giovane cameriere se ne andò , lasciando il cantante ribollente di rabbia. Ma che sfrontato! Bastardo, questa gliel’avrebbe fatta pagare!

Notò che, prima che arrivasse la sua bibita, molte altre persone furono servite, cosa che lo fece andare in bestia.
Mentre stava bevendo , si accorse che due ragazze si stavano avvicinando con passo furtivo.
Pensando che fosse il suo momento, diede una controllata nello specchio al look e si mise nella posa più languida che potesse permettersi di assumere in un luogo pubblico.
Le ragazze si avvicinavano sempre di più, quando…improvvisamente cambiarono direzione, e invece di continuare verso Evan, virarono per raggiungere il giovane cameriere freddo e bastardo che prima l’aveva fatto tanto incazzare.

‘’scusami, tu sei… David, vero?’’

Aveva parlato una delle due, la più carina.

‘’si sono io, avete bisogno di qualcosa?’’

‘’volevamo solo chiederci se….per caso….ti interessavano i nostri numeri di cellulare… ese avevi voglia di darci il tuo!’’

Questa volta era stata l’altra a parlare, più agitata della prima.

Questo era troppo! Quando sembrava ormai certo che il giovane sbruffone di nome David le avrebbe abbordate entrambe, il ragazzo gentilmente, ma in tono fermo, sbalordì tutti.

‘’no grazie mille, ma non mi interessa. Arrivederci’’

Questo per Evan era il colpo di grazia: gli rubava due fan e in più le scaricava, e pure con stile?!
Senza contare che mentre pronunciava quelle parole, gli aveva lanciato, anche solo per un decimo di secondo, uno dei suoi sguardi penetranti, che sembrava volesse sfidarlo.
E Evan non rifiuta mai una sfida!!!

Si alzò e a passo lento e seducente, come suo solito, si avvicinò all’altro ragazzo, che stava al bancone intento a preparare un cocktail.

‘’senti, tu…’’

Il suo miglior tono falso rimbalzava sulla glaciale maschera di indifferenza dipinta sul volto dell’altro, che intanto, pur mantenendo il contatto visivo, continuava nel suo lavoro.

‘’sai chi sono io, vero?’’

Domanda inutile, per Evan, ma di routine.
‘’certo.’’

Sempre il contatto visivo con quegli occhi così intensi…

‘’ti andrebbe di visitare il backstage del mio concerto di stasera? Mi sento buono, voglio concederti una serata da vip…’’

Il suo tono falso abbastanza convincente sembrava ancora rimbalzare sulla corazza dura dell’altro, e per un momento Evan credette di aver fallito nei suoi intenti.

‘’perché dovresti farlo?’’

-Perché voglio farti conoscere tutto il mio splendore, e vantarmi…-

‘’perché mi sento buono, te l’ho detto… allora, ti va?’’

Nascondeva i suoi pensieri come meglio poteva da quegli occhi, ma era conscio che se non fosse stato così allenato a farlo, avrebbe capitolato in fretta…

‘’ok, ci sto.’’

Proferì queste parole con un tono di voce abbastanza diffidente, dopo qualche secondo di riflessione.

Ma ormai era caduto nella sua trappola, e avrebbe imparato a essere più gentile nei confronti delle persone come Evan…

Il cantante gli disse a che ora farsi trovare e dove, pagò e se ne andò soddisfatto.

Quella sera, avrebbe fatto capire lui a quel ragazzino con chi aveva a che fare…


*sera*

Era tutto pronto.

Aveva passato il resto del pomeriggio ad allestire le prove tecniche per la sera stessa, e in quel momento si stava rilassando prima di salire sul palco.
Era sdraiato ad occhi chiusi su un divano, mentre tentava di svuotare la mente da ogni pensiero negativo, per dare il meglio di sé e continuare con il suo mito.

Non si era accorto di non essere solo, in quella stanza.

Davd, il cameriere, stava ritto sulla porta, osservando silenziosamente il cantante, che in quel momento non gli sembrava uno spaccone, ma quasi un bambino: i capelli biondi, un po’ lunghi, ricadevano sul viso, e gli ironici occhi neri erano nascosti dalle ciglia, lunghe e sottili come quelle delle donne.
Uscì dalla stanza, richiuse la porta alle sua spalle, e poi, facendo più rumore possibile, bussò.

‘’avanti’’

Quando rientrò, il cantante aveva assunto ancora una posa languida, falsa, e stava rileggendo i testi delle sue canzoni.
Alzò lo sguardo e gli fece cenno di sedersi.

‘’vedo che alla fine sei venuto…’’

‘’mantengo sempre gli impegni che prendo’’

‘’fra poco io devo andare in scena, tu fai quello che ti pare, basta che non distruggi nulla! Se no qualcuno potrebbe arrabbiarsi….’’

‘’non c’è problema, non avevo intenzione di fare Attila…’’

Il cantante lo guardò bene: chissà che età aveva…

‘’senti, per curiosità, quanti anni hai?’’

‘’faccio i 19 fra poco, perché?’’

‘’curiosità…’’

E quindi il cameriere sbruffone aveva la sua età…la cosa poteva essere interessante…

Era meglio cominciare a vantarsi!

‘’nel frigo che vedi qui c’è champagne e altre cosucce fresche di oggi, mentre in quella credenza….si, quella… ci sono vari liquori. Se non sei un bevitore in quell’altro frigo nell’angolo ci sono una quantità infinita di bibite analcoliche, mentre invece gli snacks sono in quel mobile lì vicino a te. Divertiti mentre io sono in scena, ci vediamo quando finisco’’

Detto ciò uscì dal camerino e se ne andò a passo tranquillo, sicuro che ben presto avrebbe sbalordito quell’impertinente cameriere…


 
Continua nel capitolo:


 
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