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- Capitolo 1° -
La lama del cutter incide la delicata pelle del mio braccio, da quando ero diventata autolesionista, non ricordo, tutto era cominciato per gioco, io e Susanna la mia migliore amica eravamo a casa, quel pomeriggio, ci stavamo annoiando in modo particolare…
-“Allora Alex, cosa facciamo oggi?”mi chiedesti, io stavo leggendo, ero particolarmente presa dalla storia, ci misi un po’ a connettere e tornare alla realtà
-“Non ne ho la più pallida idea, se vuoi puoi prendere uno dei miei libri, leggere ti fa bene lo sai!”
-“Si ok, ma tu lo sai che a me non piace leggere” Sapevo che mi avresti risposto così ma prendesti lo stesso uno dei volumi della mia ricca biblioteca, naturalmente si trattava di uno sui vampiri, li amavi ti affascinava l’idea del sangue, lo bramavi…
-“Senti ti va di fare un’esperienza nuova? Esordisti all’improvviso.
-“Dipende da cosa vuoi provare, ormai con te ho provato di tutto, mi domando se hai dei limiti anche tu!” Allora non sapevo che di lì a poco avresti superato anche il tuo unico limite…
-“Sai bene che il mio unico limite è la vita, comunque che ne dici se provassimo il cutting?”
-“Cutting?”
-“Sì l’ ho letto in un libro, è una pratica fetish, ci si taglia a vicenda con un cutter, ti va di provare?”
-“Tu che leggi di tua spontanea volontà? Questa sì che mi giunge nuova…”
-“Dai, non hai risposto alla mia domanda, lo vuoi fare?” Mi chiedesti con insistenza, mentre ti accovacciavi su di me, i tuoi capelli biondi mi accarezzavano la pelle solleticandomi ed eccitandomi, amavo così tanto quel tuo modo di fare, e le tue curve, perfetto era il tuo corpo ai miei occhi… come il mio al tuoi.
-“Ok, ci sto, ma prima, faremo l’amore!”
-“Sta bene, ma non qui, i tuoi potrebbero arrivare a momenti, già sospettano qualcosa, non diamogli ragione di crederlo, ci vediamo alla scogliera alle 8, porta il tuo cutter…”
Detto questo te ne andasti lasciandomi con un palmo di naso, era così tipico di te…
Ora il mio braccio sanguina, non nascondo particolarmente il fatto di tagliarmi i miei, pensano che sia un modo di reagire al dolore, non sanno che cerco di arrivare a te, lentamente, goccia a goccia…
Quel pomeriggio fu il più lungo della mia vita, finalmente le otto arrivarono, corsi alla scogliera e ti aspettai a lungo, ma tu non arrivasti, né quella sera né mai, andai a casa tre ore dopo, sconsolata e delusa, tutto pensai meno quello che mia madre mi riferì appena entrai…
-“Alex, siediti devo parlarti!” Mi disse
-“Che succede mamma!” Chiesi ingenuamente, ma come potevo minimamente pensare…
-“Si tratta di Susanna” aggiunse seria, forse li capii qualcosa, aveva un espressione così seria.
-“Susanna, cosa gli è successo, avevamo appuntamento alla scogliera, ma non è mai arrivata!”
-“Vedi, lei è morta!” Quante volte avrà provato quella frase prima di dirla a me… teneva gli occhi bassi, solo allora mi accorsi che erano rossi di pianto.
-“Cosa stai dicendo, dovevamo vederci alle otto si sarà persa via come al solito” Dissi sconvolta.
-“No, l’ hanno trovata i genitori, era immersa in una pozza di sangue, si è tagliata le vene, forse tu sai perché…”
-“Tagliata le vene” Ripetei, poi un lampo e capii, mi misi a ridere sguaiatamente, mia madre né allora né ora capii, ma io sapevo perché lo fece, avevi voluto provare subito, ma sicuramente ti eri tagliata troppo, non avevi limiti, solo la vita lo era, e tu, lo avevi superato…
Da allora ho cominciato a tagliarmi, sono partita dall’avambraccio, goccia a goccia mi avvicino a te, oggi l’ultimo taglio, ormai sono all’altezza dei polsi…
Goccia a goccia…
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